Moto
Pruduzione cinese e prospettive di mercato
Scritto da ciciarampa - Pubblicato 23/09/2011 12:12
Giapponesi, europei ed americani, secondo voi, stanno dormendo sonni tranquilli?

Oggi io non comprerei mai una moto cinese, ma ho bimbi di due e quattro anni e chissà se loro, quando sarà il loro momento, la penseranno come me.

Per gran parte dell’opinione pubblica, i prodotti cinesi sono sinonimo di scarsa qualità.
Si ok. Finché si tratta di spendere un paio di euro per comprare una sveglia da tenere sul comodino, o una palla di gomma fluorescente da far giocare il cane ci può anche stare, ma chi rischierebbe di buttare nel cestino più di qualche decina di euro per un prodotto cinese?
Figuriamoci comprare una moto.

Eppure i cinesi ne producono. E ne comprano anche.
Nel 2008 sono stati venduti in tutto il mondo più di 50 milioni di moto di cui più della metà sono state vendute in Cina e quasi il 50% sono state prodotte dai 150 (centocinquanta) produttori di moto cinesi.
Ed il bello è che il mercato cinese è ancora da considerarsi “embrionale”.
Il reddito pro capite della popolazione cinese è bassissimo e mal distribuito sul territorio. Le zone costiere sono decisamente più ricche mentre l’entroterra è piuttosto arretrato.
La maggior parte dei patentati cinesi ha meno di 10 anni di anzianità di guida.

I mezzi di trasporto privati sono considerati esattamente come tali: ovvero un qualcosa che ti fa andare da A a B. E, incredibile, durano una vita.
Un cittadino cinese prima di comprare un mezzo di trasporto ci pensa mille volte e spessissimo (a parte rare eccezioni di super ricchi) si tratta dell’acquisto della vita. E nessun cinese spenderebbe i risparmi faticosamente accumulati in dieci anni di lavoro sottopagato per un qualcosa che non ne durerebbe almeno 20.

Il problema delle moto cinesi è che non potrebbero mai circolare in un qualsiasi paese europeo.
I mezzi destinati al mercato locale sono liberi da norme antinquinamento e di sicurezza, e hanno un design scandaloso. Le risorse risparmiate in queste tre aree di ricerca permettono notevoli risparmi che le case costruttrici investono nell’affidabilità dei componenti. Pur con una minima manutenzione, le moto “locali”, continuano ad andare sfidando le leggi della fisica.
Il punto è che sebbene la Cina produca più della metà delle moto al mondo solo una piccola percentuale sono destinate all’esportazione. D’altra parte il dato si può leggere al negativo, ovvero: il mercato cinese è il più grande al mondo e gli altri produttori mondiali non riescono ad intaccarlo.

Solo di recente (dal 2007) pochi privilegiati hanno iniziato a considerare il proprio mezzo di trasporto come uno strumento ludico non soltanto finalizzato allo spostamento da un punto all’altro della città. E’ da quell’anno infatti che una casa costruttrice cinese di moto enduro (la Shineray) ha iniziato ad organizzare un campionato cross (moto che vanno per la maggiore dopo gli scooter).

Anche nelle gare di velocità la Cina si sta muovendo. L’offerta di circuiti in cui si corrono campionati FMI è in crescita e l’affluenza di pubblico aumenta di gara in gara. E lo sappiamo tutti noi motociclisti: se la gente si appassiona e va a vedere le gare motociclistiche, prima o poi la voglia di possedere una moto sportiva da usare come mezzo di divertimento prima che come semplice mezzo di trasporto si concretizza in un acquisto.
Inoltre sono sempre più frequenti corse su circuiti “urbani”, uno fra tutti il circuito di Macao: una specie di TT in versione cinese che dal 1967 ad oggi ha raggiunto fama internazionale. Nel 2010 è stato vinto da un certo Stuart Easton su Kawasaki (non l’avete mai sentito nominare? Non ci credo).

Nel 2010 ha debuttato l’EICMA China, che ha avuto un’affluenza di pubblico tale che se si fosse verificata nel nostro continente, avrebbe scatenato i sogni erotici di qualsiasi organizzatore europeo.

Con il suo lavoro di export spinto la Cina sta catalizzando la finanza internazionale. La classe media cinese è in crescita e con essa la domanda di moto sportive. (Ducati ha aperto da anni una concessionaria a Shanghai).

