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La Strada, considerazione personale, un piccolo testo.
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12192831 Inviato: 27 Lug 2011 15:38
Oggetto: La Strada, considerazione personale, un piccolo testo.
 

Ci sono momenti in cui andare in moto ci dona occhi nuovi, quello stare in equllibrio spinti nel vento avvertendo l'attrito sull'asfalto e l'impatto dell'aria su di noi, spesso ci proietta in una stato di coscienza particolare. La Moto mi ha insegnato tante cose e continua ad insegnarmene. Una di queste è la gioia di condividere le emozioni, molti bikers non sono aperti a questo, tanti sono introversi e schivi, ma molti altri provano piacere a scambiarsi opinioni e a raccontare e ascoltare le proprie e le altrui esperienze. Io sono uno di questi, altrimenti non sarei qui a scrivere su un forum, quindi credo anche molti di voi siete un pò come me. Ho letto ultimamente molti post di disavventure in strada, altri di eccessi e alcuni commenti in cui la ragione e la coscienza non erano proprio di casa .
Ho scritto tanto sul rapporto tra me e le moto, ho diari pieni di avventure , viaggi, insegnamenti appresi. Ho scritto anche raccontini dark o report goliardici, qualche tentativo di racconto lungo, ma non ho mai preso sul serio questo mio scrivere.
Però , proprio per il piacere di condividere, voglio darvi in pasto un piccolo testo, che di realistico ha solo lo stato d'animo di estrema rassegnazione con cui lo avevo scritto, poche righe che però a degli amici motociclisti ha dato da riflettere. Mi venne in mente mentre percorrendo una statale osservai le troppe corone di fiori alla base di tanti alberi in memoria di tanti motociclisti caduti.
Spero vi piaccia e che lo interpetriate per quello che è, un ulteriore monito a rispettare la Strada e la vostra/nostra vita.
Doppio Lamps a tutti.

C’era una volta e una volta non c’era…
Una strada che percorrevo in moto tutti in giorni, due volte al giorno.
Era fatta di lunghi rettilinei, falsi piani, curve dolci e curve dure, immersa nel verde dei colli e dei prati Romani.
La mattina era sempre fresca e l’aria su di essa frizzante e ossigenata.
La sera era umida, ma sempre accogliente.
Conoscevo ogni millimetro del suo asfalto, ogni torsione, ogni avvallo, ogni strappo.
Era la mia strada.
La amavo, amavo percorrerla, a volte, nei giorni di festa, la percorrevo avanti e dietro più volte, con un sorriso enorme nascosto dal casco.
Ai suoi bordi ho visto mutare lentamente il paesaggio, il comparir di casa, negozi, parcheggi e benzinai.
Ma lei, non è mai cambiata.
La mia moto la adorava, si sentiva sicura e decisa, sempre, nel danzare su di essa.
La rispettavo la mia strada, e lei mi ripagava con la fiducia, si fidava di me.
Più di una volta , all’inizio del nostro rapporto, mi ha salvato da me stesso.
Era il periodo in cui azzardavo sorpassi, o eccedevo nella velocità, e lei più volte si è magicamente allargata o allungata per trarmi salvo dal pericolo che avevo creato.
La mia strada mi ha insegnato tanto.
È stata strada maestra, come poche maestre sanno essere:
Senza fretta, con tanto amore, mi guidava sulle traiettorie ideali e sicure, mi insegnava a frenare creando pericoli inaspettati, mi invitava a dare il giusto gas per uscire allegro andante dalle sue curve senza ingressi di case e attraversamenti, al momento giusto, con piena visuale, mi incitava a piegare, dandomi tutto il suo appoggio morale.
E quando la pioggia la bagnava, mi lasciava sempre una strisciolina di asfalto appena umido, proprio sulla traiettoria ideale, in modo che a memoria la dovetti imparare.
Mi ha spiegato con prove pratiche il significato dei limiti, fisici e morali, di ciò che lei era, una strada, e come con lei in tutte le altre, questi limiti dovevo rispettare.
Quando ha sentito che la mia moto ed io eravamo ormai una cosa sola, che il nostro passare su di lei né la feriva né la intimoriva, ha cominciato ad aprirsi.
Sempre con calma e tranquillità, nei momenti adeguati, cominciò a distrarmi.
Prima con i colori che aveva per sfondo, poi con i suoi mille profumi.
Mi insegnò il nome delle piante, dei fiori, degli alberi, delle vie che confluivano in lei.
Ero suo, mi perdevo così spesso in lei, tempo e distanza perdevano senso.
Il suo vento mi cullava, le sue luci mi rapivano l’anima, a volte mi sembrava di essere fermo in equilibrio su me stesso e sulla moto, e che lei scorresse sotto di me,
mio fiume di asfalto, e che mi portasse lei, donandomi ogni volta una nuova prospettiva, nuovi occhi, più profondi, con cui osservare il mondo.
Altre volte lei era la mia strada, ed io ero il cavaliere errante che su di lei vagava.
E le raccontavo le storie delle mie mille battaglie e degli incontri che su di lei facevo.
In giorni felici e spensierati, con il cuore leggero, la mia strada si faceva lunghissima e larghissima,il suo asfalto caldo e morbido, piegava le sue curve verso l’infinito, e i suoi rettilinei mi proiettavano direttamente verso il Sole.
In giorni di rabbia e rancore, la mia strada si faceva stretta e corta, le sue curve cieche e spigolose, e i rettilinei brevi o appena accennati, il suo asfalto diventava freddo e rigido, e pieno di insidie pericolose.
E si, la mia maestra non smetteva neanche un istante di insegnarmi la vita.
Tutto quello che lei mi diceva, lo potevo veder concretizzarsi nella vita quotidiana.


