Vorrei anche io contribuire al forum con le mie esperienze (purtroppo brutte) personali.
Ho avuto tre incidenti motociclistici, e direi che se anche non ne abbiamo la colpa un po' di responsabilità l'abbiamo sempre.
1) All'età di circa 17 anni viaggiavo su di una Zundapp KS125 , fortunatatamente a notte tarda, su di un vialone di Roma; velocità elevata, senza abbigliamento tecnico e senza casco (eravamo nel 1975), con la mano sinistra nella taschina della tuta (non ridete erano altri tempi).
Improvvisamente di traverso i binari di una linea dismessa del tram, lo sterzo impazzisce e sbandiera da paura, tiro fuori la mano dalla tasca e provo ad agguantarlo, ma la leva della frizione mi fora la manica e rimane piantata lì, volo pauroso, quasi 100 metri di strisciata, una volta davanti io, una volta davanti la moto, per fortuna sempre sulla strada senza andare di lato e in assenza totale di traffico; esito moto limata, botta su anca e calzoni completamente consumati, quando me li sono tolti dove mancava la stoffa c'era attaccata la pelle.
Morale, si c'erano i binari con il dosso, ma se avevo tutte e due le mani sul manubrio non cadevo.
2) Giugno 2004, su di una strada secondaria viaggio tranquillo, dopo una curva trovo delle auto davanti, c'è un rettilineo ne supero un paio e rientro perchè ne vengono altre in senso contrario, ma quella davanti inchioda, perchè due auto avanti ce ne è una che deve svoltare a dx in un vicoletto e si è piantata lì, frenata d'emergenza, riesco a fermarmi, ho ancora i piedi sulle pedane che da dietro mi tamponano e mi sbattono contro l'auto che mi precede.
Casco, giacca tecnica, ma calzoni estivi di cotone; esito rotula "schioppata", come mi dice il radiologo, quattro interventi e due anni di riabilitazione, non posso più correre e faccio fatica a salire e scendere le scale.
Morale quando superate gruppi di auto, superatele tutte, evitate di rientrare tra un auto e l'altra; e quando frenate, una volta evitato l'ostacolo cercate sempre di sfilare o a sinistra o a destra e occhio agli specchietti.
3) 14 aprile 2007, il giorno dopo all'incidente di Zezo, sono le 13:00 circa, ha appena iniziato a pioviccicare, debbo andare all'altro negozio che dista circa tre chilometri da dove sono; so che appena bagnata la strada è viscida e traditrice (altrimenti che motociclista sarei), vorrei quasi non andare, ma penso sono pochi chilometri che vuoi che succeda, e poi ho un appuntamento.
Non faccio neanche 800 metri che dietro ad una curva un tizio fa una convesione ad U in due tempi con la sua auto, tutte e due le carreggiate sono invase. Ho una velocità di circa 50 o 60 Km/h, ma appena tocco i freni la moto parte, riesco a stare in piedi con la moto che sbanda e non so quale santo mi ha consentito di farla passare su di un marciapiede largo si e no 80 centimetri fra il muro e il muso dell' auto, sfiorando l'immancabile palo; naturalmente ho impattato/strisciato il muro sia con la moto che con la mano destra, per salvare la testa, che con il casco.
Casco, giacca tecnica, guanti pesanti, ma da co.....ne scarpe ginniche e calzoni in cotone.
Esito contusione su entrambe le tibie, botta e abrasione all'anca destra contro il muro, polso destro slogato (ho dato una manata al muro per salvare la testa), pollice della mano sinistra slogato, dolore alla spalla destra.
Si è vero, c'era l'auto di traverso dietro la curva, ma non essendo un pivello in quel momento non dovevo essere in moto, lo sapevo che in quelle condizioni non c'è grip.
Morale, spesso sappiamo che non è il momento per usare la moto, ma troviamo la giustificazione per prenderla lo stesso (vuoi che succeda proprio in questi pochi chilometri).
E in ogni caso sono mancato all'appuntamento.
Vi posto solo l'immagine del casco, la moto ha poca importanza.
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Concludendo la moto è un mezzo intrinsecamente pericoloso, perchè in equilibrio su due ruote e perchè non protegge ne il conducente ne il paseggero; quindi comportamenti o eventi normali o poco pericolosi se attuati in automobile in moto possono essere letali, (buche, sconnessioni della strada, macchie di olio, inizio della pioggia, piccolo tamponamento, frenata di emergenza, addirittura la cicca o l'oggetto gettato dal finestrino dall'imbecille di turno che ci precede può farci perdere il controllo della moto).
Per cui sempre occhio vigile, mani pronte su freno, manopola destra maneggiata con prudenza, pensare sempre all'imprevedibile, non date mai nulla per scontato (quante volte vi è capitato di vedere auto ferme allo stop, il o la conducente vi guardano vi vedono arrivare ma non partono, quando siete a pochi metri, e oramai tranquilli, improvvisamente si immettono sulla strada.)
Fondamentale avere sempre l'abbigliamento protettivo, anche se uscite per comprare il giornale sotto casa (potreste rimpiangere il non aver perso quei cinque minuti in più per la vestizione).
In moto bisogna andare con un poco di sano timore, un briciolo di umiltà, molto sale in zucca e tanto ma tanto culo.
Io continuo ad andare in moto, per motivi di traffico e di passione, ma usando la ragione è difficile trovare giustificazioni, è diventato veramente uno "sport estremo" guidarla su strada; ogni volta che la riponi in garage devi ringraziare Dio che non sia successo nulla.
Spero che questi esempi, oltre a portarvi alla grattatina di rito se maschietti, possano servire ad evitare che qualcun'altro commetta le stesse "leggerezze".
Ricordate farsi male è un attimo, guarire e recuperare (se possibile) un lungo calvario.
Scusate la lunghezza dello scritto, avrei altre cose da dire, ma rischia di diventare un romanzo.
Condor