I giorni si susseguivano ma dopo l’euforia iniziale dimesso dalla rianimazione, la realtà a cui ho dovuto far fronte mi sono accorto diveniva sempre più pesante.
Un paio di giorni dopo il mio compleanno, la mia morosa mi molla. In condizioni normali nonostante ci frequentassimo da 6 mesi, molto seriamente, ovviamente ci sarei stato male soprattutto perché ci credevo veramente ma, nella situazione in cui ero, fu davvero pesante! Il motivo era dovuto ad una certa amica che, per me era tale, ai suoi occhi aveva superato la “linea di confine..” Messo davanti ad una scelta, da parte della mia morosa, o lei o “l’altra”, ho preferito dare peso all’amicizia. Ovviamente con il senno di poi avrei fatto la scelta opposta ma questo lo descriverò dopo..
Alla notte…
Durante la notte, il fenomeno non si ripeteva con cadenza regolare, quando capitava lasciava il segno. Uno dei miei due compagni di stanza, il più giovane, veniva colto da crisi di reazioni nucleari all’interno dello stomaco! Vi assicuro che non sto esagerando, sarà stato per il cibo servito per cena che generava qualche scissione nucleare durante la digestione a letto, in ogni caso appena si addormentava, “si scatenava l’inferno”(by Bruno Meda). Una serie di scorregge, sonore ed olfattive che nemmeno con un petofono e fiale puzzolenti riuscivi ad eguagliare. “Eventi” sonori che duravano anche una manciata di secondi.. Mi sono sempre domandato, ma la tua moglie cosa dice? Ti deve amare in maniera sovraumana per sopportare la pestilenza notturna!
Fisioterapia
La fisioterapia procedeva.. non era particolarmente dolorosa, faceva male, ovvio, ma riuscivo a sopportarla senza particolari problemi, ovvio, 3 ore al giorno mi riducevano come uno straccio alla sera ma ero contento perché per me significava che mi stavo riavvicinando a com’ero prima, almeno, così credevo in quel periodo. Nei giorni seguenti, premetto che mi avevano tolto il gesso da circa 15 giorni, l’ortopedico del mio reparto aveva dato disposizioni ai fisioterapisti che si occupavano do me, d’incrementare il livello di fisioterapia. Perdindirindina che incremento, il primo giorno le infermiere del reparto mi “invitarono” ad assumere antidolorifici per sopportare meglio il dolore generato dai trattamenti, in particolar modo al braccio, ma non come al solito non ne avevo voluto sapere. Non volevo alcun aiuto esterno, mi credevo forte a sufficienza per fare da solo. Dopo essere terminata prima sessione di fisioterapia ed essere uscito dalla palestra in lacrime per il dolore, soprattutto al braccio, gli antidolorifici mi diedero un buon aiuto per non esaurire tutte le volte le lacrime. Uscivo dalle sedute di fisioterapia con l’energia di.. una pila scarica ma non mi dispiaceva. Mi accorgevo che “adottavo un tipo di pensiero” un po’ strano: Morire per la fisioterapia era impossibile, quindi oltre la sofferenza non cera altro. La sofferenza era il prezzo da pagare per tornare come prima.. Bene, non vedo l’ora che arrivi domani per migliorare rispetto ad oggi.
Dopo qualche giorno, verso sera, dopo cena, mi alzavo in piedi, mi appoggiavo di spalle ad un angolo della stanza e cercavo di far flettere la gamba con il peso del corpo. Ogni sera, 30 minuti.. I parenti e soprattutto gli amici credevano che lo facessi per fare l’eroe.. Dicevo loro che stavo cercando di capire a quale punto poter arrivare perché mi accorgevo, giorno per giorno, che non mi conoscevo così bene in me stesso e non capivo il motivo..
Ad esempio..
il giorno del mio compleanno (11 ottobre) ovviamente ero al San Camillo e la mia mamma aiutata da alcuni miei amici, mi aveva organizzato la festa a sorpresa con tanto di torta, pasticcini, salatini e via discorrendo.. Caspita ma che io ricordi, non era mai capitato di quella portata nella mia vita fino ad allora!!
Verso ora di cena, un mio amico entrò in camera con la sedia a rotelle dicendomi di volermi portare un minutino fuori per farmi vedere “un robo”..
Ovviamente non ho resistito un secondo alla curiosità e.. mi portò nel parco..
Palloncini appesi, un sacco di amici, la mia morosa, mia mamma..
Rimasi veramente fregato in pieno perché non me lo aspettai, mi fece un piacere immenso, anzi due..
Foto di gruppo, i regali, la torta.. ero contentissimo, mi sembrava di essere proprio da un’altra parte.
Lessi anche il bigliettone d’auguri (in doppio formato A3, lo conservo tutt’ora) con tutte le frasi d’incoraggiamento dei miei amici fra cui anche quella di un certo Fabio (un ragazzo con qualche anno più di me, conosciuto tre anni prima, per puro caso, una sera in birreria, amico di amici. Eravamo /siamo ancor ora, in piena sintonia).
Bastarono poche parole, scritte da lui, ad accendere “Un interruttore che non sapevo di avere”:
Badilate di gas a Castelletto Siamo 1 a 0 per me hahaha!
