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Inviato: 21 Set 2006 18:35
Oggetto: Il mio Bol d´Or (report lungo)
Sono tre giorni che è passata questa splendida esperienza e ancora non ci credo! Vivere a stretto contatto con il mondo delle corse, per veri appassionati come noi, è una cosa stupenda come dire a un bambino che passerà una settimana a EuroDisney. E’ con questa premessa che venerdì mattina mi sono messo in macchina pronto a sciropparmi 700km tra Italia e Francia. A contorno di tutto, un tempo da lupi che a momenti faceva venire voglia di fermarsi, almeno fino a quando non sono arrivato a poco più di 200km dalla meta. A un certo punto, pieno acquazzone, visibilità prossima allo zero, sento un suono che proviene da dietro la macchina... VRRRROOOOOOOMMMMM, beh, non sono capace di scriverlo, però proprio alle mie spalle compare un pazzo, con zainetta, a bordo di un Suzuki GSX-R. Tra me e me penso a un caso isolato di un fanatico che sta andando al Bol d'Or, quindi accosto leggermente facilitandogli il sorpasso e quando mi affianca tiro fuori il braccio dal finestrino per salutarlo motociclisticamente. Il tizio mi guarda, sorride e ricambia andandosene in una nuvola d'acqua... Questi motociclisti sono pazzi... e io che mi facevo le menate anche in macchina!! Ma evidentemente i motards d’oltralpe hanno una visione decisamente diversa dell’andare in moto rispetto a quella che ho io, e a dimostrarlo ci ha pensato la quantità di motociclisti incontrati per strada, che diventava sempre più grande mano a mano che mi avvicinavo al circuito.
Una massa di gente che aveva dell’incredibile viste le condizioni atmosferiche, ma che prendeva senso se inserita nel contesto di una nazione dove non esiste un guarderail senza protezione per motociclisti e dove le amministrazioni comunali si premurano, durante eventi di questo genere, di posizionare balle di paglia nei punti critici della sede stradale, come cuspidi e muretti in prossimità di curve. Questa è civiltà, questa è prevenzione, questo è quello che si potrebbe ottenere se fossimo un gruppo compatto che pensa non solo ai cv pubblicizzati dai giornaletti!
Ma andiamo oltre… e si arriva a Nevers, una bella cittadina sulla Loira dove abbiamo pernottato e dove era previsto l’incontro con Giò e il resto della truppa.
In questo racconto un po’ atipico tralascerò di parlarvi delle fasi di gara. Capirete bene che è impossibile descrivere 24h di tensione e poi trovate già sul sito aprilia un bel riassunto. Cercherò invece di trasmettere quello che ho vissuto come “padre spirituale” della grafica usata in gara. E infatti il primo tuffo al cuore è arrivato la mattina di sabato, quando dopo essere entrati in circuito, vedo le due RSV’06 già pronte, colorate come la mia moto, bellissime con gli sponsor tecnici. Mi sono sentito orgoglioso come un papà alla recita di fine anno della figlia! Purtroppo però, proprio la mattina di sabato il primo inconveniente. Fabrizio entra in pista per le prove con moto in configurazione asciutta e viene tradito al secondo giro da una chiazza di umido che lo fa rovinare a terra! Il serbatoio in carbonio si lesiona e probabilmente un ritorno di fiamma al suo interno lo fa aprire come una scatola di sardine! Tanta paura e una bella botta al piede dx sono quello che rimane, ma non c’è tempo da perdere e allora via subito con Veghini e Aliverti sulla moto 2, mentre il team si adopera per ripristinare la moto caduta e Pelizzon si presta agli accertamenti medici che individueranno per fortuna solo una brutta contusione.
Dietro al box intanto, vicino ai cassonetti dell’immondizia, qualcuno ha buttato velocemente quello che rimane della carena incendiata della RSV.
Ragazzi, non potete immaginare cosa ho provato a vedere le carene uguali a quelle della mia moto, colate e carbonizzate in più parti… Mille pensieri per la testa e tanta voglia di non vivere mai sulla propria pelle certe cose!
Ma il tempo vola e la partenza, prevista per le 15:00 del sabato, si avvicina.
Bellissimo vedere i piloti schierati da un lato della pista e le moto dall’altro… vederli scattare come centometristi vestiti da palombari… salire in moto come degli ossessi e partire in gruppo dando l’idea di uno sciame di api impazzite!
Bellissimo e davvero emozionante!
Trascorrono alcune ore di gara e ci posizioniamo a mezza classifica, con i team di punta che, per il ritmo, sembrano correre una gara di GP e non una Endurance. Ma la nostra RSV fa la sua bella figura, anche perché concedetemelo: E’ LA PIU’ BELLA!!!
