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2014 Perù-Cile-Bolivia-Argentina:"Esto es el mi lote"
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15152833 Inviato: 11 Ott 2014 23:09
Oggetto: 2014 Perù-Cile-Bolivia-Argentina:"Esto es el mi lote"
 

Un saluto a tutti i vecchi e nuovi mangiastrada a due ruote
Quest’anno, devo dire, non avevo poi le idee molto chiare su dove andare in vacanza. Come spesso mi capita, leggendo qualcosa, mi è venuta la spinta a “gironzolare” un poco in rete. Partendo da una ricerca delle musiche usate per il film/documentario sul viaggio di Tartarini e Moretti nel 1957 con le Ducati Link a pagina di Ducati.it
Non mi ricordo come, ma sono capitato su un articolo recensione del film “I diari della motocicletta”, quindi mi sono ritrovato su una biografia di Che Guevara.
Ho ricominciato a pensare al Sud America, poi lo scorso anno ero stato in America Centrale: perché non spostarsi un poco più in basso ?
Come altre volte, giusto per spirito sportivo, esamino la possibilità di spedire il mio Suzuki DR 350 in loco, prendendo in considerazione il Cile. Dopo mezza giornata di ricerche mi rendo conto che non assomiglio a questo signore, dal punto di vista economico.



Ho iniziato a cercare fra i noleggi. Ho subito scartato l’acquisto per una questione di tempo: una moto di seconda mano è sempre più conveniente del noleggio, anche se alla fine non riesci a rivenderla, ma bisogna mettere in conto alcuni giorni per tutti i documenti: passaggio di proprietà, assicurazione ed altri. Inoltre date le mie conoscenze meccaniche, chissà cosa andrei mai a comprare.
Pur ritenendomi molto fortunato a disporre di 26 giorni per la mia vacanza, li ritengo pochi per dover poi impiegarne 6 o 7 per poter partire. Il vantaggio del noleggio è che arrivi e se non il giorno stesso, quello dopo parti.
Ho iniziato a guardare al Perù come punto di partenza, valutando il sud del paese. Che Guevara aveva scelto la Bolivia come base per la sua ultima sfortunata spedizione anche per il fatto che ad una distanza ragionevole si trovavano altri 3 paesi (Cile, Argentina e Perù) in cui poter eventualmente portare la rivoluzione.
Alla fine, tra tutti quelli trovati in rete da me, solo un noleggio consentiva di uscire dal paese e girare negli altri: mi sono quindi rivolto a Alejandro Luna Castro titolare della Perù Moto Tour

Link a pagina di Perumototours.com


I noleggi in Sud America ti tagliano le gambe e quindi ho cercato di limitare i danni scegliendo la Honda XR 250 Tornado = 39,5 € al giorno (50$) per periodi sopra i 14 giorni.




Prima di maggio non avrei potuto partire: un poco al limite visto che ci sarebbe stato da girare anche per le Ande, ma parlando con Alejandro mi ero poi fatto l’idea di qualche giornata di pioggia. Viaggiando con la luce del giorno, anche i passi sopra i 4000 mt non sarebbero poi stati un problema. L’dea di base era quella di toccare 4 paesi Perù,Bolivia,Cile e Argentina. Con una traccia di itinerario ho poi individuato dei luoghi che mi interessavano: le Ande, il Salar de Uyuni, la Valle De la Luna, Machu Picchu e altri ancora. Una volta messi in fila, ne è venuto fuori un itinerario che alla fine è stato questo: ricordo che ho scritto i nomi delle località dove ho dormito e che quindi non necessariamente sono punti di interesse



Ovviamente stavolta l’abbigliamento tecnico ho dovuto studiarlo in maniera un poco più seria, dati i frequenti percorsi oltre i 4000 mt: il passo più alto è stato quello di Chungara-Tambo Quemado (http://es.wikipedia.org/wiki/Paso_Chungar%C3%A1-Tambo_Quemado ) fra Cile e Bolivia .



Ho dovuto comprare 2 biglietti aerei, uno per raggiungere la capitale del Perù Lima e l’altro per arrivare a Cuzco (Perù) dove ha sede la Perù Moto Tour di Alejandro.
Volo Bologna –Lima via Parigi e Lima –Bologna via Amsterdam con KLM a 691 € e poi Lima-Cuzco A/R con la Star Perù a 98 €. Mi sarebbe piaciuto fare il trasferimento da Lima a Cuzco in bus ma si tratta di oltre 1000 km e 36 ore di viaggio. Alla fine in aereo si arrivava alle 7,30 di sera e il mattino dopo si poteva prendere l’aereo che in circa 4 ore ti porta a Cuzco. Inoltre volevo cercare di avere più giorni possibili a disposizione per riuscire al rientro a visitare il sito di Machu Piccu.

Come guide mi sono affidato nuovamente alla Footprint e alla Jump To





Oltre ad un poco di merchandising marcato Jump To…. Ormai stiamo uscendo dall’originale dimensione artigianale



La cartina è stata scelta su Amazon uk per la completezza dei dati e per il prezzo: 3,45 € con la spedizione



Siamo partiti il 18 di maggio e rientrati il 14 giugno…ehh già, una grossa novità per me. Stavolta il mio gruppo vacanze è raddoppiato arrivando al numero di 2. Un impegno non indifferente per la mia organizzazione la Jump To, che sino ad oggi si era sempre e solo occupata di me. Casualmente avevo preparato maglietta e cappellino ufficiali.
Come altre volte presento un report, però il mio compagno di viaggio mi ha fatto alcune richieste di privacy e quindi lo chiamerò con l’iniziale del suo soprannome P e basta.
Inoltre, poiché non ama particolarmente essere fotografato, mi sono impegnato a renderlo un poco anonimo nelle foto in cui compare, che non sono poi tante. Si tratta di un mio amico/conoscente/essereumano con cui ho contatti da oltre 16 anni. Qualità rara, quando non ha niente da dire sta zitto anche in mezzo a gruppi di persone, perciò talvolta si può avere l’impressione di una persona un poco ombrosa. Dotato di elevatissime competenze informatiche ha una memoria di ferro ed è un motociclista bravo nella guida e nella conoscenza meccanica del mezzo…insomma difficilmente si sarebbe potuto mettere assieme due persone con caratteri e caratteristiche più all’opposto di me e P.
Comunque non ci sono stati particolari problemi, entrambi abbiamo cercato di adattarci l’uno all’altro e dopo neanche 20 giorni litigavamo al massimo per un ora e mezza al giorno.
Com’è che ho deciso di andare via con un'altra persona ? Non lo so, anche perché non l’ho deciso. Una sera è passato dalla mia officina e gli ho detto che avevo noleggiato la moto epr il Sud America. Gliene avevo parlato in precedenza e qualche volta, anche negli anni passati gli avevo detto se voleva venire in vacanza in moto, ma non se ne era mai fatto niente.
La cosa strana(cui però non ho dato tanto peso) è che subito, quella sera, mi ha chiesto se avevo comprato il bilgietto aereo. Mi aveva parlato del fatto di avere dei punti miglia con la KLM e stava guardando per andare via anche lui. Gli ho fatto vedere il mio biglietto comprato proprio con la KLM notando una certa insistenza. Avevo dimenticato la sua memoria. A meno di 3 settimane dalla mia partenza mi arriva un link da parte di P. su skype: non ci credo il link termina con .klm…anche se so già clicco e si apre un biglietto aereo con le mie stesse date Bologna-Lima-Bologna: sospiro, siamo in due.
Le motoerano dotate solo del portapacchi posteriore e quindi abbiamo comprato le borse laterali della Lampa, che per meno di 50 € devo dire si sono rivelate eccezionali. Io sono partito con uno zaino a mano e una borsa con cui ho spedito casco e attrezzature più ingombranti: alla fine siamo andati via senza tenda, ma visti alcuni tratti è meglio averla dietro per un caso di emergenza.
4 giorni prima della partenza Alejandro mi scrive che i documenti per uscire dal Perù con la moto seguendo un ‘itinerario Perù-Cile-Argentina-Bolivia-Cile-Perù (quello da me pensato)costano 130$ e necessitano di almeno 5 giorni di preparazione. Quelii per un itinerario Perù-Cile-Bolivia-Argentina-Cile perù li fa in un giorno per 40$. Mi dispiace dover rovesicare l’itinerario, ma si corre il rischio di arrivare a Cuzco e ritardare la partenza.
Una cosa che ho imparato:con un mezzo proprio non è possibile attraversare direttamente il confine perù –Bolivia, diverso il discorso se si viaggia in treno e bus. Per questo ho dovuto bypassare attraverso il Cile.

Si parte dall’aeroporto Marconi di Bologna domenica 18/05/14



Se siete dei fumatori, un volo intercontinental di 10 ore non è uno scherzo, ma con un poco di fantasia si può resistere “immaginando di fumare”



La notte del 18 maggio l’abbiamo trascora all’aeroporto di Lima: in un punto del terminal ci sono delle file di sedie imbottite davvero comode. Per controllare, in generale, consultate Sleepinginairports.net



19/05/14- lunedì

Alle 11 siamo a Cuzco e invece del taxi usiamo i bus per arrivare all’ostello.





L’ostello è a meno di 200 mt dalla Perù Moto Tour che però è chiusa in quanto Alejandro è fuori con dei turisti per un giro di una giornata. Sistemiamo i bagagli nella camera da 6, ma siamo gli unici ospiti della struttura: uno dei grandi vantaggi dell’andare in vacanza in bassa stagione. Alla reception ci dicono che la tariffa on line non era aggiornata e sono 7$ a testa invece di 5$. A entrambi girnao le scatole. La WIFI per ora non funziona. A me non frega nulla , ma a P. girano più veloci: lui segue alcune pratiche per la famiglia e il collegamento gli serve all’estero. Usciamo per un primo giro per Cuzco e andiamo alla Plaza de Armas







Da qui, in pochi minuti potete arrivare al mercato vicino alla chiesa di San Pedro e finalmente inizio a sentirmi a casa mia: mille colori, voci, odori e suoni tipici di qualunque mercato in qualunque parte del mondo: sempre uguali e sempre diversi







Con un poco di fantasia un box lo si improvvisa sempre











Carne fresca



Qui ci separiamo P. va a cercare una sim peruviana, mentre io vado in su tanto per vedere un altro pezzetto di città…sono senza cappellino e a 3.400 mt di altitudine: me ne accorgerò dopo.



Sgranocchio qualcosa al volo



Poi ritorno al mercato in basso e vedo uno spettacolo di mimi messo in scena da due ragazzi molto giovani, che mi ricorda un film bellissimo visto alcuni mesi prima in un cineclub di Pisa, la Gabbia Dorata, che parla dei migranti centro americani che cercano di raggiungere e passare il confine Messico Usa servendosi del Tren de la Muerte. Nel film c’è una scena in cui 3 dei giovani protagonisti raccolgono soldi con delle scenette in una piazza del mercato



Link a pagina di Mymovies.it




A fine pomeriggio Alejandro è rientrato. Proviamo subito le borse laterali e con un poco di lavoro alla fine si riesce a fissarle. Definiamo il contratto e come altre volte scopro che la mia carta di credito VISA non funziona e quindi Alejandro non può prelevare la cauzione. La sera prima di partire avevo avuto un dubbio e quindi avevo con me 2500 $ in contanti, ma senza la carta di credito ciccia. Per fortuna (ovviamente) quella di P. funziona regolarmente. Parliamo della polizza di assicurazione e Alejandro dice che non copre il furto: io sono un poco in dubbio, ma la memoria di P. non sbaglia ed infatti ricorda ad Alejandro che sulla polizza inviata per mai lc’era la voce theft=furto. Rileggiamo, corretto, ma non avevo dubbi su una persona che in pochi secondi è stata in grado di memorizzare la videata di un itinerario aereo con 4 scali e date diverse. Alla sera mi accorgo di aver preso un colpo di sole: a differenza dell’altitudine, avvertita da P. ho la testa che ospita un concerto di timpani. Con un OKI passa tutto. Il mattino dopo si parte.

