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Inviato: 14 Mar 2007 15:45
Oggetto: Prova vfr Vs cbf600
Ad un mese dall’acquisto e dopo i primi mille chilometri con il VFR, ho pensato di esprimere le mie soggettive opinioni, la cosa mi risulterà più semplice paragonando il VFR al CBF visto che con quest’ultimo ho affrontato una stagione di seimila chilometri. Naturalnmente l’estate che arriva mi permetterà di aggiornare il test rilevando analogie e differenze tra le due moto.
PREMESSA
Moto attualmente in possesso:
Honda CBF 600 immatricolata ad agosto 2006 (nera)
Honda VFR 800 immatricolata a febbraio 2007 (nera)
Ambiente di prova:
Honda CBF 600: n. 5 viaggi durante il fine settimana fino a fine ottobre 2006 con i seguenti itinerari:
1. Riviera del garda ovest fino a Trento e la val sugana,
2. Brisighella e le valli del Mugello con rientro per Imola e la costa adriatica, (Romea)
3. Milano, Como e Lecco e val brembana,
4. Strada Marosticana Bassano Schio Vicenza, con ritorno per i colli berici e d euganei,
5. Verona e la bassa veronese fino ai confini (superati) della lombardia e dell’emilia
6. A questo si aggiungono piccoli motogiri nell’arco della giornata di circa 300-600 km a seconda del percorso tra le alpi friulane o venete, e la pianura veneto orientale. Tutti Con passeggero e bagagli per il pernotto
Honda VFR: piccoli motogiri (visto il periodo e le ore di sole disponibili) di 150/400 km a giro tra le alpi friulane (anzi meglio le colline) e venete, e la pianura vento orientale, con o senza passeggero e sempre senza bagagli a seguito.
Nonostante la diversità di utilizzo entrambi i veicoli hanno offerto la possibilità di valutarne analogie e differenze, ma soprattutto prime e forse scontate impressioni.
Prima di affrontare la mia analisi ci tengo a dedicare alcune parole sull’abbigliamento utilizzato durante i piacevoli Test.
Giacca e pantaloni (separati) in tessuto tecnico (cordura-winstop) con protezioni per tragitti maggiori di 150 km,
Giacca in pelle (con proteszioni) e jeans per percorsi inferiori ai 150 km.
Caschi modulari di diverse marche e materiale.
Fascia elastica con protezione per la schiena.
Stivali touring, calze con rinforzi e termici a protezione del piede dal freddo
Sottocaschi in seta e/o cotone
Guanti in pelle traforata con rinforzi per l’estate, guanti termici con rinforzi per l’inverno.
Non scambiatemi per un fanatico megalomane, ma c’è un perché nella mia “precisione” sull’abbigliamento, e non è dovuta da disponibilità economica, ma da precedenti esperienze negative.
Prime Impressioni:
Honda CBF 600.
La mancanza di carena integrale impedisce una protezione totale dal freddo e pioggia, il cupulino (regolabile) pernmette comunque di affrontare lunghi tragitti al riparo dell’aria, anche se la mancanza di carena permette di godere l’aria estiva in tutta sua completezza. La sella regolabile permette l’adattamento della propria posizione di guida, mentre l’imbottitura garantisce un discreto confort nei lunghi tragitti. Il passeggero “vive” sulla sella posteriore (separata da quella anteriore) grazie all’ambiente confortevole creato non solo dalla sella stessa,ma anche dal bauletto posteriore con schienale e dai bauletti laterali che forniscono un senso di protezione ed appiglio e quindi permettono una certa libertà di movimento. La posizione di guida leggermente inclinata in avanti ma non caricata sui polsi non stanca. Nonostante la cilindrata non eccelsa, la CBF600 permette di affrontare viaggi parecchio lunghi senza soffrire godendo del panorama circostante, il tutto però viaggiando rispettando i limiti di velocità imposti. In autostrada infatti stanca parecchio ed i chilometri si sentono maggiormente. Mentre anche se a pieno carico, l’Hondina pemette il divertimento su strade con molte curve e con velocità “Turistiche” non mette mai in crisi il pilota, neppure in situazioni critiche di terreno, e la stabilità non è mai compromessa. La moto si presta inoltre per la sua manegevolezza anche ad un uso urbano, e tragitti casa lavoro.
Il quattro cilindri in linea inoltre permette di riprendere giri a basse velocità anche con marce alte senza mai avere reazioni brusche o saltellamenti. Superati i 7000 giri però aumenta un pò di grintosità e se sfruttate le marce agli alti regimi, regala un po di vivacità nella guida. I Freni non mettono mai in crisi il pilota, anche se la forcella anteriore, a pieno carico affonda troppo, un piccolo intervento di sostituzione dell’olio dovrebbe migliorare lievemente.
