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Inviato: 1 Gen 2013 10:43
Oggetto: Giro della Corsica, Report
Itinerario: Roma - Livorno - Bastia - Corsica (oraria) e ritorno
Km totali: solo Corsica 1200 circa
Giorni: 10 (periodo agosto)
Moto: FZ6 N (+ passeggero)
INTRO. Decidiamo, estate on the road, meta: Corsica.. o Sicilia. Alla fine scegliamo la Francia, le 12h di traghetto e i 270€ (contro 70) vincono a mani basse, senza considerare il binomio caldo – abbigliamento da moto. Immediatamente si pone il primo, atavico dilemma: giro orario o antiorario? Leggendo su internet si passa da articoli in cui la Corsica è ancora popolata da pirati, in cui le strade sono sentieri dove camper impazziti tentano di speronarti per farti precipitare nel vuoto a entusiaste recensioni che la descrivono come il miglior viaggio possibile da fare in moto. Giro orario sia, meglio tenersi al sicuro dai teutonici impazziti: arrivo a Bastia da Livorno, poi l'interno, Corte, il sud, Portovecchio e Bonifacio, la costa ovest verso nord fino al dito e nuovamente al punto di partenza.
PREPARATIVI. Dopo un accurato studio delle soluzioni abitative, scopriamo che la Corsica propone prezzi abbastanza salati, quindi decidiamo per il moto-camping. Il passo successivo è studiare la logistica, la borsa da serbatoio c'è (Givi estendibile), mancano quelle laterali (telaietti Givi con borse morbide Kappa) ed un portapacchi che poi decidiamo di eliminare vista la possibilità di fissare tenda e materasso gonfiabile direttamente sul faro posteriore con un ragnetto. La tenda è una Nova per due persone, dimensioni interne 200x160, dimensioni chiusa 45x15; il materasso comprato da Decathlon richiede una pompa ed il montaggio della presa da 12v (trovata su ebay, montaggio a manubrio). A posteriori è vivamente consigliabile aggiungere al binomio tenda – materasso un telo da utilizzare come uscio per rendere più semplice l'emersione dalla tenda al mattino, quando atterrare sulle infradito senza ruzzolare nel terriccio non è esattamente cosa semplice. Il tocco finale, dopo un'altra dose di studi e ingegneristiche considerazioni, è stata l'adozione di 4 elastici per fissare 1. le borse fra loro sopra la targa 2/3. le borse ai telaietti e alle maniglie posteriori 4. le borse fra loro (anteriormente) passando fra il parafanghi e la sella.
IL VIAGGIO, GIORNO 1. Partenza da Roma, il traghetto parte da Livorno alle 2. Dopo una prova di carico fatta in serata procediamo alle operazioni ufficiali. Tutto sembra funzionare. Partito mi rendo conto che forse è necessario dare una stretta al mono perchè ogni buca il parafanghi sbatte sul supporto del telaietto destro. La moto si comporta bene, anche in autostrada è stabile e il carico sembra reggere. Autostrada fino a Civitavecchia poi Aurelia, sosta all'altezza di Capalbio per colazione, altra sosta fra Grosseto e Livorno (beccata pattuglia con autovelox mobile, in Toscana come al solito c'è da stare attenti), arrivo a Livorno. Ovviamente le indicazioni per il porto scarseggiano, i livornesi però sono simpatici e chiediamo indicazioni. Siamo in anticipo, facciamo il check-in e aspettiamo.. al sole.. perché il top dell'accoglienza è un baracchino con due distributori automatici di snack e bevande. Arriva il traghetto, ovviamente deve scaricare, e le moto le caricano per ultime. Sempre al sole. Alla fine a due ruote siamo una decina, qualche moto, un paio di scooter, un vespone. Si parte ed il viaggio fra una pennica ed un po' di olimpiadi passa velocemente. L'arrivo a Bastia è decisamente più organizzato ma non stiamo qui a fare i soliti italiani polemici con l'Italia. Ci ricomponiamo, tiriamo fuori la mappa, sono 6, tiriamo dritti verso il campeggio per sistemarci con l'idea poi di tornare a cena al centro. Trovato sulla Lonely Planet abbiamo scelto un camping che sta subito fuori Bastia, verso sud, lungo una penisola naturale fra il mare e l'etang de Biguglia (camping San Damiano). Scegliamo una piazzola nella parte libera del campeggio, a ridosso del mare e sulla sabbia, la tenda viene su senza intoppi, doccia e poi ci dirigiamo verso il centro di Bastia. La zona del porto vecchio è molto carina, c'è una batteria di ristoranti sia lungo il molo che dalla parte del mare ne scegliamo uno e dopo ci facciamo una passeggiata fra i vicoli, esploriamo un paio di piazze e ce ne torniamo verso il campeggio. La piazzola si rivela una scelta azzeccata, il rumore del mare ci fa appisolare in un momento e siamo abbastanza lontani da marmocchi ululanti o famiglie casinare per il risveglio del giorno dopo.
