I giorni si susseguivano copiosamente, continuavo a compiere il mio “dovere riabilitativo” rendendomi sempre più conto che il lavoro da portare a termine per arrivare a com’ero prima era immenso, lunghissimo da portare a termine.
Non sarei riuscito a finire nei tempi da me stabiliti e cavolo, pur dando fondo a tutto ciò di cui ero capace, non era sufficiente, mi sarei solo avvicinato, mai raggiunto! Caspita, possibile che non si possa davvero fare niente? Cosa potevo fare?
Dopo le ultime notizie non certo incoraggianti in campo oculistico, la copiosità dei giorni mi aveva fatto entrare in una routine in cui mi stavo spegnendo progressivamente piano piano.
Senza contare che durante il giorno, ero sempre in perenne contatto con persone molto anziane, il target d’età era dai 70 a salire.
Non mi dava fastidio essere in mezzo a loro, mi faceva piacere scambiare due chiacchiere con coloro che attaccavano bottone, caspita dopo due mesi passati a non parlare per via della tracheotomia, era fighissimo risentire la mia voce ed interagire con altre persone.
Quando iniziava la conversazione ed il dialogo passava allo step successivo, puntualmente tutte le volte “partiva” una garetta per vedere se loro erano messi peggio di me. Le domande più in voga erano: N° si ossa rotte in un colpo solo, n° di operazioni nel minor tempo possibile.. Il mio punteggio era 9 tipi di ossa e 6 operazioni in circa 50 giorni..
“Vincevo” sempre ma non mi sentivo particolarmente fiero, tutt’altro, anche perché io avevo solo 33 anni e loro dai 70 a salire, un po’ troppe tappe bruciate subito subito..
Stavo iniziando a diventare un po’ intollerante verso il mondo esterno, non mi sentivo molto parte di esso. Durante le visite dei parenti/amici ai degenti, sempre orario serale, le persone che mi venivano a trovare, ne venivano spesso, le vedevo come fossero distanti da me, un tipo di vita completamente differente rispetto alla mia, come fossero su un pianeta diverso. Alcuni miei amici od amiche si confidavano con me circa i loro problemi, quando sentivo in che cosa si perdevano, mi veniva un po’ di malinconia perché mi sembrava lo facessero in un bicchierino d’acqua, cavolo i problemi sono altri per la miseria, reaisci cavolo, se ragioni un po’ la soluzione c’è, basta solo rimboccarsi le mani e lottare!
Mi parlavano dei loro problemi di lavoro,
il mio collega cerca di prendersi il merito delle mie idee, mi sta sulle palle, non so cosa fare..
ed io pensavo
beh, c***o, non mollare, continua ad impegnarti, quando i vostri superiori, se non sono un branco di c******i, se ne accorgeranno qual è la vera finte delle intuizioni, lui si rivelerà al di sotto di ciò che vanta di essere, è semplice! Nel caso fossero dei c******i, beh perle ai porci è uno spreco!
Oppure alcuni che litigavano un giorno si e l’altro anche con la loro metà ma, non avevano il coraggio di parlargli chiaramente e, essere chiari non significa essere bruschi o maleducati.
Ovviamente continuerai a lamentarti se non troverai il modo di fargli capire ciò di cui hai bisogno anche tu, essendo un rapporto a due, oltre le sue esigenze, ci sono anche le tue. Portare sempre pazienza ed ingoiare è peggio perché arriverai al punto in cui, a rapporto più evoluto, manderai tutto all’aria perché non riuscirai più ad ingoiare. Meglio affrontare il problema quando è piccolo, aspettare è una stronzata..
Mi sentivo dire :
Ma non ho il coraggio sai che casino verrebbe fuori?
Io:
Certo, meglio aspettare così poi il casino quando capita è più grosso! Stai aspettando che ci pensi lo Spirito Santo o perché non hai il coraggio? Far passare del tempo è peggio, il casino se scoppia è più detonante..
I loro sfoghi mi faceva piacere sentirli e farli ragionare, mi dava l’idea di far parte “di QUEL mondo” e non nel mondo in cui mi trovavo ogni singolo minuto del giorno. Spesso mi chiedevo come mai “si perdevano in quel bicchierino”, mi sembravano molto semplici da affrontare. Ovviamente, esternamente è più facile, nel mezzo del problema è più complicato però.. In quel periodo non riuscivo a darmi una spiegazione sensata in merito.
