Le case motociclistiche hanno selezionato le diverse possibilità di trasmettere questo moto e, ad oggi, le soluzioni più diffuse sono principalmente tre:
- La trasmissione a catena
- La trasmissione a cinghia
- La trasmissione a cardano
La trasmissione a catena è senza dubbio la
più utilizzata.
Questa tipologia di trasmissione è composta da 3 elementi:
- Il pignone (ruota dentata che prende il moto dal motore)
- La corona (ruota dentata collegata alla ruota posteriore)
- La catena (che unisce le due ruote dentate)
Qualche considerazione in merito: la trasmissione a catena è
concettualmente la più semplice da realizzare e permette un
notevole risparmio di peso rispetto al cardano. La riduzione degli
attriti meccanici è affidata a lubrificanti specifici
spruzzati direttamente sulla catena.
E’ la soluzione che la fa da padrone nelle competizioni in quanto
unisce leggerezza, semplicità, velocità di
smontaggio ed affidabilità. Variando il diametro delle due
ruote dentate si varia anche la rapportatura finale senza intervenire
sugli ingranaggi del cambio.
Essendo i tre componenti praticamente “a vista” è molto
facile che il grasso, che ha come primo scopo quello di limitare gli
attriti tra le parti, catturi anche il terriccio o la sabbia presente
nell’ambiente di utilizzo perdendo la sua funzione lubrificante.
Questa trasmissione, per funzionare correttamente, necessita di una
minuziosa manutenzione che prevede il lavaggio e l’ingrassaggio della
catena per pulirla dalle impurità e limitare gli attriti tra
i tre componenti (vedere l'articolo
sulla pulizia e lubrificazione della catena). Una cattiva
manutenzione implica una frequente sostituzione dei suddetti componenti
innalzando notevolmente i costi di esercizio.
La trasmissione a cinghia funziona sullo stesso principio di
quella a catena.
Il pignone e la corona sono sostituiti da due pulegge e la catena da
una cinghia dentata. Questo tipo di trasmissione non necessita di
manutenzione.
Essendo “a vista” come la soluzione precedente, si usura molto
velocemente in caso di utilizzo in ambienti molto polverosi
costringendo a sostituzioni frequenti.
La trasmissione a cardano è invece concettualmente
diversa.
Questo tipo di trasmissione trasmette il moto alla ruota posteriore
utilizzando alberi di trasmissione e coppie coniche (per ruotare il
moto di 90°). Se mi consentite il paragone, il cardano
è una soluzione molto vicina al mondo automobilistico.
Tecnicamente molto più complesso, questo sistema incrementa
notevolmente il peso della trasmissione e non consente di variare in
modo “rapido” la rapportatura finale. Mostra però indiscussi
vantaggi: presupponendo una “normale” manutenzione una trasmissione
cardanica dura per tutto il periodo di vita della moto. In condizioni
“estreme” di utilizzo, essendo totalmente o quasi totalmente al chiuso,
il cardano assicura prestazioni costanti e affidabilità da
primato se confrontato con le altre due soluzioni (pensate per assurdo
ad una gitarella nel deserto del Sahara, al guado di un torrente
fangoso, ad un lungo viaggio a moto carica sotto la pioggia).
La trasmissione utilizzata spesso comporta scelte motoristiche
differenti (e vice versa ovviamente).
Pensate ad un motore bicilindrico Ducati, Harley Davidson e BMW.
La casa di Borgo Panigale utilizza un bicilindrico ad L di 90°
il cui albero motore ruota nello stesso senso delle ruote della moto.
In questo caso la catena non fa altro che trasferire il moto
dell’albero alla ruota.
Stesso discorso per il bicilindrico Harley che generalmente utilizza la
cinghia.
Un bicilindrico BMW che invece sfrutta una trasmissione a cardano
andrà ad avere i cilindri orientati diversamente, in modo da
avere una rotazione dell’albero motore identica a quella dell’albero di
trasmissione e quindi spostato di 90° rispetto al senso in cui
gira la ruota posteriore.
Boxer BMW e V90 Moto Guzzi sono due validi esempi di questa scuola di
pensiero.