Tutti noi motociclisti sappiamo quanto la nostra passione possa diventare dispendiosa nel momento in cui, per una banale scivolata, ci ritroviamo con le carene della nostra compagna di viaggio graffiate, rigate e in diversi casi crepate o spaccate.
Purtroppo i carrozzieri richiedono cifre molto alte per la rigenerazione di carene incidentate e comprarne di nuove direttamente presso i concessionari ha solitamente costi proibitivi per l'utente medio, al punto tale da rendere conveniente l'utilizzo di carene aftermarket in vetroresina o l'acquisto di carene simili alle originali proveniente dall'estremo oriente.
I risultati dopo una banale scivolata possono essere questi:
Per chi invece desiderasse provare a riparare le proprie carene in modo da poterle riutilizzare in strada come fossero nuove o magari tenerle per un semplice uso pista esistono diverse variabili di cui è necessario tenere conto:
- Le riparazioni mediante vetroresina semplice sull'abs non sono realizzabili in quanto i due materiali non sono compatibili tra loro e non si creerebbe una struttura resistente e adatta a resistere alle sollecitazioni della motocicletta.
- La maggior parte delle colle tecniche e super colle che si trovano in commercio non hanno particolari poteri adesivi su questo tipo di plastica e le crepe riparate con esse tendono a riaprirsi in pochissimo tempo.
- La carena è una parte sollecitata della moto che deve sopportare vibrazioni e intemperie per parecchio tempo, dunque non è consigliabile circolare con soluzione provvisorie (scotch, rivettature e quant'altro) che potrebbero rivelarsi pericolose per la moto e per chi la conduce.
La tecnica che è più consigliabile usare per la riparazione di tale tipo di carena, sfrutta dunque uno dei pregi di questa materia plastica che è la saldabilità a caldo senza emissione di fumi o vapori.
Pertanto per chi decidesse di cimentarsi in un restauro delle proprie carene i materiali di cui disporre sono i seguenti:
- Saldatore elettrico ad uso domestico (si trova a pochi euro in qualunque ferramenta)
- Una quantità minima di abs da utilizzare come materiale da riempimento via fusione (un pezzo di carena irrecuperabile è più che sufficiente)
- Utensili da dentista per la lavorazione dei piccoli particolari e della plastica fusa
- Stucco a base di vetroresina bicomponente con catalizzatore.
- Spatole da carrozziere.
- Carta-vetro in grane diverse, io consiglio la 60, la 100, la 500, la 800 e la 1000
Il primo passo per iniziare il lavoro consiste nel prepararsi a eseguire l'opera in un locale ben aerato, muniti di mascherina e possibilmente guanti da lavoro, lontani da liquidi o materiali facilmente infiammabili e con una postazione d'appoggio solida, spaziosa e ben illuminata.
Detto questo passiamo al lavoro vero e proprio, qui riassunto in un elenco che vi consentirà passo dopo passo di organizzarvi al meglio la sequenza delle operazioni da eseguire:
1) Sgrassare con un buon detergente la carena su cui intendiamo lavorare, avendo cura di rimuovere ogni traccia di olio o grasso accumulatisi nel tempo.
2) Carteggiare leggermente con la carta a grana grossa la zona dove è presente la crepa, in modo da rimuovere il materiale superficiale che potrebbe interferire con la fusione della plastica.
3) Dopo aver provato a secco che i due lembi di carena combacino alla perfezione, metterli nella posizione desiderata e utilizzare un po' di nastro da carrozziere per tenere fermi i pezzi in modo da avere entrambe le mani il più libere possibile.
4) Regolando il saldatore su una temperatura medio-bassa, applicare la punta praticando dei piccoli "solchi" a cavallo tra i due lembi di carena e perpendicolari rispetto all'asse della crepa.
L'aspetto finale della crepa dopo questa operazione dovrebbe ricordare quello di una ferita con dei punti di sutura, l'importante è che i solchi siano abbastanza pronunciati da unire in profondità i due lembi di plastica e che vengano praticati sia sul fronte che sul retro di essa in modo da irrobustire tutta la struttura.
L'aspetto di una carena crepata dopo il trattamento di saldatura dovrebbe avvicinarsi a questo:
5) Qualora la crepa sia particolarmente estesa o riguardi una zona molto sollecitata (esempio i codoni, che devono reggere i movimenti del passeggero) può essere necessario rinforzare la saldatura facendo colare della plastica fusa all'interno della saldatura in modo da riempire in maniera ancora più accurata ogni possibile punto di frattura.
6) Una volta fatta solidificare e raffreddare la plastica si può passare all'operazione di stuccatura, che deve essere eseguita con stucco bicomponente a base di vetroresina.
Prima di stuccare è necessario preparare la superficie che alla fine del lavoro dovrà risultare il più liscia e omogenea possibile, quindi utilizzando la carta-vetro a grana grossa rimuovere le imperfezioni di fusione in rilievo e le eventuali "bave" di fusione della plastica, dopodiché preparando una piccola quantità di stucco stendere quest'ultimo all'interno dei solchi creati con la saldatura e lungo tutta l'area della crepa, aiutandosi con la spatola metallica da carrozziere in modo da avere meno stucco in eccesso possibile.
7) Dopo 24 ore procedere alla carteggiatura dell'area su cui è stato eseguito il lavoro, utilizzando la carta-vetro partendo dalla grana più grossa per arrivare alla più fine per i lavori di finitura.
Qualora si vedessero ancora dei piccoli graffi o delle imperfezioni si procede nuovamente a stuccare e successivamente a carteggiare fino ad ottenere un risultato soddisfacente.
La vostra carena è stata così riparata ed è pronta per essere verniciata con le tecniche che preferite, tenendo presente che lo stucco a base di vetroresina deve sempre asciugare almeno 24 ore prima di applicare qualunque tipo di vernice e che esso è resistente ad ogni tipo di solvente che possiate utilizzare per diluire i colori.
Il risultato finale con un po' di pazienza e manualità dovrebbe essere questo: