LunaDelKaos ha scritto:
Appena il ragazzo della smart si avvicina, ho solo la forza di dirgli, stremata, “.. Perché l’hai fatto?”
Lui si giustifica subito dicendo che aveva messo la freccia e non mi aveva visto, infatti si stava immettendo nella corsia, mi ha detto che correvo perché un attimo prima io non c’ero dietro di lui.
In queste due frasi, il senso del nostro andare in moto: siamo sempre invisibili, e se ci colpiscono ci restiamo male come un bambino urtato da un adulto "scusa non ti avevo proprio visto, stai più attento, piccolo". Non ci vedono perché non ci dobbiamo essere, ed è sempre comunque colpa nostra.
Luna, mi dispiace molto. Ma sei viva e pure illesa, ad occhio e croce direi che non è poco.
La moto è invece sempre e solo un ammasso di ferraglia e plastica, sia pure organizzato e messo insieme dalle scoperte, dalle invenzioni e dalla cultura di qualche secolo di umanità.
Se vuoi chiamala Shiva. Ma è una moto e quando sei in strada sei da sola, anche se per ciascuno di noi spesso è "Beautiful Mind", ed esiste e ci parliamo anche. Già che ci siamo, ci tocca pure convincerci di essere invisibili.