Il mio “Over 50 Quattro Mori” è iniziato Venerdi sera alle 20,30, quando, completato il carico, salutate e rassicurate moglie e figlie, sempre apprensive, mi avvio alla volta di Civitavecchia per l’imbarco.
I giorni precedenti erano stati uno schifo dal punto di vista climatico e arrivare all’imbarco sotto una leggera pioggia mi ha fatto temere il peggio. Imbarcato, ho chiamato Marko60 per avvisarlo che c’ero anche io, breve briefing per concordare l’incontro della mattina e via a riposare.
Olbia ci accoglie con l’alba immortalata da Magicoalverman ( Marco) e, sebbene faccia freddino, la cosa scalda il cuore, non c’è tempo comunque per pensare che Marko60 scatena Mukkona e via a tutto gas sulla 125 per raggiungere la nostra meta a Cagliari su strade meravigliose con un asfalto che non mi aspettavo, definito “seta” da qualcuno. Non mi dilungo su questo, il post di Marko60 è esaustivo, pure per il fatto che non mi ha fatto immortalare come avrei voluto i paesaggi, ma i “comandanti coordinatori si seguono e non si discutono”
Poi l’incontro con gli altri, persone mai incontrate prima che sembrano vecchi amici, Silvio (Silqua1955)
che mi ha fatto trovare una bottiglia di acqua fresca nel frigo del bungalow, quanto mai apprezzata dopo una giornata a tutto gas, ma nel Tinga questa è la norma non l’eccezione!!
Due righe per l’epilogo le devo, specialmente a Ugo60 . Il pranzo della domenica è stato al solito ottimo e abbondante, tanto che il maialino e la pecora non entravano più nei nostri stomaci, vassoi interi rifiutati da motociclisti sazi di ogni ben di Dio.
Ugo60 a questo punto pensa a noi “continentali” che dovremo affrontare il lungo e periglioso ritorno e in quattro e quattr’otto chiede il “doggy bag” per noi.
Io avrei il bauletto stracarico e devo riportare assolutamente dei dolci e liquori per parentame vario, Giusy (Alargento) obietta che poi non avrebbe più spazio per i suoi dolcetti, non sfondiamo, Ugo si alza e con fare circospetto frega
quattro forchette pulite, le incarta e me le infila nella borsetta magnetica e chiede alla ristoratrice il “pacchetto”.
La signora si presenta con una borsetta pesantissima (poi a Casa scopro che sono quasi 3 chili di roba) che mi da un bel da fare per sistemarla in modo conveniente, ma poi sistemo.
Il commento più gettonato è che se nel caso non avessimo avuto voglia di mangiare in nave, cosa puntualmente avvenuta, avrei potuto giocare la carta, a casa, del fatto che avevo pensato ai miei.
Il pacchetto è arrivato sano e salvo a casa, dopo una rapida scaldata è stato nostro ospite al pranzo di ieri, sarà stata la ritrovata fame ma a me è sembrato più buono che il giorno prima!
Mia moglie ringrazia e promette che se il cibo sarà sempre così buono la prossima volta sarà dei nostri
Concludo quindi con un grosso grazie ad Ugo, alla signora che ha sigillato i sapori nel pacchetto e anche ai miei compagni di viaggio che l’hanno gentilmente lasciato tutto per me!
Roberto