In tutto ciò, per me, l’unico vero problema era che quando andavano via, io ripiombavo dentro l’altra parte. Mamma mia, dovessi paragonare se fosse peggio la rianimazione o quel periodo, sicuramente quel periodo è al primo posto, anche perché..
..Una sera mi avvicinai alla “borderline”
Verso le 00:15 (orario preciso perché ricordo molto bene le cifre illuminate di rosso dell’orologio digitale del salone) Dalla mia camera, scendo nel salone di accoglienza dei visitatori, dirigendomi vicino ai distributori automatici di bibite e cibo..
Non riuscivo a dormire, tanti pensieri non molto positivi..
Riflettevo sulla situazione…
Sono in una struttura per riabilitazione, indubbiamente molto accogliente, con il personale medico ed infermieristico molto preparato, efficiente con una spiccato senso di umanità verso i degenti. I degenti, persone anziane a perdita d’occhio tutte con problemi, nessuno di sano (e ci credo, se sono in ospedale non è per villeggiatura). Cavolo, sto faticando e soffrendo come un disgraziato per tornare come prima, ho dei vincoli che non mi permetteranno di ritornare come prima, dovrò limitarmi in maniera impressionante nella vita che facevo prima. Ho una cicatrice in faccia che spaventa anche me, sono strabico, mi hanno trascurato in rianimazione ed ora io ne pago il conto con la piaga da decubito formata sulla nuca dove non mi cresceranno più i capelli, con tanto di cuoi capelluto con cicatrice non visibile, di più!
Avrò le articolazioni fragili, quella del gomito non ne parliamo. Forse non potrò più correre, c***o ho difficoltà anche solo ad attraversare una porta. Oltre a questo la mia morosa mi ha mollato e, combinato come sono sarà impossibile che qualche ragazza mi consideri.
Le ragazze della mia età a parte casi sporadici, sono tutte fissate sulla bellezza esteriore, quello che c’è dentro può essere anche perda!
Ma c***o, che senso ha avuto sopravvivere ad un incidente così mostruoso? Ora faticherò per avvicinarmi soltanto, a prima, tra qualche anno tornerò ancora in ospedale per gli acciacchi della vecchiaia come lo dimostrano tutti coloro che sono ricoverati qua!!
Ma allora che c***o di senso ha vivere se poi lo devo fare soffrendo così?
Meglio farla finita ora!
Dopo circa un minuto per contemplare la decisione.. Riprendo a pensare, allo step successivo..
Dal terzo piano di questa struttura c’è un balcone che si affaccia sulla strada.
Quanto sarà alto, vediamo un po’..
Dunque.. Sono 3 piani, 3 metri a piano quindi circa 9/10 metri di caduta sull’asfalto. Potrei scendere di testa, non è poi così complicato.. anche se.. a livello di sollecitazioni..
A livello di sollecitazioni, vediamo un po’:
9.81 m/s² di accelerazione gravitazionale, quindi significa che il mio corpo subirebbe una decelerazione negativa di circa 9g. I piloti militari di oggi, quelli bravi, arrivano a sopportare circa 3/3.5 g negativi.. Direi è sicuro che non sopravvivo a prescindere da come atterro, almeno è certo che andasse anche di sfiga non sopravvivrei!
Mi sembra abbastanza facile, meglio fare un chek up del percorso:
Dunque, prendo l’ascensore da questo piano, ok
Seleziono il 3° piano e ci giungo, ok
Potrei trovare un ostacolo da quando esco dall’ascensore per arrivare al balcone come ad esempio qualcuno che rimane sveglio di notte…
Tuttavia potrei.. potrei, se mi guarda o si accorge di me, attaccare per primo bottone, convincerlo con una scusa, come ad esempio la bellezza della struttura, voler vedere il panorama da quel punto arrivando al balcone e di ci andrebbe un attimo. Anche si rendesse conto, non riuscirebbe in pochi secondi a realizzare ed a fermarmi.
Mi sembra fattibile, dovrei solo evitare di generare un sospetto, quello sarebbe un errore che non posso permettermi di fare, manderebbe tutto a ramengo..
Mi sembra tutto troppo facile, qualche cosa non mi torna, meglio analizzare tutti gli aspetti:
Io mi suicido,
Muoio,
I problemi finiscono istantaneamente,
Onore e gloria vanno a farsi benedire,
Avrei perso su tutta la linea perché vorrebbe dire che mi sono arreso..
I medici sostengono che sono vivo per miracolo, ed io getto tutto così nel cesso, potrei tranquillamente fottermene!
