Ecco il report del mio primo viaggio in moto, programmato con tanta carica e voglia di farlo ma purtroppo finito prima del previsto
Venerdì 25/03
Finita la solita giornata di lavoro si torna a casa dove io e la zavorrina Ilaria finiamo di preparare i bagagli. Siamo super carichi, di entusiasmo, voglia di partire...e bagagli
Prima di caricare i bagagli però un po' di operazioni preparatorie sulla moto (Kawasaki Versys 650 2016): pieno di benza, regolazione delle sospensioni per reggere il maxi carico, pulizia e ingrassatura catena, gonfiaggio pneumatici, check degli attrezzi da portare.
Sabato 26/03
Sveglia di buon ora, colazione e poi via con la vestizione da cavalieri medioevali: giacca, pantaloni, stivali, guanti. Volevamo viaggiare sicuri quindi ci siamo dotati del necessario prima della partenza.
Finalmente si parte!
Ci lasciamo alle spalle la bella Bologna e ci dirigiamo sulla statale della Futa (ss 65). La giornata è splendida e tra curve, tornanti e splendidi paesaggi baciati dal sole del mattino arriviamo fino allo Chalet Raticosa dove facciamo una merenda. Qui iniziamo a vedere i primi motociclisti che, come noi, si godono queste strade meravigliose.
Ripartiamo sempre più carichi ed entusiasti e dallo Chalet alla volta del Lago di Bilancino. La strada è sempre piacevolissima, la moto non fa una piega (?!? ) e va che è una meraviglia
Arrivati al lago ci godiamo un po' il panorama facendo più di un pensierino sul tornarci d'estate, il lago è balneabile e potrebbe essere un'alternativa alla riviera romagnola (NdR: io vengo dal Salento e ancora un'alternativa valida al mio mare non l'ho trovata, ma ci si prova ).
Ci lasciamo il lago alle spalle e andiamo verso Pratolino per pranzare ad un'osteria che ci era stata consigliata. Arriviamo al paese con un bel po' di anticipo quindi vaghiamo alla ricerca di un prato o di un parco dove sbracarci per un po'.
Troviamo quello che sembrava un parco e decidiamo di fermarci. Entrati nel parcheggio cerco di fare inversione ma metto la ruota anteriore in una buca che non avevo visto, la moto si inclina, provo a tenerla ma con quel peso è impossibile (tra noi due i bagagli e la moto saremo stati abbondantemente sopra ai 400Kg). Cadiamo da fermi sul fianco destro.
Un agente della municipale che era li mi da una mano a tirare su la moto. Ilaria però ha molto male a un polso, sbattuto nella caduta, è molto scossa e non si sente bene. Chiediamo indicazioni per guardia medica e farmacia e ci spiegano che entrambe si trovano a Vaglia, il paese da cui siamo passati per arrivare li (8Km circa).
Aspettiamo qualche minuto e rimontiamo in sella per raggiungere la guardia medica, uno dei paramedici visita il polso e ci da un'ipotesi positiva, niente di rotto. Un po' di ghiaccio spray, una fasciatura e ci dirigiamo in farmacia a comprare altre bende e una pomata per le contusioni.
Con questa disavventura è volata l'oretta di anticipo sul pranzo. Se non sapete come impiegare il tempo durante un viaggio in moto, perchè non provare con una bella caduta?
Un po' doloranti e accaldati arriviamo all'osteria dove ci aspetta un pranzo impegnativo e calorico. Neanche il dessert però riesce ad alleviare il dolore al polso di Ilaria, decidiamo quindi di procedere verso Firenze e da li andare a Siena passando dal raccordo autostradale, per risparmiare un po' di tempo e fare una strada più facile.
Sopravvissuti al traffico di Firenze e alla noia dell'autostrada arriviamo a Siena e qui iniziamo a cercare di raggiungere l'agriturismo. Non conoscendo la zona ci affidiamo al navigatore che inizia a darci indicazioni un po' balorde, una su tutte "Fare un inversione a U" nel mezzo di una strada con tornanti. Neanche nei film di Fast and Furious fanno manovre simili per cui ignoro il navigatore e dopo un po' di fermiamo per raccapezzarci.