Ultima modifica di momi20 il 1 Dic 2014 13:31, modificato 1 volta in totale
 
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15153162 Inviato: 12 Ott 2014 16:46
 

Link a pagina di Youtube.com

20/05/14-martedì

Al mattino per prima cosa caffè e colazione



Io però non resisto al panino del take-away locale



All’apertura della Perù Moto Tour siamo già lì, coi bagagli, carichiamo e dopo una doverosa foto andiamo a fare il pieno e iniziamo a spostarci con le nostre moto


Leggendo la guida ho notato il Colca Canyon, vicino alla città di Chivay e quindi la prendiamo come prima cosa da vedere della nostra vacanza. Diciamo che prima di partire avevo deciso di togliere Nazca dal percorso. Le linee di Nazca sono indubbiamente una delle meraviglie del mondo, ma i km sarebbero diventati troppi e preferivo “tenermeli” per altre cose. Inoltre per ammirare le linee è necessario sorvolarle, in aereo o mongolfiera e in programma c’era già la “stangata” finale della visita a Machu Piccu. Inoltre tagliando verso sud avremmo attraversato una bellissima zona delle Ande poco battuta dela traffico: lo stesso Alejandro ci ha detto che non l’aveva mai fatta completamente da Cusco ad Arequipa. Poiché erano grosso modo oltre 450 km di strade talvolta oltre i 4000 mt e magari non asfaltate avevamo calcolato almeno 2 giorni: le moto inoltre sono comunque dei 250 cc…vabbè che come guido io anche un 100 cc non avrebbe prodotto di più. La prima tappa è stata a Espinar/Yauri…già una città con 2 nomi, quando ci siamo arrivati avevo il nome sulla mia cartina, ma ovviamente sui cartelli c’era scritto l’altro. Comunque da Cusco prendete la direzione verso sud di Yauri, poi continuate ad andare in giù ed arriverete al Colca Canyon







La prima sosta è stato in un paesino San Pablo, dove c’era una fiera locale dell’artigianato











Siamo arrivati col buio a Espinar/Yauri e troviamo alloggio all’Hospedaje Violeta dove per 25 soles ( 6,8 €) troviamo una doppia al piano rialzato con bagno esterno al piano basso: nel caso passiate da quelle parti qui ci sono i riferimenti





La doccia ha richiesto un poco di adattamento al clima, ma si amo riuscit a farla





Ristorante con piatto unico



P. va a letto al rientro, mentre io mi metto a scrivere le note della giornata nella hall, ma poi alla fine passo un oretta col proprietario e sua figlia …che come il paese ha 2 nomi: Soledad e Gres



21/05/14 – mercoledì

Si parte per il Colca Canyon, meta aggiunta all’arrivo in perù, ma la Jump To è un organizzazione disordinata, ma estremamente flessibile





Fra tentativi, tratti sbagliati e informazioni contradditorie ci abbiamo messo un paio d’ore prima di trovare la direzione giusta per Chivay: si fatica anche abbinando alla mia mappa il GPS del cellulare di P.



Comunque alla fine dovete prendere la strada che parte dal distributore (Grifo) di Don Nico



Poi bisogna proseguire per un posto chiamato Suykutambo



Avevo guardato le foto di alcuni motociclisti sulle Ande, prima di partire, ma non avrei mai pensato di vedere dei paesaggi così belli
















Improvvisamente ci ritroviamo in un paesino



Mi si scarica la batteria della macchina fotografica e quindi inserisco quella di scorta: non funziona, appare il messaggio che la macchina non è in grado di riconoscere la batteria. Rimango di saaso in quanto, ho si comprato una compatibile, ma in un negozio e mostrando l’apparecchio al commesso. A casa poi scoprirò che adesso alcuni modelli hanno un chip che riconosce le batterie non originali e la macchina si blocca. Il fatto è che l’avevo comprata il pomeriggio prima di partire, caricata e inserita. Per i primi secondi appariva la schermata normale, ma poi la macchina si blocca. Io a casa, l’avevo accesa ma spenta subito. Per prudenza avevo comunque portato una seconda macchina fotografica, ovviamente ben impacchettata nello zaino posteriore. Disfo i bagagli, ma in mezz’ora posso continuare a scattare, che per me in vacanza equivale a respirare. C’è un caldo pazzesco, il sole brucia.

Oggi vengono distribuiti i sussidi statali e davanti al municipio della piazzetta centrale c’è una coda lunghissima



Ripartiamo poco dopo le 2 del pomeriggio: spero di riuscire a darvi un idea dello spettacolare paesaggio





Dopo un poco di nulla appare un edifico: è una scuola. Quella che visitai in Vietnam accoglieva ragazzi che dovevano percorre molta strada per arrivare, ma qui non rieco proprio ad immaginare da dove possano arrivare gli alunni. Da quando abbiamo lasciato il paese non abbiamo visto neppure una casa.





Incrociamo un piccolo pulman piantato a lato della strada e un camioncino: quando poi troviamo la prima pozza seria, ci guardiamo un attimo prima di attraversarla.





Riappare l’asfalto e raggiungiamo Chivay





Ormai è tardo pomeriggio e ci fermiamo nella piazza centrale. P. prova a cercare l’indirizzo dell’ostello che avevamo guardato per questa sosta col telefonino, ma la posizione è fuori del paese. Subito ci aveva avvicinato un signore proponendoci una camera, però prima facciamo un tentativo per conto nostro. Alla fine però per 20 soles a testa ( meno di 6 €) ci offre una camera con bagno privato e acqua calda: andata.
In camera ci prepariamo il nostro primo Mate de Coca: devo dire che non ho poi notato una grande differnza dal tè verde.


Appoggiamo la roba e poi io torno subito alla piazzetta per la cena mentre P. preferisce fare la doccia. Coi ristoranti tradizionali non sbagli mai





 
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15153362 Inviato: 12 Ott 2014 20:33
 

22/05/14 – Giovedì

Oggi lasciamo i bagagli in camera e useremo la giornata per andare a vedere la Valle del Colca Canyon, che con la sua profondità di circa 4.160 mt è profondo il doppio del Gran Canyon degli Stati Uniti …vero potete controllare qui Link a pagina di En.wikipedia.org



Questo è il nostro Hospedaje a Chivay: non ricordo il nome ma la zona è vicina alla fermata dei pulman, che in ogni parte del mondo è sinonimo di alloggi economici.



Prima di partire, colazione locale preparata dalla signora: formaggio+riso e legumi.



Per accedere alla zona del Colca Canyon bisogna pagare una tassa d’ingresso di 70 Soles se siete cittadini non sudamericani, altrimenti sono 40. La signora ci dice di dichiarare di essere argentini al controllo e ci accompagna alla stazione degli autobus. Qui si incarica di fare per noi il biglietto: dice che siamo argentini emigrati in Italia ed ora in vacanza in Perù. Perfetto, così sarà anche giustificato il nostro imperfetto spagnolo. Al posto di controllo esibisco i due tagliandi e dichiaro i nostri nomi, poi inizio a far finta di tossire come se mi fosse andata di traverso la saliva. La ragazza del controllo mi augura buona salute e ripartiamo.







Il Colca Canyon è spettacolare e davvero mi renderò conto che meritava una giornata dedicata alla sua visita. In un punto, chiamato Cruz del Condor, arrivando verso le 4 del mattino è possibile vedere i Condor in volo. Noi ci arriviamo verso le 11,00: ci fermiamo sperando in qualche volatile dormiglione, ma niente da fare e quindi ripartiamo. Ci si può riprovare nel tardo pomeriggio quando l’aria ridiventa fresca.


























Arriviamo in un paesino e quando fermiamo le moto sento una musica eseguita da una banda cittadina un poco sgangherata: c’è la sfilata dei bambini che festeggiano la giornata nazionale della scuola. I piccoli sono serissimi e molto organizzati.

Link a pagina di Youtube.com












Ripartiamo e incontriamo questa gente che sta raccogliendo le pannocchie



Questo a cavallo si presenta come il capo/proprietario dell’attività



I dipendenti però indicano una signora, la moglie: il vero capo è lei. Lui si mette a ridere e alza un poco le spalle: niente di nuovo anche in questa parte del mondo, non è detto che se porti i calzoni sei il capo, anzi.



Proseguiamo e decidiamo di prendere la direzione di Huambo





Arriviamo a Huambo nel primo pomeriggio, strada ciotolata, ma davvero con dei bei paesaggi





Individuo un ristorante con gente del posto che sta mangiando: qui non si sbaglia mai



Prendo il menù del giorno…lo mangiano tutti deve essere una specialità





Dopo pranzo nella piazzetta centrale dei bambini stanno aspettando che parta lo il bus che li riporterà a casa dopo la scuola. Giocano con le biglie di vetro: sembra una cosa di altri tempi. Non ho capito bene la regola, però i vari incontri (si gioca 1 contro 1) sono accesissimi



Una serie imperiosa di colpi di clacson interrompe le ostilità



Iniziamo a rientrare anche noi e ci fermiamo nuovamente dalla Cruz del Condor. Gran colpo d’occhio di P. che nota un condor altissimo nel cielo: missione compiuta.







Torniamo a Chivay verso fine pomeriggio. Dico di andare a fare benzina in modo da poter partire subito domattina per Arequipa, al doccia la facciamo dopo. Ci fermiamo da una ferramenta vicino all’hospedaje per comprare un luchetto e una catena per poter chiudere i caschi durante le soste. Ripartiamo e da questo momento credo che se un gatto nero mi avesse incrociato si sarebbe toccato i maroni. Chivay è tutta una seire di stradine strette con poco traffico, a parte quel maledetto camioncino rosso che mi sbuca da destra: io avevo la precedenza perché strada principale, ma non c’è niente da fare. Starò andando nemmeno ai 40: inchiodo e mi parte via la ruota davanti. Cado a splash con pancia a terra e il portapacchi mi mannaia il polpaccio destro. Un male. P. è proprio dietro di me e mi tira subito via la moto. Mi rialzo e capisco che il polpaccio ha iniziato la sua trasformazione in melone blu. Però caviglia e ginocchio li muovo perfettamente. La gente mi dice di andare dalla polizia e in ospedale, visto che ho ragione. Io però lascio perdere entrambe. Ecco è sempre un errore non andare a dennciare anche un incidente lieve: la moto non si è fatta nulla, a parte un paio di graffi, ma bisogna sempre ricordarsi che si è coperti dall’assicurazione solo producendo al noleggio dei documenti.

Andiamo a fare il pieno e mentre rientriamo in hospedaje scatto pure delle foto: se fotografo significa che sto bene. Anche qui è festa nazionale della scuola.



Fatta la doccia dico a P. che voglio andare a mangiare, anche se lui mi aveva chiesto se volevo restare in camera. Solamente indosso le scarpe da ginnastica perché gli scarponcini, data l’altezza mi chiudono troppo il polpaccio già gonfio. Comunque guidando non dovrei avere problemi. Ricordate però il gatto nero ? Probabilmente si stava ancora tenendo ben stretti i maroni, perché dopo 2 minuti di strada prendo una storta pazzesca alla caviglia sinistra. Resisto e arrivo in centro per mangiare. Ci dividiamo e io vado in un internet point, che essendo anche bar mi da un sacchetto per il ghiaccio. Non sento male alla caviglia, ma al polpaccio: forse la storta non è nulla.
P. passa a riprendermi e rientriamo in stanza. Un veloce esame decreta il fatto che il male alla caviglia si è mischiato a quello del polpaccio. Con la caviglia così messa non posso certo guidare domani, così decidiamo che io sarei rimasto in albergo e P. sarebbe tornato a girare al Colca Canyon.



Da qualche parte sento la risata di un gatto nero.
 
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15153663 Inviato: 13 Ott 2014 8:47
 

ma chi sei?!!! 0510_five.gif

grandissimo!
 