Mappa: tragitto rosso, 15 km.
Tragitto: Bastia, Etang de Biguglia.
Strade: N193.
Pernottamento: camping San Damiano (turistico e di grandi dimensioni, pulito, buono per una notte di passaggio).
Note: autovelox uscendo da Bastia dopo il tunnel del porto vecchio.
IL VIAGGIO, GIORNO 2. Inizia il viaggio vero e proprio, in terra straniera. Sveglia, doccia, cerchiamo di rimontare le cose sulla moto seguendo un metodo per non fare subito l'accrocco con la A maiuscola, benzina (-30 centesimi il litro) e via. La meta è Corte, l'idea però è quella di fare un paio di deviazioni per non seguire fedelmente la N193 (la statale diciamo). Dopo una manciata di km nella periferia basta, o come diavolo si chiama, pieghiamo verso l'interno seguendo la D82. La strada sale lungo il crinale di una gola, dopo neanche 20 km già sono le curve: paradiso. E la moto? Va meglio di quanto potessi pensare, è si un po' pesantina però va giù, e dopo aver dato una stretta al mono è anche abbastanza ferma in curva. Arrivati su questa specie di cucuzzolo già si gode di uno spettacolo meraviglioso con scorci di mare entrambe le parti, verso est e verso ovest. Il percorso continua verso Murato, paesello in altura con una deliziosa chiesetta in pietra bicroma su un cucuzzolo che si affaccia su una panoramica vallata. Sotto gli alberi del parcheggio c'è anche un'altrettanto meravigliosa fontanella a cui abbeverarsi. Ovviamente la chiesetta era in restauro con tanto di impalcature. Ma questo è un altro discorso.
Fino a questo punto la strada è stata buona, a due carreggiate oneste, con un buon asfalto. Dopo Murato si stringe e si infila in mezzo alle felci, al bosco. Un po' di terriccio qua e la rompe le palle e costringe ad un'andatura controllata, ma non sarebbe comunque uno di quei tratti in cui fare i teppisti. Salendo ancora un po' la vegetazione si dirada, si aprono grandi panorami e subito dopo si inizia a scendere. Qui la strada peggiora radicalmente: asfalto del mesozoico con crateri che non hanno nulla da invidiare ai quelli tipici delle strade di Roma. Come se non bastasse anche un diffuso brecciolino condisce il tutto con un po' di pepe. Incrociamo due moto che ci avvisano della situazione ma continuiamo, cosa sarà mai un po' di brecciolino e due buche. La marcia rallentata ha come diretta conseguenza l'immediato innalzamento delle temperature corporee. Fortunatamente arriviamo a Bigorno dove facciamo una pausa, un pain au chocolat osservati da mezzo paese e ripartiamo.