Guardando la cartina capiamo la strada che avremmo dovuto fare, ormai stanchi ma determinati ci lanciamo in delle stradine di campagna, asfaltate, che passano in mezzo a vari casolari tra le colline sulla via che avremmo dovuto raggiungere. Troviamo il civico 20, la nostra destinazione è il n°2 quindi chiediamo a una signora indicazioni per l'agriturismo:
"dovete andare per di là, c'è una strada sterrata, un po' sbrecciata, ma con la moto ce la fate".
Si vede la luce in fondo al tunnel, anzi l'arcobaleno! Si perchè nel frattempo sono cadute le classiche 4 gocce primaverili ed è spuntato un bell'arcobaleno. Penso tra me e me "dai ca**o, l'arcobaleno è sempre un buon segno no?".
Imbrocchiamo la strada sterrata che ci è stata indicata, una normale strada bianca, fondo piatto battuto con un po' di brecciolina. A un certo punto la strada peggiora, iniziano gli avvallamenti sempre più profondi, come scavati dalle ruote di un trattore. Con la moto carica e l'assetto rigido non era facile, ogni buca era un bel colpo e non c'era altro modo se non procedere nel solco scavato dalle ruote del trattore/jeep.
Dopo pochi metri la ruota anteriore parte a sinistra, gratta sul bordo del solco e si chiude, la moto si piega, parte anche il posteriore, il motore fa un gran rombo di ruota che gira a vuoto e SBAM!!! Caduti sul lato sinistro.
Siamo per terra, io ancora a cavalcioni della moto, Ilaria in piedi. Faccio un rapido check mentale, ok, sono ancora tutto intero. Mi rialzo, la moto è in diagonale in mezzo alla stradina.
Nel più totale sconforto guardo la scena.
Per fortuna passava di li un signore che faceva jogging, ci da una mano a tirare su la moto e ci spiega che l'agriturismo è proprio a 100 metri da dove siamo caduti
La moto ha la parte di carena sinistra del muso sfondata, metà parabrezza mancante e sbriciolato per terra, il manubrio ruotato verso il basso, per fortuna non piegato. La valigia sinistra ha il meccanismo di blocco sfasciato e non si chiude più. Le leve sono tutte intere grazie a paramani e crash bar.
Provo ad accenderla, parte. Fari e frecce funzionano, non fa rumori strani.
Faccio andare avanti Ilaria a piedi con la borsa da serbatoio, mi armo di santa pazienza e con il mabubrio in posizione da super sportiva arrivo fino all'agriturismo.
Qui ci accoglie il proprietario, gli spieghiamo la situazione e proviamo a chiamare qualche meccanico della zona per chiedere consiglio. Riusciamo a rintracciarne solo uno che in sostanza ci dice che se la moto non perde liquidi, si accende e non ha niente di storto, allora è ok.
Aiutato dal proprietario dell'agriturismo raddrizzo il manubrio.
Ci spiegano che la strada "giusta" per arrivare all'agriturismo era solo sterrata ed era dalla parte opposta rispetto quella da cui siamo arrivati noi
Sconfortati e doloranti ci sistemiamo nella nostra camera, doccia, cena con latte e biscotti, pomata anti contusione ovunque e via a letto.
Domenica 27/03
Sveglia relativamente presto, colazione e rifacciamo i bagagli. Abbiamo deciso di rientrare a Bologna con un giorno di anticipo per fare delle lastre al polso ed escludere fratture.
Prima di tutto però facciamo una breve passeggita sul luogo della caduta per recuperare eventuali pezzi e pezzetti di plastica sparsi e non lasciare rifiuti in giro, siamo pur sempre in mezzo a un posto meraviglioso, per quanto infausto.
Prima di ripartire provo a sistemare la moto, voglio cercare di sistemare il musetto in modo che, a prima vista, non sembri una moto distrutta ma solo ammaccata. Armato di fascette fisso per bene il gruppo fari e il musetto, parte dei perni interni di plastica si sono rotti nell'impatto quindi non è più saldo al suo posto.