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15153794 Inviato: 13 Ott 2014 11:11
 

GS3NO ha scritto:
ma chi sei?!!! 0510_five.gif

grandissimo!


non si può chiedere chi sei a Momi.... 0509_si_picchiano.gif 0509_si_picchiano.gif 0509_si_picchiano.gif

è sempre il più forte di tutti..
come racconta lui le cose non lo fa nessuno...è incredibile come i suoi report riescono a lasciarmi sempre col fiato sospeso 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif

unica cosa.....è un pò duretto icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif gliel'abbiamo detto in tutte le zolfe di prendersi un minimo minimo di abbigliamento tecnico (anche stavolta uno stivale, come il pantalone l'anno scorso icon_confused.gif non avrebbe fatto schifo)

grande Momi....aspetto con ansia il continuo doppio_lamp_naked.gif
 
15154092
15154092 Inviato: 13 Ott 2014 15:06
 

Era qualche giorno che mi chiedevo a quando il report delle ferie di Momi... icon_smile.gif
Il tuo modo di viaggiare è semplicemente bellissimo...!! eusa_clap.gif
Come gli altri, mi metto comodo, pronto ad assaporare il tutto. icon_wink.gif
 
15155380
15155380 Inviato: 14 Ott 2014 21:35
 

23/05/14- venerdì

La notte è stata un inferno. Ho tenuto la caviglia in alto con dei cuscini, ma anche il solo peso della coperta mi procurava dolore. Devo rimanere a riposo. P. sfrutterà il permesso ancora valido e usa la giornata per tornare dal Colca Canyon e provare ad andare dall’altra parte: sono indicati dei posti sulla mappa e quindi deve esserci un passaggio.
Probabilmente altri turisti si sono infortunati alle caviglie qui a Chivay: la signora dell’ospedaje mi porta una borsa dell’acqua calda con un rivestimento di tessuto oltre a una pomata per il polpaccio e un anti infiammatorio. Un errore che spesso si fa con le distorsioni è quello di continuare col ghiaccio. Il freddo va bene subito per il dolore e far usicre l’ematoma, dopo, bisogna che circoli più sangue possibile per riassorbirlo e far sgonfiare l’arto. Questo è favorito dal calore.

La nostra stanza





Nel pomeriggio va decisamente meglio e faccio due passi fino al centro







A fine pomeriggio P. rientra dal suo giro e aveva trovato il ponte per attraversare il canyon. La cosa sorprendente è che mi dice di aver parlato con un motociclista del posto. Avevano parcheggiato le moto vicine e hanno scambiato 2 chiacchere. Infine afferma che il Perù gli piace, perché la gente non rompe i maroni=non ti viene ad attaccare delle pezze anche se si capisce che non sei del posto. Però, mi dico, oltre ai paesaggi ci siamo anche con la gente.

Ormai riesco a camminare, usando gli scarponcini e domani non ci dovrebbero essere problemi a guidare. La guida parla di un planetario presso la Casa Andina una catena di hotel del Perù che per prezzi dai 50 $ in su fornisce camere e vitto condito da spettacoli folcloristici. Io per 6,86 $ oltre alla camera ho avuto la colazione tradizionale e la borsa d’acqua calda tipica di Chivay. Casa-andina.com
La Casa Andina è poco distante dal nostro alloggio. Oltre a noi c’è un'altra spettatrice. Prima possiamo ascoltare un gruppo musicale e assistiamo anche ad uno spettacolo di danze locali.





Nel planetario vengono spiegate da due ragazze (francesi, qui per volontariato) le varie costellazioni con una rappresentazione basata sulla proiezione di luci sulla parete. Una osservazione col telescopio chiude una spiegazione davvero interessante




Poi si esce all’aperto e si guardano alcune delle costellazioni viste all’interno del planetario, tra cui la Falsa Croce che può essere confusa con la Croce del Sud, chiamata quindi Croce dello Stupido: probabilmente è quella che involontariamente spesso seguo nelle mie vacanze. Il cielo è incredibilmente limpido e sembra di poterle toccare quelle stelle: qui mi rendo conto dell’ ”inquinamento luminoso” di alcune zone del pianeta. Qui la luce delle stelle arriva diretta senza ostacoli.

Ora di cena





24/05/14 – sabato



Iniziamo quindi la nostra “discesa” verso il Cile, tanto basta poi seguire la Croce del Sud. Via Skype chiamiamo un nostro amico Buba che si è trasferito per lavoro negli USA









La strada per Arequipa è spesso sopra i 4000 mt, ma è un altipiano, con grandi spazi orizzontali, sembra quasi un deserto, ma con tanti colore e moltissime sfumature. Mi viene in mente il Tibet.



Le moto si comportano benissimo: ok probabilmente si perde un poco di spunto e ripresa, ma qualche volta anche io sono andato oltre i 110 e quindi credo che con pilota, bagagli e 4000 mt possa andare bene.







Tracce di vita



La pausa caffè, per P. caffè +paglia







Qui bisogna fare attenzione







Ed ecco che dal sole si passa alla nebbia, la neblina, i cartelli la segnalano spesso: ovvio per due di Modena (Val Padana)è roba da ridere, una volta che ci vedi a 5 metri sei già tranquillo



Mi accorgo che il faro posteriore di P. non va, solo il freno. Ok io sto dietro e lui davanti. A sera arriviamo a Moquegua e ci fermiamo all’hotel El Rey, vicino alla stazione dei bus e col wifi. Nella piazzetta di fronte una banda sta fecendo delle prove e ci fermiamo prima di rientrare in hotel.







Colpo di fortuna in camera: la tv via cavo mi permette di vedere Pacers-Heat play off 2014



Link a pagina di Youtube.com
 
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15156310 Inviato: 15 Ott 2014 20:25
 

25/05/14 – domenica

Stamattina ci incamminiamo (con le moto ovvio) verso la nostra prima frontiera, quella col Cile: come avevo scritto il passaggio diretto su un proprio mezzo dal Perù alla Bolivia non è possibile.



Il nostro hospedaje El Rey, mi pare di ricordare che la doppia sia costata attorno ai 12 $, ma non sono sicurissimo







Il paesaggio continua a stupirmi, sembra di spostarsi galleggiando sopra a un qualcosa che non finisce mai. Poi vengo colpito da tutta una serie di piccole costruzioni, sono tantissime. Mi danno l’impressione di piccole abitazioni, ma non vedo nessuno







Mi domando chi mai possa vivere qui: a parte la strada, non c’è la minima traccia di un qualcosa che possa assomigliare ad una struttura pubblica. Niente fili elettrici, cisterne per l’acqua, un cartello stradale. Poi vedo una coppia che sta lavorando da una delle abitazioni. Stanno spostando delle pietre e le ammassano costruendo una specie di piccolo recinto, alto a malapena 30 centimetri o poco più. Sono troppo curioso e la possibilità di parlare in spagnolo è una spinta in più.

La donna mi spiega che quella è la loro casa. Ma allora, chiedo io, dove lavorano ? Sono parecchi km che non vediamo nulla: forse in una qualche riserva naturale, una stazione metereologica ? No lei e suo marito lavorano ad Arequipa. Cosa ? Ma saranno almeno 4 ore di pulman. Infatti, mi spiega che da lunedì a venerdì lavorano ad Arequipa, poi nel fine settimana tornano qui, dove però devono portarsi tutto, acqua e cibo, e l’occorrente per fare luce :qui non c’è nulla, passano solamente i pulman. Immagino che comunque qualcuno con un camioncino verrà a vendere qualcosa, ma le chiedo come mai fa tutta questa strada, mi sembra pazzesco. Mi guarda con un pizzico di orgoglio e mi indica la casetta: “Esto es el mi lote “. Cioè io non vedevo nulla a parte alcuni mattoni coperti con mezzi di fortuna, ma per loro era l’orgoglio di possedere qualcosa, il loro fazzoletto di terra. Anzi mi sbaglio, io lo chiamo fazzoletto di terra, questa è la loro terra. Ripenso anche che prima, su di un muro, c’erano delle scritte per le elezioni politiche, qui si fanno i murales, non si attaccano manifesti. Però penso ci voglia un bello stomaco a far venire qualcuno in questi posti a dipingere la propria faccia e a chiedere il voto: magari sarebbe meglio venire qui a fare un comizio portando magari da bere, da mangiare, delle coperte. Forse ho sbagliato, ma scatto di nascosto una foto a questa donna che in mezzo al nulla sta costruendo il recinto del suo piccolo mondo.



I primi segni di vita. Peperoncini a seccare al sole





Poco dopo mezzogiorno siamo a Tacna



Me ne fossi accorto prima di questo cartello non avrei scattato



A Tacna ci fermiamo per prendere un caffè e poi seguendo la direzione dell’aeroporto ci dirigiamo verso il confine.

Passato l’aeroporto, dopo qualche chillometro, si inizia a sentire l’odore dell’oceano e poi di nuovo quelle piccole casette.
Stavolta però, vedo una parvenza di contatto con la vita normale. Tacna è vicina e forse in poco più di un ora di cammino si arriva alla zona dell’aeroporto. Vedo anche una piccola chiesa, oggi è domenica e probabilmente stamattina è stata celebrata la messa. Qua e là delle specie di porte da calcio, delle palizzate di legno, un altalena, forse una speranza.



Finalmente la frontiera





Controllando i documenti viene però un piccolo dubbio: quelli della moto di P. non riportano esattamente il suo cognome, è stata scritta una n invece di una m. Però la qualità della stampa non è poi eccezionale e la n dei documenti della moto potrebbe sembrare una m. Alla fine poi ci rendiamo conto che diamo esattamente l’impressione di due turisti, non troppo forniti di denaro, ma turisti.
Infatti come 2 turisti passiamo senza problemi, a parte i comuni errori di compilazione dei moduli, ma veniamo aiutati dalla polizia di frontiera.



Arriviamo ad Arica verso fine pomeriggio.



La città gode di un gran passaggio di persone, vuoi per motivi di vacanza e perché è zona franca, quindi si compra e si vende di tutto. Viaggiando in moto, bisogna sempre trovare da dormire e un posto per le due ruote. Poiché è domenica e bassa stagione mi viene da dire che non dovrebbero esserci problemi. Per il contante io non riesco a prelevare con la mia carta di credito e P. per via delle commissioni preferisce farlo solo per importi alti ed in effetti il giorno dopo dovremmo già essere in Colombia. Il problema non si pone in quanto nemmeno lui riesce a prelevare.



Siamo in pieno centro e chiedo a un poliziotto se c’è la possibilità di cambiare dei dollari in pesos cileni. Ci indica che più avanti c’è un cambistas e che ci possimao fidare, lavora fisso lì. Cambiamo in pesoso cileni e poi ci mettiamo a cercare da dormire. Il problema è che parecchi hospedaje o hotel non dispongono del garage e quelli pubblici sono chiusi. Di lasciare la moto per strada, anche chiusa davani all’alloggio non se ne parla in una città. In un hostal arriva però una mazzata: dato che non è facile trovare un alloggio, chiedo qual è il prossimo paese. Il proprietario mi chiede dove siamo diretti. Gli rispondo in Colombia, quindi verso il passo di Chungara-Tambo Quemado. Ma il passo è chiuso mi risponde. Chiuso ? perché ? per via della neve mi risponde. La neve in questo periodo ? In effetti erano più di 10 anni che non nevicava. Ecco la carenza di alloggi, con quasi tutti i posti pieni. La gente è rimasta bloccata. Mi suggerisce di andare domani dai carabinieros per chiedere informazioni precise sullo stato della strada. Esco con le orecchie basse ( vbbè che poi arrivo a malapena al metro e settanta, quindi non è un novità) e comunque il prossimo paese è a più di 120 km e non si hanno informazioni sulle condizioni della strada. Bisogna comunque trovare da dormire ad Arica, domani mattina vedremo. Alla fine ci salva l’hostal Las Vegas: le moto passano nel corridoio d’ingresso. Qui si ha sempre un vantaggio con le moto di dimensioni ridotte.





Usciamo a mangiare qualcosa e ci fermiamo in una delle catene locali di fast food del centro, anche perché a quest’ora è quasi tutto chiuso al di fuori della via centrale. Quando torniamo all’hostal, dopo la doccia conosciamo dei cileni che nella terrazza del secondo piano stanno preparando l’asada. Ci invitano e alla fine arriviamo persino a spiegargli la preparazione dell’aceto balsamico di Modena: per la precisione gliela spiega P. che ha una serie di botti sue con un aceto di 60 anni.



Sono della guardie carcerarie e dopo un servizio stanno rientrando, a Santiago, credo, ma non sono sicuro. La carne è buonissima e il vino rosso idem: 1 bicchiere io e 4 per P.



Tra le varie chiacchere parliamo del nostro problema con la strada verso il passo bloccata dalla neve: lo sanno anche loro, in effetti, ci dicono è molto strano, da almeno 10 anni non nevicava in questo periodo: storia vecchia.
 