Pulizia e manutenzione: la moto è stata pulita con acqua non pressurizzata per le parti di carozzeria, e lucidatura con polish da carozziere, mentre per gli organi meccanici ho utilizzato il kerosene per sgrassatura e pelle di daino per asciugatura. Nonostante la cura maniacale però i collettori di scarico presentano delle piccole macchie (antiestetiche), mentre dopo la pulizia con acqua ha avuto qualche difficoltà. all’accensione (devo ancora capirne il motivo). La moto per il ricovero invernale è stata caricata su cavalletti anteriori e posteriori, la batteria tolta dalla moto è stata collegata ad un carica batteria collegata alla rete da 220 Volt mentre il serbatoio è stato riempito di carburante. La rimessa su strada comporterà lo svuotamento del serbatoio e rabbocco con carburante nuovo, lo sgrassaggio e conseguente ingrassaggio della catena, pulizia del filtro aria, controllo e ripristino pressione dei pneumatici, seguito poi da un piccolo tagliando presso l’officina.
Honda VFR
L’impressione dei primi giorni è stata quella di averla sempre guidata, e di darmi sicurezza nella guida. La carena protegge bene anche nelle serate “fresche” di questo inverno quasi inesistente.
La moto in mio possesso non possiede bauletti anche se è possibile attrezzarla a Sport Touring per affrontare tragitti di lunga percorrenza. La casa madre annovera tra i propri accessori la triade di bauletti, ma sinceramente costa eccessivamente, mentre ci sono accessori after market che sono qualitativamente buonni ma fanno molto meno male al portafogli
La sella è larga e ben imbottita, e non stanca mai il pilota garantendo un buon confort ed abitabilità, i semimanubri non sono eccessivamente bassi e la guida è un po caricata sui polsi, ho impiegato un paio di giorni ad adattarmi, ma credo (non ci ho fatto caso) che il dolore che avevo le prime sere sia sparito non tanto per allenamento ma dal fatto che devo aver cambiato l’impostazione di guida . Il passeggero abituato a CBF ha richiesto qualche km im più per adeguarsi alla posizione ma il risultato finale è stato sorprendente, ed ha riscontrato una migliore abitabilità, unico neo le pedane che (secondo la mia zavorrina) quelle in gomma del CBF stancano meno la pianta de piede. ( grazie anche alla guida rilassata e mai al limite del pilota). Il bicilindrico a V a fasatura variabile, due valvole per cilindro fino ai 6500 giri, trasmette qualche vibrazione quando si richiede al veicolo di riprendere velocità a marce alte, ma non richiede un eccessivo uso del cambio, l’accortezza sta nel non eccedere al passare alle marce alte senza aver aumentato proporzionalmente il numero di giri, un’accorteza da poco. Il quattro cilindri a V a fasatura variabile funziona a due valvole per cilindo fino ai 6500 giri e offre il “tiro” di un bicilindrico. Maggiore difficoltà sta nell’apprezzare la “botta” di potenza dopo i 7.000 giri quando entrano in funzione le quattro valvole, avvenimento sinceramente raro sulle strade italiane, a meno che non si voglia correre il rischiio di mettere su un piatto della bilancia il piacere del godersi il motore, e sull’altro il rischio di mettere mano al portafogli e dimenticare alcuni punti sulla patente. Nonostante tutto io ho azzardato qualcosa ed ho goduto piacevolmente tutti i piaceri che il motore V-Tech offre. Nonostante il peso, non si nota difficoltà di guida anzi VFR trasmette una stabilità eccelsa soprattutto nei curvoni veloci. Ottimo l’impianto frenante adeguato alle caratteristiche della moto mentre la regolazione degli ammortizzatori permette di variare sensibilmente la taratura del confort di guida privilegiando o meno la guida sportiva.
Non è sicuramente un mostro di potenza visto il rapporto cavalli peso, ma VFR si presta piacevolmente anche alla guida sportiva, e sinceramente non vedo l’ora di provarla in pista per apprezzarne a pieno le qualità.
Pulizia e manutenzione: la moto è stata pulita con acqua non pressurizzata per le parti di carozzeria, e lucidatura con polish da carozziere, mentre le parti meccaniche con kerosene per sgrassatura e pelle di daino per asciugatura. Quindi stesso trattamento del CBF. Per il VFR non ho riscontrato problemi all’avvio.
Considerando comunque che le moto sono nere , ad ogni uscita le parti verniciate di entrambe vengono “passate” con il panno di asciugatura della cera utilizzato nella lucidatura precedente.
Vani sotto sella? Beh per entrambe quasi inesistente; la trousse di attrezzi e lo spazio per i documenti e (forse) un lucchetto ad U.
Impianto di illuminazione ottimo per entrambe
Finiture? Beh migliori su VFR ma per entrambe a livello del marchio Honda
Spero inoltre in futuro di aggregarmi ai Vuferisti del sito per partecipare a qualche uscita e confrontare il mio stile di guida, capacità e magari scoprire qualche trucco per utilizzare le mie moto.
Scusate l’ortografia imprecisa ma in italiano ho sempre avuto 4.