Questa storia avvenne nell'anno del Giubileo. Ora, non chiedetemi che c***o sia il Giubileo. Io so solo che ha a che fare con la chiesa e che mai come quell'anno si vide tanta gnagna in giro per le strade italiane
E il piccolo paesello nel quale ha luogo questo racconto non faceva eccezione: una moltitudine di ragazze si diede appuntamento quel giorno nel piazzale della chiesa per prendere il pullman che le avrebbe condotte a Roma per festeggiare il Giubileo.
Il Soggetto01 non aveva idea di cosa fosse il Giubileo (così come il 90% degli individui di sesso maschile che abitavano in paese), ma quel giorno, come al solito, si trovava al bar di fronte la chiesa a fare colazione prima di andare a pranzo.
La sua
Honda Storta [*una NSR 250 ribattezzata simpaticamente in seguito a un incidente per cui il telaio si storse a tal punto che, quando passava sulle pozzanghere, le due ruote lasciavano due tracce parallele e ben distinte] era parcheggiata lì di fronte.
Alla vista di tante donne, il Soggetto01 più di ogni altro, perse la testa e iniziò a dire frasi senza senso, abbandonò la sua birra sul tavolino e saltò in sella alla sua
Honda Storta con la quale iniziò una serie di penne... così, tanto per farsi notare.
Ovviamente nessuna delle ragazze era interessata alle moto. Loro continuarono a scambiarsi gesti di pace e cantare le canzoni dell'ACR, fino al momento della partenza.
Alla vista del pullman che si allontanava, molti avventori del bar si commossero e bevvero il bicchiere di birra tutto d'un fiato, perché sapevano che mai più in vita loro avrebbero visto tanta gnagna in un unico punto (e per giunta quel punto si trovava proprio di fronte al bar del paese!)
Fu allora che il Soggetto01 tornò al bar: "dai raga, io inseguo il pullman, chi viene?"
Solo una persona, all'alba di quel mezzogiorno, aveva bevuto abbastanza per salire sulla
Honda Storta del Soggetto01: quel ragazzo lo chiamerò Soggetto03.
E così i due partirono all'inseguimento del pullman, in sella all'Honda Storta e ovviamente senza casco.
Si sappia che, per raggiungere la superstrada, il pullman doveva necessariamente percorrere la famigerata curva PUX. Non so perché avesse quel nome... so solo che si tratta di un lunghissimo curvone a destra con pendenza verso l'esterno: un luogo perfetto dove chiunque sia alto più di 1,60 poteva sfregare il ginocchio a terra senza neanche dover piegare la moto. Il Soggetto01 lo sapeva e aveva intenzione di superare il pullman proprio in quella curva.
Chi era ignaro di tutto era il povero Soggetto03... lui quel giorno era uscito solo per comprare l'Intrepido e invece si era ritrovato al bar a bere Ichnusa, ed ora era seduto sul sellino posteriore di una moto talmente storta da stare in piedi senza neanche il cavalletto, all'inseguimento di un pullman pieno di ragazze casa&chiesa che neanche conoscevano.
Ma bando alle ciance. La Honda Storta aveva ormai raggiungo il pullman recante gli striscioni dell'ACR. A bordo, 54 ragazze vergini (alcune più di altre) intonavano
Laudato sii oh mio Signore. Poche di loro sapevano cosa fosse una NSR250, e nessuna di loro sapeva che il Soggetto01 esisteva.
Eppure il nostro giovine amico, era destinato a farsi conoscere. Da lì a pochi giorni, il parroco avrebbe addirittura parlato di lui durante la predica domenicale. Ma lui non poteva saperlo, perché pur avendo tante qualità bizzarre, non era dotato della preveggenza.
Il Soggetto01 sapeva solo che doveva superare il pullman in curva. E lo fece... quasi. La Honda Storta si trovava più o meno a metà pullman quando in direzione opposta il camioncino verde del fruttivendolo sopraggiunse con fare minaccioso "Stiquatzi, stringiti!" gridò il Soggetto01 al Soggetto03, che non se lo fece ripetere due volte, strinse bene le ginocchia, schiacciò i gomiti contro i fianchi e ringraziò il Signore di non avere indosso il suo bomber voluminoso
La moto era abbastanza stretta da passare tra il pullman e il camion, i due soggetti, in modalità sottiletta, erano abbastanza magri da poter sopravvivere, tutto andava meglio di quanto sperava il Soggetto01: sarebbero passati tra pullman e camion, in paese se ne sarebbe parlato per almeno una settimana... Ah se solo il camion non avesse avuto quel maledetto specchietto retrovisore! La moto passò incolume tra i due veicoli, ma la povera faccia del povero Soggetto03 si spiaccicò contro lo specchietto del camion. Non volò via solo perché le sue gambe erano talmente serrate contro il culo del Soggetto01 da essere un tutt'uno con esso.
E così finisce questa storia. Il Soggetto01 aveva rimediato un altro aneddoto da raccontare al bar. Il Soggetto03 aveva rimediato una decina di punti di sutura e una cicatrice che va dal naso allo scalpo. Il parroco aveva rimediato uno spunto di riflessione per fare la sua supercazzola domenicale. Le ragazze non si accorsero di niente, anche se la leggenda vuole che una di esse, un giorno, incrociando per strada il Soggetto01 disse "ma tu sei quello che faceva le penne davanti alla chiesa?". "E certo che sono io!! Ma ho smesso con le moto, ho comprato una macchina. Adesso è dal carrozziere, ma appena la ritiro ti porto a fare un giro". Il povero Soggetto01, che come ho già detto non aveva il dono della preveggenza, non sapeva che quella macchina sarebbe esplosa da lì a pochi giorni... ma questa è un'altra storia