Il revisionatore, questo è il mio lavoro e cercherò di spiegare con parole semplici in cosa consiste per svelare cosa accade alla vostra motocicletta ogni volta che la portate a revisionare. Questa pratica è vista molto spesso come un'inutile perdita di tempo e di soldi ma in realtà, se fatta coscientemente, può dare indicazioni importanti sulla salute delle nostre amiche a due ruote.
In Italia la revisione periodica per i veicoli a motore circolanti su strada è obbligatoria per legge nella misura 4+2 e cioè la prima va effettuata dopo quattro anni dall'immatricolazione e successivamente ogni due, tenendo presente come ultima scadenza l'ultimo giorno del mese in cui è stata eseguita. Ma in che cosa consiste? Molti di noi non sanno effettivamente cosa viene controllato sulle nostre motociclette. Si affidano agli ingegneri della Motorizzazione civile di competenza oppure ai centri revisione con l'unico scopo finale di vedersi “promossa” la propria creatura.
Lo scopo della revisione è verificare la sicurezza del mezzo sotto esame. Se l'esito delle prove in sede di revisione è positivo verrà stampata un'etichetta meccanografica con la scritta”revisione regolare”. Se l'esito è negativo la scritta sarà “ esito ripetere” e se invece il veicolo risultasse non idoneo alla circolazione l'etichetta porterà la dicitura “esito sospeso” per esempio se i gas di scarico fossero troppo elevati .
Per prima cosa si verifica che la carta di circolazione appartenga realmente al motoveicolo in esame controllando che il numero di targa, il numero di telaio e il tipo del motore riportati su tale documento siano effettivamente gli stessi sul veicolo e che siano bene leggibili.
A questo punto si può iniziare procedendo con le prove che vado ad elencare tenendo presente che l'ordine di successione non ha importanza.
- Prova di frenata
- Prova fonometrica
- Analizzatore gas di scarico
- Centra fari
- Prove visive
La prova di frenata si effettua con il banco prova freni che può essere di due tipi: a piastre ( vedi foto1 ) oppure a rulli e da un estesimetro che ha il compito di registrare la forza che viene applicata alla leva del freno ( anteriormente ) e al pedale ( posteriormente ).
In quello a piastre, l'operatore sale sul veicolo e prendendo una rincorsa di 7 metri circa compie una frenata arrestando la sua corsa all'interno della piastra. Viene così rilevata la forza frenante del veicolo e la forza applicata sui freni mediante l'estensimetro. Nel banco prova freni a rulli il concetto è il medesimo soltanto che le misure vengono effettuate non da una piastra incassata nel pavimento ma bensì da due rulli, dandoci così la possibilità di stabilire lo squilibrio che c'è tra la ruota anteriore e quella posteriore.
Le tolleranze ed i limiti con cui il programma stabilisce se il mezzo frena, sono in funzione dei dati tecnici del veicolo: infatti nel momento in cui avviene l'inserimento dati nel PC si tiene conto per esempio della cilindrata del mezzo, del suo peso, dell'anno di immatricolazione e dello schema di frenata a cui esso appartiene. Nonché del sistema di frenata assistita ( ABS ) se ne è dotato.
La prova fonometrica si effettua con un fonometro ( foto2 ) e cioè quello strumento che ci permette di rilevare e misurare l'intensità sonora espressa in decibel ( DB ). Una volta posizionato lo strumento ad una certa distanza dallo scarico e a una certa inclinazione rispetto al suolo si avvia il motore del veicolo portandolo al numero di giri espresso sul carta di circolazione. Viene così rilevata la misurazione dei Decibel e salvata nell'archivio. Questo procedimento viene ripetuto tre volte e poi si passa alla misurazione dell'avvisatore acustico ( clacson ) mediante strombazzata breve. Il valore rilevato deve essere superiore ai 93 Db e non è ammesso l'utilizzo di trombe bitonali. In questa fase il fonometro viene spostato davanti al veicolo.
L'analisi dei gas di scarico consiste nella misurazione, tramite un'apparecchiatura piuttosto complessa e sofisticata ( foto3 ), del valore di tutti quei gas nocivi che vengono sprigionati dalla combustione dei motori endotermici. Ma i gas a cui fa riferimento e a cui ci si deve attenere per questa prova sono il CO ( per i motoveicoli 4 tempi ) e il CO2 ( per i motoveicoli a 2 tempi ). Una volta avviato il motore si inserisce una sonda nello scarico e si attende la misurazione che viene effettuata mantenendo il veicolo al minimo. Mentre per il veicolo a 2 tempi viene effettuata anche una prova accelerata.
La prova del centrafari ( foto4 )consiste nel verificare l'esatta altezza dei fari anabbaglianti e abbaglianti mediante appunto uno strumento chiamato centrafari. Si dispone il motoveicolo sul cavalletto centrale, se ne è disposto oppure ci si fa aiutare da un'assistente che dovrà tenerlo in posizione di marcia ( non sul cavalletto laterale ). A questo punto si accendono i fari e si punta il fascio di luce verso il centrafari che registrerà l'intensità luminosa , l'altezza e la direzionalità.
L' altezza dei fari deve garantire a noi motociclisti la massima visibilità notturna e in tutte quelle occasioni in cui la luce scarseggia ( tipo nelle gallerie ). Una prova che si può effettuare a casa potrebbe essere quella di posizionare la moto dritta ( sul cavalletto centrale, per esempio ) e, una dopo aver acceso i fanali anabbaglianti, mettersi in piedi davanti al veicolo ad una distanza di circa 60 cm. Il fascio di luce dovrebbe arrivare più o meno all'altezza delle nostre ginocchia. Se questo non accade si può regolare l'inclinazione tramite il registro che è presente sulla parte posteriore del faro. L' intensità luminosa invece, risulta difficile da controllare senza lo strumento idoneo.
Con le prove visive si deve verificare innanzitutto che non ci siano state manomissioni del motoveicolo e le caratteristiche originali non siano state alterate: esempio classico e sempre oggetto di discussioni sono la sostituzione di scarichi, frecce, portatarga, specchi e fanali allo xeno con materiale aftermarket. Andando oltre, con le prove visive si deve controllare che l'impianto elettrico funzioni perfettamente, che le frecce e i fanali non presentino rotture o oscuramenti, che non siano presenti punti di ruggine su telaio e affini, che le carene siano integre, che l' impianto frenante ( tubi, dischi e pastiglie ) siano in buono stato, che non ci siano giochi sul manubrio, che non ci siano trafilaggi di lubrificante dal motore o dalle sospensioni.
I pneumatici devono innanzitutto rispettare le misure riportate sulla carta di circolazione e poi non devono presentare rotture, strappi, segni di invecchiamento ( tipo crepe ) e un' eccessiva usura. Il limite minimo consentito dal Codice della strada è di 1.6 mm su tutta la superficie del battistrada e cioè sia nella parte centrale che nelle porzioni laterali.
Ecco questo è quello che accade alle vostre moto quando le portate a fare la revisione, e ricordate che voi pagate perché questi controlli siano eseguiti realmente. Non pensate solo all'etichetta con la scritta "esito regolare", quel risultato deve essere reale La vostra sicurezza e quella degli altri non si misura solo con quella scritta.
P.S. Ho sviluppato gli argomenti basandomi sul fatto che chi legge non si intende di queste cose perché se mi fossi messo a spiegare per filo e per segno tutte le prove nei minimi particolari la lettura sarebbe stato molto pesante.