Le batterie si possono collegare, in linea teorica sia in serie, per aumentare la tensione che si somma tra i vari elementi, che in parallelo che aumentare la capacità in ampere che si sommano tra i vari elementi parallelati. Questo solo in teoria, e solo comunque con piccole batterie possibilmente non al piombo. In applicazioni importanti è permesso il collegamento serie per aumentare la tensione ma mai il collegamento parallelo diretto delle batterie. Purtroppo questo è spesso fatto sulle barche con staccabatterie che permettono il parallelaggio delle batterie senza nessuna protezione che non sia la resistenza dei cavi di collegamento. Questo non andrebbe mai fatto e vediamo perché. Se due batterie sono uguali per tipo e stato di carica il parallelo delle due darà, è vero, il risultato teorico voluto ovvero il raddoppio della capacità sia in termini di Ah che di corrente di spunto. Nel caso invece, molto più probabile, che una delle due batterie fosse diversa per tipo o peggio ancora per stato di carica, nel momento della chiusura del circuito nella batteria meno carica scorrerà tutta la corrente che l’altra batteria può dare con rischi gravi che possono arrivare anche all’esplosione della batteria se una è completamente scarica e l’altra completamente carica. Si ricordi infatti che una batteria, specie se per accensione motori, è in grado di fornire sullo spunto correnti che possono arrivare a molte centinaia di ampere: una corrente enorme per una batteria che la dovesse ricevere. Anche senza arrivare a casi estremi, l’esplosione o rottura dell’involucro, è però sempre possibile, e abbastanza comune, il danneggiamento delle piastre della batteria meno carica che dopo un po’ di questi trattamenti si romperà definitivamente. Nel caso di batterie di tipo diverso, cioè con trattamento delle piastre diverso la condizione di parallelo sarà fonte di una permanente condizione anomala. La batteria che ha un più alto potenziale cercherà sempre di scaricarsi sull’altra che, non potendo caricarsi più del limite fisico finirà per scaricare l’altra facendo nel frattempo bollire il proprio elettrolito. Tralascio l’ipotesi di parallelo tra due batterie completamente diverse anche come capacità, magari una 45 Ah e una 120 Ah perché è facile capire a quali rischi andrebbe incontro la più piccola batteria. Va detto, ad onor del vero, che grossi guai alla fine non capitano mai sulle barche perché, oltre al cattivo progetto di base vi è anche una pessima realizzazione dell’impianto elettrico con cavi spesso troppo lunghi. In queste condizioni la resistenza dei cavi è sufficiente ad evitare il peggio ma non è mai una cosa ben fatta.
Per quanto riguarda la ricarica le batterie, quando multiple, devono essere separate tra loro da diodi e, quando possibile, anche da regolatori di carica diversi. Non si tenti mai di ricaricare le batterie quando sono in parallelo perché, oltre a rischiare di danneggiare il caricabatteria o l’alternatore, rischieremmo di sovracaricare una delle batterie e lasciare scarica l’altra o le altre.
Non vorrei sembrare presuntuoso ma dissento in toto dalle tue conclusioni.
Credo anch'io di capire qualcosa in merito di elettronica, o meglio, voglio poterlo sperare visto i miei anni migliori trascorsi al poli!
-- Premessa:
il circuito equivalente di ogni generatore di corrente, e l'accumulatore non fa eccezione, è un generatore di corrente ideale con in serie un carico di tipo resistivo (se in regime DC, altrimenti induttivo-capacitivo) che vede la sua resistenza variabile, in funzione (lineare) alla quantità di corrente assorbita.
Con questa premessa, si può affermare che il circuito equivalente di due batterie collegate fisicamente in // vedrà tra le due almeno un carico resistivo, scongiurando ogni possibile corto! (Questo è il motivo per cui batterie poco potenti tendono a calare di tensione quando gli si applicano carichi a bassa impedenza).
-- Caso pratico:
si supponga di avere una batteria scarica A, collegata in parallelo a un'altra di qualsiasi tipo B (carica). INDIPENDENTEMENTE dalla potenza nominale erogabile, A assorbirà corrente finchè i due potenziali non si porteranno a pari livello,e in misura proporzionale alla differenza di tensione stessa. Mettendosi alle porte di A, è indifferente sapere che l'approvvigionamento di corrente avvenga da un carica batterie (= rete civica elettrica circa 220 Veff e qualche KW a disposizione) o da un'altra batteria, magari anche molto più potente.
La corrente scorrerà da B verso A solo in presenza di differenza di potenziale e solo fino a quando le due batterie non avranno raggiunto l'equilibrio!Questo principio è alla base delle leggi kirchoff!!! e sono inconfutabili da anni!!
A equilibrio raggiunto, nel circuito così configurato non scorrerà più corrente, indipendentemente dal fatto che la batteria A sia di 10pW(picoWatt) e B di 10MW (MegaWatt).
Questo è quello che impedisce alle batterie di scoppiare. Se così non fosse, dovremmo tutti preoccuparci, quando ad esempio ricarichiamo le normali batterie stilo dalle prese di forza di casa (220 V) che di potenza erogabile sono di diversi ordini di grandezza superiori alle normali stilo!!!!!
Il pericolo di esplosione si ha quando si "confrontano" batterie con tensioni differenti : ex 12V e 24 V !!!!
Conclusione:
Non è la differenza di potenza a determinare la carica di una batteria ma i potenziali elettrici. E' solo in funzione di questi in fatti che si genera passaggio di corrente. Le potenze intervengono ma in altri contesti, che esulano dal discorso.
Spero di non aver annoiato nessuno, e di essere stato sufficientemente chiaro!!!
Ciao
Ecco spiegato il perchè