"Gas a manetta", "Apro tutto", "Gas a martello", ... tutte frasi che contraddistinguono il motociclista con la vena per la corsa. Ma come fa la moto a muoversi quando noi ruotiamo il polso?
Il comando dell'acceleratore, l'originale e per antonomasia, è quello con il cavo. Nato insieme all'alimentazione a carburatore è composto semplicemente da un cavo che, tirato dalla rotazione della manopola, solleva la ghigliottina del carburatore per consentire il passaggio della miscela nel condotto di aspirazione.
Meccanico, estremamente semplice, comandato solo dal cervello del pilota. In questo caso la cosiddetta "corsa" dell'acceleratore, ovvero di quanti gradi può ruotare la manopola, varia in base alla lunghezza del cavo e in certi casi può risultare scomoda. Viene introdotto allora il "gas rapido", un comando con lo stesso funzionamento sopra descritto ma che presenta la corsa ridotta e controllata in modo tale da non stancare il polso. Inizialmente fu introdotto sulle moto cross ed enduro che, più di tutte, presentavano l'esigenza di una corsa ridotta. Vista la grande utilità, la sua applicazione fu poi allargata anche ad altri tipi di moto.
L'esplosione dell'iniezione elettronica e l'introduzione dei corpi farfallati non limitò l'applicazione del comando tradizionale. In questo caso il cavo dell'acceleratore permette l'apertura della farfalla per rotazione e una serie di sensori inviano le opportune informazioni alla centralina che comanda il flusso di miscela da inviare in camera di combustione.
Un piccolo cenno va fatto al caso dei carburatori a depressione. Qui, a differenza dei carburatori tradizionali, il cavo dell'acceleratore non agisce direttamente sulla ghigliottina bensì su una farfalla posta a valle della valvola della miscela. Per approfondimenti rimando all'articolo Il carburatore a depressione
L'ultima tipologia di acceleratore è quella elettronica del ride-by-wire. Montato ovviamente solo sulle moto con iniezione elettronica, in questo caso la manopola è rigidamente collegata ad un potenziometro che interpreta la rotazione sotto forma di segnale elettrico ed invia il segnale alla centralina che varia l'apertura della farfalla.
Inizialmente il ride-by-wire venne introdotto come sistema ibrido e comandava solo l'apertura della farfalla, mentre la chiusura era dettata dalla chiusura della manopola da parte del pilota, questo per ovvi motivi di sicurezza. Attualmente invece il rbw, quando presente, ha il controllo totale delle aperture e delle chiusure, questo per favorire una miglior gestione del motore da parte della centralina elettronica, anche in base alle mappature da rispettare, e per favorire e migliorare il funzionamento di altri apparati che aumentano la sicurezza come l'ABS e il Traction control.
Per concludere, che il comando sia meccanico o elettronico, tutto parte sempre e comunque dal nostro cervello. Cerchiamo dunque di non spegnerlo mai e di pensare prima ruotare quel polso. Magari lasciamo che i motti da motociclista goliardico siano solo uno spunto per quattro risate con gli amici!