Venne un giorno in cui il nero più denso avvolse il mio cuore, tutto il mondo mi aveva tradito, in un colpo solo, ben assestato, la vita mi aveva tolto tutto ciò in cui avevo riposto le energie, tutto quello in cui avevo creduto e sperato, tutto quello per cui non avevo mai smesso di lottare.
Mi restava la mia fedele moto, il mio corpo per fortuna sano, pieno di dolore, e un ultimo desiderio…..ripercorrere la mia strada.
Tinsi di nero tutto ciò che ero, avvolto dalla sconforto, ma mai accecato dalla rabbia,
feci il mio ultimo gesto di amore, l’unico di cui ero restato capace ed in grado di fare. Accesi la mia moto.
Misi le sue ruote per un ultima volta, sulla mia strada.
Cominciai a percorrerla singhiozzando nel casco e la moto singhiozzava con me.
Lei si estendeva di fronte a me, splendida come mai era stata, si era vestita dei colori più preziosi, argento ed oro, incorniciata di verde, le sue curve erano morbide e sinuose, il suo asfalto emanava un tiepido e dolce calore.
Il sole cominciava a tramontare dietro di me, tramontava lentamente sulla strada, e sulla mia vita. Un ultima volta, un ultima volta ancora.
Dinanzi questo quadro di immensa bellezza, la mia anima lentamente si scaldava, riceveva quel nutrimento da tempo cercato.
Presi coraggio, strinsi le gambe al serbatoio, e diedi gas.
L’accelerazione che venne prodotta mi sconvolse i sensi, ero già dove l’occhio un attimo prima aveva visto l’orizzonte. E così procedevo, fuori dal tempo, alieno alla distanza, come una meteora infuocata, verso altre dimensioni.
Tutto si diluì in un pasticcio multicolore che sfumava intorno a me, tranne quel lungo fiume nero caldo e ribollente di asfalto che era la mia strada.
Spinsi con tutta la mia forza sulla pedana, per affrontare quella curva inammissibile, mai vista prima, che si perdeva nel buio dello spazio, con le mie ultime risorse di energia, tirai giù il manubrio fino quasi a sfiorare la mia strada, sentivo strisciare su di lei molte parti di me e della moto, e con lo sguardo volto verso l’infinito, continuavo a piegare su mille realtà.
Non finiva mai, e mai sarebbe finito, questo incessante attrito, tra me e lei, particelle di noi si fondevano insieme, diventavamo una cosa sola.
Infine capii, eravamo un’ orbita.
Fotone al galoppo nel non spazio, mi stavo tramutando.
Correvo incontro al mio destino.
E divenni una strada.

Quando, a bordo delle vostre moto, percorrete le strade, che sian di paese, che sian di campagna, mare o montagna, ricordate, correte forse sulla pelle, di chi come voi, una volta guidava una moto.
Rispettate le strade, ed esse vi ameranno.

Dedicato a tutti quelli che non hanno avuto una strada Maestra.
Cercatela dentro di voi e non traditela mai.
Altrimenti potreste diventare voi stessi parti di una strada.
 
12192871
12192871 Inviato: 27 Lug 2011 15:47
 
 
12192918
12192918 Inviato: 27 Lug 2011 15:55
 

Davvero bella, e mi fa pensare alla "mia" (come di tanti altri) strada, quella su cui vado se "non so dove andare", dove vado se non penso a dove portare la moto e mi stupisce sempre, come se arrivassi chissà dove, alla prima curva in salita, poi continua, se serve, fino a pulirmi l'anima per poi tornare a casa sereno.
 
