Estate-2021
Durante l’estate del 2021 i giornali e i telegiornali mettevano in evidenza il limite dell’ideologia politica dell’occidente e del suo fallimento in quel progetto concettuale di esportare la democrazia nel mondo islamico più oltranzista, radicale, ostinato, refrattario, arretrato ed asserragliato qual è l'Afghanistan. Non sono di certo a favore del regime talebano, ma a tutto c’è un motivo o una ragione che ne giustifica l'esistenza del perchè le cose accadano e sebbene possa sembrare strano ci sono delle ragioni storiche - forse anche condivisibili all’epoca - che hanno portato alla costruzione del pensiero talebano. Specifico, al pensiero, se vogliamo essere più precisi all’idea astratta in sé, ma non di certo alla messa in pratica.
Così anche il nostro progetto Pamir 2022 mi si è frantumato davanti agli occhi come quando un sasso colpisce uno specchio. Questo perché il Tajikistan ha dato ospitalità ai ribelli afgani, ossia coloro che erano parte del governo filo-occidentale - “destituito” dai talebani - e fuggiti per organizzare la resistenza sui monti. La zona interessata è proprio il Pamir e il mitico Wakhan Corridor, creato ad hoc affinché nel 1800 l’impero britannico e quello russo non avessero un confine che li separasse. Comunque, la Farnesina ha sconsigliato vivamente viaggi in zona e, visto che noi dovevamo proprio passare per il corridoio, abbiamo accettato che non era più possibile intraprendere la nostra esplorazione. E’ solo il terzo progetto consecutivo che si annulla, il mio umore estivo iniziò ad essere concretamente pessimo ed ero evidentemente scocciato dalla cosa: il malumore regna sovrano e la misantropia diventa sempre più concreta e palpabile.
“Non può piovere per tutta la vita” scrisse un tempo Gabriel García Márquez in “Cent’anni di solitudine”, e in effetti fu così. Tra un discorso e un altro, così pourparler, come direbbero i francesi, si è fatta strada un’idea: L’Islanda.
Quando esternai la volontà di voler esplorare l’Islanda tutti, ad eccezione di nessuno, mi dissero: “Sei sicuro che proprio tu vuoi andare in Islanda? Guarda che piove e fa freddo!”. Ovviamente il “proprio tu” era particolarmente marcato, quasi ridondante. La mia avversione al freddo e alla pioggia ormai mi precede, ma ci sono due posti freddi da cui sono attratto: la Patagonia e l’Islanda. La prima è più complessa, la seconda invece è relativamente più semplice da organizzare. Più semplice non vuol dire facile; perché il piano di viaggio prevedeva che le nostre signore ci avrebbero seguiti con un fuoristrada, la spedizione delle moto, l’acquisto dei biglietti aerei e la sincronizzazione di tutto. Di conseguenza la logistica si è fatta complessa.
Autunno 2021 e Inverno 2022.
Lo studio della rotta.
Al nostro rientro a Verona dalla Sicilia, la prima cosa fu andare alla libreria Gulliver e procurarsi del materiale: due guide e la carta stradale. Aprendo la carta stradale una cosa fu subito chiara: l’Islanda è diversa da ogni altra regione in cui finora avevamo mai pianificato un viaggio in moto. La cosa più complicata nella pianificazione fu trovare le località in cui fermarsi la sera che non fossero conglomerati causali di case perse nel nulla ed ad una distanza giornaliera ragionevole anche in base alle condizioni delle strade. Dopo una prima rassegnazione e un continuo aprire e chiudere la carta senza trovarne la quadra, mi rimboccai le maniche e mi dissi: “Zeno, basta fare il turista. Mettiti al lavoro!”.
Non nascondo che mi ci è voluto un bel po’ per disegnare il primo draft, con carta, guida e mapsource, poi con YouTube per vedere le condizioni delle piste per capire se erano percorribili con ragionevole agilità o si finiva in gironi danteschi come quella volta sulla SH74 in Albania. Ad un certo punto pure Augusto si è messo a guardare i vari filmati e, dopo averci scambiato alcuni draft, durante uno degli incontri si decise di smussare, tagliare e rivedere alcuni passaggi che non ci facevano dormire notti serene.
