Innanzitutto salve a tutti, questa è di fatto la mia prima recensione e come tale spero nella grazia dei lettori nel perdonarmi qualche possibile “svista” (soprattutto segnalarla!).
La creatura su cui si basa questa recensione è Pino, ossia un Ducati Monster 400 i.e. dark SD del 2005; il motivo di quel nome deriva dal fatto che nel gergo motociclistico il Monster viene chiamato “pompone” quindi dal momento che questo è piccolo sarebbe stato un...
Bando alle ciance, vengo a parlarvi di questa moto prevalentemente bistrattata da chiunque, etichettata come cancello, ritenuta alla stregua di un Guzzi Nevada 350 che va ad un solo cilindro (chi l’ha avuta conosce questo supplizio caratteristico).
Prima però vorrei fare un preambolo:
Tutti si chiedono perché mai acquistare un Ducati Monster 400 tra l’altro con un solo disco anteriore! (Che schifo di moto!) Piuttosto comprati un S2R 800 che poi lo depotenzi a 35 kW…
La risposta è maledettamente semplice, è perfetta per i neopatentati con patente A2 che hanno delle limitazioni:
- Per la potenza totale del mezzo 35 kW ossia 47,5868 Cv (l’M400 ha 32,4 kW );
- Per il rapporto potenza/massa di 0,20 kW/kg (32 kW / 166 kg = 0,193 kW/kg praticamente al limite…);
- Per la potenza massima della moto da cui deriva quella depotenziata di 70 kW.
Ritengo che la chiave di una buona moto è che sia soprattutto funzionale oltre che potente, non per ultimo, è che ci sia un giusto rapporto tra peso, potenza e ciclistica, e l’unica parte davvero poco sottodimensionata è il motore, infatti monta la ciclistica del Monster 1000 ed il peso non è assolutamente scomodo per questo tipo di moto, essendo alto 1,85 m non ho problemi di sorta.
Passando ad una recensione più tecnica premetto che la moto è stata usata per andare a lavoro ogni giorno e spesso il fine settimana per qualche uscita fuori porta.
La moto è stata rodata perfettamente dal precedente possessore, che l’ha tenuta come una figlia eseguendo tutte e manutenzioni del caso e soprattutto, non ci ha mai corso.
Da quando l’ho comprata monta le Pirelli Diablo strada, e non ha nessuna, dico nessuna modifica estetica o funzionale, ad esclusione di un cupolino che personalmente trovo ripugnante ma è utile per proteggere il cruscotto dove campeggiano ampi il classico tachimetro e contagiri Magneti Marelli dietro i quali risiede la centralina con l’immobilizer;
Per quanto detto anche dal mio meccanico di fiducia, la centralina è quindi molto esposta e soffre le lavate con l’idro pulitrice, quindi occhio; Anche i terminali originali con i saponi sbagliati, da quel meraviglioso alluminio satinato diventano dei ghiaccioli bianchi orribili, quindi occhio anche a questi.
Il cruscotto sulla serie M400 dark SD ha la retroilluminazione verde e porta con se quattro funzioni principali oltre al contagiri ed al tachimetro: il display sulla sinistra può indicare sia i chilometri totali che il parziale, resettabile tenendo premuto il pulsante sinistro, mentre il display destro di standard mostra la temperatura dell’olio, ma può anche segnare l’ora, basta premere il pulsante destro.
In alto ci sono le spie delle frecce, della batteria, dell’olio, la spia EOBD (quella gialla di avaria motore), della riserva e della neutra.
Nel complesso la moto non la trovo scomoda da guidare, ci ho fatto circa 5000 km negli ultimi quattro mesi; all’inizio è impegnativa da conoscere, ma via via una volta “imparata” la moto tutto va per il meglio.
Il motore è strano al primo approccio, per il semplice motivo che ha un comportamento decisamente superquadro, (insolito per un bicilindrico) con alesaggio per corsa di 70,5 x 51mm infatti sotto i 4500 giri è proprio loffio! Ma non appena si supera quel punto la moto comincia a scaricare la coppia vera in terra (3.5kgm @ 8750giri/min), dopodiché si comincia a godere quando si va oltre i 6000 giri che ha un suono da Panigale (scherzo eh) ...