15156621
15156621 Inviato: 16 Ott 2014 7:52
 

Al momento sono scomparse le immagini La cartella del file di hosting, relativa a questo report, su cui mi appoggio per pubblicare le foto non mi permette al momento di visualizzarle, ma le avevo caricate. Spero sia solamente un problema momentaneo: comunque potete fornirmi altri indirizzi di hosting file ? Io ho sempre usato Servimg.com
Appena possibile riprendo
 
15156633
15156633 Inviato: 16 Ott 2014 8:08
 

Purtroppo in questo momento le immagini che ho caricato sul mio sito di hosting Servimg.com non le vedo. Perlomeno quelle relative al Sud America.
Spero sia un problema temporaneo.
Potete eventualmente suggrirmi altri siti di questo tipo ?
Io ho sempre caricato le foto in questo sito, non è che magari esiste un limite ai GB che puoi caricare ? Il problema è che trovai casualmente questo sito anni fa però anche andando sulla loro homepage non trovo alcun modo di contattare qualcuno: se qualche esperto può aiutarmi grazie
 
15156648
15156648 Inviato: 16 Ott 2014 8:37
 

0509_up.gif bellissimo viaggio e foto stupende! eusa_clap.gif
 
15156798
15156798 Inviato: 16 Ott 2014 11:33
 

MOMI,
complimenti...attendo con ansia il seguito, come ogni anno!

ora le foto si vedono!!!! 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif
 
15157479
15157479 Inviato: 16 Ott 2014 21:37
 

BRAG ha scritto:
MOMI,
complimenti...attendo con ansia il seguito, come ogni anno!

ora le foto si vedono!!!! 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif 0509_up.gif


Ciao brag, ecco il seguito

26-05-14- lunedì

Una canzone recitava “Ma bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma, malgrado voi”. Con questo spirito iniziamo la giornata: “Neve o non neve….”.





Prima, come suggerito ieri da un albergatore andiamo alla stazione dei carabinieri. In pochi minuti ci arriviamo, anche perché P., giustamente, localizza in un amen con Google Maps il punto mediante il telefonino. Alla stazione vediamo uscire un carabiniere e iniziamo col nostro spagnolo a chiedere informazioni. Alla fine viene fuori che loro come ultima informazione hanno che la strada è impraticabile, ma sarebbe meglio andare all’ufficio turistico di Arica perché lì si trovano le informazioni più aggiornate. Nello spiegarci dov’è l’ufficio informazioni salta fuori che parla in inglese.
Questo rimane un momento epocale: vado con P. all’ufficio turistico. Si tratta di un momento memorabile, in quanto è la prima volta che P. mette piede dentro a un ufficio del genere in vita sua. A lui piace arrangiarsi da solo.Visto che lui è in grado di distinguere sul web fra informazioni utili e inutili o sbagliate, che sono in un rapporto di 5 a 100 circa, fa da sé. Più o meno riesco di solito a scegliere anch’io, ma preferisco sempre andare a chiedere.
La ragazza dell’ufficio è gentilissima e alla fine abbiamo il quadro completo della situazione. Il passo non era stato chiuso per la neve. Il fatto è che il caldo aveva sciolto la neve presente ai lati delle strade ( siamo vicini ai 5200 mt) e quindi, essendo attorno il terreno argilloso l’asfalto si era ricoperto di poltiglia fangosa. Adesso però la giornata limida aveva già fatto asciugare il tutto e il passo era nuovamente transitabile. Ormai però sono le 11 e quindi non è pensabile di arrivare col buio al passo: dormiremo nella città più vicina alla frontiera, quindi Putre.

Dai anche i nostri 250 fanno poi la loro figura



Via verso Putre





Sicuramente un segno di buon auspicio











Qualche volta ti fermi per bere un caffè o per sgranocchiare qualcosa, un bar vale l’altro in questi casi. Entri e vedi un flipper anni 70 ancora funzionante, una barista che potrebbe fare la velina, dei tavolini e delle sedie che fanno venir voglia di leggere il giornale. Ogni tanto capita. Noi diciamo che ci siamo fermati in una specie di autogrill delle Ande. Così, giusto perché da un po di km non si vedeva nulla a parte qualche camion. In fondo eravamo a soli 45 km da Putre.Poi a momenti ci avremmo anche passato la notte: sono quei piccoli colpi di fortuna che capitano spostandosi.





Il personaggio che sta dietro alla storia di questa “città” meriterebbe un libro.

Lui ,Alexis è quello alla mia sinistra. A destra c’è un australiano , Peter di cui vi parlerò dopo. Alexis ha fatto una miriade di mestieri sempre in giro per il mondo, dallo scenografo all’idraulico. Nel suo girovagare ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie, Andrea, laureta in medicina. Hanno continuato a lavorare e girare per il mondo, talvolta assieme e talvolta no. Poi hanno deciso che questo tipo di società non era quella adatta a loro e non era quella in cui volevano crescere i propri figli. Hanno quindi deciso di fermarsi, qui in questo punto a 18º23’S 69º38’O e 3.135 mt slm e hanno costruito la lor casa/città: i loro vicini di casa più prossimi sono ad oltre 25 km. Forse a nessuno verrebbe in mente di mettere in piedi un idea del genere, loro l’hanno fatto. I loro 4 figli li educano per conto loro e ogni tanto vanno a sostenere i regolari esami. La particolarità è che qui tutto è sostenuto da energia prodotta in modo sostenibile. I generatori sono stati installati da compagnie internazionali gratuitamente. Vengono organizzati campeggi per studenti di tutte le età che durante il loro soggiorno vengono istruiti sulle fonti rinnovabili, l’osservazione delle stelle e dei minerali fossili. I figli hanno anche vinto un premio per un concorso scentifico sull’energia pulita in un modello di vita rurale autosostenibile.
Mallku è una parola del dialetto Aymara che significa Condor
Con un poco di pazienza e googlòe translator potete leggervi l’articolo in spagnolo che ho trovato

Link a pagina di Elmorrocotudo.cl

Peter è un biker australiano a pedali giramondo: sono 4 anni che è a zonzo e si è fermato qui per mangiare. Alexis ci intrattiene mostrandoci la sua “città” e vari reperti fossili. Alla fine il tempo vola e dal tempo di un caffè si passa ad una sosta di almeno 3 ore, con la tentazione di passare qui la notte.





A lezione di geologia











Testimonianze di civiltà antiche





Il gatto di casa



L’animale si guadagna da vivere come lavapiatti



La dichiarazione di esistenza e intenti del pueblo Mallku





La 2 ruote di Peter



Bisogna però andare per non arrivare tardissimo a Putre: salutiamo Alexis Andrea e Peter



Mentre guido penso all’idea di Pueblo Mallku. Un idea di vita diversa da quello che ha in mente la maggior parte delle persone, diciamo del mondo più sviluppato. Sono convinto che alcune delle ultime popolazioni tribali del giorno d’oggi, non ci troverebbero nulla di particolarmente strano nell’aver edificato la propria casa in questo posto. Si tratta però di un modello di vita trasportabile anche nel mondo cui io appartengo ? Credo in parte. Taluni principi, l’energia pulita il rispetto dell’ambiente la conoscenza dei cicli di vita della natura sarebbero sicuramente da prendere ad esempio. Il limite però di questi lifestyle, per me, diventa il numero di persone coinvolte. Immaginiamo che altre famiglie arrivino a Pueblo Mallku. Sulle prime sostanzialmente non cambierebbe nulla, ma se a un certo punto si arrivasse a 3000 persone ? Una qualche forma di organizzazione sarebbe per forza necessaria. Penso semplicemente ai bisogni fisiologici quotidiani: ogni giorno scaviamo migliaia di buche che poi ricopriamo ? Bisognerebbe pensare ad una zona di “bagni pubblici” Ora basta un forno per preparare il pane per la famiglia e i turisti, ma per 3000 persone ? per 10.000 ? Questo limite dato dal numero di persone per me è sempre stata la parola fine a tutti i sogni degli anarchici, l’assenza di di un leader o di un governo. Come al solito, bisognerebbe mediare e prendere il meglio che può offire ciascuno dei sistemi e cercare di metterlo assieme.

Dopo averlo sorpassato ci fermiamo per immortalare Peter



Arriviamo a Putre verso sera



A Putre altro tentativo a vuoto con la mia carta di credito. Troviamo ancora aperto l’ufficio del turismo e abbiamo la conferma che il passo è praticabile. Per la notte alla fine troviamo una camera doppi con bagno e cucina esterna presso un Ospedaje gestito dalla proprietaria di un piccolo negozio di alimentari, in cui facciamo la spesa.



Pasta al pomodoro con piselli e io ci aggiungo dei pezzi di pollo alla padella







Ecco il piatto Pasta delle Ande Masterchef



E Pollo delle Ande Masterchef

 
15157660
15157660 Inviato: 17 Ott 2014 0:40
 

Ieri notte mi sono collegato al sito per provare a farmi qualche idea su una possibile breve vacanza che possano permettermi le mie finanze e il meteo di fine ottobre..
Mi sono imbattuto in un tuo report, quello dell'america centrale, che dire, di complimenti te ne hanno fatti tanti e non posso che condividerli in pieno.. hai un bel modo di esporre e permetti a noi lettori di essere quasi li con te, condivido in pieno il tuo stile di vacanza e condivido (é strano essere d'accordo con qualcuno in questo mondo) le varie riflessioni che hai fatto.
Devo dirtelo...la tua foto del tuo equipaggiamento prima della partenza é un vero spettacolo.. secondo me ha tanto significato..dice tanto del tuo spirito di viaggiatore!!
Adesso come un drogato in astinenza(ma anche con un pizzico di invidia) andrò a divorarmi i report dei tuoi viaggi passati..
Un saluto ma soprattutto.. grazie per i racconti di vacanze vere, in armonia con i luoghi visitati e non dettata dai soliti canoni del turismo di massa.

Andrea
 
15157718
15157718 Inviato: 17 Ott 2014 7:03
 

andreated2 ha scritto:
Ieri notte mi sono collegato al sito per provare a farmi qualche idea su una possibile breve vacanza che possano permettermi le mie finanze e il meteo di fine ottobre..
Mi sono imbattuto in un tuo report, quello dell'america centrale, che dire, di complimenti te ne hanno fatti tanti e non posso che condividerli in pieno.. hai un bel modo di esporre e permetti a noi lettori di essere quasi li con te, condivido in pieno il tuo stile di vacanza e condivido (é strano essere d'accordo con qualcuno in questo mondo) le varie riflessioni che hai fatto.
Devo dirtelo...la tua foto del tuo equipaggiamento prima della partenza é un vero spettacolo.. secondo me ha tanto significato..dice tanto del tuo spirito di viaggiatore!!
Adesso come un drogato in astinenza(ma anche con un pizzico di invidia) andrò a divorarmi i report dei tuoi viaggi passati..
Un saluto ma soprattutto.. grazie per i racconti di vacanze vere, in armonia con i luoghi visitati e non dettata dai soliti canoni del turismo di massa.

Andrea


Ti ringrazio, però ti faccio notare un particolare. Io di solito, sia per impegni di lavoro, sia per risparmiare, tendo sempre ad andare in vacanza in bassa stagione. Indubbiamente hai sempre lo svantaggio del meteo: ad esempio nel 2013, in America Centrale , sono partito con la stagione dei monsoni che era iniziata da poco. Talvolta però es Nicaragua, ho avuto giornate in cui mi sarebbe venuto da dire ci sono in pieno. Questo, specialmente per un motociclista, si traduce in contrattempi, soste per aspettare che torni sereno e magari strade impraticabili. Di contro hai però tanti altri vantaggi: poca gente, tutte le possibilità immaginabili di pernottamento, prezzi più bassi, assenza di code nei posti di interesse.
Ad esempio le foto fatte a Palenque e Tikal, in alta stagione sarebbero state "riempite" da una moltitudine di altri turisti come me.
Credo che qualunque viaggio organizzato in Guatemala preveda la visita di Tikal, ci mancherebbe, sarebbe come andare a Roma e non vedere il Colosseo perchè infestato dai turisti. Posso però pensare di andare a Roma e vedere il Colosseo all'alba, una specie di bassa stagione doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif
 
15158781
15158781 Inviato: 17 Ott 2014 23:56
 

Condivido in pieno!! pensa che io ho la possibilità di fare vacanze in bassa stagione, ho 4 mesi di fermo lavorativo l'anno nel periodo invernale,ho anche una moglie che capisce le esigenze-passioni altrui ma nonostante ciò il vero e grande problema sono i soldi.. avendo famiglia si pone sempre la scelta o io o loro.. e preferisco far fare a moglie e figlia qualche giorno di vacanza che farle io(in stagione lavoro non potrei andare con loro) e io mi accontento di pochi giorni non troppo lontano perchè abitando al nord il meteo nei mesi invernali é davvero un limite per andare in moto.
Però per il momento si può sempre sognare leggendo dei report come i tuoi, il mio momento arriverà..
Saluti e ancora grazie per le tue pagine..

