Tecnica
La trasmissione finale
Scritto da K_Potter - Pubblicato 20/12/2005 16:23
Esistono molteplici tipologie di motori motociclistici, diversi nelle cilindrate, nel frazionamento, nel range di utilizzo e negli accorgimenti costruttivi ma la grande legge della moto impone che qualsivoglia motore in qualsivoglia telaio sarebbe poco più di un soprammobile se non troviamo il modo di trasmettere il moto alla ruota posteriore...

Le case motociclistiche hanno selezionato le diverse possibilità di trasmettere questo moto e, ad oggi, le soluzioni più diffuse sono principalmente tre:

  • La trasmissione a catena
  • La trasmissione a cinghia
  • La trasmissione a cardano


La trasmissione a catena è senza dubbio la più utilizzata.

Questa tipologia di trasmissione è composta da 3 elementi:

  • Il pignone (ruota dentata che prende il moto dal motore)
  • La corona (ruota dentata collegata alla ruota posteriore)
  • La catena (che unisce le due ruote dentate)


Qualche considerazione in merito: la trasmissione a catena è concettualmente la più semplice da realizzare e permette un notevole risparmio di peso rispetto al cardano. La riduzione degli attriti meccanici è affidata a lubrificanti specifici spruzzati direttamente sulla catena.

E’ la soluzione che la fa da padrone nelle competizioni in quanto unisce leggerezza, semplicità, velocità di smontaggio ed affidabilità. Variando il diametro delle due ruote dentate si varia anche la rapportatura finale senza intervenire sugli ingranaggi del cambio.

Essendo i tre componenti praticamente “a vista” è molto facile che il grasso, che ha come primo scopo quello di limitare gli attriti tra le parti, catturi anche il terriccio o la sabbia presente nell’ambiente di utilizzo perdendo la sua funzione lubrificante.

Questa trasmissione, per funzionare correttamente, necessita di una minuziosa manutenzione che prevede il lavaggio e l’ingrassaggio della catena per pulirla dalle impurità e limitare gli attriti tra i tre componenti (vedere l'articolo sulla pulizia e lubrificazione della catena). Una cattiva manutenzione implica una frequente sostituzione dei suddetti componenti innalzando notevolmente i costi di esercizio.


La trasmissione a cinghia funziona sullo stesso principio di quella a catena.

Il pignone e la corona sono sostituiti da due pulegge e la catena da una cinghia dentata. Questo tipo di trasmissione non necessita di manutenzione.
Essendo “a vista” come la soluzione precedente, si usura molto velocemente in caso di utilizzo in ambienti molto polverosi costringendo a sostituzioni frequenti.


La trasmissione a cardano è invece concettualmente diversa.

Questo tipo di trasmissione trasmette il moto alla ruota posteriore utilizzando alberi di trasmissione e coppie coniche (per ruotare il moto di 90°). Se mi consentite il paragone, il cardano è una soluzione molto vicina al mondo automobilistico.
Tecnicamente molto più complesso, questo sistema incrementa notevolmente il peso della trasmissione e non consente di variare in modo “rapido” la rapportatura finale. Mostra però indiscussi vantaggi: presupponendo una “normale” manutenzione una trasmissione cardanica dura per tutto il periodo di vita della moto. In condizioni “estreme” di utilizzo, essendo totalmente o quasi totalmente al chiuso, il cardano assicura prestazioni costanti e affidabilità da primato se confrontato con le altre due soluzioni (pensate per assurdo ad una gitarella nel deserto del Sahara, al guado di un torrente fangoso, ad un lungo viaggio a moto carica sotto la pioggia).

La trasmissione utilizzata spesso comporta scelte motoristiche differenti (e vice versa ovviamente).

Pensate ad un motore bicilindrico Ducati, Harley Davidson e BMW.

La casa di Borgo Panigale utilizza un bicilindrico ad L di 90° il cui albero motore ruota nello stesso senso delle ruote della moto. In questo caso la catena non fa altro che trasferire il moto dell’albero alla ruota.
Stesso discorso per il bicilindrico Harley che generalmente utilizza la cinghia.

Un bicilindrico BMW che invece sfrutta una trasmissione a cardano andrà ad avere i cilindri orientati diversamente, in modo da avere una rotazione dell’albero motore identica a quella dell’albero di trasmissione e quindi spostato di 90° rispetto al senso in cui gira la ruota posteriore.

Boxer BMW e V90 Moto Guzzi sono due validi esempi di questa scuola di pensiero.

 

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Commento di: salvo605 il 17-08-2008 17:55
In rife. a:

"Un bicilindrico BMW che invece sfrutta una trasmissione a cardano andrà ad avere i cilindri orientati diversamente, in modo da avere una rotazione dell’albero motore identica a quella dell’albero di trasmissione e quindi spostato di 90° rispetto al senso in cui gira la ruota posteriore.

Boxer BMW e V90 Moto Guzzi sono due validi esempi di questa scuola di pensiero."

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Scusa...

e...con i Big Twin (Japan) con trasmissione a cardano ...tipo Bulldog, Dragstar, Intruder...ecc. ecc., come la mettiamo
che hanno i 2 cilindri a V...in linea...?

Ciao.