Backfire, o back-fire: espressione inglese che si può tradurre approssimativamente come "ritorno di fiamma". Termine non molto noto a noi italiani, nonostante il fenomeno in se sia molto conosciuto... di che si tratta esattamente?
Avete presente quelle fiammate accompagnate da un bel botto che si possono vedere e sentire sulle moto da competizione in MotoGP e SBK? Ebbene, quel fenomeno altamente scenografico è un backfire.
Ma esattamente per quali motivi si verifica? È una cosa positiva o negativa? Si può ricreare sulle nostre moto circolanti su strada o è esclusivo appannaggio dei bolidi da competizione? Scopriamolo...
Le cause
Essenzialmente i backfire si verificano quando la miscela aria/benzina non viene completamente bruciata in camera di scoppio, ma una parte rimane incombusta e finisce nello scarico; il contatto con lo scarico rovente la incendia, producendo la caratteristica fiammata. Semplificando, esistono tre cause ben definite che possono dare origine a questo fenomeno:
1) Carburazione magra Nel caso in cui la frazione di benzina nella miscela sia insufficiente, la miscela stessa non è in grado di bruciare completamente (o per meglio dire, brucia più lentamente del dovuto) ed una parte di essa finisce nello scarico.
In questo caso possiamo distinguere un fenomeno leggermente diverso dai backfire veri e propri, cioè i cosiddetti "scoppi da smagrimento": di solito avvengono quando la quantità di miscela incombusta è troppo ridotta per generare una esplosione con fiammata visibile, e dunque se ne sente solo lo scoppio; possono avvenire anche nel caso in cui lo scarico non sia sufficientemente rovente (o lo siano solo i collettori).
2) Eccesso di miscela Questo caso è tipico delle moto da competizione, che per ovvie esigenze prestazionali necessitano di una notevole quantità di combustibile. La quantità in ingresso è talmente elevata che in caso di rilascio ne "avanza" molto, il quale non viene bruciato ma finisce nello scarico, incendiandosi.
3) Cause legate all'accensione Con il motore in funzione, se la candela smette di scoccare la scintilla per qualche istante, la miscela non viene bruciata in camera e finisce direttamente nello scarico, dove s'incendia. Di solito è dovuto ad un problema alla candela, alla bobina, alla pipetta, ai cablaggi o alla fasatura d'accensione.
Esiste anche una seconda possibilità che rientra in questa casistica: l'uso del cambio elettronico, che "taglia" l'accensione e l'alimentazione in modo da consentire la cambiata senza chiudere il gas; poco prima che ciò avvenga tuttavia, una parte di miscela entra comunque in camera, venendo poi "scartata".
Come posso farlo sulla mia moto?
Alcuni avranno in testa questa domanda fin dall'inizio dell'articolo, per altri invece è semplicemente una follia (per essere gentili). Sia quel che sia, esistono dei modi per creare opportunamente un backfire sulla propria moto: vediamoli insieme.
1)Carburazione volutamente magra C'è poco da dire: scarico e filtro aria aperti senza rimappare o ricarburare ed il gioco è fatto. Penso sia inutile spiegare quali sono le conseguenze del girare magri, e dunque per quali motivi questa tecnica è a dir poco folle...
2)Pulsante di massa Un classico sulle moto a carburatori: basa sgasare al massimo, un rapido *click-click* sull'interruttore rosso sul semimanubrio destro e... magia. Non è però attuabile sulle moto ad iniezione, dato che premere il pulsante "stop engine" causa anche il blocco della pompa della benzina.
3)Kit scenici Ebbene sì, esistono dei kit fatti apposta per ricreare i back-fire a comando! Concettualmente sono dei lanciafiamme in miniatura: un iniettore spruzza un piccolo getto di benzina direttamente nello scarico ed una piccola candela lo accende, creando così una fiammata poderosa (non di rado superano il metro di lunghezza). Inutile dire che è un mero effetto scenico, buono per gli stuntman ai motoraduni o per i "tamarri da parcheggio".
4) Alzavalvola Fino ad una ventina d'anni fa circa, su alcuni mezzi veniva utilizzato un sistema detto "alzavalvola": sostanzialmente, nei motori 4t agiva tenendo leggermente aperte le valvole di scarico, mentre nei 2t il comando apriva una piccola valvolina di sfiato posta sulla testa. Lo scopo però era identico: ridurre la compressione facilitando l'avviamento, oppure far spegnere il motore una volta acceso.
Agendo molto rapidamente sull'alzavalvola con il motore ad alti giri si ottiene una fuoriuscita di miscela ancora incombusta che finisce nello scarico, venendo poi incendiata. Anche questo è un piccolo must per i possessori di mezzi "vintage", piccole cilindrate comprese (chi non ha mai provato a far scoppiettare un Ciao grazie a questa tecnica?)
C'è pericolo di danni alla moto?
Ahimé, SI.
Nei motori a quattro tempi le valvole di scarico fanno da "scudo" al gruppo termico ed impediscono il grosso dei danni. Tuttavia, a furia di sparare fiamme le valvole stesse si possono "cuocere", causando danni veramente ingenti.
Nei motori a due tempi è anche peggio: non essendoci delle vere e proprie valvole il ritorno di fiamma può tranquillamente "risalire" rientrando in camera di manovella, con conseguenze a dir poco... esplosive. Fortunatamente è molto più difficile incorrere in un back-fire su un 2t, generalmente non si va più in la dei classici scoppietti (comunque molto pericolosi).
Bisogna poi considerare i danni dovuti non direttamente ai backfire, ma alle loro cause scatenanti: per esempio, un problema d'accensione oltre alle fiammate alla lunga può causare anche un bel buco nel pistone.
In conclusione
I backfire sono altamente spettacolari da vedere, ma nel caso in cui si verifichino sulla vostra moto contattate al più presto un meccanico per scoprirne le cause e porvi rimedio. Il motore vi ringrazierà!
Se invece volete causarli apposta, siate ben consci dei rischi che ciò può comportare: bastano pochi tentativi per ritrovarsi con un motore da buttare, per cui siate furbi e non fate sciocchezze