Ti sono stati dati giusti consigli. Sei stato fortunato, aggiungo che hai peccato di inesperienza (ovviamente), ma anche di eccessiva confidenza e, permettimelo, di un pochino di presunzione. In strada non si può mai dare per scontato di avere dalla nostra parte la ragione, la precedenza o, in senso più generale, il diritto. L'unico dato certo sono le norme imposte dal C.d.S. (limiti di velocita in primis) alle quali dobbiamo aggiungere quelle dettate dal buon senso. Sulle strade statali e le extraurbane il limite di velocità è al massimo di 90 KmH, il C.d.S. parla chiaro in proposito e, dove diversamente indicato, può essere anche meno, 50 quando si attraversano centri abitati ad esempio o ancora più basso in particolari condizioni (lavori) ma mai in più (si tende al ribasso mai al rialzo). E' buona norma cercare di mantenersi entro questo limite (se c'è ci sarà un perchè, giusto?), questo però non vuol dire necessariamente che viaggiare a 89,99 KmH ti metta in condizione di poter affrontare il percorso nelle condizioni di maggiore sicurezza, assolutamente no; di certo ti può aiutare a limitare i problemi, ma non te ne rende affatto immune. Aumentare la velocità anche solo di 10 KmH comporta un aumento esponenziale del rischio (se pensi che a 80 KmH percorri 22,2 mt al secondo, a 90 KmH ne percorri 25, a 100 ne percorri 27,7 e a 110 ne percorri 30,5 puoi farti già un'idea di quanto, all'aumentare della velocità, si comprimano i tempi che si impiegano a coprire certe distanze). Dici che andavi sui 100 KmH quando eri a 60/70 mt. dall'incrocio; bene, a quella velocità hai coperto quella distanza in un tempo compreso fra i 2 e i 2,5 secondi: un tempo a malapena sufficiente per effettuare una manovra di emergenza (tra tempo di reazione ed esecuzione). Inutile aggiungere altro.
La seconda regola (ma solo in ordine numerico e non di priorità) è di fare in modo che il cervello impari a comandare al polso di chiudere il gas ogni qualvolta si è in prossimità di una intersezione; bisogna tenere a mente che un automobilista che sta per impegnare un incrocio ha sempre una visuale del tutto diversa: la sua visuale è decisamente più in basso di quanto non lo sia quella di un motociclista, e può essere parzialmente coperta da alberi, cartelli stradali, altri veicoli, il montante del lunotto, ecc.; in più è scientificamente dimostrato che è assai difficile quantificare la velocità di avvicinamento di un mezzo la cui sagoma è così piccola come può esserlo quella di una moto (il che significa che un occhio scarsamente allenato, come è quello della maggioranza dei guidatori, motociclisti compresi, non recepirà l'effettiva velocità di una moto in arrivo inducendo, come spesso accade, in un errore che può essere fatale); questo vale di giorno, in condizioni di buona visibilità, di notte il tutto si complica notevolmente. Quindi non è affatto stupido rallentare sempre in prossimità di incroci, immissioni laterali e simili, anche se si ha la precedenza: il fatto di avere la precedenza non comporta affatto che automaticamente ci venga concessa e questo per un'infinità di fattori (distrazione, sottovalutazione, prepotenza...). Occorre sviluppare (il più rapidamente possibile) spirito d'osservazione e colpo d'occhio, è fondamentale imparare a riconoscere quei segnali che ci avvertono che la situazione su strada sta cambiando e può diventare potenzialmente pericolosa (più di quanto non lo sia normalmente). Tanti elementi si possono volgere a proprio vantaggio: per esempio osservare il flusso del traffico e la posizione dei veicoli sulla strada e/o ai lati, i movimenti delle persone alla guida dei veicoli che ci precedono (osservandoli nei loro stessi specchietti o attraverso il lunotto). Gli occhi del motociclista dovrebbero essere come quelli di un camaleonte, in grado di fotografare istantaneamente a 360° (o quasi) l'ambiente circostante e in grado di fornire le informazioni che ci aiutano a valutare se si può presentare una situazione di rischio. L'osservazione costante è la prima cosa, guidare guardando l'asfalto a pochi metri dalla propria ruota (o poco più in là) è il sistema migliore e più rapido per farsi male.
Questa è sicurezza attiva, si tratta di processi mentali che si apprendono col tempo e che diventano via via sempre più rapidi ed automatici.
Come "compitino a casa" io suggerisco sempre queste due buone letture; non sono proprio facili facili, ma costituiscono un'ottima base di partenza per i neofiti oltre che un buon ripasso per tutti quelli che come me, ad esempio, vanno in moto da decenni e tendono ciclicamente ad acquisire cattive abitudini (anche per eccesso di confidenza). Nessuno nasce con la conoscenza, questa viene dall'esperienza e, ahimé, soprattutto dagli errori, quindi umiltà prima di tutto.
Ride safe - suggerimenti per una guida sicura
Braking point - frenare meglio si può
Buona lettura e buona strada.