Canyon_500 ha scritto:
Sono d'accordo con tutto, ma la mia esperienza è diversa.
La mia esperienza è che le persone omettono dettagli importanti.
Ti dicono che ti aspettano agli incroci, ma non ti dicono che li vedrai per tutto il tempo quasi solo agli incroci, che non guardano negli specchi retrovisori e se gli fai luci, o gesti, non se ne accorgono, che stanno tutto il tempo con le cuffie accese a non si sa bene fare cosa e che non si accorgono di ciò che gli accade intorno. Ah, e che non conoscono il percorso, si affidano al navigatore e ti portano anche su strade sbagliate. Se il percorso non lo conosci, lo devi dire, non far fare da cavie inconsapevoli agli altri. Gli altri devono poter scegliere consapevolmente se andare su percorsi noti, o fare esplorazione.
Io quando organizzo uscite, soprattutto enduro, sto sempre con un occhio agli specchietti retrovisori, per essere certo che mi stiano seguendo. E' anche stancante, infatti preferisco facciano da guida gli altri, ma lo ritengo necessario. Altrimenti uscirei solo.
Non è che io non sappia andare in moto, o non sappia correre, ma semplicemente lo trovo stupido. La strada non è luogo per correre, se non per brevi tratti, tipo sorpassi. Mi godo la moto per il gusto di andare in moto e per visitare luoghi. Cioè mototurismo. Non significa necessariamente andare piano, ma significa che non uso l'orologio e non devo dimostrare nulla a nessuno. Se mi va di correre, dove lo ritengo ragionevolmente sicuro, per un pezzo lo faccio, se non mi va, ma agli altri va, gli faccio segno di andare, che ci ricongiungeremo dopo il pezzo veloce. Tutto senza tanti problemi, o complessi. Ma si va insieme. Se no vado per conto mio, cosa che faccio spesso, tra l'altro.
Mi dispiace risultare sempre polemico ma non è possibile rovinarsi le giornate con matti che si credono normali.
Canyon, mi trovi perfettamente d'accordo con te davvero su tutto. Ormai sono anni che organizzo uscite di gruppo proprio con lo scopo di fare moto turismo, e sinceramente condivido con te l'idea della difficoltà e dell'impegno che ci vogliono per organizzare una uscita insieme. Trovo altrettanto importante che quelle difficoltà e quell' impegno siano messi incondizionatamente a disposizione del gruppo (hai esattamente centrato il punto quando hai parlato di aspettare che tutto il gruppo sia arrivato oppure di vivere una uscita costantemente con lo sguardo negli specchietti). Organizzare uscite in moto non è facile, a volte si ha a che fare con imprevisti ed eventi non programmati, ma se l'uscita viene vissuta con lo spirito di gruppo, di avventura e di condivisione, allora non diventa più un problema sbagliare strada, perdersi per una errata indicazione del navigatore o fermarsi al primo furgone che vende panini perchè non si è riusciti a trovare un ristorante adatto. Secondo me l'importante è vivere l'uscita con questo spirito, e sicuramente non additare l'organizzatore per errori o imprevisti che inevitabilmente possono accadere. E' umano anche lui, ha la sua vita anche lui, può sbagliare anche lui, ma se per esempio si sbaglia una strada, la si sbaglia tutti insieme, e magari ci si trova a visitare tutti insieme un bellissimo borgo abbandonato di cui si ignorava totalmente l'esistenza (esperienza vissuta in prima persona).
Poi ovviamente se uno non si sente di "limitarsi" per il bene del "gruppo", allora rimane giusto e sacrosanto che continui a uscire da solo, senza necessariamente essere preso per polemico.