Abbigliamento.
L’abbigliamento è stato un cruccio da risolvere nel più breve tempo possibile. Non ero organizzato per affrontare freddo e pioggia in moto. Nel 2012 in Europa Orientale e poi nel 2016 in Irlanda e Scozia, capii tutti i limiti dell’abbigliamento motociclistico “tradizionale” ossia quello non laminato Goretex. Nel 2016 questi limiti sono stati evidenziati senza pietà dalle avversità meteo. In entrambe le occasioni le prime due sere arrivai gelato e bagnato capendo che la vacanza sarebbe stata un incubo e non un piacere. La giacca non laminata se piove per ore s’inzuppa, e prima poi l’acqua entra, ti bagni e geli; inoltre a ciò, il giorno dopo indossi un abito bagnato. Lo stesso vale per i pantaloni e quindi per settimane sei sempre alle prese con abbigliamento bagnato e il freddo è un guaio per la guida. Quindi, in quei due viaggi, oltre alla maglia termica, il pile, il Windstopper, la giacca in assetto invernale, dovetti mettere anche l’antipioggia. In pratica, oltre ad essere ingoffato e scomodo, è stata più una tortura che altro. Sono abbigliamenti che non servono quando devi affrontare situazioni climatiche veramente ostili.
Così mi sono deciso a comprare un completo nuovo in Goretex PRO trilaminato. La differenza rispetto all’abbigliamento tradizionale risiede nel il fatto che è laminato e quindi non s’inzuppa e non lascia passare l’acqua. Prima di acquistarlo mi sono documentato approfonditamente e il completo Klim Kodiak fu quello che più mi convinse.
La Kodiak viene venduta senza imbottitura e anche se l’avesse avuta per me non è sufficiente per girare in moto a temperature sotto i 20 gradi, quindi mi comprai anche un sottotuta riscaldato elettricamente. La marca che abbiamo scelto è stata la Macna, talmente tecnologica che puoi gestire la temperatura tramite un App nel telefono. Adesso tra Macna e Kodiak, in teoria oppure “sulla carta”, ero pronto per affrontare gli estati islandesi senza timore di rivivere un déjà-vu irlandese.
Test Invernali.
Per evitare di trovarsi in Islanda e soffrire il freddo o ritrovarsi bagnati senza più nulla da fare perchè è troppo tardi, durante i mesi di febbraio e marzo con Augusto ci siamo avventurati in Toscana sui tracciati della 1000 Sassi del 2021. La scelta del percorso fu fatta perchè è quello che, per noi, più si avvicina alle caratteristiche morfologiche di quello che avremmo trovato poi in Islanda: piste lunghe, deviazioni su pietraie, altre su fanghiglia e qualche guado. Ah! Dimenticavo: il febbraio toscano è il luglio islandese…
I test ci confermarono che le scelte dell’abbigliamento erano buone e che molto probabilmente non avremmo sofferto più di tanto freddo e pioggia.
Video del guado:
-> Link a pagina di Youtu.be
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Altri video di allenamento:
-> Link a pagina di Youtube.com
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L’umore era alle stelle, ero già soddisfatto così figuriamoci adesso che sono tornato!
La questione Pneumatici
La scelta dei pneumatici ci ha richiesto parecchie energie e sforzi. Per le taglie 21/18 ci sono copertoni di ogni razza e tipo fatti da altrettante produttori. Alla fine ci siamo diretti al MBE di Verona sia per cercare chi ci potesse spedire le moto sia per vedere i diversi pneumatici. Per la prima è stato un fallimento, per la seconda abbiamo optato per i Continental TKC 80. Questi sono i più leggeri pneumatici con tassello, hanno un tassello vero, un tassello assimmetrico e un nostro amico li aveva già montati e consigliati. Quindi, il giorno dopo essere stato in fiera, li abbiamo prenotati subito dopo la fiera e portati a casa poco dopo.
Adesso non ci restava che montarli sulle moto e spedirle... sì ma con chi???