Andrea
 
15159315
15159315 Inviato: 18 Ott 2014 22:06
 

27-05-14 – Martedì



Il nostro alloggio a Putre





Colazione



A Putre non c’è il Grifo, il benzinaio e così cerchiamo da alcuni alberghi dove viene venduta. In un paio non c’è proprio nessuno (bassa stagione), ma va bene al terzo. Il proprietario, munito di tanica e tubo per il travaso ci riempie il serbatoio



La strada per il confine è davvero spettacolare



Mi è capitato di leggere, anche su questo forum, dei report in cui il valico di questo passo o altri in altura, viene talvolta presentato come un qualcosa di simile ad un viaggio verso l’ignoto. Io capisco la preoccupazione per l’altitudine legata alla propria persona: ognuno ha le sue forze e le sue debolezze. Però tutte le preoccupazioni legate alla moto (Ce la farà? Riuscirà il mio mezzo a non fermarsi ?) sinceramente non le capisco proprio. Come quando andai in India, sul tratto Manali Leh a livello meccanico ne ho lette di tutti i colori: lì al passo Khardung La si arriva a 5693 mt. In entrambi i casi, in India con la Royal Enfield 350 e qui col Honda Tornado 250 ho riscontrato il medesimo comportamento. Si perde un poco di potenza al crescere dell’altitudine e quindi se una certa pendenza ad altitudini minori la fai in 4 salendo la stessa pendenza la dovrai affrontare in 3. I consumi si alzano un poco sopra la media. Perciò, conoscendo i propri eventuali problemi legati all’altitudine, viaggiate tranquilli che la vostra moto non si fermerà





Il cielo ha un colore bellissimo e sembra davvero pulito





La frontiera



Solito ufficio di cambio



La frontiera cilena la saltiamo in un lampo. Quella boliviana prevede 5 step, però si procede spediti: mi viene da pensare, altro che quelle maledette frontiere dello scorso anno in America Centrale.



Siamo già alla registrazione delle moto





Invece, dopo un po’, la ragazza dell’ufficio dice che non riesce a fare la registrazione delle moto e quindi dobbiamo tornare all’ufficio precedente. Di nuovo coda. Non si capisce il perché. Poi alla fine salta fuori la parola, credo, pedimiento o qualcosa del genere. Insomma salta fuori che in uno dei precedenti noleggi attraverso la Bolivia, le moto non hanno regolarmente registrato entrata (o uscita) dal paese. Ormai sono già 2 ore che rimbalziamo degli uffici. Alla fine dovremo andare all’ufficio centrale della dogana, dove un funzionario riesce a rgolarizzare il tutto. Perfetto….solo che bisogna completare le pratiche dal punto dove le avevamo interrotte !
Via di nuovo dall’ufficio che ci aveva stoppato. Il figlio di una delle impiegate



Dalla foto potete capire a che ora siamo riusciti ad “uscire” dalla zona di frontiera boliviana



Decidiamo di guidare ugualmente. Non si trova però un posto dove fermarsi e così continuiamo guidando col buio. A un certo punto riusciamo a tenerci davanti un camion e per un po’ guidiamo tranquilli con l’apripista, poi l’autista ci apre e va, probabilmente stanco di avere i nostri fari nello specchietto. Sul lato destro appare improvvisamente un incidente con una macchina sfondata: mi viene in mente la jeep che tagliai in due con la mia Yamaha Tenerè in Africa. A un certo punto appare il cartello di una città e prorio all’incrocio con la stradina che porta al paese, c’è una stazione di servizio piena di camion. Ci fermiamo e ovviamente c’è da mangiare e dormire.



Dietro ai due ristoranti e al negozio di alimentari ci sono delle abitazioni: mi sembra di ricordare 6 dollari la doppia, con bagno e lavabo esterno



Appoggiamo la roba e andiamo a mangiare. La scelta è solo sul menù del dia: piatto unico. P. prende solo una birra: non mi era mai capitato di veder portare un bicchiere col buco



Il menù



Inevitabile che nell’unico altro tavolo occupato del ristorante, non ci sia almeno un ubriaco: vuoi non fare un brindisi con lui ?



Rientriamo in camera e P. si mette a leggere la guida. Siamo senza connessione internet, ma con la cartina riusciamo a dare un occhiata ai km. Inizialmente gli avevo parlato della mia intenzione di andare a nord fino a La Paz, per poi raggiungere Coroico percorrendo la Ruta de la Muerte, quella definita la strada più pericolosa del mondo. Ragiono praticamente ad alta voce, dicendo apertamente quello che penso, come quando viaggio da solo. Visto che purtroppo abbiamo perso un giorno, forse è meglio tagliare Coroico dall’itinerario e una volta arrivati sulla strada principale andare subito a sud, privilegiando il Salar de Uyuni. Questo è di solito quello che dico, ma non è detto che poi io lo faccia. Il giorno prima, visto che ci eravamo fermati a Mallku e poi non avevamo tenuto una media altissima, non ci eravamo fermati a visitare il Prque Nacional Lauca. Apriti cielo, scateno la belva. Premetto che fino ad oggi, non è che le cose erano filate via lisce, ma insomma un oretta di discussioni e scazzi vari, dovendo andare via due persone così differenti, mi era sembrato accettabile e prevedibile. Stavolta però sbotta sul serio. Non sopporta più (siamo al 7° giorno) che cambiamo continuamente programma, come quando abbiamo saltato il parco. Cerco di fargli capire, che ci sono buone probabilità di dover nuovamente guidare di notte, ma per il fatto che io sono troppo lento rispetto a lui. C’è quello più bravo e quello meno bravo. Preferirei evitare di dover recuperare km guidando col buio, come stasera. Ovvio, se uno è costretto , amen, però magari accorciando l’itinerario è più facile evitarlo. No , lui non riesce a capire cosa ho in mente. Alla fine riesco a fargli capire che io parto sempre con un idea di tipo geografico in mente: quast’anno volevo guidare per il Sud America. Trovato il punto di partenza del noleggio ho iniziato a buttare giù un percorso, con alcuni punti fermi: le Ande, il Salar de Uyuni e il Paso Sico. Composto un percorso, ho guardato cosa di interessante vi fosse lungo il percorso o raggiungibile con una ragionevole deviazione. Mi sarebbe piaciuto passare dalla zona in cui cadde Che Guevara, ma si trattava di una deviazione di oltre 800 km. Stasera, ma al mattino avrei potuto cambiare idea, mi era venuto in mente che la Ruta de la Muerte, non era poi una cosa assolutamente da vedere. Poi ho acpito che a lui interessava parecchio: ok, motivo sufficiente per andarci. Perché non lo ha detto subito ? Capire la gente non è facile, ma capire P. è molto complicato. Perciò alla fine dopo una bella urlata, abbiamo deciso di andarci. Poi eravamo calmi. Buonanotte.

28-05-14



Con la luce del giorno immortalo il nostro motel





Ohh adesso simao tranquilli e ci prepariamo a partire come se nulla fosse accaduto





Anche la Bolivia ha degli spazi sterminati



Colgo un momento mentre stiamo viaggiando che davvero mi lascia senza fiato: è bellissimo. Talmente improvviso, che ci devo pensare dopo un km: ma per la miseria devo tornare indietro. Inverto il senso di marcia e torno nel punto in cui mi ero accorto della meraviglia davanti ai miei occhi, questo, quando capita che all’improvviso la strada si apre davanti a te e sembra dirti “Vai continua, non fermarti”





Finalmente incrociamo la autovia Oruro-La Paz. Gonfiamo le gomme e facciamo il pieno.



Dal calcolo fatto ieri sera dovremmo essere quindi vicinissimi a Oruro e quindi quasi 250 km da La Paz, più i 60 per Coroico. Invece P. si accorge che il cartello dice poco più di 100 km a La Paz. Abbiamo seguito un'altra strada e siamo molto più a nord del previsto. Io avrei in mente di arrivare a La Paz, trovare da dormire e poi il giorno dopo senza bagagli andare a Coroico e tornare indietro, insomma dedicare una giornata alla Ruta de la Muerte. P. invece ci vuole arrivare entro oggi. Io forse gli ho dato l’impressione di pensare che non sia possiible e lui, competitivo sempre, vuole invece farcela. Io però non ho esposto questa ide aperchè penso non sia possiible, ma perché inquadro la Ruta de la Muerte come una delle particolarità della vacanza e quindi la volevo percorrere con molto tempo a disposizione. Comunque è una cosa che interessa più a lui che a me e quindi fa lo stesso. Nel primissimo pomeriggio siamo a La Paz: questa è l’unica volta che veniamo fermati dalla polizia a quello che sembra l’ingresso di una tangenziale della capitale. Non chiedono nemmeno i documenti solo da dove veniamo e che itinerario vogliamo seguire. Poi vediamo che le strade sono piene di posti di blocco di scioperanti. Ovvio che mi fermi a chiedere cosa sta succedendo. Una huelga, uno sciopero dei dipendenti del trasporto pubblico di La Paz. Le moto però possono passare.







Talvolta si passa in mezzo a gruppi di gente, falò improvvisati, sui marciapiedi, sopra corde tese in mezzo alla strada che vengono abbassate per farti passare. Alcune volte sembra una zona di guerra in un momento di tregua.
Ci fermiamo per cambiare dei $: P. cambia anche lui i contanti, per non fare un piccolo prelievo. Poi ci facciamo indicare la direzione per prendere la vecchia strada per Coroico.

La Paz dall’alto







Di colpo la nebbia



Però sparisce subito dopo e quindi abbiamo ancora luce per vederci questa famosa strad a



Dovete sapere che a partire dal 1990 è obbligatorio guidare su questa strada tenendo la sinistra a differenza di tutte le altre strade del Paese. Questo al fine di permettere agli autisti, che durante gli incroci con mezzi che provengano dalla direzione opposta, trovandosi a valle, di poter controllare meglio il bordo del dirupo. Lunga circa 60 km una volta era l’unico collegamento fra La Paz e Coroico. Si passa dai 3640 mt di La Paz fino ai 4650 mt, per poi scendere ai 1525 mt di Coroico. Ai tempi moriva lungo questa strada una media fra le 200 e 300 persone all’anno: nel 1983 100 in un solo incidente. La strada è stretta, senza parapetti e con immediatamente il dirupo da una parte.



Con l’apertura della nuova strada ora il traffico è quasi inesistente, però immaginare che 2 automezzi debbano incrociarsi su sensi opposti di marcia lascia da pensare. Al giorno d’oggi è da evitare al mattino quando gruppi numerosi di ciclisti in mountain bike la percorrono in discesa per arrivare fino a Coroico e poi tornare caricati in pulmino a La Paz. Adesso incontriamo solamente un qualche cantiere di lavoro.

Bellissima la foresta pluviale attorno













Punto sosta













Arriviamo a Coroico a fine pomeriggio. In alta stagione è sicuramente un formicaio, ma adesso è davvero godibile.







Per 30 Bolivian (circa 4,3 $) troviamo una doppia al Residencial Coroico, con parcheggio moto interno…un poco strettino il corridoio d’ingresso



Alla sera io mangio qualcosa in un baracchino all’aperto poi prendiamo una birra in un locale col wi fi, uno dei 2 Bar Italia di Coroico. Josè il figlio del titolare, 12 anni credo è molto interessato al mio tablet. Si siede, P. gli da un paio di indicazioni e poi dopo alcuni minuti il ragazzo già naviga nei menù . P. da un tiro soddisfatto alla sigaretta sorridendo:” Ha già capito tutto”. Io fatico ancora a scaricare le foto dalla scheda.
 
15159566
15159566 Inviato: 19 Ott 2014 11:44
 

29-05-14 – giovedì

Iniziamo la discesa verso sud per raggiungere il Salar de Uyuni



Il residencial Coroico non ha i biglietti da visita, quindi accontentatevi della foto



Da wikitravel : Residencial Coroico, (close to the Plaza). Plain but cheap. There is only a cold shower. Hot shower for 5 Bs.
Devo dire che non abbiamo avuto il sovrapprezzo per l’acqua calda: i vantaggi della bassa stagione.