Ma se con i prodotti di bassa gamma le industrie cinesi hanno già intaccato i mercati occidentali, i problemi grossi li hanno nel campo delle supersportive.
Nel 2009 c’è addirittura stato un progetto cinese di ingresso nell’olimpo motociclistico dei Gran Premi.
Il team era il Mastra Racing, la casa madre era la Hajoue, la moto era la Maxtra 125, il progettista era un certo Jan Wittevenn (uno dei maggiori progettisti al mondo) e il responsabile di Team era Garry Taylor.
Purtroppo, o per fortuna, il progetto non è finito bene. Agli iniziali problemi di potenza si aggiunsero poi gravi carenze nell’affidabilità.
Il piano triennale consisteva in: primo anno, sviluppo moto; secondo anno, punti; terzo anno, vincere.
Certo, gli obiettivi erano alquanto ambiziosi e quando Wittevenn se ne andò a fine contratto, divennero impossibili.
Il punto curioso della vicenda è che la Hajoue produce e vende 3 milioni di moto l’anno super affidabili.
Ma il mondo delle corse è un'altra cosa.
Al di là, comunque, dei risultati, il punto è che i cinesi ci hanno già provato e non è detto che con un po’ più di tecnologia ed esperienza non possano in futuro entrare nel motomondiale di prepotenza.




Il problema maggiore che le industrie cinesi devono superare per “piazzare” i loro prodotti sono le normative e le omologazioni internazionali. I costi per la realizzazione di un sistema di iniezione a livello di quelli giapponesi, per le fabbriche cinesi è ancora proibitivo.

Ma non è detta l’ultima parola.

Innanzitutto, il lavoro più duro di ricerca e sviluppo l’hanno già fatto i giapponesi e gli europei e i cinesi sono pronti a coglierne i frutti appena valuteranno che ne varrà la pena.
In secondo luogo la Cina è la creditrice principale di Stati Uniti e Paesi dell’Unione Europea e il suo ruolo di “detentrice del debito estero” dei paesi industrializzati gli dà un peso politico enorme.
Volete che con una situazione del genere un paese non sia in grado di fare le giuste pressioni per muovere le giuste leve al fine di facilitare export dei propri prodotti?
Dazi doganali? Improponibili: avrebbero solo la conseguenza di revocare il credito.
Norme ed omologazioni antinquinamento? Una volta in possesso della tecnologia necessaria non creerebbero problemi più di quanto ne creerebbero a tutte le altre imprese produttrici di moto al mondo.

Credo che la domanda che assilla i produttori giapponesi ed europei di moto non sia se i cinesi entreranno nel mercato internazionale delle sportive, ma quando.
Alcune case giapponesi hanno iniziato da tempo ad esternalizzare le proprie produzioni su suolo cinese. In nome del risparmio sui costi della manodopera Suzuki ha affidato proprio alla Hajoue la produzione di alcuni modelli di bassa gamma.
Forse lo fanno senza rendersi conto (o ricordarsi) che la Cina e i suoi prodotti sono nella stessa condizione in cui erano i giapponesi negli anni ’60, con la differenza che i cinesi godono del vantaggio di avere un mercato interno gigantesco e liquidità mostruose con cui “ricattare” i paesi industrializzati.
La tigre cinese ha inquadrato la preda ed è pronta per il balzo, sta solo attendendo il momento giusto. Se non ha ancora attaccato è perché non lo ha ancora ritenuto conveniente.
 

