L’intero universo dueruotista non può prescindere proprio dalle compagnie assicuratrici che
(non me ne voglia la categoria) tentano di levarci ogni spicciolo residuo nel
nostro portafogli...
E’ il giorno tanto atteso…e noi siamo lì, dal nostro concessionario di fiducia, pronti a ritirare la moto. Vediamo
solo la nostra piccola... siamo pronti a concludere l’affare. Manca solo un
piccolo particolare... non abbiamo fatto l’assicurazione! Proprio così, quella
cosa che avremmo fatto il giorno dopo, poi il giorno dopo ancora, poi quello
successivo.
E’ noto, però, che nella vita non è mai troppo tardi. Armati di una voglia matta
di due ruote, ci presentiamo in una delle tante compagnie assicuratrici della
nostra zona.
Qui iniziano i problemi.
Qualunque sia la moto, qualunque sia la cilindrata, la marca, il modello, la cifra che dobbiamo sborsare è sempre astronomica.
A questo, aggiungiamo che spesso, troppo spesso, il nostro cuore ci porta
inconsciamente a tutelare la nostra moto in maniera quasi maniacale: il bravo
assicuratore, facendoci parlare della nostra passione (mostrando peraltro un
finto interesse) ci frega in ogni modo.
Usciamo così dall’ufficio di una qualsiasi compagnia che abbiamo stipulato una
polizza in grado di tutelare ogni cosa : dalla RCA, all’incendio, all’
implosione di un cilindro, per giungere fino all’assicurazione che tutela la
moto in caso di attacco di locuste o di invasione di alligatori erbivori del
Burundi.
L’abilità delle categoria degli assicuratori è riposta nella loro incredibile propensione di farci credere che ogni polizza, ogni opzione, ogni postilla che sottoscriviamo è per il nostro bene. In
alcuni casi, l’assicuratore mette addirittura mano alla calcolatrice,
mostrandoci il suo trattamento di favore con calcoli che, diciamoci la verità,
non portano assolutamente a nulla.
Ma noi motociclisti, che siamo notoriamente mossi dal cuore, sul momento non pensiamo a null’altro se non a guidare la nostra belvetta:
sborsiamo con un sorriso qualunque cifra.
Usciti dall’ufficio però, il nostro sorriso si trasforma progressivamente in un
mezzo sorriso, in una risata a denti stretti, per finire con un muso lungo
capace di pulire per terra meglio di un aspirapolvere.
Ora, lo so. Lo sento che ve lo state chiedendo. E io vi rispondo, senza neanche
formulare una fittizia domanda.
Si, siamo stati gabbati per l’ennesima volta. Perché? Perché ovviamente la nostra assicurazione, al momento di intervenire, quando commettiamo un errore o qualcun altro ha deciso di buttarci giù dalla nostra amata moto a sportellate,
troverà qualche cavillo per sborsare poco o nulla, lasciandoci con un palmo di
naso.
Ma a noi, in fondo, va bene così. Perché, sin da quando abbiamo deciso di acquistare una moto, tutti noi sapevamo a quali spese e a quali rischi saremmo andati incontro. Basta, però, accendere la creatura,
tirare due sgasate... e il resto si lascia fuori dal casco. Perché siamo fatti
così, e dobbiamo andarne fieri.
Un saluto a tutti, al prossimo articolo!
Nota conclusiva dell’autore:
Avrei avuto molto da aggiungere, ma per la mia scelta di scrivere questo articolo in maniera del tutto ironica (spero infatti che nessuno si sia offeso), preferisco chiudere qui,
sperando di avervi strappato almeno un sorriso...