Ovviamente non abbiamo ripercorso la Ruta de la Muerte: primo per il tempo e poi ci saremmo trovati un orda di ciclisti in senso opposto. Si risale per poi scendere al La Paz



Potete farvi un’idea di quello cui andate incontro percorrendo il vecchio tratto della Ruta da Coroico, verso La Paz al mattino





È una bella giornata di sole, ma comunque siamo pur sempre oltre i 4000 mt



Re Artù





Io ho il problema che la mia visiera del casco è diventata ballerina. Quando lo comprai non feci troppo caso alle molle laterali che regolavano alzamento e abbassamento. Fin dal primo anno sono state una rottura: già il primo anno a Mosca, una saltò via. Fortunatamente ero su un marciapiede e la recuperai. Stavolta mi era saltata via su uno sterrato e non c’era stato verso di recuperarla. Avevo pensato di fermarmi a La Paz e comprare un casco nuovo. Questo perché ogni volta che la tiravo su oltre i due scatti si disincastrava. Fermati rimettila a posto. Un tormento. Quando sei in una città hai bisogno di alzarla e abbassarla in continuazione.





Oppure bisognerebbe trovare una molla piccola uguale a quella rimasta da un lato della visiera: magari a La Paz la trovi, ma dove ?



Mi fermo per rimettere a posto la visiera. P. alza lo sguardo e dopo aver acceso la paglia mi indica l’insegna del negozio vicino: io manco ci avevo fatto caso







Ci mettiamo almeno un’oretta a trovare quella giusta, ma perbacco il negozio ce l’ha. Abbiamo dovuto tagliarla alla lunghezza giusta, trafficare per inserirla, ma più o meno tiene. So già dentro di me che la cosa più ragionevole sarebbe cercare un concessionario di moto e comprare un casco nuovo, ma in in fondo trovare la molla è come un segno del destino. Qualcosa mi sta dicendo di continuare col mio casco. In fondo mi ha protetto la zucca nel frontale in Africa e nel capitombolo in Guatemala, e anche in Perù. Adesso che faccio ? Lo mando a quel paese? In fondo è come se mi stesse chiedendo un’ultima possibilità. Amen me lo tengo fino alla fine della vacanza.





Fuori La Paz la strada presenta più deviazioni che tratti rettilinei



Verso sera siamo ad Oruro




Raggiungiamo la stazione dei pulman e troviamo una doppia da dormire con tutti iservizi…cioè i servizi ci sono tutti, ma la camera è una singola abbondante con infilato un letto matrimoniale







Girato l’angolo questo ristorante è perfetto per la cena



Masterchef in presa diretta





Interno della stazione dei pulman



L’esterno



In una farmacia riesco anche a trovare una pomata per riassorbire l’ematoma del polpaccio che ha dellle splendide tonalità fra il blu scuro e l’azzurro doloroso.

 
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15159949 Inviato: 19 Ott 2014 19:53
 

30-05-14 venerdì
Si parte per Uyuni e avevamo 2 possibilità o il percorso Oruro-Potosi-Uyuni , oltre 500 km oppure Oruro-Huari-Uyuni di poco oltre i 300.. Il secondo, visto che la differenza è in pratica di 200 km. Se però uno guardasse i tempi di percorrenza suggeriti da Google Maps, vedrebbe che per entrambi sono richieste 7 ore. Questo è un particolare da prendere normalmente in considerazione, indica chiaramente che uno dei due percorsi è molto meno scorrevole, stesso tempo di percorrenza, ma 200 km in meno. Comunque abbiamo seguito Oruro-Huari-Uyuni.
La convivenza fra me e P. si è ormai incanalata su un binario preciso, un binario morto: entrambi ci sforziamo di andare incontro all’altro nella maniera sbagliata. Diventa una convivenza di tregua armata, ma era prevedibile. In fondo non rimangono altro che 14 giorni.



Il pieno…altro punto dolente. Grosso modo io ho 250 km di autonomia, P. di più, perché guidando meglio lascia correre molto di più la moto. Verso i 180 inizio sempre a guardare per il rifornimento. Lui invece andrebbe probabilmente fino ad un limite abbastanza vicino al rimanere a secco. A lui scoccia dopo 180 km sentir paralre del pieno, a me di non sentirne parlare: questo tanto per fare un esempio.









Una cosa che mi colpisce in Bolivia è il numero di campi da basket che si vedono lungo la strada. Ogni scuola o gruppo di case ne ha uno.


Del resto, come avevo visto in Namibia (dove si praticava un misto pallamano-basket) con una palla si fanno giocare tanti ragazzi. I campi da calcio me li aspettavo, ma da basket, così tanti, no.

Dopo circa 120 km siamo a Challapata, dove la strada si biforca: la strada 1 allarga fino a Potosi e invece la 30 prosegue a sud diretta fino a Uyuni. Facciamo fatica a trovare un caffè, però ad un incrocio con dei carrettini io sgranocchio uno spuntino. Lo prendono tutti, militari, massaie e bambini, quindi anch’io. Si tratta di una patata con uovo, avvolta in una pastella e poi fritta.





Più avanti nel paese, lungo la direzione per Huari, troviamo un posto dove poter prendere il caffè





Smaltimento rifiuti raccolta indifferenziata



Ci fermiamo per prendere un po’ di biscotti e acqua









I polveroni si moltiplicano, non per il vento, ma quando un mezzo ci sorpassa ne mangiamo di polvere. Anche se guido come un bimbo il primo anno di bici senza le rotelline laterali, io mi diverto un sacco lungo queste piste. La polvere su casco e vestiti è parte integrante del viaggio in moto.

Ostacolo acquatio di difficoltà medio bassa, che però rappresenta per me un banco di prova impegnativo



Link a pagina di Youtube.com









Nel primo pomeriggio appare qualcosa che assomiglia ad un paese: quando incontrate posti simili, state tranquilli che trovate benzina, da mangiare e da bere, credo in qualunque parte del mondo.



Non ricordo il nome del paesino, ma sicuramente un ristorante come il Don Rene ( credo l’unico 5 stelle di questi posti) sarà citato da tutte le guide: comunque il posto andrebbe benissimo per un ambientazione dei film western di Sergio Leone



La cucina del ristorante









Finalmente una foto con P. dove non devo anonimizzargli il volto







Cala il sole ma il paesaggio resta bello e si deve solo rallentare in quanto continuano ad incontrarsi improvvisamente tratti con sabbia molto abbondante



Col buio raggiungiamo Uyuni



Anche qui è bassa stagione, ma un po’ di gente c’è sempre per via del Salar de Uyuni. Per dormire tenete conto che gli ostelli della gioventù sono mediamente più cari di Hospedaje ed Hostal. Noi troviamo ( col cortile interno per le moto) una doppia all’hotel Avenida con bagno compartido, cioè in comune, per 50 bolivian ( 7,23$= 5,6 €). Sistemata la roba andiamo a mangiare. Nella piazzetta centrale ci sono dei locoli aperti e finiamo in un pub



Bistecca e patate per P, mentre io prendo la pizza. All’estero almeno una volta testo il nostro famoso piatto




Dopo cena P. resta in camera, mentre io esco per cercare la crema protettiva per le labbra. La trovo, poi allungo fino a una piazza, dove noto un palazzetto dello sport da cui esce della musica: inevitabile andare a curiosare. Si stanno svolgendo le premiazioni sportive scolastiche della città

 
15163981
15163981 Inviato: 23 Ott 2014 15:04
 

Grande Momi,sto prendendo appunti per il prossimo viaggio,basta che mi dici che il Sudamerica è diverso dall'India....
 
15164060
15164060 Inviato: 23 Ott 2014 15:57
 

atipico ha scritto:
Grande Momi,sto prendendo appunti per il prossimo viaggio,basta che mi dici che il Sudamerica è diverso dall'India....


Tanto diverso nei paesaggi, usanze, monumenti: la vita della gente comune, comunque è difficile anche qui.
 
15164800
15164800 Inviato: 24 Ott 2014 10:07
 

La vita difficile della gente la comprendo,la rispetto e l'ammiro. Direi che lo smog fuori dal mondo presente in India,la carovana di camion tutti in fila sui passi montani,il modo selvaggio e assassino in cui guidano gli indiani sarebbero degli ottimi motivi per evitarmi la visita turistica in qualsiasi paese del mondo con queste caratteristiche. Se tu mi dicessi che in Sudamerica lo smog fuori dalle città e appena percettibile,guidano in maniera quasi umana e sui passi non si trova il carnaio che si trova in India allora,personalmente,riterrò quel continente assolutamente degno di essere visitato.
 
15165280
15165280 Inviato: 24 Ott 2014 17:03
 

atipico ha scritto:
La vita difficile della gente la comprendo,la rispetto e l'ammiro. Direi che lo smog fuori dal mondo presente in India,la carovana di camion tutti in fila sui passi montani,il modo selvaggio e assassino in cui guidano gli indiani sarebbero degli ottimi motivi per evitarmi la visita turistica in qualsiasi paese del mondo con queste caratteristiche. Se tu mi dicessi che in Sudamerica lo smog fuori dalle città e appena percettibile,guidano in maniera quasi umana e sui passi non si trova il carnaio che si trova in India allora,personalmente,riterrò quel continente assolutamente degno di essere visitato.


Dipende dai posti. Il GRA di Roma è abbastanza congestionato, come la circonvalazione di Napoli o New Delhi, però, sulla catena dell'Himalaya è diverso





idem per il Sud America o il Vietnam o credo qualunque altro paese. Per la guida, insisto che la differenza la fa molto spesso la velocità: in India raramente ho superato i 70-80 km/h
 
15166034
15166034 Inviato: 25 Ott 2014 20:06
 

31-05-14 – sabato



Oggi è la giornata che dedicheremo al Salar de Uyuni. Avevo sempre avuto in mente di starci un paio di giorni, dormendo in una delle strutture del Salar, o di unirsi ad un tour, seguendo con le moto le jeep delle agenzie. Ragionevolmente bisognerà fare in un giorno, del resto è anche per colpa della mia storta se un giorno è stato bruciato a Chivay, vicino al Colca Canyon. Alla fine ho raggiunto l’Isla Incahuasi: il punto interrogativo che vedete sulla cartina indica il fatto che non sono assolutamente in grado di ricostruire il percorso fatto e vi spiegherò il perché.
Al mattino faccio un giretto per vedere un poco Uyuni ed aspettare che aprano le agenzie: i tour da un giorno partono verso le 10 del mattino, 10,30. Ovviamente essendo in bassa stagione non esiste alcun problema per trovare un posto. Mi avevano anche detto che non ci sono problemi ad accodarsi ad una delle jeep con la moto.





La Parigi Dakar ora si corre in Sud Ameerica per ragioni di sicurezza







Se viviene voglia di pizza ad Uyuni, avete solo che l’imbarazzo della scelta



Porca paletta: delle volte sbagli anche la programmazione su un’intervallo di poche ore. Rabbocchiamo l’olio alle moto e noto che il mio portapacchi si è rotto: bisogna saldarlo. Oggi è sabato, non credo sarà possibile farlo di domenica: oggi voglio vedere il Salar, quindi devo farlo adesso.



Ci viene indicato il meccanico Amador: quando ci arriviamo, vedo che la sua officina è una garanzia. Un’ammasso di moto e auto di ogni tipo. Perfetto, in questi posti mettono sempre a posto tutto





Il meccanico ci dice di tornare fra circa due ore: salta l’idea di seguire un tour organizzato…che poi era la mia idea. P. non è contro ai tour organizzati, ma solo a quelli che può riuscire a fare da solo. Nel Salar i punti che vuoi raggiungere si vedono, non è che abbiate bisogno di una guida. Il fatto è che manca la prospettiva e quindi per raggiungere un determinato punto bisogna almeno seguire il GPS. Io avevo pensato al tour, per il poco tempo a disposizione. Poi immediatamente penso che non voglio percorrere tutto il Salar de Uyuni: voglio guidare un poco con la moto sul Salar de Uyuni.

Verso le 11 la moto è riparata



Pranzo veloce in albergo



Alla fine ci uniamo a James e Amanda: james è partito da Ushuaia in moto e Amanda lo ha raggiunto a Santiago ed ora rientreranno in moto negli USA. Mi pare di ricordare che lui sia canadese, mentre lei lavora nel campo dell’assistenza sociale a Seattle

Loro hanno il fornellino per prepararsi da mangiare



Chiedo aiuto agli esperti per identificare il modello di moto di James, non mi ricordo: serbatoio da 28 litri



Da Uyuni si torna indietro, verso nord per una ventina di km per entrare nel Salar de Uyuni, seguendo le indicazioni

Al primo impatto rimango a bocca aperta, come i bambini davanti alle vetrine addobbate a Natale, o come quando entrai per la prima volta in uno streap tease club (Germania, comprensibile, avevo 16 anni)





Questi sono i mucchi di sale pronti per essere caricati . Il Salar de Uyuni è la più grande distesa salata del mondo. Oltre 10.000 mq e ogni anno vengono estratte circa 25.000 tonnellate di sale. Più o meno è formato da circa 11 strati di altezza variabile fra i 2 e gli 11 metri. Nella stagione secca è percorribile con qualunque mezzo, dalla bici alla jeep.



