Le rotatorie e i sistemi “rallentatori” sono soluzioni “di moda” per snellire il traffico, ma non sempre risultano sicuri per automobilisti e motociclisti, specie per noi su due ruote.
Porto l’esempio di piccoli comuni in zona da me (ma anche Roma non è esente), sulla via Tiberina all’ingresso di Fiano Romano, sulla Flaminia all’ingresso dei comuni di; Castelnuovo di Porto e Rignano Flaminio… ma come qui in zona da me, si trovano sparsi in comuni e città di tutta Italia. Sembra che stiano facendo a gara per chi realizza più dossi rallentatori, passaggi pedonali rialzati, e soprattutto rotonde? Ormai sembra che non ci sia più città, comune o frazione che non ne abbia almeno un paio sul suo territorio, di solito sono piazzate all’ingresso del paese per “esibirli” come un’attestato di modernità o civilizzazione. Peccato che non sempre siano necessari, e in qualche caso risultino addirittura pericolosi per l’incolumità dei motociclisti: dossi troppo alti o rotonde con segnaletica insufficiente o “viscida” sono le insidie più frequenti. Vediamo come evitare di cadere in queste trappole…
Che agli italiani e ai nostri politici piacciono le cose complicate e anche un po’ “perverse” sembra cosa consolidata. A vedere certe soluzioni infrastrutturali (e non voglio riportare per l’ennesima volta l’esempio dei guard-rail “assassini” dove solo in Italia c’è un decreto legge che vieta l’installazione di guard-rail più sicuri, così come avviene all’Estero ormai da qualche tempo. In Italia si preferisce delegare questa soluzione, lasciando la responsabilità della realizzazione al buon senso di Sindaci di piccoli comuni, sottraendo a questi risorse economiche importanti). Siamo l’unico paese ad avere due tipi di rotonde, all’italiana e alla francese. Le differenze non sono estetiche, ma di sostanza: all’interno dei due tipi di rotonde ci sono regole di precedenza completamente differenti. In pratica, entrare in una rotonda alla francese pensando di essere su una all’italiana significa quasi sempre un incidente, uscirne indenni può essere considerato un miracolo. Al proposito ho preparato due disegni che ne dimostrano il funzionamento:
Rotonda alla Francese
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Alla francese è ormai il tipo più diffuso anche in Italia (oltre che in Europa). Si riconosce per i cartelli di “dare precedenza” (quelli triangolari) posti prima di imboccare la rotonda: in pratica, hanno la precedenza le vetture che già stanno percorrendo la rotonda, cioè quelle provenienti da sinistra.
Rotonda all'Italiana:
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All’italiana, si riconosce perché è preceduta solo dall’indicazione circolare blu che segnala le rotatorie. Le regole della precedenza sono quelle “classiche”, perciò ha diritto di precedenza chi arriva da destra, quindi chi si sta immettendo nella rotonda.
Attenzione a quelle a due corsie; il discorso si complica ancora se la rotonda ha due corsie. In teoria la circolazione dovrebbe avvenire solo nella corsia più interna, salvo spostarsi su quella esterna quando ci si avvicina allo svincolo di uscita, e ogni spostamento deve essere segnalato utilizzando le frecce. Purtroppo nella pratica vale spesso la legge “della prepotenza”!Attenzione anche allo sporco; oltre a tutti i problemi riportati, un altro pericolo reale per chi va in moto viene dallo stato dell’asfalto: è facile che per il traffico intenso di auto, sulla strada si accumulino gomma e brecciolino che ne riducono l’aderenza soprattutto se piove. Se poi la rotatoria è nei pressi di un centro commerciale o di una zona industriale, siate ancora più prudenti: c’è il rischio di incappare in chiazze di gasolio (scivoloso come l’olio) lasciate dai camion di passaggio. Per evitare questi rischi conviene “piegare” poco la moto, cercando di tagliare il più possibile la curva.
Ma i pericoli purtroppo non finiscono qui… quante volte siamo incappati nei attraversamenti pedonali rialzati? Molti amministratori locali hanno trasformato i dossi, creando i “mostruosi” attraversamenti pedonali rialzati (a chi può servire?). Si tratta di autentiche trappole killer per i motociclisti, spesso non segnalati. Di fatto non esiste normativa che regoli questa specie di “trampolini” messi di traverso sulle strade (l’obbiettivo non è quello di rendere le strade più sicure?): il Ministero delle Infrastrutture (circolare prot. N°. 2867) ha chiarito che non si tratta di dossi di rallentamento, bensì di opere che modificano il piano longitudinale di una strada e per le quali non occorrono particolari autorizzazioni. Viene solo raccomandato ai comuni di valutare attentamente le motivazioni tecniche, di opportunità o neccessità nella realizzazione di questi attraversamenti (come dire: se proprio non ne potete fare a meno…), sottolineando che i comuni devono assumersi la responsabilità di inconvenienti o danneggiamenti dei veicoli.
