Lance ha scritto:
Vorrei chiarire che io non sto dicendo che 150 giorni sono pochi e che, poverini, non potevano fare di meglio. Il mio intento è semplicemente quello di darti qualche spunto per capire quale potrebbe essere la linea della pubblica amministrazione nel caso tu facessi ricorso, in modo che tu possa valutare meglio i pro e i contro.
Il punto, qui, non è se loro conoscessero o meno il tuo indirizzo, ma semplicemente capire cosa si intende per accertamento della violazione. Secondo me, se tu fai ricorso sostenendo che il verbale ti è stato notificato oltre i 150 giorni, loro potrebbero sostenere che non si può considerare la data del 1/3 (data in cui tu hai commesso l'infrazione) come data di accertamento, perché tu avevi la possibilità di inviare per posta la comunicazione e a quella data loro non avevano la possibilità di accertare se tu l'avessi fatto o meno.
Come ho scritto in precedenza, secondo me la stessa richiesta di comunicazione entro 60 giorni, anche in presenza di un ricorso, è incostituzionale... ma è solo la mia opinione e, comunque, è un altro (e complicato) discorso.
Lance, sei stato chiarissimo fin dall'inizio e ti ringrazio per le considerazioni che ci portano a sviluppare la discussione da ogni punto di vista. La questione che sollevo io e' relativa ai termini, che non dovrebbero essere "dinamici"; una volta acquisito il concetto che l'accertamento non puo' essere fatto "...in ufficio... anni dopo...", allora i termini vanno rispettati.
In merito al tema costituzionalita' sono assolutamente d'accordo; i termini del 126-bis dovevano interrompersi essendo pendente il ricorso al verbale per eccesso di velocita'. Intendevi questo, no?