Paolo558 ha scritto:
A salire sicuramente si può cambiare senza frizione, basta nn far nel frattempo porcherie col gas, data l'assenza del sistema di taglio della potenza (escludendo quello 0,01% di "malati" che se lo monta...
) ed agire con certa decisione sulla leva.
A scalare, non usare la frizione direi che occorra essere molto sensisbili a giocare col gas, in modo da far ingurgitare i rapporti senza "vomitini", oltre ad avere un cambio perfettamente a punto e molto preciso. Per intendersi, col Gilera non me lo sarei mai sognato, sia per il cambio che per la mia sensibilità!
Certo,
se mi citi De_corsa, mi faccio da parte ed aspetto, di sicuro imparo qcosa!
...e come non citarlo!
...in effetti sono abituato il mio morini: ha un cambio così preciso e netto che...tra ogni marcia si "trova" la folle!
Dando una rapida spiegazione sul perchè si utilizzi la frizione nel cambiare le marcie, viene da se la tecnica tramite la quale poter "cambiare a crudo"
Partendo dal presupposto che la quasi totalità dei cambi motociclistici sia di tipo "a rapporti sempre in presa", cioè all'interno del cambio tutti i rapporti sono costantemente in movimento, viene da se capire, ad esempio, perchè quando si cambia di marcia si sente un "tlack" o un "tlock", e perchè sia necessario l'uso della frizione: per poter cambiare di marcia è necessario che il sistema motore-cambio-ruota non sia in trazione, e cioè che non vi sia applicato una forza che impedisca l'azione del selettore di marcia (quello che si azione tramite il piede...). Il sistema più ovvio e semplice consiste nell'uso appunto della frizione, che "stacca" il movimento, e quindi la forza, impresso dal motore dal sistema cambio-trazione, permettendo così la cambiata....
Se però si riuscisse a trovare il momento in cui motore e cambio si trovino entrambi in una fase "morta" (non in accelerazione perchè il motore trasmette moto, non in staccata perchè in questo caso è il cambio a trascinare il motore->freno motore...), allora cambiare senza frizione diventerebbe un gioco da ragazzi, senza compromettere poi l'affidabilità e la durata dell'apparecchio meccanico.
L'istante magico a cui mi sto riferendo s'incontra, solitamente, mentre, dopo una fase di accelerazione, si lascia di colpo il comando gas: in quel momento il motore non è più in trazione ed inoltre la velocità raggiunta dal mezzo garantisce un'inerzia sufficiente affinche neppure la moto stessa trascini il motore-> è quel momento, quell'istante in cui ci si trova in una fase di stallo: non si accelera e non si rallenta.
Si può paragonare il tutto al moto dei gravi in salita e in discesa: le lanciaste un oggetto verso l'alto, mettiamo una penna, pian piano il corpo decelerebbe, fino ad un punto in cui si ferma; dopo un'attimo questo ricomincia il suo moto verso il basso...Bene, il momento di cambiata è paragonabile al punto di altezza massima raggiunta: non si accelera, non si decelera, si è sul limite dei due moti
Queste le mie teorie, (non le o mia provate in laboratorio ) che ne pensate?
Spero di esservi stato utile!