In quell’istante mi è tornata in mente l’espressione del viso della mia mamma quando ha visto che le sorridevo, svegliato dal coma…
Mia madre? Da cosa mi avevano raccontato, quando c’ è stato l’incidente, la polizia intervenuta in soccorso, ha risposto al mio cellulare che squillava ed era sull’asfalto, mia madre mi chiamava perché non era tranquilla aveva un presentimento e loro, l’anno avvertita di raggiungermi subito alle Molinette perché ero gravissimo.. pensa che spavento! Già quando era morto mio papà (12 anni fa, ora 13) è stato un colpo terribile per lei, ed ora?
c***o, sarei veramente un bastardo se facessi una cosa simile, la ucciderei di dolore praticamente con le mie mani, Va bene smettere con i problemi ma non sono un assassino e per di più della mia mamma.
L’idea mi fece rabbrividire!
Ma come posso pensare ad una cosa simile?
Ma cosa c***o mi sta capitando?
Prima era impossibile che arrivassi a questo punto, ed ora? Ci sono arrivato!
L’attimo dopo è stato come fossi entrato in standby..
Mi ricordo che avevo smesso di pensare, gli occhi erano man mano sempre più lucidi, lucidi al punto che iniziavano a scendere lungo le guance due lacrimoni. Scendevano lentissimi e caldissimi. In quegli attimi, il tempo mi sembrava si fosse veramente fermato, oltre quei due lacrimoni ne scesero altri e poi ancora altri, da sotto il mento gocciolavano sulla sedia. Mentre si esaurivano le lacrime, ritornavo a pensare alla mia mamma ed a cosa avrei potuto generare con quella mossa, piangevo perché avevo seriamente preso in considerazione un’idea stupida, molto vigliacca, che avrebbe rovinato la vita a quella persona, di mia madre!!!
Incominciò a nascere e secondo dopo secondo crescere, una sensazione di rabbia dentro di me che mi spinse a reagire!
c***o, sveglia idiota!
Ma cosa c***o sto facendo, mollo proprio ora, combinando un casino simile?
Quanto sarei disgraziato a fare una porcata simile? c***o stavo quasi per cedere?
m***a è quasi come fosse una sconfitta c***o.
Ma porco schifo non riuscivo a mettere a fuoco la situazione!
c***o, c***o, c***o che rabbia (digrignavo i denti dalla rabbia) va ffa n culo, devo reagire punto. Devo smetterla di nascondermi dietro la paura!
Non voglio essere uno che si tira indietro, anche se m’impegnerò non arriverò dov’ero prima, farò anche schifo di aspetto e chissenefrega!
Visto che non so dove arriverò, come diceva mio padre “incomincia a darti da fare e poi continua” prima inizierò e poi dirò, c***o ci sono riuscito e continuerò fino alla fine a non mollare.
Lo faccio per la mia mamma per non farla soffrire, lo faccio per il mio papà per non deluderlo e lo faccio per me perché ora voglio vedere quanto valgo!
Mentre raggiungevo l’ascensore per giungere al piano del reparto (2° piano reparto azzurro, letto 14) volevo scrollarmi di dosso quei pensieri a quel punto pesanti come piombo, non li sentivo più miei, zavorra inutile, mamma mia che schifo!!
Entrato in ascensore, mentre selezionavo con il dito il pulsante n°2 guardavo sorridendo il n°3 e pensavo:
v********o, io non mollo!! Senza aiuto è ci sono riuscito, da solo!
Mentre raggiungevo la stanza mi sentivo tanto felice, ero riuscito a risolvere un grosso problema ed a voltare pagina, pagina bianca, pronta da scrivere..
sulla soglia della stanza..
Ma diamine, la puzza questa sera è esagerata, altro che sgommata nelle mutande, sembra di entrare in un porcilaio, Babba bia ma…
Ma sai che c’è? Io la respiro a pieni polmoni!! Ahhhhhh che puzza, senti come entra bene dalle narici, tanto non muoio e non mi vengono malattie strane per un po’ di odore..
Però domani cerco il numero di un esorcista!!
Il giorno seguente, nonostante la sera prima mi fossi coricato verso le 02:35, alle 07:00 ero pronto, lavato vestito ed in attesa della solita medicazione alla nuca, classica fasciatura tipo soldatino ferito, e dopo, colazione!