Riprendiamo la N193 ma il nostro itinerario prevede un'ulteriore deviazione via D39 verso San Lorenzo seguendo una proposta della LP. Altra sosta e si riparte. La strada diventa un sentiero asfaltato ad una corsia e due sensi di marcia, fortunatamente dall'altra parte non viene mai nessuno. Il manto stradale è comunque dignitoso e ci si può divertire ad impostare le traiettorie ma senza esagerare, anche qui terriccio, fango portato da qualche trattore o alla peggio un bel maiale selvatico sono sorprese possibili. Il panorama è una valletta verde che alterna tratti boscosi a zone scoperte, qualche casetta più o meno diroccata di pietra a qualche recinto. Dopo una mezz'ora si arriva a San Lorenzo dove ci fermiamo fra le case di pietra grigia davanti la chiesa e sotto un bell'albero. Bottiglia d'acqua. Sempre.
Mangiamo lungo il corso, ed andiamo a visitare il camping Alivetu, alla fine della valle della Restonica (non ci è piaciuto, a parte alcune piazzole un po' desolato e con chiusura alle 10 e necessità di lasciare la moto all'esterno del campeggio in area non controllata) ma ne approfittiamo per fare un bagno in una delle piscine naturali appena sotto il campeggio.
Il nuovo piano prevede di raggiungere Calacuccia seguendo la D18 e poi la D84 e dormire li. La strada per Calacuccia è meravigliosa, serpeggia attraverso un kanyon a strapiombo su un fiume. L'asfalto è bello ma la strada è trafficata e conviene stare attenti per le numerose curve cieche. Arrivati alla nostra meta scopriamo che il lago è artificiale, ed il campeggio è squalliduccio e non ha ovviamente nulla a che fare con il lago stesso. Si ritorna indietro.
Ritorniamo a Corte e puntiamo su un campeggio segnalato dalla LP che ci soddisfa pienamente, tranquillo, ombreggiato e popolato da una clientela lontana dai camping – roulotte superaccessoriate del turismo becero. Cena in città e tutti a dormire.
Mappa: tragitto arancione, km 200 circa.
Tragitto: Bastia, Murato, Bigorno, San Lorenzo, Bustanico, Corte, Calacuccia, Corte.
Strade: N193, D82, D5, N193, D39, D441, N193, D18, D84
Pernottamento: Camping San Pancrazio (atmosfera perfetta per chi non cerca campeggio turistico)
Note: D5/D39/D441 strade strette e sporche, D82 trafficata, muretto da 50 cm e fiumiciattolo.
IL VIAGGIO, GIORNO 3. Dopo la calda e sofferta giornata #2 stendiamo una tattica. Partenza da Corte e gita nella Valle della Restonica, salendo lo scenario diventa montano, alpino, con meravigliose piscine azzurre che si aprono fra le rocce sotto la strada. La strada termina arrivati ad un parcheggio, oltre il quale si prosegue solo a piedi (per chi vuole fare del trekking.. ma l'abbigliamento da moto ci ha decisamente impigrito).
Torniamo e proseguiamo lungo la N193. La statale è un piacere da fare in moto, asfalto curato, guard-rail per motociclisti in alcuni tratti e .. curve. Il problema è il traffico e i camion. Ma si supera. Dopo Vivano puntiamo verso Canaglia da dove si sarebbero dovute raggiungere delle belle piscine dove rinfrescarsi e fare una pausa. La nota negativa è che anche qui, per arrivare alle piscine, c'è da trottare, e lasciare la moto carica nel nulla non ci da molta fiducia.
Riprendiamo la strada ma troviamo un'altra sorpresa: la statale verso sud, la D69, promette una 20 ina di km di lavori. Si richiede un ricalcolo del percorso, la proposta è tornarcene a Corte, fare benzina (attenzione ai benzinai nelle parti meno turistiche dell'isola, cioè all'interno), pranzare facendosi un bagno in una piscina naturale e poi proseguire lungo la N200 verso Aleria e di qui verso Portovecchio, meta finale della giornata.
