Allora... premetto che il mio report non sarà "politically correct": una giornata "corretta" nei confronti del codice della strada m'è bastata e basterà per i prossimi tre mesi.
L'appuntamento era alle 9, come ben sapete, e Serendipity (Laura) e io ci siamo mossi da casa alle... 9.05! Prima non era proprio possibile: troppe creature della notte ancora in giro, troppo pericoloso. Perciò, schivando lupi mannari e vampiri che si erano attardati nelle loro attività notturne, arriviamo ancora dormendo all'appuntamento, sicuri che, tanto, saranno arrivati sì e no una decina di persone.
Erano tutti lì!!!
Voglio anch'io un po' della roba che vi prendete...!!!!
Una volta giunto, mi levo la giacca e dopo poco mi si avvicinano un po' di persone, tutte con la domanda "Sei Ice1300"? Stupendo... come avranno fatto a capire il mio nick, considerando che è la prima volta che mi vedono? Possibile che sarà stata sufficiente la maglietta con la scritta a caratteri cubitali "ICE1300", la moto 1300 di ciclindrata e l'adesivo sulla moto "Ice"? Sherlok Holmes (Sherlok... non John!!!) in erba!
La seconda cosa che mi viene detta, stavolta da Barone Rosso (o era Triciclo?... Aiut..!), è stata: "Ok! Tu fai da staffetta!" Da staffetta??? Mai sentito di questo ruolo. Che devo fare? Portare la posta? I viveri? Le notizie dalla retroguardia?
Peggio... agli incroci, devo minacciare con occhiatacce gli automobilisti che osano passare prima di aver atteso per 24 minuti il passaggio di tutto il gruppo. E già... tanto ci vuole perché sfilino via tutti i partecipanti.
Eppure eravamo una cinquantina... non trecento! Ma è una regola delle proporzioni. Al numero elevato, ma non imponente, si è aggiunto un valore di velocità ai limiti della sensibilità... quella della lancetta del tachimetro: non s'alzava! E nemmeno il Viagra avrebbe potuto fare qualcosa... il borbottìo del motore, in prima marcia era identico a quello che fa a motore spento.
Oggi andrò a lavare la moto... ma non cupolino e carena, ma targa e parafango posteriore: sono pieni di moscerini che mi hanno tamponato!
Ma tant'è. E in un modo o nell'altro, si procede. Seminando vittime e persone terrorizzate ad ogni incrocio con sentieri, mulattiere ed anche canali di scolo (le auto potevano sorpaggiungere da ogni parte, stando alle segnalazioni del pack-leader... "pack-leader"... che strano nome... all'inizio credevo fosse un medicinale contro l'orchite!), ci avviciniamo lentamente alla mèta. Ma evidentemente, il diavolo c'ha messo lo zampino, anzi.. a ben pensarci qualche mosca. Sì, perché, nonostante la velocità subsonica mantenuta (per essere subsonica, era subsonica. Inconfutabile!), il pack-eccetera è riuscito a seminare qualcuno. Probabile la complicità di un eccessivo numero di mosche organizzatesi a spingere in avanti le targhe per farsi strada.
Sosta a Capranica Prenestina, dove la "scazzata" in seno al vertice ("seno" non è una parolaccia.. anzi!
) si rivela essenziale per sfogare la pressione degli animi e dei radiatori. Bambiiiiinoni...!
Devo però dire che fare da staffetta, in fondo, da che mi sembrava una sorta di "giogo per l'ultimo arrivato" s'è rivelato un ruolo divertente... il dover recuperare la testa del gruppo (che poi è il pack-qualchecosa) mi ha consentito di lasciare a terra alcune dozzine di cavalli di tanto in tanto... e di vedere negli occhi la Madonna quando, passando in leggera curva un camion a due ruote, mi sono ritrovato contromano a causa di un "leggero" allargamento del camion verso l'esterno. "Ma come?" ho pensato - "non dovrebbe essere il punto dove ci si porta alla corda della curva? E perché invece sta praticamente girando dalla parte opposta?". Ok.. decido di non montare in sella al camion e di spostarmi verso l'sterno per evitare la sfida con le leggi della fisica (in particolare quella dell'incompenetrabilità dei corpi). E, ovviamente, in senso contrario ecco che arriva una moto in stato di "coltello tra i denti e ginocchio a terra". Pinzare in piena piega e riportarmi dietro al camion-a-due-ruote è stata una delle manovre più eccitanti della giornata...
Il guidatore non se n'è accorto... ma per qualche chilometro gli ho messo il piede dietro la targa e l'ho spinto per un po'... mi sa che avrà pensato di avere un motore cibernetico che prende l'iniziativa da solo!
Ok. Arrivati al bivio della Mentorella, mi metto di traverso a bloccare le macchine che arrivavano (ovviamente, in piena curva.... tanto per avere qualche brivido in una giornata con 56,2° all'ombra) e dopo precisi 24 minuti, ci ritroviamo tutti sulla stradina che conduce al Santuario.
Un luogo davvero mistico.... solo che ancora non ho capito se sono riuscito a vedere una sequela di Santi, Gesù e Maria che parlottavano tra loro per la sacralità del posto o per la temperatura... ma certo è che mi sentivo strano.
E così, dopo la Benedizione alle "automobili" (
... già, perché è stata impartita testualmente alle automobili, non alle motociclette... ma confido sulla superiore comprensione divina), ci siamo divisi in due gruppi: sacco e ristorante... ovvero, in altri termini, sbracatura a incastro tra testimonianze organiche di capre e mucche e sbracatura tra piatti e sedie. E lì, all'ombra di un albero (va detto che avevamo un bosco intero alle nostre spalle ma, non si sa perché, ci siamo messi in dodici sotto ad un unico albero!), ho conosciuto un po' meglio alcuni di voi, di cui, ovviamente, non ricordo nemmeno un nick...!
Ma ricordo bene i vostri visi, le risate, le espressioni serene, vissute in momenti in cui il mondo intero e tutto ciò che ha di storto è stato tenuto alla larga per lasciar spazio alla spontaneità. Quella spontaneità che troppe volte dobbiamo limitare in nome del lavoro e delle norme sociali. Lì, tra motociclisti (chi più chi meno...
), vale una sola regola, e tutte le altre sono bandite. Quale sia questa regola non lo dico: se siete motociclisti, la conoscete già!
Ciao. Grazie a tutti e... alla prossima.