Verso la fine del pomeriggio, con Giò, decidiamo di andare a vedere la gara da un’altra parte del tracciato e ci posizioniamo nei pressi della Adelaide, una curva a gomito che evidenzia i limiti della RSV nei confronti delle 4cil. Ci si arriva dopo un semi rettilineo in salita(il Golf) dove per assurdo non paghiamo nemmeno tanto potendo percorrere molto velocemente la precedente curva dell’Estoril. Il brutto arriva in uscita dell’ Adelaide, quasi un tornante da 40-50km/h. In questa specie di stop&go la RSV prendeva regolarmente 30-40mt di svantaggio che poi andava a recuperare nel successivo tratto guidato. Ci si mangiava le mani a pensare cosa si sarebbe potuto fare con 10-15cv in più!! Di notte invece abbiamo dato un occhiata alle moto che si immettevano sul traguardo dopo la s. Ragazzi, è impressionante vedere queste luci che danzano nel nulla, una dietro l’altra senza un apparente ordine. Questi sono dei pazzi, ve lo dico io!!
La notte appunto, quando i tempi si alzano, ma non per tutti! Pensate che i vincitori del campionato e i loro antagonisti girano di media un secondo e mezzo più lenti che con la luce!! Verso le 21:00 arriva Federica(Zane, un punto cardine dell’organizzazione aprilia) con un cellulare in mano e mi dice: “è Eurosport, siamo in diretta e vogliono intervistarti, quando ti chiamano rispondi!!!”. Prendo in mano il telefono come se fosse una patata bollente, non sapevo cosa dire, fino a che sento:”…ma mi dicono che abbiamo in linea un ospite, Alessandro ci sei??” e da lì è iniziata una bella conversazione con non so nemmeno chi, che mi ha fatto sentire benissimo, come se parlassi con un vecchio amico al bar!! Non c’è nulla da fare, noi motociclisti siamo tutti fratelli e tutti speciali, e si vede anche da questo!
Passa il tempo, io verso la una di notte crollo e mi risveglio la mattina dopo, verso le sette. Il team aprilia si è stabilizzato sotto la 15° posizione assoluta e stiamo lottando per il podio di categoria.
Passano ancora altre ore e si avvicina la 24°. Il team ha scalato la classifica fino alla 10° posizione assoluta e 3° di categoria, il podio è nostro!
A tagliare il traguardo ci pensa Pellizzon che festeggia con tutto il team fermandosi sul rettilineo e facendo un bel burn-out… grande!
Anche l’arrivo della endurance è uno spettacolo… tutti, dal primo all’ultimo pilota, si esibiscono in coreografici mono ruota per celebrare insieme al pubblico la fine di una guerra! Incredibile.
Finita la gara, mentre i piloti si preparano per essere premiati, il team comincia a smantellare il box e parcheggia la moto fuori. E io, curioso e orgoglioso più che mai, mi metto in disparte per cercare di carpire i commenti di chi le passa accanto.. Che soddisfazione vedere la gente che si ferma ad ammirare compiaciuta la moto, vestita con la nuova grafica! Che bello!
Concludo il racconto con un “dietro le quinte” emozionante.
Ci troviamo domenica sera per la cena a chiusura dell’avventura e ovviamente, trovandoci in Francia, patria della Nouvelle Cuisinne, dove potevamo andare a mangiare?? In un ristorante-pizzeria italiano! Calabrese per la precisione!!
Finito la pizza, incredibilmente buona per il posto, arriva quello che non ti aspetti.
Gualtiero, che ha iniziato l’avventura Endurance con aprilia ma quest’anno era nel team GMT94 Yamaha e si è unito a noi per cena, chiede un momento di attenzione e parte con una serie di ringraziamenti. Frasi di circostanza, direte voi, ma gli occhi lucidi e la voce tremolante lasciavano intendere una sincera commozione, tipica di chi le cose le fa e le vive col cuore. Grazie Gualtiero, forse non ci incontreremo mai più, ma voglio ringraziarti pubblicamente per quelle parole e per come le hai pronunciate.
Dopo di lui, con pari intensità e coinvolgimento, sono seguiti i ringraziamenti di Carlo(Cordioli, si potrebbe definire il DS del team), dell’inge Berritta e degli altri componenti del team, fino ad arrivare a Giò.
Si, Giò ha fatto quello che avrei voluto fare io ma non sono riuscito.
Avrei voluto ringraziare tutto il gruppo per quello che ci ha dato, ma in quel momento, in quella atmosfera, non ho saputo prendere coraggio e trovare le parole giuste per dire in sostanza un semplice GRAZIE.
Bravo Giò, se non avessi parlato tu mi sarebbe mancato qualcosa.
Ecco, credo di avervi raccontato, se non tutto, molto. Questa è l’immagine, il sapore che ha concluso un’altra nuova emozione targata aprilia.