Il bagno è decisamenre rigenerante, e ci prepara ad un tratto di strada non esattamente esaltante fino ad Aleria (la N200 in alcuni tratti è bella però) e poi oltre verso Portovecchio. Arriviamo la sera e cerchiamo un campeggio fra i numerosi trovati intorno al promontorio situato immediatamente dopo la città. Ovviamente la zona è super turistica e i campeggi non sono da meno, ci fermiamo al camping U Pirellu, nonostante uno dei proprietari brilli per il suo incontenibile vagamente razzista senso dell'humor nei confronti degli italiani. Passeggiata nella cittadella e cena. Portovecchio sta alla Corsica come Firenze all'italia, ma soprattutto per quanto riguarda i turisti. Scappiamo dopo cena, facciamo un giretto in moto sperando di trovare qualcosa di interessante e ce ne andiamo a dormire.
La N200 nel tratto iniziale, il più bello.
Mappa: tragitto viola, km 220 circa.
Tragitto: Corte, Vivano, Canaglia, Vivano, Corte (Restonica), Aleria, Portovecchio.
Strade: N193, N200, N198.
Pernottamento: camping U Pirellu (turistico, antipatici, caro)
Note: attenzione a non trovarsi senza benzina in zone non turistiche, soprattutto all'interno, attenzione ai velox sulle statali in corrispondenza dei paesi (N200).
IL VIAGGIO, GIORNO 04. Al quarto giorno la tecnica per rimontare la moto sta affinandosi ad arte, e gli automatismi sono avanzatissimi. Il programma prevede di circumnavigare il promontorio del campeggio, seguendo la strada e farsi un bel bagno alla plage de palombaggia (sempre su consiglio della fedele LP).
Dopo esserci minuziosamente puliti da ogni granello di sabbia ci dirigiamo verso la costa ovest, lungo la D859. La meta è un campeggio misterioso all'altezza di Roccapina. Fino alla connessione con la N196 la strada è onesta, l'asfalto buono ma emozioni poche. Arrivati sulla costa, profonde insenature descrivono un paesaggio affascinante con il mare blu e azzurro che si insinua nel verde scuro della macchia mediterranea. La strada dopo un tratto pianeggiante sale su, seguendo i costoni rocciosi che descrivono lo skyline corso: e curve furono, e divertimento fu, nonostante le borse, nonsotante il carico. Purtroppo per altro il campeggio di Roccapina non esiste più, ma ce ne rendiamo conto una 20ina di km dopo quindi mi tocca rifare la strada all'indietro. A malincuore... Puntiamo verso Pianottoli e da li verso la costa. Ci sono due campeggi, uno più vicino al mare più caro e turistico, uno più interno carino, caratterizzato da una vegetazione bassa e appartata che crea delle piacevoli piazzole.
Tenda, doccia, momento di riflessione e poi via verso Bonifacio. La cittadella si apre ai nostri occhi arroccata sugli speroni rocciosi e protesa verso la Sardegna. Turistica ma non sfacciatamente come Portovecchio è una piacevole passeggiata. C'è anche qualche bel negozio e vale la pena di fermarsi su qualcuna delle sue terrazze per vedere lo spettacolo degli speroni rocciosi bianchi erosi dal mare e dal vento. Ceniamo in un ristorantino sul porto e poi via, godendoci il fresco, verso il campeggio.
Mappa: tragitto azzurro, km 110 circa.
Tragitto: Portovecchio, Plage de Palombaggia, Roccapina, Pianottoli, Bonifacio, Pianottoli.
Strade: D859, N196.
Pernottamento: Camping Meremaki (Pianottoli prendere la D122 poi a destra verso la costa, non troppo turistico, appartato, un po' spartano)
Note: autovelox prima ed in alcuni casi dopo i centri abitati.
