Nel periodo fra le due guerre mondiali il motociclismo compì i primi passi per diventare sport internazionale. Furono le motociclette inglesi, italiane e tedesche a sfidarsi a dominare nelle prime corse sul Vecchio Continente.

Dopo la prima guerra mondiale, le corse divennero abituali nella maggioranza dei paesi europei, anche se era l’Inghilterra a offrire la maggiore attività.

Nacquero molti club, che permettevano ai loro iscritti di correre ogni fine settimana.

Durante il periodo fra le due guerre, la FICM (che più tardi diventerà FIM) cercò di porre ordine nella confusione esistente: divise i partecipanti in categorie e ridusse anche la distanza delle corse, che spesso potevano raggiungere e sorpassare i 500 km.

In questo periodo, si batterono numerosi record di velocità e nacquero due differenti scuole tecniche: mentre le marche italiane e tedesche rincorrevano la maggiore potenza mediante l’uso del compressore, gli inglesi rimanevano fedeli al motore aspirato.

Questo ebbe le sue conseguenze quando cominciò il mondiale, nel 1949, perché in quella occasione si vietò l’uso del compressore.

Il primo campionato d’Europa, in prova unica, si disputò a Monza nel settembre del 1924, con una sola categoria, la 500, che già cominciava a imporsi come la più popolare tra gli appassionati.

La corsa venne vinta da Guido Mentasti, su Moto Guzzi, che inaugurò un’era: quella in cui le corse in circuito disputate in tutta Europa si trasformavano in duelli tra le motociclette italiane e inglesi, alle quali si sarebbero unite, un anno più tardi, le tedesche DKW e BMW.

Contemporaneamente, il motociclismo aveva uno sviluppo diverso negli Stati Uniti,dove nel 1924 venne fondata la American Motorcycle Assosciation e dove la maggioranza delle corse erano di dirt track o di motocross.