Ninjascream ha scritto:
Anch'io ho da raccontare: un po' c'è nel mio post di presentazione Ninjascream, eccomi qua! [nuova biker si presenta] , ma ben poco di quello che ho passato.
Ho sempre voluto la moto, sempre. Colpa di un padre motociclista che mi posava sul serbatoio della sua FJ1100 fin da quando ero poppante... Con la scusa che non ho una salute eccezionale la mia famiglia (d'ora in avanti escludiamo mio padre, che non si è mai opposto, ma non ha neanche combattuto) ha sempre lottato contro, benchè io facessi tanti di quegli sport, compreso il salto ostacoli (che vi assicuro che con certi cavalli è estremo, avendo rischiato tante di quelle volte di lasciarci la pelle...!)...
Vabbè. Ho fatto fino ai 19 anni quello che hano voluto nonni e mamma, l'unica via di ribellione (per il controllo della mia vita e del mio corpo) la scelta di diventarer anoressica. Poi, l'illuminazione. Per uscire dall'anoressia, dall'autolesionismo e soprtattutto per guadagnare l'indipendenza e la fiducia in me, ho capito che l'unica via era mettermi seriamente di fronte al pericolo, al rischio di lasciarci le penne ogni santa volta che metti il naso fuori di casa. La moto.
Andare in moto richiede innanzitutto la testa sulle spalle, coraggio, determinazione, un fisico sempre pronto. Non c'è spazio per 45kg scarsi e le svenevolezze.
Così ho preso a mangiare e sono tornata in palestra.
Poi ho fatto la A3 tutta di nascosto e allo stesso modo ho comprato la mia Ninja.
E neanche un mese dopo averla portata a casa ho perso la mia roba e mi sono trasferita dal mio ragazzo. Senza sentire ragioni (fino a gennaio di quest'anno, tenendo comunque la moto da lui).
Perchè?
Perchè:
- ho disobbedito ai miei, che me lo vietavano.
- mi sono liberata dallo stereotipo comune della donna bella, oca, destinata ad una grigia vita di borse Luis Vuitton, tacchi a spillo, rimbambimento dietro il volante, bucati e fornelli.
- me ne sono fregata dei "consigli(avvertimenti-minaccie-tentativi di scoraggiare)" dei maschi in moto: "sei una femmina. le femmine devono solo andare in scooter" (su questo ho litigato anche con mia nonna che sosteneva a) tutte le altre ragazze non hanno la moto b) dovevi prendere una Vespa)
- ho usato i miei soldi per prendere qualcosa che per la prima volta mi ha fatto felice.
- ho fatto per la prima volta nella ia vita di testa mia.
- mi sono presa le mie responsabilità e ho riconosciuto i rischi che si corrono.
- sono guarita da sola da tutti i mie problemi, non seguendo "quello che le persone normali fanno".
- ho deciso che se devo proprio morire, lo farò per una mia decisione. Solo mia.
Conclusioni:
- se una persona è felice andando su un reggipalle a reazione che può ammazzarti da un momento all'altro, che male c'è (finchè non si ammazza qualcun'altro...)? facciamo tanto i liberal, lottiamo per la parità dei diritti, ma poi finiamo sempre a dire i maschi possono andare in moto perchè sono maschi, le ragazze al massimo la Vespa, perchè non sanno guidare e perchè sono femmine. Punto.
Ok: la percentuale dei tuberi al volante e in sella ad un due ruote è esorbitante, ma una donna che sceglie la moto è sempre speciale, furi dal comune. Perchè non le diamo la possibilità di esprimere la sua diversità, il suo essere speciale?
Perchè le ragazze normali non lo fanno. Infatti.
- mia madre dice sempre che se vai in moto muori. Ok. Ma l'ho scelto io. Raggiunta la maggior età (nel XXI secolo) qualsiasi sia il sesso i figli non appartengono più nè ai genitori nè ai loro fratelli. Anche se non smetteranno mai di amarli[u].
- fregarsene (soprattutto) degli uomini (e delle donne pecorone/perbeniste/conformiste che vanno loro dietro): la donna in moto è un duro colpo a tutto un sistema/apparato se non gerarchico, almeno di ruoli. Per molti è qualcosa di pericloso (a livello psicologico/sociale) che sconvolge il piccolo universo comodo e (ritenuto) immutabile.
- fregarsene degli insulti che con ogni probabilità voleranno da ogni lato: dalla "donna allegra" alla lesbica...
- Prendere in mano la propria vita, lottare per le proprie scelte, anche se sbagliate.
Quello che posso dire è che da questo travagliato peroido ho imparato e ricevuto tanto e, se potessi tornare indietro, lo rifarei 100 volte. Piangerei, mi dispererei, fotterei un semestre di università altre 100 volte, per avere la libertà che mi è stata tanto negata.
Anni fa, un anziano che ha fatto tanto perchè potessi essere qui oggi, mi donò un portafortuna con un minuscolo bigliettino che recitava : Sii forte, non avere mai paura: la vita premia gli eroi.