IL VIAGGIO, GIORNO 05. Partenza con bagno sulla punta di fronte a Pianottoli, poi dritti fino a Sartene lungo la N196. La strada è sempre quella, le curve sono sempre quelle e sempre quella è anche la goduria. Andando avanti devo dire che la moto nonostante il carico si comporta proprio bene, alla faccia di chi dice che con una naked di media cilindrata non ci si possa fare un viaggetto divertendosi. A Sartene ci fermiamo sulla graziosa piazzetta a riposarci cinque minuti ma riprendiamo subito per Propriano. Pausa pranzo e si continua prendendo la D157 (la N196 taglierebbe per l'interno), seguendo la costa dalla strada si intravedono le belle spiagge della costa ovest, con tanto di mucche. Un bagno è d'obbligo, e noi eseguiamo senza discutere. Da qui seguiamo la D757, la D155 e la D55, sempre passando per la fascia costiera, la strada, ora di nuovo a doppia corsia ma più stretta, sale su un montarozzo e poi ritorna costiera. Anche qui ci si potrebbe divertire perchè comunque il traffico è poco, però la strada in alcuni punti è un po' sporca e bisogna stare attenti. Ritornati sulla costa invece si entra in una zona a maggior vocazione turistica e c'è traffico. Si arriva nei dintorni di Ajaccio e i camping sono di nuovo squallidamente da camping superaccessoriato e marmocchi ululanti, tiriamo oltre e puntiamo al campeggio di Ajaccio, situato all'altezza del centro città nella zona immediatamente più a monte del nucleo abitato: arriviamo, sarà un po' sfigato forse ma il suo porco dovere lo fa, la piazzola che troviamo è laterale e ci piace, perché nella zona centrale le piazzole sono sostanzialmente continue senza divisioni, i bagni sono molto puliti però e se si arriva tardi si può parcheggiare la moto al di fuori dell'area di campeggio ma in una zona controllata. Solita passeggiata, questa volta ad Ajaccio, che ha l'area di essere una cittadella, cena a base di cozze e formaggio con la quale riusciamo a imbrattarci in modo difficilmente concepibile, e tutti a dormire.
Mappa: tragitto arancione, km 150 circa.
Tragitto: Pianottoli, Sartene, Propriano, Porto Pollo, Porticcio, Ajaccio.
Strade: N196, D157, D757, D155, D55.
Pernottamento: Camping ?? (dentro Ajaccio)
Note: le strade secondarie hanno spesso problemi di sporcizia, la dopo Porto Pollo alcuni tratti di asfalto sono rovinati.
IL VIAGGIO, GIORNO 06. Pit-stop tecnico da Decathlon per comprare il telo e una delle stecche delle tende che ci aveva abbandonato un paio di notti prima, con conseguenze degne di McGyver e risultati degni di Fantozzi. Riprendiamo la N194 e poi deviamo lungo la D81, Cargese, poi Piana. Sosta al supermercato e deviazione bagno in una delle spiagge sotto Piana. Si scende lungo il bordo di un promontorio a picco sul mare e si gode del bel panorama. La spiaggia è grande e sarebbe molto bella se non fosse per un meraviglioso torneo di beach soccer con tanto di musica a palla che rovina l'idillio. Ci godiamo comunque la pausa: bagno, panino, minuziosa pulizia dalla sabbia e si riparte. Il tratto di strada dopo Piana nasconde la zona dei Calanchi, meravigliose strutture rocciose fra le quali serpeggia la strada. Ci sono varie piazzole dove ci si può fermare per fare le foto di rito. Dalla zona dei Calanchi (sono circa 3 km di strada) si scende verso Porto, la strada è piacevole con un buon asfalto ed un paio di piazzole panoramiche. Abbiamo anche beccato una pattuglia in moto della polizia ed essendo zona turistica penso sia cosa normale.
