Sono due questioni diverse
Ammettiamo la certezza della pena. Per moltissimi reati la pena non è l'ergastolo - per alcuni di questi il rateo di recidiva è enorme. Il condannato sconta tutto, poi esce. Commette di nuovo lo stesso reato.
In nome dei diritti del condannato abbiamo ignorato i diritti della vittima, ma va bene così e lo accetto: a tutti bisogna dare una seconda possibilità.
Diciamo che il condannato rientra in carcere, si sconta la sua intera pena e riesce.
Ora, se ricommette il reato, di chi è la colpa? Sua, certamente. Ma vai tu a dire alla vittima "ha pagato il suo debito verso la società?"
Se il reato è uno stupro, le tre vittime di quest'uomo subiranno una condanna a vita - perché le cicatrici che certe azioni lasciano sono durature ed estremamente difficili da curare.
3 condanne a vita per un solo criminale - e lui esce e si fa la sua vita perché ha "pagato il suo debito". Le vittime pero' lo pagheranno per moltissimi altri anni.
Mi parli di diritto alla vita? E il diritto alla vita di una persona ammazzata per due lire o perché qualcun'altro beveva al volante? Chi lo tutela quel diritto? E nel caso di un recidivo, che ha dimostrato inequivocabilmente che non è in grado di astenersi dal fare del male agli altri... la società che deve fare? Incassare?
Ma se la società in cui vivo non mi protegge, per quale ragione io dovrei rispettare le sue leggi? Siamo così concentrati nel tutelare i criminali, che ci dimentichiamo delle vittime!?
Per alcuni reati (diciamo stupro, sevizie, torture, e assassinio di decine di bambini? Scegli il reato più atroce che ti viene in mente), la pena è l'ergastolo.
L'ergastolo prevede che tu stia in galera a vita (tranne in italia, dove l'ergastolo vale 30 anni). Supponiamo che tu la sconti tutta - a che è servita? A rieducarti? A reinserirti in una società di cui non farai mai più parte?
A quel punto è più gentile una pena di morte, che non ti punisce per 40-50 anni... ma è un mio punto di vista:)
Che succede se un pazzo criminale pericoloso ed ergastolano fugge da un carcere? La società deve prima di tutto tutelare i suoi membri corretti, e in secondo luogo punire e rieducare meno corretti. Se non tutela il più debole, che ragione di esistere ha la legge? Il più forte si difende da solo.
Quello che dico è che non sono né pro né contro in PRINCIPIO... ma che non la escludo come mezzo per tutelare la società.
Ci fanno sempre vedere immagini di uomini docili come agnellini che vengono uccisi dal Boia Cattivo - ma questa è la realtà che vogliono farci vedere. Questi uomini sono prima di tutto
carnefici, e poi vittime.
Riguardo allo stato di diritto: E' stato detto e ripetuto e propinatoci per mesi che l'abolizione della pena di morte è una affermazione dello stato di diritto. Vorrei capire che cosa significa: io non vedo come una legge piuttosto che un altra possa significare maggiore o minore influenza del diritto nello stato.