Forza ragazzi (e ragazze, per non essere OT) ogni giorno con la nostra moto è il premio del nostro coraggio!
Ho sempre voluto la moto, sempre. Colpa di un padre motociclista che mi posava sul serbatoio della sua FJ1100 fin da quando ero poppante... Con la scusa che non ho una salute eccezionale la mia famiglia (d'ora in avanti escludiamo mio padre, che non si è mai opposto, ma non ha neanche combattuto) ha sempre lottato contro, benchè io facessi tanti di quegli sport, compreso il salto ostacoli (che vi assicuro che con certi cavalli è estremo, avendo rischiato tante di quelle volte di lasciarci la pelle...!)...
Vabbè. Ho fatto fino ai 19 anni quello che hano voluto nonni e mamma, l'unica via di ribellione (per il controllo della mia vita e del mio corpo) la scelta di diventarer anoressica. Poi, l'illuminazione. Per uscire dall'anoressia, dall'autolesionismo e soprtattutto per guadagnare l'indipendenza e la fiducia in me, ho capito che l'unica via era mettermi seriamente di fronte al pericolo, al rischio di lasciarci le penne ogni santa volta che metti il naso fuori di casa. La moto.
Andare in moto richiede innanzitutto la testa sulle spalle, coraggio, determinazione, un fisico sempre pronto. Non c'è spazio per 45kg scarsi e le svenevolezze.
Così ho preso a mangiare e sono tornata in palestra.
Poi ho fatto la A3 tutta di nascosto e allo stesso modo ho comprato la mia Ninja.
E neanche un mese dopo averla portata a casa ho perso la mia roba e mi sono trasferita dal mio ragazzo. Senza sentire ragioni (fino a gennaio di quest'anno, tenendo comunque la moto da lui).
Perchè?
Perchè:
- ho disobbedito ai miei, che me lo vietavano.
- mi sono liberata dallo stereotipo comune della donna bella, oca, destinata ad una grigia vita di borse Luis Vuitton, tacchi a spillo, rimbambimento dietro il volante, bucati e fornelli.
- me ne sono fregata dei "consigli(avvertimenti-minaccie-tentativi di scoraggiare)" dei maschi in moto: "sei una femmina. le femmine devono solo andare in scooter" (su questo ho litigato anche con mia nonna che sosteneva a) tutte le altre ragazze non hanno la moto b) dovevi prendere una Vespa)
- ho usato i miei soldi per prendere qualcosa che per la prima volta mi ha fatto felice.
- ho fatto per la prima volta nella ia vita di testa mia.
- mi sono presa le mie responsabilità e ho riconosciuto i rischi che si corrono.
- sono guarita da sola da tutti i mie problemi, non seguendo "quello che le persone normali fanno".
- ho deciso che se devo proprio morire, lo farò per una mia decisione. Solo mia.
Conclusioni:
- se una persona è felice andando su un reggipalle a reazione che può ammazzarti da un momento all'altro, che male c'è (finchè non si ammazza qualcun'altro...)? facciamo tanto i liberal, lottiamo per la parità dei diritti, ma poi finiamo sempre a dire i maschi possono andare in moto perchè sono maschi, le ragazze al massimo la Vespa, perchè non sanno guidare e perchè sono femmine. Punto.
Ok: la percentuale dei tuberi al volante e in sella ad un due ruote è esorbitante, ma una donna che sceglie la moto è sempre speciale, furi dal comune. Perchè non le diamo la possibilità di esprimere la sua diversità, il suo essere speciale?
Perchè le ragazze normali non lo fanno. Infatti.
- mia madre dice sempre che se vai in moto muori. Ok. Ma l'ho scelto io. Raggiunta la maggior età (nel XXI secolo) qualsiasi sia il sesso i figli non appartengono più nè ai genitori nè ai loro fratelli. Anche se non smetteranno mai di amarli[u].
- fregarsene (soprattutto) degli uomini (e delle donne pecorone/perbeniste/conformiste che vanno loro dietro): la donna in moto è un duro colpo a tutto un sistema/apparato se non gerarchico, almeno di ruoli. Per molti è qualcosa di pericloso (a livello psicologico/sociale) che sconvolge il piccolo universo comodo e (ritenuto) immutabile.
- fregarsene degli insulti che con ogni probabilità voleranno da ogni lato: dalla "donna allegra" alla lesbica...
- Prendere in mano la propria vita, lottare per le proprie scelte, anche se sbagliate.
Quello che posso dire è che da questo travagliato peroido ho imparato e ricevuto tanto e, se potessi tornare indietro, lo rifarei 100 volte. Piangerei, mi dispererei, fotterei un semestre di università altre 100 volte, per avere la libertà che mi è stata tanto negata.
Anni fa, un anziano che ha fatto tanto perchè potessi essere qui oggi, mi donò un portafortuna con un minuscolo bigliettino che recitava : Sii forte, non avere mai paura: la vita premia gli eroi.
Forza ragazzi (e ragazze, per non essere OT) ogni giorno con la nostra moto è il premio del nostro coraggio!