Ci fermiamo al camping consigliato sia dalla LP che da amici, si chiama Le Porto ed è un ex frutteto trasformato in campeggio, popolato da campeggiatori on the road e persone normali. Molto carino, consigliato. Dopo il rituale montaggio della tenda ci avviamo verso Porto che si snoda lungo la valle fino a creare una propagine arroccata sul mare con un porticciolo su un lato ed una grande spiaggia di sassi dietro la quale ci sono 3\4 ristorantini. Ci fermiamo in uno di questi, segnato per la sua famosa zuppa di pesce.. bah.. rimango perplesso dalla cucina franco-corsa. A Porto si sta abbastanza freschi, ed è decisamente piacevole.
Mappa: tragitto rosso, km 110 circa.
Tragitto: Ajaccio, Cargese, Piana, Porto.
Strade: N194, D81.
Pernottamento: Camping Le Porto (all'ingresso di Porto venendo da sud)
Note: in questo tratto il discorso del giro orario acquista un senso (provate a fare una curva avendo un muretto ed il nulla ad 1 metro da voi)
IL VIAGGIO, GIORNO 07. Da Porto si continua verso nord, la strada risale sulle montagne corse e piega verso l'interno. Il manto stradale peggiora, è abbastanza rovinato e ci sono un po' di sassi qua e la. In questo tratto si incontrano anche un po' di pulmini turistici, la cosa bella è che si incontrano pochissime case e la vegetazione copre tutto il paesaggio. Prima di imboccare la D81B c'è un bar all'altezza dell'unico incrocio visto in questo tratto di strada. Incrociamo due altri motociclisti che ci preannunciano una strada piuttosto disastrata nel tratto a seguire, ma decidiamo di proseguire comunque. Effettivamente la strada riguadagna la costa ed è bella, paesaggisticamente perché l'asfalto fa ancora più schifo di prima: buche, strada sgrugnata, sassi e sassetti. Andatura molto controllata, anche per salvaguardare il mono, e si continua fino a girare la punta, il paesaggio è molto bello e vale la pena fermarsi a fare due foto prima di arrivare a Calvi dove pranziamo e facciamo una passeggiata. Il paese è piuttosto turistico ma il porticciolo è carino con la fortezza arroccata su una formazione rocciosa. Dopo pranzo continuiamo fino a Ille Rousse, dove troviamo un grande campeggio di quelli turistici e pieni di megacamper tende superaccessoriate e marmocchi. Ma questo offre la tavola e ci accontentiamo. Abbiamo anche il tempo per fare un bagno, c'è una bella spiaggia davanti al campeggio, dietro la macchia mediterranea e non ci va di cercarne una più appartata anche se è invasa da tre quarti dei campeggiatori di cui sopra accennavo. Ille Rousse è un paesello carino, con una grande piazza, dove gli autoctoni giocano a bocce, un bel mercato aperto a forma di tempio e una serie di stradine che vale la pena esplorare per trovarsi in affascinanti piazzette. Ceniamo in un ristorantino etnico, tanto per cambiare, ne approfittiamo anche per fare qualche regalo e torniamo al campeggio, sperando che le bande di marmocchi trovino pace.
Mappa: tragitto giallo, km 110 circa.
Tragitto: Porto, Calvi, Ille Rousse.
Strade: D81, D81B, N197.
Pernottamento: Camping Le Bodrì (all'ingresso di Ille Rousse venendo da sud)
Note: andate piano, nel primo tratto per i detriti e lo sporco, nel secondo per.. tutto.
IL VIAGGIO, GIORNO 08. Non facciamo in tempo a sgranchirci le gambe che c'è già una macchina (di italiani) in attesa che lasciamo la piazzola. Partiamo ben volentieri, tirando verso Saint Florent, lungo la N1197. La costa è molto turistica, c'è traffico fino al bivio che da una parte porta a Bastia dall'altra attraversa il desert des Agriates verso SF. Lo scenario del deserto è affascinante, una serie di alture spigolose popolate da una diradata vegetazione bassa si estendono fino al mare. La strada è bella anche dal punto di vista motociclistico, una serie di curve più o meno strette si sussegue senza soluzione di sosta, l'asfalto è buono e c'è solo da stare attenti alle piazzole di sosta ed ai vari turisti che si fermano a fare qualche foto.
