Pochi giorni fa, il 21 aprile 2018, sono entrate in vigore le nuove regole europee sull’omologazione per l’abbigliamento da moto. La stampa inglese ne ha parlato molto; quella italiana, da quel po’ che ho visto, no. La spiegazione più dettagliata che abbia trovato è qui: (in inglese): Link a pagina di Bennetts.co.uk
In sintesi, questo è quello che ho capito:
- Il precedente standard di omologazione (EN13595) era abbastanza oneroso; le giacche omologate non di pelle sono state davvero poche, come la italiana Clover Tekno e qualcuna in Inghilterra (Scott Leathers e HideOut Leathers, che riforniscono molte forze di polizia per i loro motociclisti). Insomma, di fatto veniva praticamente ignorato per le giacche, mentre per i pantaloni, soprattutto jeans in kevlar, qualcosa si trovava (ad esempio l’italiana PMJ).
- Il nuovo standard (prEN 17092) prevede 3 categorie (singola, doppia e tripla A), invece dei 2 livelli del vecchio, ma il metodo di prova è completamente diverso. Il sistema vecchio testava l’abrasione strusciando il materiale su un nastro abrasivo alla velocità di 18 kmh, misurando quanto tempo ci vuole per bucarlo. Il nuovo test è con un macchinario che fa girare il campione di tessuto ad una determinata velocità, poi lo mette a contatto con un pezzo di cemento finché non si ferma. Prima il parametro era il tempo necessario a bucare il tessuto, ora è se si buca o no ad una certa velocità.
- I due test non sono direttamente paragonabili. A naso penserei che il nuovo test è probabilmente più facile da passare, ma il vecchio era così rigido da essere praticamente inutile, perché l’abbigliamento omologato era rarissimo. Il nuovo standard dovrebbe almeno consentirci di fare una scelta più informata, e di avere un’idea più precisa del livello di protezione che ci si può aspettare dai vari capi.
- Indossare abbigliamento omologato non diventa obbligatorio. Andare in autostrada con infradito e canottiera è stupido ma continuerà a restare legale.
E questo quello che non ho capito:
- Se ho capito bene, questo standard è ancora una bozza non definitiva, che verrà finalizzata nei prossimi 12 mesi. Perché introdurre adesso uno standard non definitivo? Boh?
- Il vecchio standard testava anche la resistenza alla penetrazione (ad esempio se sassi e detriti bucano il tessuto) e la resistenza delle cuciture a determinate pressioni, ad es le cuciture di abbigliamento non tecnico possono scoppiare dopo l’impatto con l’asfalto: chiaramente il tessuto più resistente del mondo all’abrasione diventa inutile se le cuciture scoppiano. Il nuovo standard testa solo l’abrasione?
- Ci sarà un periodo di transizione in cui noi motociclisti potremo ancora comprare capi “vecchi” non omologati. Quanto sarà lunga questa transizione, e se varierà da stato a stato, non lo so.
- Le aziende potranno continuare a vendere un capo non omologato specificando a chiare lettere che non è omologato? Ad esempio per mantenere in produzione l’abbigliamento già esistente? Boh?
- In generale, quanto più “scomodi” diventeranno i capi di abbigliamento? Spariranno le linee ‘urban’, che sono in sostanza giacche di cotone con dei protettori infilati dentro? O le giacche estive di tessuto traforato?