Con lui c’è sempre stato ed è così tutt’ora, un profondo rispetto reciproco, per essere chiaro, lo considero come un fratellino (fratell-ino non perché è più piccolo di me, ma perché la cubatura del motore della sua moto è un 550cm³ la mia era un 992cm³).
Dopo aver letto quelle parole volli fortemente fare anche l’impossibile per tornare in moto, se la gamba non si piegava l’avrei piegata, se il braccio era messo male sarebbe migliorato e soprattutto se gli occhi erano diventati strabici, non importava avrei sputato anche l’anima ma non mi sarei arreso!
In quell’istante m’ immaginai di essermi trovato di fronte ad una montagna immensa, scura , parzialmente innevata, nonostante il vento la bassa temperatura ed il freddo che m’immaginavo di sentire, sapevo che l’unica strada era superarla. Mi sentivo un po’ angosciato perché era come avessi saputo quanto avrei dovuto patire ma non me ne fregava nulla, o quella o la morte.
Si accese quell’interruttore perché:
a circa 5 giorni prima dell’incidente avevo trascorso 2 giorni di ordinaria deficienza al motodromo di Castelletto di Branduzzo..
Classica uscita in pista insieme due miei amici. Io ed uno dei due, partiti al motodromo un giorno prima per riprendere le misure con la pista, alla sera/notte pernottamento sotto il gazebo (nostro) nel parcheggio della pista e zanzare a parte (molto tenaci) sensazione fantastica nascondersi lungo il tracciato, dietro il cartello dei 100.. uno psicopatico (io) ed un cavernicolo (lui), cera anche un caldo mostruoso, alle 21:00 ancora 30°C..
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Il giorno dopo io e l’altro mio amico ci siamo dati battaglia come fosse stata l’ultima gara del campionato, non mondiale ma Intergalattico ed il risultato avesse potuto condizionare tutta la stagione.
Premetto che lui guidava una Aprilia 550 motard con le slick dure montate, io un Monster S2R 1000 con un paio di 208RR..
Vista l’affluenza in pista io e Fabio decidemmo di fare alcuni giri un “po’” tirati nelle ore centrali della giornata, 12:30, non c’era nessuno, forse per il caldo tipo Equatore, il termometro segnava i 39°C, in pista nessuno, Occasione Fantastica!!
Prima di partire, ci promettemmo di andare piano e non esagerare.. insomma una mitragliata di cazzate che dopo il primo centimetro della pista avremmo buttato nel cesso. Ovviamente lo sapevamo entrambi e c’eravamo capiti al volo!
Partiamo, io davanti lui “due micron” dietro, primo giro davvero piano per portare tutto in temperatura.. Il secondo il ritmo inizia ad aumentare, il terzo iniziamo a tirare ed io stavo valutando quanto potevo ritardare a frenare alla fine del rettilineo, prima della curva a sinistra, arrivavo vicino ai 185 ed avevo ancora un po’ di margine iniziando a frenare ai 75 metri.. Poi cerano i due tornantini di m***a che sapevo mi sarebbe passato sulle orecchie.. e va bene, però dopo c’è l’ovale…
Stava finendo il giro, stava per iniziare il 4°!
Occhei ora inizia la Super Pole!
Passo la linea del traguardo, ecco. Cirva asinistra veloce e poi il tornantino a sinistra, fischiano subito le ruote di Fabio..
Echecazzo è già così attaccato al culo, c***o! Subito curva a destra, rettilineo m***a non lo stacco c***o curva a destra, tornantino sinistra a salire.. eccolo che fischia ancora e vabbè passa dai, mi allargo in uscita e lui schizza in avanti in mono ruota a cannone.
m*****a com’è partito avanti, mi ha già dato una curva m***a se ne vuole andare, col c***o che ti mollo..
Ecco l’ovale, vado di terza, echeddiamine qui gratta tutto, stivale, gomito.. Massì chi se ne frega.. speriamo dolo di non bucare la tuta a forza di grattare, però stavolt lo sto facendo a cannone. vai che che sto recuperando si c***o da dai dai che ti ho mangiato metri, dai vai vai vai vai ti prendo ti prendo ha ha ha.. Ha ha seeeee ti ho vistonel tornante bastardo hai fatto una cazzata hahaha..
Ecco il tornante bastardo a sinistra, largo largo chiudo chiudo, v********o apro tutto già qui a metà, speriamo tenga, ecco che parte di culo dai tieni tieni tieni dai che va.. vai vai vai dai che tiene se se se ormai ci seeeee ti ho preso sono uscito a cannone ti cucco seeee… Eravamo affiancati al cartello dei 75 il mio tachimetro superava i 190km/h. Incrociamo gli sguardi e iniziamo a ridere, mollo il gas, mi metto dietro e concludiamo il giro e rientrando ai box..
Era stato bellissimo, passammo la mezzora successiva a ridere ed a prenderci per i fondelli come due scemi.
Nonostantente siano passati quasi 25 mesi lo ricordo come fosse ieri..
A brevissimo il 6° capitolo (già pronto)