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Commento di: mar66 il 23-09-2011 13:23
io posso dire che le moto cinesi sono affidabili,mio cognato che vive nelle filippine ha una Loncin 125,una motoretta enduro,lui ci fa di tutto, ci va al lavoro, con gli amici, ci guada i fiumi, ha qualcosa come 80000km circa e non ha mai avuto problemi ed anche io quando vado li noleggio moto e quad di produzione cinesi con chilometraggi esagerati e vanno.....ah dimenticavo consumano anche pochissimo
Commento di: Trifi il 23-09-2011 20:22
Ma perchè le motorette da 300€ cinesi si sfasciano subito! Non è giusto! Per adesso è l'unica cosa cinese che mi interessa.
Comunque sono daccordissimo con tutto l'articolo ma soprattutto con il fatidico "quando"
Commento di: metallarofolk il 24-09-2011 10:51
Mi è bastato guardare il crash test di un'automobile cinese che, da dimensioni di una BMW serie 5, diventa quasi uno startac. Resto fedele a mamma DUC i cinesi stanno a miliardi di anni luce in fatto di qualità ( e soprattutto di sicurezza). Io non sarò MAI loro cliente.
Lamps
Commento di: metallarofolk il 24-09-2011 10:55
Aggiungo dicendo che in Cina la ricchezza è basata sulla schiavitù dei lavoratori e sull'assoluta mancanza di legislazione in fatto di sicurezza sul posto di lavoro e ambientale: niente assicurazioni, niente stipendio decoroso, niente assistenza in caso di infortunio, niente leggi ambientali, niente impianti di smaltimento, niente di niente!Con uno stipendio mensile di un metalmeccanico italiano ci si pagano stipendi per una quindicina di dipendenti cinesi ( o forse di più)
Commento di: mar66 il 24-09-2011 12:23
invece di dire cavolate senza sapere,faresti meglio a documentarti,sei mai stato in Cina? conosci le leggi? io sono stato in Cina una ventina di volta e conosco abbastanza bene il mondo del lavoro e delle legislazioni . in Cina gli stipendi sono più bassi che da noi è questo è vero,ma anche la vita costa molto meno che da noi, che non ci sono assicurazioni e assistenza in caso di infortuni non è vero,che non ci sono impianti di smaltimento altrettanto ,in Cina si ricicla tutto,io personalmente ho visto un impianto di smaltimento a Beijing grande quanto una città media italiana, forse tu sei rimasto alla Cina dell'epoca di Mao Tse Tung.
Commento di: metallarofolk il 24-09-2011 13:43
Dovresti osservare, non vedere! Cito testualmente: """Negli ultimi anni la Cina è diventato il maggior paese inquinatore del mondo, superando gli Stati Uniti. I danni provocati dall’inquinamento e dal degrado ambientale stanno causando squilibri interni e rischiano di minacciare la stabilità sociale. Per far fronte a questi problemi, il governo cinese ha modificato la sua politica in materia di protezione ambientale. Sono state adottate misure volte al risparmio energetico e al sostegno della produzione di energie rinnovabili. Si è assistito di recente anche a un ammorbidimento dell’atteggiamento di chiusura assunto all’epoca dei negoziati sul Protocollo di Kyoto nel 1997. Tuttavia, l'aggravarsi della crisi economica ha spinto Pechino ad un passo indietro: nel maxi piano di spesa pubblica varato dal governo per sostenere la crescita i fondi per l’ambiente e le energie alternative sono di entità trascurabile. In questa situazione si profila il rischio concreto che Pechino riveda le recenti aperture in materia di cooperazione internazionale relative ai negoziati sul dopo-Kyoto. (...) L’impetuoso sviluppo economico ha provocato seri danni all’ambiente. La dirigenza cinese riconosce oggi che l'inquinamento è un problema che non può più essere ignorato. La concentrazione di polveri sottili nelle grandi città come Pechino e Guangzhou è sette volte superiore rispetto al livello di tolleranza indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ed è anche due volte superiore al limite interno cinese, che è molto meno severo. Del resto, fra le dieci località più inquinate nel mondo si trovano otto città cinesi.""" Fonte: Istituto Affari Internazionali E' sufficiente o dobbiamo continuare? Per me chiuso OT. Ribadisco che non comprerò MAI un veicolo a motore cinese
Commento di: mar66 il 24-09-2011 14:27
invece di fare copia incolla o leggere articoletti vari su internet o riviste faresti meglio a non fare affermazioni che non rispondono a verità, io non credo che a me in Cina abbiano solo fatto vedere cose belle e funzionali,neanche fossi un capo di governo che voglia investire là....chiuso ot.
ritornando all'argomento penso proprio di comprare una moto cinese di piccola cilindrata dai bassi consumi,il problema sta ad individuare il modello, visto che ce ne stanno tantissimi e che ci sia almeno un distributore in europa per avere in tempi brevi i ricambi.
Commento di: Husky1992 il 24-09-2011 16:10
grazie che costano poco, hanno sicurezza pari a 0, roba che se fai un minimo incidente sei morto, e hanno delle fabbriche ridicole che inquinano tantissimo, a loro che glie frega, siamo noi gli stro.nzi che dobbiamo cambiare la macchina dopo 2 anni perchè è diventata euro4, euro 5 od euro6. stiamo tutti sulla stessa barca, e in questi due frangenti, loro remano al contrario
Commento di: tagliaz il 24-09-2011 18:15
Io direi che la verita' sta sempre nel mezzo, io qualche cinesata l'ho acquistata, anche a livello di accessori moto, e devo dire di essermi trovato molto bene, in genere, parlo in genere, i mezzi che arrivano da noi dalla cina penso che abbiano comunque dovuto passare delle omologazioni, faccio l'esempio del suv dr5 che vendono all'iper, non sara' il massimo della sicurezza, pero' quel minimo la dovra' pur avere, poi del discorso design e finiture, noi siamo europei e abbiamo il nostro gusto estetico...ma non e' detto che un prodotto cinese non possa piacere
Commento di: marcom5 il 24-09-2011 19:39
analisi perfetta
per chi è scettico gli vorrei ricordare che i cinesi sono taaaaanti, così come le loro industrie, le loro università, ecc.
producono oggetti di bassissima qualità così come di altissima qualità
non fate riferimento solo ai vari negozi di paccottiglia
la domanda dal mio punto di vista è: ora che i cinesi si sono comprati il resto del mondo, come orienteranno il nostro futuro?
marco
Commento di: 96andry96 il 24-09-2011 20:28
raga! mio cugino aveva un kymco xcitying 300.. e andando su strada gli si è aperto il blocco motore in 2!!!!! cosa da matti!! ed era anche nuovo! alla faccia del mi sono trovato bene! a speso un botto di soldi per comprarlo e lo ha dovuto buttare anche perchè non aveva più la garanzia e non ricordo più il motivo!! comunque lo scooterone aveva un anno e mezzo circa!! e un mio amico che ha uno scooter cinese gli si è rotto e lo ha portato a riparare in un'officina e mi ha raccontato che era piena di scooter cinesi da riparare! io sono molto diffidente delle cose cinesi!! mia mamma a comprato uno spazzolone cinese lo ha usato 2 o 3 volte e si è rotto tutto! ci credo che costano poco le cose!!!!
Commento di: lele71 il 25-09-2011 00:45
Si... però il mio vicino ha un Kimco (downtown) e va benissimo... mentre conosco gente che non è stata altrettanto fortunata con Piaggio e MBK (booster)... Che poi l'assistenza delle casi cinesi/koreane/etc. sia ridicola e che invece altre marche abbiano reti (e condizioni) migliori è vero... ma ovviamente destinato a cambiare (maggior diffusione => giro di affari maggiore => rete vendita e assistenza più capillare)...