Iniziamo a muoverci un poco a casaccio. In teoria vorremmo raggiungere l’Isla del Pescado. In lontananza si vedono delle formazioni rocciose, ma non è poi facile capire quale raggiungere. La cosa però diventa secondaria. Mentre guidi dimentichi tutto. Sembra di galleggiare su un lago di acqua argillosa, però è solido e quanto è solido. Le jeep sfrecciano anche ai 130 km/h. Tanto per scroccare un po’, seguiamo un paio di jeep. Dopo un po’ impari a riconoscere alcuni tratti che sono come delle strade, più liscie in mezzo al lastricato in rilievo del Salar.



Le distanze in pratica non esistono più, mancano i puntio di riferimento



Vai e non arrivi mai: le formazioni rocciose in lontananza sembrano sempre alla stessa distanza: immagino sarà così anche nel deserto vero e proprio



Alla fine le jeep le perdiamo, filano troppo. Con un poco di attenzione (tanta da parte mia) si guida tranquillamente anche fuori da quelle striscie lisce che attraversano il Salar

Alla fine raggiungiamo una delle formazioni rocciose, che danno davvero l’impressione di un isola in mezzo al mare



Sono più che soddisfatto: con la mia moto sono arrivato in questo luogo selvaggio e incontaminato dal contatto con la civiltà. Uno di quei posti dove ti sembra di riappriopriarti delle tue origini più lontane, dove lo spirito di avventura e curiosità che da sempre hanno ispirato i grandi viaggiatori ti pervade completamente. Il fascino dell’ignoto e dell’inesplorato, come quando venne scoperto il continente americano o l’uomo fece il primo passo sulla luna……..ohhh Momi sveglia !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Bisogna fare il biglietto d’ingresso per andare sula cima dell’Isla: porca miseria in un attimo Momi Jones torna ad essere Turista Momi, però per un attimo, quasi quasi ci ho creduto

Noi siamo arrivati dal retro, giriamo attorno e come potete vedere da questa foto presa da internet si torna immediatamente alla realtà



La dura realtà



Vale davvero la pena di salire almeno sulla sommità di una di queste isole















L’intrepido esploratore in moto



Con la sua inseparabile ed inutile guida, la Jump To..




Ho provato a fare a P. quel tipo di foto dove sembra che tieni in mano la moto, falsando la prospettiva: ho fatto 8 scatti davvero merdosi. Questi sono i 2 che puzzano di meno





Non è che poi per fare questo tipo di foto dobbiate per forza venire in posti come il Salar de Uyuni: in India dai principali monumenti ci sono i fotografi che vi scattano la foto con voi che tenete la punta del dito sulla cima dell’edificio in questione

Ci separiamo da james e Amanda, perché loro rimangono lì a vedere il tramonto: io voglio vederlo mentre guido al rientro

























Rientrati a Uyuni, finiamo a mangiare in un posto della piazzetta principale, oltre ad Amanda e james si uniscono un motociclista argentino che ci regala una mappa, visto che procederemo verso sud assieme per un po’, ma lui poi cambierà strada e quindi non gli serve più. Poi un ragazzo olandese che ha 2 mesi di tempo per gironzolare il Sud America. Per 400 € ha comprato un 250 cc a santiago, usato. Se te ne intendi un poco e hai tempo è la soluzione migliore e più economica: però per tutti i documenti,, passaggio di proprietà e assicurazione ci ha messo 5 giorni.



Spero che le foto abbiano reso idea di quanto fantastico sia questo posto perciò il breve video girato lo metto alla fine del post, forse prima avrebbe rovinato il tutto…guido io

Link a pagina di Youtube.com
 
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15166035 Inviato: 25 Ott 2014 20:07
 

01-06-14 domenica



Iniziamo a muoverci verso il confine argentino. Inizialmente avevamo valutato il percorso breve per Tupiza, 203 km contro i 436 che si hanno passando per Potosi, giro decisamente più largo. Era però venuto un sospetto quando P. si è accorto che il tempo stimato di percorrenza di Google Maps era grosso modo lo stesso. Questo è un campanello d’allarme, infatti il ragazzoargentino che avrebbe fatto un pezzo di strada con noi conferma che il tratto breve è infernale e parecchie volte lui ha dovuto farsi aiutare per via della sabbia a muovere la mot. Le nostre non ci darebbero scampo, anche per via delle nostre gomme: aggiungo anche che le mie capacità di guida sui tratti sabbiosi darebbero il colpo di grazia. Abbiamo già impiegato molto tempo per arrivare a Uyuni e il tratto era sicuramente più facile.
Si va a Tupiza via Potosi.

Mi sono alzato presto e vado a fare una foto dal monumento della Dakar



Dopo, come raccomandato da Alejandro, andiamo a lavare le moto per togliere il sale





Il ragazzo argentino ci lascia la borsa e va a fare rifornimento..tornerà dopo oltre un’ora e mezza: domenica coda bestiale poi per il fatto che non era della Bolivia il mezzo, non gli facevano il pieno. Cerca di procurarsela andando a prenderla con una piccola tanica. Qui c’è sempre il doppio prezzo: per mezzi non della Bolivia è un poco più alto. Noi partiamo, tanto lui con la sua moto ci raggiungerà. Altra tabella di marcia saltata, ma è il bello di viaggiare a giornata









L’argentino





Bolivia caldamente consigliata per i motociclisti











Oggi è domenica e tutti preparano delle grigliate: ci fermiamo per la benzian e prendiamo un caffè da un negozio di alimentari che ha organizzato un BBQ a prezzi modici immagino: mi danno un assaggio, è perfetto









Guida che ti guida e alla fine siamo di nuovo al buio. Credo che un bue di colore scuro o un somaro sarebbe già difficile da individuare se sbucasse all’improvviso, però quest’auto deve aver incontrato qualcos’altro. Una scena irreale, abbandonata, sfasciata in mezzo alla strada.





Alla fine arriviamo a Cotagaita e troviamo una camera all’Alojamiento O Globo…fortuna che è bassa stagione. 20 bolivian la doppia (2,90 $= 2,28 €) più 5 boivian ( 0,72 $= 0,56 €) per l’uso del bagno compartido e la doccia calda…che poi si rivelerà fredda.



Il parcheggio dell’Alojamiento…non esiste e così la signora ci apre la pasticceria/bar/altro di fianco e ci fa mettere lì le moto





Siamo proprio dalla fermata dei bus, ma ormai tutti i baracchini per mangiare hanno smantellato,



Rimediamo col ristorante O Globo, proprio sotto alle nostre camere: piatto unico pollo e riso. P. vuole solo il riso, ma non c’è verso loro portano il piatto completo.





Io esco e vado da un internet point per spedire un paio di mail: la tastiera era adeguata alla velocità di rete

 
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15166084 Inviato: 25 Ott 2014 21:50
 

02-06-14 lunedì



E oggi dovremmo proprio riuscire a passare la nostra terza frontiera ed entrare in Argentina.

Subito una robusta colazione a base della locale frittella



La signora è un esempio perfetto di produzione organizzata: la frittella rimane nell’olio per poco più di un minuto. In questo tempo lei ne stende a mano un’altra, poi fa il cambio appendendo quella appena cotta a sgocciolare. Nel mentre si interrompe per preparare a richiesta caffè o cioccolata. Ogni tanto da il resto a un certo numero di persone che stanno mangiando.



Altri open street bar



Il cortile interno dell’Alojamiento O Globo



La doppia al piano rialzato


Lo shopping store del piano rialzato



La main road che taglia la downtown di Cotagaita



Per essere precisi bisognerebbe chiedere il rimborso dei 5 bolivian visto che la doccia era fredda, però ieri sera prima di andare a letto ho segnato un punto a mio favore al riguardo e quindi …ve lo spiego. P. è davvero preciso in tutto sia in quello che fa lui che in quello che fanno o dicono gli altri: lascia passare cretinate o imprecisioni, ma non sempre: mai sbagliare il congiuntivo in sua presenza. Un paio di volte sono stato amichevolmente bacchettato.
La sera prima avevamo accertato che la doccia calda era una bufala: la resistenza che scaldava l’acqua era rotta. In camera, prima di andare a letto P. mi dice che non va a fare la doccia. Anch’io non ne ho poi troppa voglia. Però, ci penso un attimo, scrivo qualcosa sulla mia guida e poi gli dico: No guarda io la vado a fare, mi laverò un pezzo alla volta. Ci pensa un po’, poi mi dice:”Sai, la faccio anch’io”. Gli rispondo che mi deve i 500 € che avevo puntato virtualmente sul fatto che ci sarebbe andato anche lui . Ma che c…. stai dicendo ? Guarda gli rispondo e gli mostro cosa avevo scritto poco prima: legge e non riesce a star serio: vien da ridere a tutti e due.
Leggete la nota scritta in rosso







Un altro sciopero con blocco stradale: stavolta è contro orari e salari di una compagnia di trasporti: non fanno passare solamente i loro veicoli. Devo dire che alla fine è una protesta intelligentemente organizzata e mi vengono in mente quando in Italia, cento persone, magari con delle buone ragioni, bloccano un autostrada o una tangenziale, fermando tutto il traffico.













E arriviamo a Villazon, al confine: prima di passare la frontiera cambiamo un poco di soldi e mangiamo…anzi mangio qualcosa











Stavolta la frontiera è senza troppi problemi e davvero facciamo in fretta







Subito si aprono gli immensi spazi dell’Argentina: che cambiamento rispetto alla zona andina precedente. P. ha viaggiato in auto da solo un mese in Argentine, arrivando poi a Hushuaia e lo vedo proprio come una persona che torna a casa sua.



Sosta in un paesino per caffè + empanadas





Che strano guidare con la pianura ai lati, anzi no: mi tornano in mente gli spazi della Russia e del Kazakistan





Troviamo da dormire a Humahcaca



Ppi andiamo in un internet point: al rientro non trovo più la macchina fotografica. Imbecille, l’ho lasciata all’internet point. Corro, ancora aperto. Ne trovo 2. In camera mi maledico, ok ho l’altra, però che deficiente. Tanto vale andare a fare la doccia: meno male era rimasta sotto all’asciugamano.
Per domani bisogna solamente decidere se dirigersi verso Paso Jama o più a sud verso Paso Sico per attraversare il confine col Cile. Io avevo in mente Paso Sico, meno usato e conosciuto, ma ho visto delle foto di un cilcista svizzero e me ne sono innamorato, comunque ci penseremo poi domani.
 
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15166293 Inviato: 26 Ott 2014 11:55
 

04-06-14 martedì

Stamattina tocca a P. riparare il portapacchi. Il meccanico che troviamo con un po’ di pasta ripara anche la perdita di olio e gli cambia la lampadina del faro posteriore. Io, nell’incidente di Chivay avevo rotto lo specchietto sinistro (incrinato) e quindi me lo inverete col destro.









Vado un poco in giro mentre P. rimane col meccanico



In previsione dell’attraversamento del confine fra Argentina e Cile, vado a cercare 2 taniche da 5 litri per allungare l’autonomia delle nostrre Honda Tornado: siamo attorno ai 260 km, però potrebbe esserre necessario del carburante in più, viste le pendenze che si presenteranno. Per ora basterà agganciarle e riempirle alla bisogna.
In un mercatino, il proprietario di una bancarella di souvenir, che ripara anche scarpe e borsette me le regala: allora compro un astuccio di tessuto per mia nipote.



Quando torno il meccanico ha finito con la moto di P. e lui semnra proprio soddisfato del lavoro: credo di intuire anche il perché. Usare la pasta per la perdita dell’olio è la soluzione più pratica e veloce, oltre ad essere sicuramente la più economica. Inoltre è quella che aveva pensato anche lui: perfetto. Credo che se avesse cambiato la guarnizione qualche ringhio/mugugno se lo sarebbe preso.