Al termine del lavoro sono soddisfatto, il musetto è fissato per bene e, anche se non perfettamente simmetrico, è solido.
Fisso anche la valigia laterale rotta con fascette e una cinghia per assicurarla bene alla moto, gli agganci sembrano aver resistito e non mostrano cedimenti ma non si sa mai.
Arriva il momento di ripartire, la strada "giusta" per andare via dall'agriturismo è sterrata, lunga e piuttosto in discesa con un paio di curvoni. Anche questa volta la zavorrina va a piedi, non voglio correre altri rischi con il peso della moto a pieno carico. Percorro la strada con un misto di calma, terrore e consapevolezza; nella mia testa rivedo tutte le cadute fatte da ragazzo in motorino, sul brecciolino, sulla sabbia, sul bagnato... Arrivato alla fine è stato come aver superato la mia piccola Parigi Dakar personale
Ci rimettiamo in sella e via verso la stazione, per sicurezza la zavorrina rientrerà in treno e io farò l'autostrada per abbreviare il tempo di viaggio e ritrovarci a Bologna nel tardo pomeriggio. Con una mano fuori uso e dolorante ci è sembrata la scelta più sicura.
Arriviamo in stazione ma perdiamo un treno per circa 2 minuti il successivo è dopo due ore
Festeggiamo con un pranzo pasquale a base di tranci di pizza e coca cola nella sala di aspetto della stazione.
Partita la zavorrina riparto anche io, metto benza e poi via sull'autostrada.
Dopo un sabato di tornanti e strade meravigliose fare 170Km di autostrada non è il massimo per il morale; in più con mezzo parabrezza mancante mi arrivano un sacco di vortici all'altezza del casco. Per stare riparato devo tenere il busto storto sulla destra, per stare dritto mi becco gli schiaffi del vento :/
Per sopravvivere alla noia accendo la radio dell'interfono cercando una frequenza decente, l'unica che prende con costanza è ISO Radio (che te lo dico a fa'...).
Con un paio di soste per sgranchirmi arrivo a Bologna, esco dall'autostrada e via verso casa; sono felice, non vedevo l'ora! L'ultimo semaforo prima di casa sembra non passare mai, mi alzo in piedi per sgranchirmi le gambe e stiracchiarmi. Un ragazzo in macchina accanto a me mi fa un cenno e dice "male al sedere eh? Bella moto davvero, complimenti!", "Grazie" dico e penso "per fortuna hai visto il lato buono e non quello tutto rotto"
Finalmente arrivo a casa, lascio la moto in garage e via in taxi verso il pronto soccorso dove la zavorrina ha già fatto le lastre al polso ed è in attesa del responso. Ad una prima analisi niente fratture ma tendini infiammati e una bella botta.
Torniamo a casa in bus, cena e film su netflix. Stanchi, provati ma felici di poter essere su un divano a raccontarla (e con la moto tutto sommato intera in garage).
Nei prossimi giorni porterò la moto dal meccanico per capire cosa è meglio fare, ho già notato che il telaietto su cui si fissa il parabrezza si è piegato nella botta.
Ho tanti pensieri per la testa ma qualche lezione l'ho imparata:
- controllare la strada nei particolari per quanto possibile. Avrei dovuto farlo e magari scegliere un posto più accessibile.
- Fascette. Tante fascette. Portatele con voi sempre, sono santa cosa e ti tirano fuori dagli impicci.
- Protezioni: usatele sempre. Giacca e pantaloni tecnici, casco integrale e guanti. Durante il viaggio ho visto piloti e zavorrine in jeans, converse, legghins, tute di cotone, piumini...[terrore] Noi abbiamo fatto due cadute "tranquille" su brecciolino, ghiaia e qualche sasso con zero danni (polso contuso a parte ); con degli abiti normali saremmo stati pieni di escoriazioni.
Sperando che anche altri facciano tesoro di queste lezioni, lamps a tutti!