Sick_Boy85 ha scritto:
1) ... per quanto riguarda i cerchi, penso che valuterei di modello in modello, magari mantenendo - se presenti - i cerchi a raggi, però sostituendoli con cerchi un pelo più grandi e recenti.
Credo che però valutazioni del genere debbano essere fatte "in corso d'opera".
2) Complimentoni per il lavoro...
3) Devo dire che la base guzzi mi sembra ottima per le caffeinizzazioni.
4) Una domanda: ma all'epoca quelli che trasformavano le moto erano visti come i tamarrissimi motociclisti da bar di adesso????
scusa se commento e rispondo solo adesso
e perdona la numerazione ma è per la chiarezza nel contesto...
1) infatti è così: quando si parte con una personalizzazione o si fa un (costoso) progetto "all'americana" oppure si valuta il da farsi passo passo, cosa che si rivela spesso molto più divertente (se no diventa uno sterile lavoro di esecuzione) e molto più economica
2) ma che dici, ho visto in giro lavori fatti con molta più cura, in particolare per quanto riguarda le Guzzi ad un paio di raduni a Mandello del Lario...
3) la base Guzzi è quella che lascia più spazio all'inventiva (architettura del motore, telaio, ecc.) se si esclude il forte vincolo (tecnico ed estetico) rappresentato dalla trasmissione a cardano.
in particolare è la più semplice su cui operare nel momento in cui si scelgono tutti quei componenti come i sistemi di fissaggio, la bulloneria (gran parte di... bassa ferramenta) i cablaggi elettrici, ecc.
4) bella domanda, ma una risposta precisa presuppone maggiore specificità sul periodo al quale ti riferisci: i miei periodi principalmente "operativi" a riguardo sono stati gli anni '70 e gli anni '80 e perciò ti rispondo in tal riferimento:
durante i '70 si era per lo più orientati a modificare ciclisticamente le moto giapponesi per meri motivi funzionali, visto che lasciandole tutte originali c'era poco da divertirsi, su strada...
...e una volta al lavoro sulla ciclistica, se avanzavano soldi dopo l'inevitabile spesa per gli ammortizzatori Koni (o Marzocchi) e le gomme... europee ci si limitava a montare un manubrio a due pezzi (o comunque più basso), delle eventuali pedane arretrate, delle ancora più eventuali selle ad "un posto e mezzo" e degli assolutamente improbabili cupolini più o meno trasparenti, questi ultimi spesso oggetto di discussioni al bar sul loro rapporto tra estetica e funzionalità.
le... "cafèracerizzazioni" più estreme comportavano invece tutta la gamma delle modifiche sopradescritte più l'adozione di una carena e spesso di un monoscocca in VTR serbatoio-fiancatine-sella-codino, molto in voga in quel periodo.
conseguenti gli interventi sulla meccanica che partivano (invece di finire...) dalla sostituzione dello scarico (4-in-1 oppure espansioni, a seconda dei... tempi) a vere elaborazioni del motore, secondo disponibilità.
in tutti e due i casi, al bar si faceva una gran bella figura perché all'epoca non c'era un modo migliore di essere "in"
non so se perché ero immerso nell'ambiente ma non credo facessero/facessimo la figura dei tamarri...
durante gli '80 si sono incominciate a vedere delle moto (parlo sempre soprattutto di nippo) che non avevano bisogno di interventi così radicali per rimanere in strada ma che spesso erano bruttissime sia nude che fasciate nelle carenature che intanto avevano cominciato a diffondersi anche sulle moto si serie.
gli '80 sono stati un periodo in cui il design tecnologico e lo stile in generale (intendo proprio il gusto corrente) secondo me hanno toccato il fondo e si sono viste le cose peggiori del secolo scorso: gran parte della musica prodotta era inascoltabile, la moda sprofondò nel ridicolo e anche lo stile delle moto e dei motociclisti stessi ne risentì: credo risalga a quel periodo la nascita ufficiale della figura (e delle figure...) del tamarro, più o meno metropolitano che sia.
forse perché nel frattempo stavamo crescendo, ma ricordo che anche a noi cominciarono a sembrare di cattivo gusto certe trasformazioni e certi atteggiamenti...