Io però quello che ho scritto, sono quasi sicuro di averlo verificato. Infatti, quando il meccanico finisce il lavoro sulla sua moto, dico a P. di farsi scattare una foto col meccanico. Voi non potete vederlo, ma dato che accetta e oltre a tutto sorride, significa che il meccanico aveva svolto un eccellente lavoro.



Memori dell’esperienza col passo di Chungarà-Tambo Quemada, fra Cile e Bolivia e visto che ormai è fine mattinata, sicuramente dormiremo nell’ultimo posto utile prima del confine e cercheremo di informarci sulle condizioni delle strade. Siamo sempre più convinti di andare per Paso Sico. Come altezza è più o meno quella di Paso Jama, poco oltre i 4000, però è una via molto meno battuta.
Carico definito dei bagagli per la partenza



via





E passiamo uno dei due tropici, quello dell’emisfero sud, il Tropico del Capricorno





Pausa caffè in questo camping





Sino a quando non ho notato il simbolo della Visa mi aveva dato proprio l’impressione di un posto decisamente “rustico”



Continuano a tornarmi in mente le strade dell’India della catena dell’Himalaya





In lontananza appare un altro Salar: è Salinas Grandes, un altro deserto salato di circa 6.000 km2





Anche qui fallisce il tentativo di una foto vicina ai somarelli













E arriviamo a Susques qualche strada, una che assomiglia a quella principale. Proviamo a cercaare un meccanico in quanto si è rotto probabilmente il filo del conta chillometri della mia Honda, dato che ha smesso di segnarli. Qui niente, ma fa lo stesso, quello di P. funziona.



All’inizo del paese c’era un ufficio del turismo, però era già chiuso e domani apre un poco tardi. Troviamo però la stazione dei carabinieros: per sapere qualcosa dobbiamo tornare alle 21,00 e proveranno a telefonare alle stazioni di zona.







Per dormire decido di dare fiducia a questo Alojamiento nonostante sia in piena fase di ristrutturazione…anzi forse di costruzione, però ha la camera con doccia e televisione, oltre al parcheggio privato interno



Questa probabilmente diventerà la reception





Stranamente i ristoranti erano tutti vuoti o chiusi: il fatto è che iniziano a servire verso le 21.30, quando la gente rientra dal lavoro. Non è che qui trovi l’impiego dietro casa o a pochi km: infatti dopo inizieranno ad arrivare i bus e i camion che riportano a casa gli operai.
Il nostro stomaco però lancia dei segnali. Appurata l’impossibilità di usare internet (solo in un hotel lungo la strada avanti qualche km, visto che il nostro resort non ha il wifi, troviamo invece una salumeria/panetteria che ci procura la cena.
Pane salame e una bibita per me e una bottiglia di vino per P. che gli favorirà poi il riposo. Appoggimao la roba in camera ed io esco per andare alla stazione dei carabinieros. Qui, dopo alcune telefonate, la conferma che dovremo usare Paso Jama. Paso Sico non è asfaltato e le piogge hanno fatto smottare l’argilla anche dai lati della strada. Risulta percorribile solo da alcuni mezzi militari che vanno a rifornire le locoli stazioni di frontiera. Amen, vada per Paso Jama.

Ora di cena



Arriva anche un ospite a sorpresa





Qui siamo a metà bottiglia



Buonanotte
 
15166504
15166504 Inviato: 26 Ott 2014 18:39
 

04-06-14 mercoledì

Vi completo la panoramica dell’ospedaje San Cayetano, nel caso capitiate a Susque







Alè si parte all’attacco del Paso de Jama





Subito il pieno e poi il caffè dalla stazione di servizio, l’ultima prima della frontiera. L’albergo ha il wifi e quindi P. ne approffitta per mettere a posto alcune faccende di casa lasciate in sospeso.
Per i primi km nessun problema, poi si leva un vento maledetto e talvolta facciamo fatica ad andare ai 30 km/h. Io ho indosso i guanti leggeri, di tessuto finta lana, e talvolta le folate di sabbia mi pungono proprio le mani.







Credo che nemmeno i 2 video riescano a rendere bene l’idea

Link a pagina di Youtube.com

Link a pagina di Youtube.com

Talvolta, con la pendenza, proprio si deve avanzare leggermente di sbieco, come traiettoria e comunque bisogna stare attenti a quando il vento cambia direzione. Prima abbiamo visto un ciclista che coi rapporti minimi, avanzava di centimetri con una frequenza di pedalata paragonabile ad una lavatrice in azione. Insomma, non siamo poi messi tanto male.





Alla fine ci arriviamo al Paso e una sosta dalla stazione di servizio, prima delle pratiche doganali è d’obbligo. Qui incontriamo due coppie di motociclisti brasiliani: anche per loro non è stato semplice, ma il peso e la potenza delle loro moto hanno sicuramente agevolato il tragitto.



Guardo di lato e strabuzzo gli occhi: ma è la bicicletta del ciclista visto prima: e dove avrà mai trovato una cabina telefonica per trasformarsi in Superman, visto che è arrivato fino a qui ?





Anche lui è dentro per un caffè: alla fine ha dovuto chiedere un passaggio ad un camion. Inoltre il giorno prima si era sciroppato inutilmente un bel po’ di km andando verso Paso Sico. A un certo punto date le condizioni stradali e il vento anche lì infernale era tornato indietro.
Mi è venuta la tentazione di dormire a Paso Jama. Dalla parte argentina c’è un piccolo motel con delle camere e non mi dispiacerebbe guardare il tramonto e la notte col contorno di quel vento terribile. Inoltre arriveremmo a San Pedro de Atacama tardi e quindi sarebbe poi la stessa cosa arrivarci domattina. P. proprio non ne vuol sapere: si tratterebbe di un cambiamento di programma (un altro) e non ne vede la ragione. Io penso anche però al fatto che se magari capita una foratura o altro non c’è nulla da qui a San pedro de Atacama. Da solo mi sarei senz’altro fermato, in due però in fondo è diverso: al massimo ci sarà da guidare un poco col buio, tanto ormai.

Alla frontiera, nel medesimo ufficio sbrigate le pratiche del lato argentino e cileno. Impieghiamo un po’, per il fatto che davanti abbiamo i 4 motociclisti brasiliani



Il paesaggio rimane fantastico







Io da qui in poi non ho più scattato foto per non perdere troppo tempo. P. ovviamente non aveva questo tipo di problema e si è fermato parecchie volte per foto e filmati. Dalla frontiera a San Pedro de Atacama però sono 150 k e io, oltre a tutto col contachillometri rotto, facevo fatica a farmi un idea delle distanze. Man mano che calava la luce ho anche notato che bisognava fare attenzione al fondo stradale: otiimamente asfaltato, ma ai lati e talvolta in mezzo c’era il ghiaccio. Io andavo di continuo, e mi sono fermato solo un paio di volte per mettere i guanti da sci e coprirmi bene col piumino.
Più avanti una scena surreale, ma ve la posso solo descrivere. Dopo una curva, vedo un camion da trasporto auto fermo a lato strada. Una gomma squarciata, i vetri rotti e alcune macchine del carico in strada con le portiere aperte. Un incidente, ma non vedo nessuno. Poi nell’oscurità, distinguo delle persone che stanno frugando nella cabina del camion e nelle auto. Ok, sarebbe bello fermarsi e scattare una foto, però ? Che tipo di persone sono quelle che frugano in auto e camnion fermi ai lati della strada quando è buio ? Nel dubbio, meglio tenersi la curiosità. Comunque una scena da film, con queste figure che si muovevano.

Alla fine arriviamo a San Pedro de Atacama.



Otteniamo le indicazioni per un ostello, Hostel la Casa del Sol Levante. Non avendo prelevato o cambiato, sfruttiamo i pesos cileni presi prima di entrare in Bolivia. A filo ci sta la notte all’ostello e con quel che avanza riusciamo anche a fare la spesa nel vicino market e a cenare. Dopo mangiato si ripete l’eterna magia dell’ostello. C’è una partita amichevole pre mondiali, in campo il Cile. Viene collegato un grande schermo su un tavolo centrale. Finita la partita tutti stanno vicini al caminetto e mi ritrovo a parlare con un ragazzo statunitense (Alabama), delle ragazze francesi e una coppia di tedeschi: non avrò mai voglia di andare in un albergo, anche se dovesse avere un mega schermo al plasma o una Jacuzzi da 10 metri quadri.
 
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15169746 Inviato: 29 Ott 2014 22:02
 

05-06-14 giovedì

Oggi è prevista una giornata di sosta a San Pedro de Atacama e inserimao 2 tappe: la laguna Cejar e la Valle de la Luna.



Per prima cosa colazione: biscotti rimasti+uova rimaste+panino rimasto + caffè trovato





Io però preferisco prima far controllare il polpaccio e andiamo quindi al presidio medico





Il foglio di ricovero



Mi visitano quasi subito





Ci sono 2 possibilità mi dice il dottore. Puntura di antibiotico +incisione del polpaccio per far uscire la pomata oppure puntura di antibiotico + 20 giorni di pomata: ok la seconda. Mi forano, poi mi da la ricetta per la pomata e quindi vado a pagare: poco più di 40 euro.
Ormai sono più delle 11 e quindi anticipiamo un poco il pranzo: pane e formaggio



Dopo un paio di giri a vuoto troviamo la strada per laguna Cejar, che si trova all’interno del Salar de Atacama, la più grande distesa salina del Cile. Sono circa una ventina di km da San pedro de Atacama e la laguna Cejar possiede una concentrazione di sale pari a quella del Mar Morto e consente quindi un enorme galleggiamento ai corpi che vi si immergono.





Il percorso fino alla laguna è bellissimo





Quando arrivate alla laguna, se volete, potete cambiarvi e andare a fare il bagno e poi farvi la doccia









La solita magia della bassa stagione: ci siamo io P. e altri due ragazzi







Ad un'altra pozza siamo solo noi 2. Perfetto. Dall’altra parte dopo una mezz’oretta, arriva un ragazzo che inizia a girare attorno alla riva. Lo conosco guardo P. e gli dico” Ma nemmeno qui si riesce a stare un po’ in pace”. Lui è profetico” Sta a vedere che viene a rompere i maroni”. Detto fatto. Viene da noi e chiede a P. di scattargli delle foto mentre si immerge.
Non è poi facile starsene un poco in pace: se fai fatica alla laguna Cejar in bassa stagione, figuriamoci al martedì sera che esci per berti un birrino a casa tua.







Alè, mi riesce anche il safari fotografico



 
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15170793 Inviato: 30 Ott 2014 21:36
 

Rientriamo a San pedro de Atacama e ci dirigiamo verso la Valle de la Luna , che si trova a poco meno di 20 km dalla città. Qui trovate una grandissima varietà di rocce e formazioni di sabbia scavate dal vento e dall’acqua. Queste formazioni sono presenti con diversissime forme e consistenze e talvolta il paesaggio ricorda per l’appunto quello lunare. Spero di essere riuscito a rendere l’idea con le mie foto



Avete una stazione dove pagate il biglietto d’ingresso



E vi forniscono una dettagliatissima mappa: come ultima tappa teniamo la duna, dalla cui sommità si può ammirare un fantastico tramonto.







Ci siamo fermati per percorrere questa caverna, ma ce ne sono varie



Fortunatamente avevo con me la mia guida Jump To e quindi, visto che di solito non serve a nulla, ero tranquillo che non avrebbe potuto complicare la situazione



Il coraggioso motociclista italiano



Questo passaggio era un poco più difficoltoso, ma basta non mollare la presa



Finalmente la luce del pomeriggio







Questi sono due ragazzi del milanese (se mi ricordo bene) che da 3 mesi sono in giro per il Sud America con le loro moto spedite dall’Italia



La formazione rocciosa chiamata Le tre Marie



Iniziamo a ritornare indietro verso la duna







Ecco la duna che come tutti i bravi turisti vi dovete sciroppare a piedi





Io ci ho provato col tramonto









Non poteva sottrarsi



Qui mi sono ritrovato con alcuni ragazzi dell’ostello



Siamo rientrati col calare del buio, è stato bellissimo veder cambiare i colori nell’arco del pomeriggio. Da almeno 10 giorni non mangio carne rossa: ci penso un attimo dalla macelleria vicino all’ostello e poi penso che questa bistecca oltre i 600 gr, dovrebbe risolvere il tutto



Qualcuno magari dubitava, ma la bistecca ha funzionato alla perfezione

 
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