L'idea iniziale era quella di fare tappa a Saint Florent, prendere un barchino ed andare a fare un bagno lungo la costa. Il tempo però ce lo sconsiglia, è nuvolo e non abbiamo molta voglia di lanciarci in un giro turistico. Il centro abitato è affollato dai turisti che visto il tempo vagano qua e la, facciamo una passeggiata e poi continuiamo lungo la D80 verso nord e verso il dito. Siamo subito molto soddisfatti della scelta, la strada corre a mezza costa lungo le alture di quest'ultima parte della Corsica. Si attraversano alcuni gruppetti di case arroccati lungo la strada, ci fermiamo a Nonza. Facciamo una passeggiata, ci fermiamo al supermercatino dove dobbiamo attendere 5 minuti buoni la proprietaria che si era momentaneamente assentata, cose di altri tempi. Un percorso pedonale serpeggia fra le case fino ad arrivare sotto la torre, una delle tante torri corse. Un bar all'aperto fra i resti in pietra è aperto e a saperlo era un posto ideale dove pranzare, ma abbiamo già dato. A nord della torre c'è una grande spiaggia pietrosa grigio scura. Continuiamo a percorrere la strada che non è il massimo ma si fa godere, anche perché dal punto di vista paesaggistico invece è molto bella. Il tempo peggiora e pioviccica, l'andatura diventa ancora più turistica e rilassata e non è un male.
La D80 in alcuni tratti scende verso il mare e poi risale, c'è una ferriera abbandonata da cui pare si goda un ottimo panorama ma sarebbe off-limits e la strada sterrata che ci sale è un po' troppo sterrata visto anche la giornata di pioggia. Più avanti un altro gruppetto di casa nasconde un supermercato-distributore di benzina (su questo lato del dito non ce ne sono molti, attenzione). Da qui in poi la strada peggiora decisamente, anche perèch è in rifacimento e andiamo pianissimo fino alla punta dove uno spiazzo terroso è un belvedere. Il cielo grigio rende il tutto anche più affascinante. Siamo alla punta del dito, da qui un bel tratto di strada scende serpeggiando verso Macinaggio dove c'è il campeggio che abbiamo designato come campo base per le ultime due notti.
Il camping U Stazzu è un posto particolare e vale veramente la pena di fermarcisi. La zona per le tende è chiusa da un muretto e non ci si può accedere con la moto quindi ci tocca gonfiare il materasso dentro la tenda e poi portare il tutto nell'area designata. Tutto il campeggio ha una bella vegetazione bassa che copre le tende, ed al centro del tutto c'è un bar con il proprietario, una zona con le lavatrici e i bagni che sono puliti. Dopo aver montato la tenda andiamo a piedi verso il paese passando per la spiaggia che è coperta da un manto di alghe, ma pare sia un'eccezione. Macinaggio è l'unico porto dopo Bastia quindi c'è turismo, ma senza esagerare. Una serie di ristorantini offrono varie possibilità di mangiarsi qualcosa lungo il porticciolo, noi eseguiamo senza fare polemiche, ci beviamo qualcosa e torniamo alla tenda.
Mappa: tragitto arancione, km 120 circa.
Tragitto: Ille Rousse, Saint Florent, Nonza, Macinaggio.
Strade: N197, D81, D80.
Pernottamento: Camping U Stazzu (entrando da ovest a Macinaggio, prima del supermercato a sinistra).
Note: il dito (lato ovest) non ha bellissime strade quindi andare tranquilli e godersi lo spettacolo, divertente e ottimo il tratto dietro il deserto.