12193059
12193059 Inviato: 27 Lug 2011 16:18
 

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complimenti davvero, letto tutto d'un fiato: mi è sembrato di vedere davvero le scene descritte... dalla soavità della prima parte con la strada come amica e maestra, alla durezza atroce della seconda, con il nastro d'asfalto freddo interlocutore ...
ma a pensarci bene: non è che la strada è uno specchio che riflette i nostri stati d'animo? eusa_think.gif eusa_think.gif

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P.S. quoto Maurolive... sarebbe perfetto per un articolo 0509_up.gif
 
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12193184 Inviato: 27 Lug 2011 16:42
 

peppa75 ha scritto:
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complimenti davvero, letto tutto d'un fiato: mi è sembrato di vedere davvero le scene descritte... dalla soavità della prima parte con la strada come amica e maestra, alla durezza atroce della seconda, con il nastro d'asfalto freddo interlocutore ...
ma a pensarci bene: non è che la strada è uno specchio che riflette i nostri stati d'animo? eusa_think.gif eusa_think.gif

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P.S. quoto Maurolive... sarebbe perfetto per un articolo 0509_up.gif


si, il connubio strada e moto riflette ciò che siamo e cosa sentiamo. Per questo quando vedo motociclisti sfrecciare ben oltre i limiti provo compassione per la loro incoscienza che una volta era la mia. E mi piacerebbe poterli fermare e chiedergli perchè lo fanno, come lo chiesi a me. Quando in sella finalmente sale con te il passeggero "PERCHE'?" non hai poi più via di fuga, la moto stessa smette di esserlo, devi fare i conti con te stesso.
 
12193197
12193197 Inviato: 27 Lug 2011 16:44
 

tilt ha scritto:
Davvero bella, e mi fa pensare alla "mia" (come di tanti altri) strada, quella su cui vado se "non so dove andare", dove vado se non penso a dove portare la moto e mi stupisce sempre, come se arrivassi chissà dove, alla prima curva in salita, poi continua, se serve, fino a pulirmi l'anima per poi tornare a casa sereno.


e già, la Strada dove ti senti a Casa. Ognuno di noi credo se la porti dentro.
 
12193640
12193640 Inviato: 27 Lug 2011 17:57
Oggetto: Re: La Strada, considerazione personale, un piccolo testo.
 

since1975 ha scritto:

Rispettate le strade, ed esse vi ameranno..


Sono senza parole. Che racconto fantastico!

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12193891
12193891 Inviato: 27 Lug 2011 18:31
 

Semplicemente fantastico!!! 0509_up.gif
 
12198700
12198700 Inviato: 28 Lug 2011 14:34
 

since, dato che è già un topic evito di farci anche l'articolo, diventerebbe un doppione, così proseguiamo qui 0509_up.gif
 
12203589
12203589 Inviato: 29 Lug 2011 11:39
 

since1975 ha scritto:
peppa75 ha scritto:
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complimenti davvero, letto tutto d'un fiato: mi è sembrato di vedere davvero le scene descritte... dalla soavità della prima parte con la strada come amica e maestra, alla durezza atroce della seconda, con il nastro d'asfalto freddo interlocutore ...
ma a pensarci bene: non è che la strada è uno specchio che riflette i nostri stati d'animo? eusa_think.gif eusa_think.gif

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P.S. quoto Maurolive... sarebbe perfetto per un articolo 0509_up.gif


si, il connubio strada e moto riflette ciò che siamo e cosa sentiamo. Per questo quando vedo motociclisti sfrecciare ben oltre i limiti provo compassione per la loro incoscienza che una volta era la mia. E mi piacerebbe poterli fermare e chiedergli perchè lo fanno, come lo chiesi a me. Quando in sella finalmente sale con te il passeggero "PERCHE'?" non hai poi più via di fuga, la moto stessa smette di esserlo, devi fare i conti con te stesso.


per questo quando sono particolarmente nervosa (più che altro incavolata) evito di prenderla e mi do alle mie amate rose e piante icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif

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12204115
12204115 Inviato: 29 Lug 2011 12:36
 

peppa75 ha scritto:


per questo quando sono particolarmente nervosa (più che altro incavolata) evito di prenderla e mi do alle mie amate rose e piante icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif

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eh eh eh! povere Rose allora! una bella potatura stile Mortisia Addams!
p.s.
A me piacciono anche le spine! 0509_up.gif
 
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12205260 Inviato: 29 Lug 2011 14:47
 

since1975 ha scritto:
peppa75 ha scritto:


per questo quando sono particolarmente nervosa (più che altro incavolata) evito di prenderla e mi do alle mie amate rose e piante icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif

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eh eh eh! povere Rose allora! una bella potatura stile Mortisia Addams!
p.s.
A me piacciono anche le spine! 0509_up.gif


povera me... piuttosto... eusa_think.gif ancora porto i segni dell'ultima potatura per togliere i fiori secchi eusa_shifty.gif
il giardinaggio mi ha sempre rilassato e aiutato a pensare icon_mrgreen.gif

(scusa l'ot "campestre" icon_rolleyes.gif )

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12218689
12218689 Inviato: 1 Ago 2011 17:02
 

Se noti bene vedrai che sia in moto sia nel giardinaggio, così anche in tutte le altre attività a cui ci dedichiamo, noi trasmettiamo le nostre emozioni agli oggetti che usiamo e alle opere che creiamo , sia un piatto di pasta che affrontare una curva, in questo noti la differente concezione di tempo e distanze che percepiamo e soprattutto i risultati ottenuti. 0509_up.gif
 
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