Altro pericolo viene dai dossi, trasformati troppo spesso in “trampoli”. Purtroppo alcune strade cittadine si trasformano di sera in piste dove degli incoscienti si “divertono”, mettendo a rischio la sicurezza propria e altrui. Per limitare questi rischi il C.d.S. prevede la possibilità di inserire i dossi rallentatori, ma a determinate condizioni.
Come devono essere: Il C.d.S. (art. 179) individua così i luoghi dove possono essere installati i dossi: Strade residenziali, parchi pubblici o privati, residence e luoghi simili, per identificare una strada come “residenziale” occorre che sia inserita all’interno di una zona anchessa identificata dalle normative urbanistiche del comune (piano regolatore) come “residenziale”.
I dossi devono essere sempre presegnalati e chiaramente visibili sia di giorno che di notte. Sono previste anche delle misure ben precise in funzione del tipo di strada:
Se il limite di velocità è di 30 Km/h devono avere un’altezza massima di 7 cm. e una larghezza di 60 cm.
Se il limite di velocità è di 40 Km/h devono avere un’altezza massima di 7 cm. e una larghezza non inferiore ai 90 cm.
Se il limite di velocità è di 50 Km/h devono avere un’altezza massima di 3 cm. e una larghezza non inferiore ai 60 cm.
Se per colpa di un attraversamento pedonale o di un dosso mal realizzato, perdiamo l’equilibrio e si finisce a terra, o semplicemente danneggiamo la nostra moto è possibile fare ricorso? Si può citare la direttiva ministeriale del 245/10/2000 (Gazzetta Ufficiale N°. 301 del 28/12/2000), che per evitare un uso indiscriminato dei dossi dispone che l’ordinanza che li autorizza sia adeguatamente motivata. Sugli attraversamenti pedonali bisogna ricordare una recente sentenza del Giudice di Pace di Milano n°. 21201 del 07/07/2006 che ha ritenuto l’attraversamento rialzato un vero e proprio dosso, rappresentante un’insidia stradale perché non rispettava i limiti di altezza. Questa sentenza apre le porte ad eventuali richieste di risarcimento danni in sede civile.
Come affrontare i dossi? Ci sono alcune regole (oltre al buon senso e a moderare l’andatura) per superare senza rischi un dosso “fuorilegge”:
- Bisogna sempre affrontare l’ostacolo frontalmente.
- Conviene terminare la frenata di rallentamento un po’ prima del dosso, per dare il tempo alle sospensioni di recuperare l’assetto normale così da incassare meglio il contraccolpo.
- Se la strada è bagnata bisogna essere particolarmente prudenti: il materiale con cui sono fatti i dossi (in genere cemento e gomma) hanno un’aderenza inferiore all’asfalto.
Esistono alternative ai dossi? I dossi non sono l’unica soluzione per moderare la velocità sulle strade. Un’alternativa già adottata prevede uno o più semafori lungo la strada, collegati a misuratori di velocità che fanno scattare il “rosso” non appena si supera la velocità prescritta. Il conducente sa quindi che oltreppassando una certa velocità sarà costretto a fermarsi per non rischiare una multa per il passaggio con il rosso. Un’altra soluzione, sviluppata in certe nazioni nord-europee (Olanda) prevede ostacoli laterali (isole pedonali, sbarramenti con fioriere), che costringono a rallentare per la tortuosità della strada.
Abbiamo parlato di rotonde all’italiana, alla francese, dossi e strisce pedonali preposte al rallentamento del traffico, in qualche caso si possono trasformare in vere trappole, mettendo a dura prova la nostra sicurezza in moto. Ma sono sicuro che anche molti di voi, possono portare qualche esempio negativo di “cattiva” segnaletica stradale, allora perché non trasformare questo Topic in un Topic denuncia! Magari con un po’ di buona volontà, possiamo scattare delle foto e inserirle con un commento, potrà così servire come segnalazione a tutti i visitatori del Forum, e trasformarsi con il tempo, in un vero documento denuncia.
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