I prodotti cinesi una volta erano davvero cinesate... (e spesso lo sono ancora adesso)... ma le cose stanno cambiando e ai prodotti super-economici ma scarsi si stanno affiancando sempre più spesso prodotti economici di qualità accettabile (rapporto qualità prezzo imbattibile).
Commento di: picasso64 il 25-09-2011 10:50
.....sempre e solo roba copiata ma prdotta con materiali scadenti, solo fare foto e copiare sono in grado di fare e quando si muovono quelli c'è sempre una squadra di politici attenti che nn scappi nessuno....... a certo che sono moooolto liberi quelli, li fanno lavorare come bestie per le due ciotole di riso per pranzo e cena, cercano di accoppiarli nelle fabbriche così che nn sentano il bisogno di raggiungere i famigliari nei loro paesi. certo prima o poi si romperanno il c.... di vivere cosi e allora sti mangiacani domineranno davvero, incattiviti da millenni di regimi rossi...... io di cinese neanche la carta igienica comprerei........ piuttosto la cara vecchia stampa......

bilamps
Commento di: lele71 il 25-09-2011 23:04
Si dicevano le stesse cose dei Giapponesi e dei loro prodotti 30 anni fa...
Re: Produzione cinese e prospettive di mercato
Commento di: Django il 24-09-2011 21:07
I cinesi ragionano su tempi lunghi.

