Volevo condividere con voi il piacere della prima vacanzina primaverile. Questo il racconto.
Finalmente ci siamo: la primavera sembra giunta. Quale miglior modo allora, che festeggiarne l’arrivo organizzando un week end in moto?
Tappa designata la zona di Marina di Carrara, così da poter coniugare mare, monti e sapori.
Partecipanti:
io –EgoSte;
zavorra – ZaVFRrina;
e lei, la mia VFR –Chiappettona-.
[img] [/img]
[img] [/img]
Partenza ore 9.00 dalla fresca ma finalmente assolata brianza. Prima sosta: 5 minuti più tardi, nel mio garage….avevo dimenticato il lucchettozzo

Ok, si riparte, pallostrada fino a parma est ad un’andatura turistica e non oltre codice (…finche non cambio le gomme -pilot power2-)!! Svoltati, finalmente si arriva alla Cisa…quanti ricordi: multe di qua, blocchi di là…


Scavallo in terra ligure


Non ci lasciamo però prendere dallo sconforto, dato che l’aria di mare sulla costa merita un’andatura da Vespa50 in stile anni 60’.
Ci godiamo così il tepore e il profumo del tirreno in tutta la sua lucentezza

Scatta ora la ricerca dell’albergo, ma armati di un elenco di nominativi, non tardiamo a trovare nell’hotel Tenda Rossa di marina di Carrara l’alloggio ideale: il pensiero di risvegliarci la mattina dopo con la vista del mare ci riempie di positività


È così che dopo aver sistemato i bagagli, puntiamo l’entroterra alla volta di Colonnata, dove ci aspettano chilometri lineari di lardo da assaporare e tonnellate di marmo in estrazione da ammirare.
Il paesello non dista molto da Carrara, ma la strada per raggiungerlo non è certo da gran premio di velocità: strade strette, spesso sporche di sabbia e sassolini e umide per la pioggia caduta abbondante nei giorni precedenti.
Lo scenario comunque è piuttosto suggestivo, soprattutto per chi come me non ci è mai stato prima. Le montagne scavate e sventrate nel loro cuore bianco sono impressionanti e tutto il maestoso scenario circostante ridicolizza le nostre dimensioni umane.


Arriviamo quindi a Colonnata, dove scopriamo di non essere soli (il dubbio, nel tragitto ci era venuto…). Il paese è davvero minuscolo, tutto raccolto intorno alla piazzetta dal quale partono caratteristiche viuzze pervase di larderie, vecchie case e storie di cavatori.


La sosta in trattoria per assaporare le delizie di casa è d’obbligo. Lo scettro come miglior piatto della giornata è vinto da questa polenta fritta con lardo fuso: un piacere per il nostro gusto.

Ora, sazi e felici, ci concediamo una visita al caretteristico borgo.

Effettuate le foto di rito, possiamo ritornare in sella, constando però che la lucentezza delle carena è stata compromessa a causa di uno sporco e deturpante terriccio…

La scelta si rivela azzeccata, dato che la strada che porta da Colonnata a Torano, in mezzo alle montagne e alle cave è davvero impressionante, soprattutto nei passaggi nelle diverse gallerie dall’aspetto esteriore di inquietanti tunnel bui e sconfinati. In realtà durano poche decine o centinaia di metri, ma sono già sufficienti ad incutere soggezione, data la scavatura “grezza” nella roccia, l’aspetto “primordiale” e l’assenza di illuminazione

Diamo giusto un occhio al livello benzina, per esser sicuri di non rimanere a piedi in questi territori poco ospitali…




Sono ormai le 16, ed è tempo di ritornare al campo base. Ci attende il mare che non abbiamo ancora salutato da vicino e il sole che tra non molto si dovrà calare dietro l’orizzonte.
Ritornati quindi in albergo per liberarci dei 3 strati termici indosso, ci dirigiamo al mare.
La spiaggia è piuttosto frequentata e a farla da padroni sono i diversi surfisti che approfittano del vento che innalza delle onde discretamente cavalcabili. Il tutto aiuta ad aumentare la “poesia” di questa bella giornata primaverile.



Prima di far definitivo rientro in albergo, per una tanto dovuta quanto agognata doccia, ci rifacciamo occhi e spirito assistendo al tramonto sul mare


Per la serata, scegliamo giusto una pizza e via, a filata a letto, domani ci aspettano altrettanti km in sella

Sveglia ore 8.00 (dopo battaglia con gentile e distrutta consorte)

Dopo esserci giustamente e normalmente abbuffati con la colazione, liberiamo “Chiappettona” dai vari lucchetti antifurto (ha passato la notte in strada…

Una sosta per riempire fino all’inverosimile il serbatoio e via per la provinciale che attraversa La Spezia e che ci conduce a Portovenere.
L’affluenza è di quelle dei migliori giorni di maggio, ma essendo noi (motociclisti) degli esseri superiori

Il caldo, quello vero che non si sentiva da tempo, ora mi affligge “piacevolmente”…da quanto tempo

Imbracciamo bagagli e giubbotti e ci dirigiamo verso le viuzze del centro storico.

Come se non ne avessimo già voglia, ci vengono continuamente proposte le peculiarità culinarie (più o meno) della zona: focaccia, farinata, pesto…salse, olio, dolci e chi più ne ha più ne metta

Per il momento non ci lasciamo tentare e proseguiamo fino alla punta estrema del borgo che ci porta sul promontorio dominato dalla chiesetta in stile..........

L’architettura, il sole, la costa, il fragore del mare, gli scogli, le montagne innevate di sfondo ne fanno un quadro unico e fantastico.


Restiamo quindi qualche minuto rivolti verso il sole e appollaiati su una delle scalinate della piazza a godere di tutte le bellezze che ci circondano.


Mossi da un nuovo desiderio di intraprendenza, torniamo al mezzo accucciato all’ombra dei pini marittimi. Riprepariamo e riselliamo la Chiappettona per una ripartenza verso nord-ovest, sulla costa di levante.
Data la scarsa conoscenza dei luoghi e la totale assenza di ogni mezzo di orientamento

La piacevole sorpresa è che per scendere a mare c’è una bella serpentina, una strada tortuosa che fa respirare e rinvigorire un po’ le nostre bistrattate gomme

Giungiamo a riva e scopriamo che Levanto ha dalla sua un’ottima spiaggia su cui sarebbe così bello assaporare un bella focaccia al formaggio


Delusione



Stufi dei già numerosi km trascorsi nelle strade a pagamento, optiamo per la strada costiera….nostra fortuna (o malgrado per ZaVFRina) scopriamo che di costiero non c’è un bel niente

Ad un secondo richiamo però, sono costretto ad abbandonare la provinciale


Sono le 14 passate, facciamo la corsa per parcheggiare sul lungomare e per addentrarci nelle vie del centro per arrivare al più presto alla terra promessa: il forno della focaccia al formaggio più buona che si sia provata finora

Ci rilassiamo alla vista di una splendida teglia piena e pronta da gustare e ancor di più ci godiamo il finire della giornata e aimè del weekend gustando la specialità della casa e sollazzandoci nuovamente della ritrovata primavera

Il rientro dalle 15.30 è di routine verso la nostra sfocacciata brianza.

Lamps a tutti!

EgoSte
ZaVFRina
Chiappettona (VFR)