Primo impegno mattutino elettrostimolazione, poi fisio alla gamba poi al braccio alee… Ma va benissimo, oggi niente antidolorifici, oggi me ne fotto del dolore!
Non so cosa mi sia capitato ma.. oggi ho voglia di fare casino!!
Quella mattina la medicazione alla testa era particolarmente riuscita bene, sarà anche che la respirata a pieni polmoni di quell’aria prima di dormire, mi aveva procurato delle disfunzioni celebrali ma, mi sentivo un po’ un kamikaze giapponese…
Arrivato, con largo anticipo, nel salone d’ attesa dei degenti per le varie sedute di fisio, situato al piano seminterrato, inizio a chiacchierare con il responsabile di sala. Un ragazzo di circa 40 anni, molto socievole e simpatico. Ad un certo punto esclama:
ma lo sai che stamane mi ricordi un po’ un giapponese, un kamikaze!!
Io
Ma… hai un pennarello rosso?
Lui
Certo, ma..
Io (senza aspettare che finisse la frase)
Come te la cavi con il disegno?
Lui
Caspita, bene, ho fatto l’artistico.. La bandiera giapponese?
Io
Si dai la bandiera sulle bende!!
Lui
Si, ochei, ma dove?
Io
In piena fronte, bella visibile!! Hai voglia, te la senti?
Lui
Si dai fighissimo!! Si però mi raccomando, altrimenti mi cazziano..
Io
Oh, io stamane non ti ho visto e se l’ho fatto, tu eri intento a svolgere la tua mansione in quanto persona seria e ligia al dovere!
Ed in tempo zero, ecco la bandiera giapponese sulle bende ma… non era finita!
Durante la seduta di elettrostimolazione al quadricipite e quella mattina avevo anche pacioccato i parametri dell’elettrostimolatore affinché generasse le scariche a massima potenza.. Devo ammettere che si sentivano mooolto bene , cacchio che male!
Subito dopo fisio alla gamba, nella palestra grossa..
Entro in palestra, mi fermo sulla soglia (nessuno mi aveva notato) e, con postura da karateca, con voce seria a volume udibile da tutti i degenti presenti in sala:
Coniciua! (saluto di presentazione in giapponese)
Poi riprendo a camminare per dirigermi verso Walter, il fisioterapista che mi seguiva..
La sala si ferma istantaneamente, Walter e poi a ruota gli altri scoppiano a ridere per la cagata che avevo detto e per quella fantastica bandiera giapponese..
Quella mattina la fisioterapia con Walter era stata particolarmente allegra, anche se senza antidolorifici, porca t***a che male ma, ormai è storia.
Il bello arrivò con il secondo fisioterapista, una ragazza di 34 anni, di nome Francesca che si occupava del movimento di camminata e del braccio. Da quella volta abbandonai definitivamente la sedia a rotelle. L’esercizio consisteva nel camminare con le stampelle.. iniziai a percorrere corridoi e scale a destra ed a manca, ovviamente in compagnia di Francesca che si assicurava compissi i movimenti in maniera corretta.
Mentre imboccavo un corridoio particolarmente lungo, circa 40 metri, dalla parte opposta un paio di anziani in sedia a rotelle che si stavano dirigendo nella sala di smistamento per fisio, ovviamente venivano in senso opposto al mio e giunse “un’illuminazione”!! Fermandomi di colpo, rivolgendomi a Francesca:
Francesca senti, ora farò ridere, ma non preoccuparti, non sono impazzito!
Lei:
Andrea, cosa succede? Stamane hai un’espressione un po’ da peste.. Poi con la bandiera..
Io:
tranquilla, figurati!
I due degenti erano a circa 30 metri di distanza, mi metto in mezzo al corridoio (sarà stato largo non più di 2,5 metri) rivolto verso il muro ed inizio a “parlare”, forte, in giapponese con tanto di esclamazioni, mi metto in posizione, a pugni chiusi, come volessi sferrare un pugno ma (intanto i due continuavano ad avanzare).. ma.. inizio a sferrare una “scarica” di pugni contro il muro, ovviamente senza colpirlo, imitando i versi del cartone animato Ken il Guerriero!! Come conclusione della mossa, salutavo il muro con l’inchino, accompagnando con “fonetica giapponese”. Il risultato? Quei due di prima, retro marcia e via di corsa… hihihihi è stato fantastico!
Ovviamente non conosco niente di giapponese, quindi...
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Durante l'elettrostimolazione provavo le varie facce da balengo..
Il resto con i prossimi capitoli!