In questa fase stanno semplicemente sfruttando le loro capacità produttive - che rispetto alle nostre sono immense - e fanno quello che i committenti gli dicono di fare. Se BMW gli commissiona dei motori per moto fatti bene, loro gli fanno i motori per moto fatti bene. Se un "diavolo straniero" si presenta alla camera di commercio di Shangai con 30.000 euro in tasca e gli ordina 200 scooterazzi monouso con un marchio di fantasia, loro gli fanno 200 scooterazzi monouso con il marchio di fantasia. In entrambi i casi hanno portato in Cina della valuta pregiata e hanno sottratto risorse alla concorrenza.

Prima o poi passeranno alla fase successiva, cioè entrare sul mercato europeo e americano con i loro marchi e metterci la faccia. E siccome per i cinesi la faccia è una cosa estremamente seria, è molto probabile che tra una quindicina di anni staremo a discutere se le supersportive ChangJang sono meglio delle Loncin.

Ah, e per chi crede che i cinesi siano costituzionalmente incapaci di lavorare bene: le stesse identiche battute che oggi si fanno sui prodotti cinesi le ho già sentite negli anni '60 a proposito delle moto jap. Prima che uscisse l'Honda CB 750 Four, perchè dopo tutti hanno smesso di ridere.
Re: Produzione cinese e prospettive di mercato
Commento di: mar66 il 24-09-2011 21:35
quoto al 100%....
Re: Produzione cinese e prospettive di mercato
Commento di: lele71 il 25-09-2011 00:47
Quoto anch'io. E in effetti è il senso dell'articolo.
Commento di: Ospite il 24-09-2011 21:44
L'articolo è interessante ma, pur partendo da presupposti indubbiamente giusti, arriva secondo me a conclusioni spericolate.
Da tempo acquisto prodotti cinesi, telefonia essenzialmente, direttamente da produttori di Shenzhen. La filiera è ineccepibile, il prodotto è realmente interessante, il controllo qualità però è penosamente carente. Ed è per questo che nessun produttore cinese ha mai provato a vendere i propri cellulari direttamente sul mercato europeo: si è sempre dovuto affidare ad un mediatore europeo; si pensi a Huawei che è una potenza mondiale, mica bruscolini
Questione moto: se si trattasse di produrre moto che da noi giravano 30 anni fa, penso alla mia Honda CB400N, ancora adesso iperaffidabile... non so, credo di avere un paio di dubbi che sarebbero capaci di creare una moto simile... non per niente Honda fa la moto affidabile per eccellenza... e qui siamo a livelli di meccanica pura e impianti elettrici basilari. Il punto non è che i cinesi non lo possano fare perché fanno ben di meglio: ricordo a chi pensa che i cinesi non sappiano fare le cose, che i cinesi hanno l'atomica, e fin qui... poi hanno sviluppato l'ingegneria balistica per lanciare quelle atomiche all'altro capo del mondo e infine stanno inondando lo spazio di satelliti in previsione di una missione lunare. Tutta questa è altissima tecnologia con margini di errori ridottissimi e quindi con un controllo qualitativo poderoso. Tutta roba che hanno sviluppato da sé. Su quello che hanno "copiato" naturalmente le cose non funzionano così pacificamente. Ho seri dubbi che se i cinesi decidessero di copiare la mia Fazer in tutto e per tutto riuscirebbero ad ottenere un prodotto pari all'originale, per prestazioni, affidabilità, consumo ed ecologia. Semplicemente perché l'attivita di reverse engineering è maledettamente complicata e quindi è molto più facile creare copie abborracciate e svenderle ai creduloni.
Questione economico-finanziaria: è vero che la Cina possiede la maggior parte del debito pubblico americano ma non di quello europeo. In ogni caso non è una grande arma di ricatto. L'economia è totalmente globalizzata che; non dico se cadesse l'America, se cadesse l'Italia (definita too big to save, too big to fail) crollerebbe tutta l'economia mondiale e crollerebbe anche la Cina anche perché, la fabbrica del mondo ha pur sempre bisogno di un mercato in cui vendere; ammazzare i compratori, per la Cina, significherebbe semplicemente segare il ramo su cui è appollaiata.
Tornando alle moto: vogliamo andare a vedere l'affidabilità delle moto Hyosung... La Corea del Sud ha un'industria affidabile ma, in campo motociclistico deve ancora mangiare pastasciutta e ramen...

