FONTE: Link a pagina di Misterhelmet.com
RECENSIONE DEL 16/05/2007
BELL DAYTONA M4R CARBON
Iniziamo subito col dire che questa versione Carbon del Bell M4R è come quegli agenti segreti, non esiste!
O meglio, esiste ma se fosse catturato la Bell ne negherebbe l'esistenza, visto che è in giro da un paio d'anni sotto forma di prototipo ma non è mai entrato in commercio. La Tecnoplast di Lucca, proprietaria del marchio Bell (Stati uniti Esclusi) ci ha cortesemente concesso la possibilità di entrare in possesso di alcuni esemplari della versione 2005 e della versione di quest'anno,decisamente migliorata. In realtà alcuni fortunati ne sino entrati in possesso ma forse la casa ha deciso di farne girare qualcuno per vedere come va.La cosa che più impressiona chi non ha mai preso in mano un casco in carbonio è l'estrema leggerezza che lascia increduli per qualche istante, sembra quasi un casco finto. Elegante l'interno di colore rosso acceso con finiture azzurre (blu scuro con finiture nere nella versione 2005), veramente racing.
Si percepisce una elevata qualità costruttiva, progettuale e nella scelta dei materiali. Appuntita e aerodinamica la forma della calotta, in fibre composite, realizzata secondo la più evoluta tecnologia di stampaggio ulm (ULTRA - LIGHT - MULTIAXIAL), è caratterizzata da due nervature longitudinali sulla parte superiore che donano al casco un che di artigianale, qualcosa che rievoca le vetture sportive British, personali e curate ma non troppo da perdere quel senso di "handcrafted", per dirla alla maniera anglosassone.Nella parte frontale e posteriore c'è ovviamente il classico logo Bell, un classico che trionfa sui circuiti dagli anni 50. Al centro della mentoniera e' disposta la presa d'aria anteriore richiudibile. Nella parte laterale/posteriore della mentoniera vi sono due svasature per lato che alleggeriscono la linea e contribuiscono ad accrescere l'aspetto grintoso del casco. In realtà a queste due svasature attribuiamo un po' di rumorosità ma è anche vero che per un casco racing l'aerodinamica è un elemento importante e quindi se ne paga volentieri il prezzo.
Nella parte superiore della calotta, integrate con le "nervature", vi sono le prese d'aria superiori anch'esse richiudibili mentre nella parte posteriore ci sono gli efficaci estrattori.
Una nota di merito alla visibilità grazie alla visiera racing professionale piana con regolazione continua, stampata ad iniezione in LEXAN di 3,3 millimetri, record di spessore, con trattamento OPTIVISION antiappannante internamente e idrorepellente antipioggia esternamente.
Il meccanismo di smontaggio/montaggio è uno dei più complessi mai testati (scomodissimo a causa di vite, boccoletta e occhiello da raccordare) ma è anche vero, ci hanno spiegato i responsabili della Casa, che un meccanismo "light" non sarebbe riuscito a reggere una visiera così spessa, che evidentemente deve esercitare una forte trazione nei confronti dei meccanismi. Trattandosi di un casco racing (vi sono infatti solo due posizioni intermedie per la visiera fra aperta e chiusa) riteniamo che valga la pena di impiegare qualche minuto in più se la ricompensa è quella di una visiera assolutamente immobile anche viaggiando col casco aperto a velocità da sbriciolamento patente.
Il cinturino, con regolazione a doppio anello, permette una regolazione millimetrica e, grazie all'imbottitura delle cinghie, protegge il collo da fastidiosi sfregamenti. Un appunto è da fare all'aggancio macchinoso del bottoncino di sicurezza della cinghia, veramente troppo in fondo e troppo vicino per essere raggiunto agevolmente, specie con i guanti. Intutati, accaldati e nervosi, il bottoncino diventa un incubo per il pilota frettoloso.
Gli interni morbidi ma allo stesso tempo stabili ed il peso ridotto garantiscono un buon confort del casco anche se utilizzato per molte ore. L'imbottitura interna, facilmente estraibile e lavabile, è disponibile come ricambio.
La versione in nostro possesso era dotata anche di sottomento e paranaso; quest ultimo è veramente scomodissimo da rimettere e fa a gara col bottoncino del cinturino per provocare nel pilota le imprecazioni più fantasiose.
Durante il test di questo casco abbiamo potuto rilevare il suo comportamento sotto una pioggia battente...non ci sono stati trafilaggi di acqua all'interno della visiera e nessun appannamento della stessa. La protezione all'aria è ottima sia alle basse che alle alte velocità e risulta aerodinamicamente scevro da fastidiose oscillazioni o sensibilità al vento laterale girando la testa in marcia. Buona la silenziosità, considerando la tipologia di prodotto e che l'abbiamo testato anche in pista con una sibilante 4 cilindri ma anche con una Triumph Rocket III completamente aperta!
Le guarnizioni su cui poggia la visiera prestano il fianco a qualche critica ma essendo questo casco una preserie non in produzione, ci piace pensare che la casa migliorerà ulteriormente questa componente e che in fin dei conti, queste sono le caratteristiche di un casco artigianale prodotto a mano.