Il cambio è a sei marce a presa diretta (come la Guzzi! ), cambio abbastanza ignorante ma secco, preciso e di facile utilizzo… Purtroppo se vi fermate in quarta ad un semaforo non potrete mai scalare le marce come su di un Honda con nonchalance, bensì dovrete cambiare marcia e lasciare un po’ di frizione ogni volta pregando che lo “Sklak” avvenga e così via…
La frizione è multidisco a bagno d’olio con comando a leva idraulico, preciso e molto morbido da usare.
Nei passi in quel del mugellano, la moto nata per mangiarsi i passi tra Bologna e Firenze dimostra la propria natura sebbene il motore voglia essere sempre su di giri rendendo un po’ più impegnativa una guida sportiva, perfetta l’iniezione elettronica Marelli, mai un colpo perso; la sospensione anteriore sembra rispondere piuttosto bene, ma quella posteriore pare un po’ morbida, forse irrigidendola otterrei inserimenti in curva più rapidi.
Sottosella c’è uno scompartimento che si apre svitando una vitolina a mano dove ci sta appena il libretto ed un paio di altre bischerate, nulla più.
La moto, se ha il tempo di arrivarci va fino ai 180 km/h ed una volta in discesa ha fatto i 190, però attenzione! Solo i motori rodati a modo e SEMPRE manutenuti alla perfezione riescono ad erogare tutta la potenza e quindi per andare sparati in quel modo, specie su di un Ducati raffreddato ad aria, ci si affida completamente a dei buoni rodaggi e a dei amorevoli warm up ad ogni utilizzo (finché mi dà LOW per la temp. dell’olio vado sempre con un filo di gas).
Per i più smanettoni che non hanno mai abbastanza cavalli (magari anch’essi neopatentati) dalla ducati è disponibile il kit ufficiale per far passare la cilindrata a 540 cc impostando il motore su uno stile più Ducati con una maggiore tendenza al quadro, quindi coppia subito, il meccanico (cito senza essermi informato oltre) dice che si dovrebbe avere più on meno la potenza del 600, io non ci metto la mano sul fuoco…
I consumi si attestano sempre sui 19-20 km/l, perché guido spesso con cattiveria per le strade di Firenze, ma è possibile che il più tranquillo faccia di meglio; con un pieno di 14l in genere mi fa sui 190 km (a grandi linee eh! Ho approssimato per difetto).
Pregi e difetti?
Pregi:
- Ѐ un Ducati;
- Costruita intorno alle esigenze dei portatori di patente A2, rapporto potenza/massa al limite;
- Affidabile;
- Ciclistica molto buona;
- Se tenuta bene, è un assegno circolare;
- Assicurazione ridicola!
- Offre tanti spunti di personalizzazione, dopotutto è un monster.
Difetti:
- Non è da strapazzo, è una Ducati e vuole essere trattata come tale;
- Il cambio gomme costa quanto quello di una moto assai più grossa;
- Le cinghie sono dedicate, quindi meglio avvertire i meccanici in anticipo che a magazzino nessuno tiene le cinghie del monster 400;
- Cambio non perfetto, non perdona gli innesti “incerti”;
- Motore… Poteva essere di più ma la legge lo ferma qui, quindi niente storie.
Insomma, nonostante tutte le dicerie di quei grandi che se non vanno a mille con la moto non sono nessuno, io nel mio piccolo, sia per andare a lavoro che per divertirmi il fine settimana la trovo perfetta, poi ovviamente quando prenderò la patente A considererò una moto che sogno da una vita, ma per adesso questa si sta dimostrando una bella scelta come moto per imparare le prime mosse su una naked! Non per ultimo trovo poco furbo comprare moto depotenziate: per ripotenziarle ci sono non solo tante magagne, ma anche tanti soldi da spargere a giro!
Spero vi sia piaciuta la mia primissima recensione, spero che il mio povero Pino vi abbia smosso almeno un po’ di compassione nei suoi confronti! Grazie a tutti!
(Fonti: sito Ducati)