Opinione mia, naturalmente...
Commento di: lele71 il 25-09-2011 23:07
Si... forse in certe (quasi tutte) le tecnologie sono indietro... ma 50 anni fa erano indietro di 100 anni... 20 anni fa di 50... ora forse di 10... e continuano a progredire (ok, recuperare).
Commento di: Ospite il 26-09-2011 13:19
Non posso che essere d'accordo... d'altronde, più si avvicineranno, più diventerà difficile progredire. Mi sembra paradigmatica, per esempio, la difficoltà di BMW in superbike... hanno creato una moto mostruosa eppure non riescono a vincere. Insomma, pur con tutti i soldi e la tecnologia, certe cose non si inventano di punto in bianco ma richiedono tanto, tanto lavoro. Prima o poi i cinesi ci prenderanno a mazzate... bisognerà vedere quanto ci metteranno. A me comunque i prodotti cinesi piacciono...
Commento di: giogio55 il 27-09-2011 09:28

Concordo pienamente con i dubbi espressi sopra su qualità e sicurezza attuali del prodotto, però devo anche pensare a quando 15/20 anni fà arrivarono in europa le prime auto coreane.... ed a quanto mercato abbiano velocemente conquistato; penso anch'io che tra altrettanto tempo, o forse meno, saremmo li a fare test e paragoni su moto cinesi vs. italiane/usa/jap.
Commento di: Sportcity4road il 28-09-2011 13:28
Già, sono d'accordo... Sappiamo tutti benissimo quanto sia "espanso" il mercato cinese (dal piccolo negozietto sotto casa alle grandi produzioni di massa) in Occidente... E anche se quello che compriamo nei negozi cinesi - quelli con le lanterne sferiche rosse appese fuori - è di scarsa qualità (tant'è che i prezzi sono bassissimi), non si può dire lo stesso dei prodotti che escono fuori dalle fabbriche cinesi sotto la supervisione di case come la Sony, la Philips, la Samsung (tanto per citare qualche nome in ambito elettronico) ecc...
Ormai purtroppo anche le cose di qualità vengono costriute (o almeno assemblate) in Cina, vedi - in ambito "dueruotistico" (come lo chiamo io) - la Malaguti che fa montare, quindi assemblare, il motore dei propri scooter (fino a 2 anni fa il Centro) dai cinesi che però, una volta che ci sono i soldi per costruire seguendo determinate specifiche tecniche e tecnologiche, riescono a far uscire dalle loro fabbriche prodotti di qualità pari a quella dei giapponesi o dell'Occidente in generale...
Se la crisi continuerà ad incalzare, ed il mercato continuerà a seguire questa strada, non ci sarebbe da meravigliarsi se nel giro di una decina d'anni le cose "Made in China" saranno di qualità ottima (se non migliore della nostra)...
Commento di: whooring il 30-09-2011 08:51
La politica commerciale cinese e molto spesso spietata e senza alcuna considerazione per i danni che produce....... Esempio enclatante lo si ha negli USA con il mercato del fotovoltaico settore energetico in cui il governo amricano punta molto ed in cui i cinesi hanno deciso di diventare i leader con una politica commerciale insostenibile per le aziende locali: in tre anni hanno innondato il mercato americano di pannelli ed inverter ad un prezzo di vendita (non ho scritto costo) talmente basso da far chiudere i battenti alle tre maggiori ditte americane del settore. L'obbiettivo era quello di fare anche un pari ma azzerare la concorrenza per poi dettare le leggi di mercato e devo dire che ci sono riusciti.
Questo riescono a farlo in ogni settore dove non è richiesta valore aggiunto al prodotto cosa che per il mercato automobilistico e motociclistico non accade perchè l'estetica e la qualità sono molto ricercate e quindi per ora i cinesi hanno vita dura anche perchè avendo innondato il mondo di oggetti di bassa qualità quando vediamo un prodotto cinese pensiamo subito ad un prodotto scadente e non saremo mai disposti a pagarlo come un europeo. Appena riusciranno a farci cambiare mentalità per noi sarà la fine, c'è solo da sperare che nel frattempo il loro costo di produzione si alzi a livelli simili ai nostri.
Commento di: marcom5 il 30-09-2011 11:29
sempre per chi ha dubbi sulla "qualità" made in prc

