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Sicurezza stradale e costi allo Stato [Ministro A. Matteoli]
6892416
6892416 Inviato: 3 Feb 2009 15:24
Oggetto: Sicurezza stradale e costi allo Stato [Ministro A. Matteoli]
 



Sicurezza stradale, Matteoli: «Gli incidenti costano allo Stato 31.137 milioni»

Ancora troppi morti sulle strade italiane. Che ci mettono all'undicesimo posto in Europa per sicurezza stradale, con un costo per lo Stato, per le famiglie e le imprese di 31.137 milioni di euro l'anno, pari al 2,4% del Pil. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, nel corso dell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di sicurezza nella circolazione stradale. Occorrono, sottolinea il ministro, norme più rigorose, più controlli, l'adozione del Piano per la sicurezza stradale in collaborazione con Regioni, Province e Comuni.

Il ministro ha chiesto al Parlamento una delega di ampio respiro per l'armonizzazione delle norme comportamentali e del sistema sanzionatorio della circolazione stradale. Necessario anche aggiornare il Piano per la sicurezza stradale, rivedendone i meccanismi, puntando su progetti strategici. Rafforzamento, poi, le sedi di coordinamento e confronto per accelerare la messa a apunto delle soluzioni più efficaci. Indispensabile il monitoraggio degli interventi e dei risultati conseguiti. Educazione stradale, poi, a scuola, per radicare la cultura della sicurezza nei ragazzi. Nel breve periodo, poi, sempre puntando al dimezzamento delle vittime della strada entro il 2010, incremento dei controlli, rendendoli più specifici e capillari, mettendo sotto l'obiettivo la guida sotto effetto di alcolici e stupefacenti. Previsto anche un riesame del recupero dei punti della patente, che ora avviene in maniera «troppo facile» e semplicistica, dice il ministro, una sorta di «presa in giro».

Primo fattore di miglioramento della sicurezza stradale è stata l'introduzione della patente a punti, ha sottolineato il ministro. Secondo fattore, l'aumento dei controlli. Nel 2007, ha ricordato il ministro, sono state registrate 5.131 morti sulle strade, con oltre 325mila feriti. Un bilancio che segnala l'uso della macchina, come di gran lunga più pericoloso dell'utilizzo di navi, aerei e treni, che nel complesso non rappresentano neanche l'1% dei decessi avvenuti in incidenti stradali.
Dal 2003, comunque, l'Italia «sta riducendo il numero degli incidenti stradali, recuperando posizioni in Europa», ma il numero di morti e feriti «rimane sempre alto», ha sottolineato Matteoli.

Il sistema stradale, ha sottolineato Matteoli, non è adeguato ai volumi di traffico, che cresce in maniera inversamente proporzionale rispetto a quelli che sono gli sviluppi delle infrastrutture italiane. Matteoli ha sottolineato che ci sono 850 veicoli per ogni mille abitanti, mentre le infrastrutture del Paese sono cresciute solamente di pochi punti percentuali. La regolamentazione del traffico, poi, è migliorabile, visto che manca spesso di organicità. Troppe volte, inoltre, si fa un uso strumentale dei limiti di velocità solo per fare cassa nei municipi. E la città rappresenta uno dei più pericolosi punti per l'incidentalità, visto che ben 2.269 morti sono avvenute proprio su strade urbane. Tra le strade più pericolose il Grande Raccordo anulare della Capitale, la Domiziana, la Nettunense, la Pontina e la Romea.

Il pericolo, poi, corre anche sulle due ruote: nel 2007 sono morte ben 1.540 persone, con 90mila feriti, per lo più nelle aree urbane. Le vittime della mobilità, pedoni e ciclisti, sono stati 979, con 35.060 feriti. Le strade urbane restano ancora ai margini dei miglioramenti che si registrano, per esempio sulle autostrade. L'audizione è stata trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore grazie a un accordo di collaborazione con la Camera.

Fonte:
icon_arrow.gif Link a pagina di Ilsole24ore.com
 
6892429
6892429 Inviato: 3 Feb 2009 15:25
 
 
6892745
6892745 Inviato: 3 Feb 2009 15:58
 

Spero vivamente che l'abbia letta!!!
E che si mettano nei nostri panni!!!
 
6894105
6894105 Inviato: 3 Feb 2009 18:16
 

Ciao Maurizio,spero proprio in cuor mio che abbia letto la tua missiva,forse il fatto che ha parlato delle due ruote separatamente dal resto del parco circolante mi fa sperare in questa direzione,non solo,è tenuto a fare dei distinguo in quanto l'uso del mezzo a due ruote ha visto un incremento spaventoso solo in virtù del fatto che chi lavora in città ha compreso la praticità del mezzo stesso come valido sostituto sia dell'auto che del mezzo pubblico.

Che dire,l'aver aggiunto che serve una cultura "preventiva" che parta dai banchi di scuola vuol dire che finalmente tutto quello che è stato detto qui forse trova una conferma dello stato di fatto,non mi dispiacerebbe che Matteoli avesse avuto modo di leggere ciò che scriviamo qui,sarebbe lampante poi una risposta.

Riguardo la patente a punti ha risolto solo in parte e per un determinato tempo la cosa,poi la maleducazione ha prevalso riducendone gli effetti reali di dissuadere gli utenti dallo comportarsi come si deve per strada,ma su questo si potrebbe risolvere applicando il sistema britannico,mi spiego:

La patente a punti britannica non solo prevede una decurtazione e relativa ammenda pecuniaria in tal merito,ma fa anche da "termometro" della reale condotta di un cittadino nei confronti della collettività,nel senso che se un britannico cerca lavoro ma,pur avendo ottime referenze in tal senso lo essere stato "pizzicato" in condizioni di guida perché ubriaco o peggio può precludere lo stesso avanzamento di carriera o il cambio di lavoro (la fonte è ufficiale,in quanto ho la fortuna di lavorare anche con un tecnico motorista di arei della British Arways e di questa benedetta patente a punti ci discussi con lui ancora la primavera scorsa).

Che dirvi ragazzi,siamo alle solite,certezza della punizione in caso di bischerate e una sensibilizzazione nel caso di comportamenti scorretti o peggio è quello che manca veramente nel nostro paese,se fossero applicati questi due principi ci sarebbero meno problemi in tutti i sensi,ciao!!!



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