Se si tratta del servizio di qualche (parecchi) mesi fa... mostravano semafori da 4 secondi, ne abbiamo già parlato
Non nego che ci siano ALCUNI provvedimenti e postazioni che non hanno senso... o che ne hanno poco.
Pero' dire che TUTTO il sistema è sbagliato... non mi trova d'accordo.
Quello che a me dispiace è leggere che "spesso" gli incidenti sono colpa di altri (che pero' non trova riscontro nella realtà, secondo i dati dell'istat), che "spesso" i velox sono messi a sproposito, che le pattuglie sulle strade non ci sono mai... sento gente che dice che le regole sono assurde ma quando ci sono le stragi invoca più presenza di pattuglie.
Forse sono l'unico a vedere una certa ironia: "le regole sono assurde, la repressione non serve a niente, ma per cortesia reprimetemi se no mi faccio male." A me non pare un discorso da persona matura.
Fry dice: una pista in ogni capoluogo.
Io dico... intorno a Milano ci sono:
1. Ottobiano
2. Franciacorta
3. Chignolo Po
4. Monza
Quattro piste e la gente muore di continuo. Perché?
Cisa, Futa e Raticosa sono a pochi passi dal Mugello - anche lì la gente muore. Perché?
Perché non sono le piste a eliminare gli incidenti. E' la costruzione di un ambiente in cui i MOTOCICLISTI PER PRIMI ostracizzano quelli che sono pericolosi sulle strade. Ma finché li riteniamo "gran manici", non ci saranno mai piste abbastanza, e quelle che ci sono rimarranno vuote.
Perché il gran manico non cade, non si fa male, non muore. Non ha bisogno di essere prudente, è un manico lui.
(D'altra parte, tutti i piloti famosi dicono che sulle strade hanno paura...)
Per altro, se ci fossero più persone che vanno in pista, i prezzi s'abbasserebbero... eppure non ce n'è poi così tanti. Quanti dei tingavertiani girano in pista?
Pensare che le piste risolvano il problema della velocità è un illusione.
E' un discorso che sento di continuo: "QUALCUNO deve fare qualcosa."
"Perché non fai qualcosa tu?"
"non io! qualcun'ALTRO deve fare qualcosa!"
... solo che non funziona così.
Gli americani hanno un detto: "If someone has to do something, then I am that someone. If not me, who in my place?" (Se qualcuno deve fare qualcosa, io sono quel qualcuno. Se non me, chi al mio posto?).
Se cominciassimo a pensare in questi termini anche noi, l'Italia sarebbe un posto molto più bello, più sicuro, e ci si lamenterebbe molto meno.