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=249&ID_articolo=647&ID_sezione=548

questa mattina un giornalista alla radio, commentando questa notizia, ha detto una cosa molto interessante.
pare che a suo tempo la cina avesse richiesto di partecipare al progetto della ISS ma che gli ammerricani naturalmente avessero negato tale partnership. così, come negli anni '60 jfk rinvigorì il patriottismo degli yankee grazie al programma lunare, oggi i cinesi si sentono molto orgoglioni e pronti (più di prima) a farci il ... a strisce.
Commento di: gerrigel il 02-10-2011 10:34
Non capisco bene quale sia il problema, qui dovremmo parlare di motociclette e se i cinesi sono in grado di produrne di valide perchè dovremmo avere un qualche pregiudizio? Non metto in dubbio il fatto che le produzioni europee o americane corrano seri rischi ma questa è la globalizzazione, e non credo che l'abbiano voluta i cinesi.
Forse si dovrebbe cominciare a pensare a come si potrebbe cambiare in meglio il giochino dell'economia ma questa è roba da premi Nobel quindi mi astengo dal tentare di indovinare soluzioni.
Staremo a vedere cosa accadrà, intanto giusto per fare un esempio attuale, marchi nostrani storici e prestigiosi come "moto morini" vanno falliti (anche se ora pare dovrebbe risorgere), e da quanto ho capito si trattava di una fabbrichetta con soli 59 dipendenti in tutto, cosa avranno sbagliato? A quanto dicono e per quel che ho potuto vedere le moto morini sono omologatissime secondo le norme europee, belle, affidabili e di qualità.... forse anche troppo di qualità, insomma roba da ricchi e di questi tempi i ricchi, ironia della sorte... sembra siano i cinesi!
Commento di: AlbertoSSP il 06-10-2011 18:17
Si leggono parecchi commenti ed esempi bislacchi (in certi punti si parla anche di satelliti e razzi... sono settori dove la reale economia conta poco! Vedi ex URSS).

Il punto non è se i cinesi arriveranno nel mercato europeo e se arriveranno ad avere un prodotto di qualità. Di questo si è certi (e qui concordo col senso dell' articolo e con molti commenti).

Il punto è: riusciranno ad avere per quei prodotti un prezzo molto più basso dei nostri come lo hanno ora per ciclomotori affidabili fin che si vuole ma bruttissimi e con scarsissime prestazioni?

Mi spiego. Attualmente il prodotto cinese (in generale) costa pochissimo ma è di scarsa qualità.
Questo non perchè non sappiano fare di meglio, ma perchè per mantenere i costi bassissimi rinunciano a tutto quello che noi diamo per scontato
I lavoratori cinesi nella maggior parte dei casi devono lavorare con attrezzature primordiali, in situazioni igienico-sanitarie precarie, senza alcun diritto.

Ho visto fonderie cinesi dove gli operai tagliano a mano i pezzi coi seghetti manuali messi per terra! Migliaia di pezzi!!
In posti del genere "lo stesso" pezzo fatto in Cina costa fino al 93% in meno che non farlo in Italia! Ma la qualità? Gli scarti sul materiale finito saranno in percentuali altissime e la qualità media sarà bassissima.
In altre fonderie più avanzate tecnologicamente la qualità sarà più simile alla nostra, ma anche i prezzi si alzano di netto dato che anche loro devono ammortizzare macchinari e tecnologia.

Fra un decennio o due anche loro avranno i primi sindacati, anche i loro lavoratori non vorranno più morire di fame ammazzandosi di lavoro, le normative sulla sicurezza arriveranno anche da loro,...
Allora vedremo se sapranno fare moto da 100cv affidabili, belle ed economiche.

Per ora vendono milioni di ciclomotori anche grazie alle loro leggi iper-protezionistiche.
Del resto, saper fare un ciclomotore da 1,5cv economico che faccia 80'000km non mi pare una gran cosa. Basta ricominciare a fare il CIAO.
Commento di: ciciarampa il 11-10-2011 14:26
Cavolo ragazzi.
State dando un contributo non da poco all'articolo per arricchire l'articolo.
Con i vostri commenti si sono creati spunti per farne un altro.... magari più avanti però.