IL VIAGGIO, GIORNO 09. La scelta di restare due notti a Macinaggio torna utile, anche perché dopo 8 giorni di smonta – rimonta ne abbiamo un po' le … piene. L'idea è di fare un giro per il dito, esplorandolo senza la fretta di raggiungere una meta, visto che Bastia dista una mezz'oretta. Scegliamo di salire ed esplorare qualche paesello nell'entroterra, godendoci i panorami e poi andiamo a fare un bagno a Barcaggio, la spiaggia più a nord della Corsica, con tanto di mucche che passeggiano qua e la fra i bagnanti. Dopo il bagno andiamo verso Bastia, facciamo una sosta sul grazioso porticciolo di Erbalunga, la strada costiera sul fronte est è bella, bisogna solo stare attenti ai turisti ma fra una caletta e l'altra c'è spazio per qualche bella curva. Tiriamo verso l'interno per provare a salire fino in cima alla costa montuosa, purtroppo l'ultimo tratto non è asfaltato e torniamo indietro andando verso Bastia dove facciamo una passeggiata e ceniamo. Il ritorno in notturna è piacevolmente fresco.
Mappa: tragitto arancione, km 130 circa.
Tragitto: Macinaggio, Barcaggio, Erbalunga, Bastia, Macinaggio.
Strade: D80.
Pernottamento: Camping U Stazzu (entrando da ovest a Macinaggio, prima del supermercato a sinistra).
Note: lungo la costa est la strada è bella e curata, attenti ai turisti e al traffico da mare (ed anche a qualche volante).
IL VIAGGIO, GIORNO 10. Rimontiamo la moto, per l'ultima maledetta volta e andiamo verso Bastia. Tempo per i regali di rito e per una sosta colazione e poi sul traghetto. Mentre aspettiamo sul molo scendono una 40 ina di centauri, fra moto, motorini, scooter, vespe e trike (si anche un trike). Viaggio in nave e poi partenza da Livorno nel primo pomeriggio. L'Aurelia fino a Grossetto fa abbastanza schifo con svariati avvallamenti nell'asfalto. Sosta cena a Capalbio e poi dritti a Roma con arrivo alle 11. Viaggio finito.
REPORT. In poche parole. La Corsica è un gran bel viaggio in moto. Innanzitutto il giro: orario o antiorario. A mio parere è meglio seguire le lancette, sia per il discorso lato montagna vs lato dirupo, sia perchè vale la pena fare prima la parte interna lasciandosi la costa ovest ed il dito per la fine del viaggio, godendosi le spiagge. Secondo capitolo: le strade. Le “N” sono perfette, c'è poco da dire. Le “D” variano molto, innanzitutto in base alle dimensioni della carreggiata, ma anche per condizioni di asfalto. La media è comunque migliore di tante strade extraurbane secondarie che troviamo in Italia, c'è più che altro da stare attenti al terriccio e ai sassi, o ai maiali selvatici. Spesso ci si trova con un manto stradale un po' datato ma abbastanza omogeneo, in altri casi (soprattutto dopo Porto, prima di Calvi e in parti di Cap Corse) è abbastanza, italioticamente, tutto rappezzato.
Comunque partendo dalla considerazione che fare un viaggio in moto preclude la possibilità di pensare di essere su un circuito: ogni tanto vale la pena di divertirsi ma nella maggior parte dei casi ci si gode la guida, la strada, ma conviene essere prudenti e stare attenti. Le aree turistiche sono abbastanza controllate, e ci sono un po' di autovelox all'inizio e alla fine dei gruppi abitati, occhio al limite. Noi siamo partiti in jeans, giacca traforata, casco integrale e guanti estivi (consigliati, sempre, soprattutto per i rovi che capita di colpire). Io anche con le ginocchiere ma tutti e due con scarpe civili. In alcuni tratti abbiamo avuto caldo e ci siamo dovuti fermare o togliere la giacca ma temo non ci siano alternative possibili. Buon viaggio a tutti e buona corsica!
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