Faccio un copia-incolla di una risposta che ho dato su un altro forum sulla questione pressione gomme riferendomi alle gomme da asciutto:
Citazione:
"Se volete andare nello specifico fermo restando che si iniziano a fare i piedini alle mosche la teoria è quesa:
Parti dal concetto che per semplificare la vita ai tecnici e ai piloti nella ricerca del settaggio idoneo per una gara ci devono essere i parametri più fissi possibile. Se la moto va' bene nel turno del mattino non è detto che si comporti ugualmente nel turno del pomeriggio dove ci sono 10 °C in più e con l'asfalto rovente.
E' ovvio che la maggior temperatura esterna e i raggi del sole stessi faranno alzare la temperatura delle gomme notevolmente che si rifletterà sulla pressione delle gomme stesse.
Per i tecnici questo è un problema, perchè avendo troppi parametri diversi si trovano a perdere la strada per la messa a punto. Da lì nasce la scelta di prendere come riferimento la pressione a caldo e non a freddo. La teoria vorrebbe che si controllasse a temperatura di regime, ed in effetti bisognerebbe controllare la pressione dopo almeno 3 giri di pista quando la gomma sarà già a temperatura di esercizio. Ovviamente è un po' scomoda questa procedura seppur la migliore, quindi in alternativa si misura la pressione a caldo di termocoperta quando il battistrada e il cerchio saranno ad una temperatura circa simile a quella di esercizio. Questo metodo lascia un leggero margine di tolleranza nella precisione finale ma sarà sempre una tolleranza inferiore a prendere come riferimento la presisone a freddo (1,9 Atm a 20°C sono ben diversi dei 1,9 Atm a 40°C naturalmente misurate a freddo).
La soluzione migliore per chi corre è quella sopra descritta perchè non lascia margine d'errore, ed in effetti che la temperatura esterna sia 10° o 40°C, che la temperatura dell'asfalto sia 20° o 60°C, che la ripartizione dei carichi sulla moto sia sbilanciata davanti o dietro, il parametro pressione sarà sempre come e comunque fisso dando spazio ai sospensionisti per modificare gli assetti senza preoccuparsi di questi fattori.
Il fatto che ultimamente si usino pressioni molto basse al posteriore è uno stratagemma per far curvare di più la moto, sfruttando il maggior effetto di deriva del pneumatico posteriore generato dalla minor presisone rispetto all'anteriore si ottiene un comportamento dinamico del mezzo tipicamente sovrasterzante che servirà al pilota (o presunto tale) a chiudere maggiormente le traiettorie. Tutto questo va' a scapito della stabilità perchè la moto tenderà a muoversi e scomporsi maggiormente. La minor pressione agevola anche il controllo al limite, perchè quando si arriva o alle volte lo si oltrepassa, i movimenti saranno più lenti e controllabili, mantre con magigor pressione il movimento sarà più brusco e veloce."
Io parlo di pirelli perchè quelle uso, gli standard sono 2,1 Ant e 1,9 a regime. In determinate condizioni si scende anche a 1,8 e in rari casi a 1,7 al posteriore.
Ovviamente girando con queste pressioni ci sarà un consumo maggiore del pneumatico a favore la maggior prestazione.