Capisco cosa hai voluto dire e mi trovo perfettamente d'accordo.
Però, non si può collegare l'imperizia alla guida: perchè legalmente l'imperizia è un termine che riguarda chi svolge una professione.
Lo so che è termine che viene utilizzato anche per chi causa incidenti, ma purtroppo questo utilizzo non è corretto.
L'imperizia è collegata alla diligenza professionale: in soldoni: abbiamo studiato per imparare un mestiere, o abbiamo fatto pratica per impararne un'altro. Da questi due percorsi, in ogni caso abbiamo accumulato un bagaglio di conoscenze che ci devono servire per fare al meglio il mostro lavoro.
Se invece non abbiamo imparato bene, o se non mettiamo a frutto ciò che ci è stato insegnato (ovviamente questo avviene senza un motivo valido), e causiamo danni a qualcun' altro, ecco che pecchiamo d'imperizia.
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Avv. Nicola Todeschini ha scritto:
Quando la diligenza comporta uno speciale sforzo tecnico, espressione di tale sforzo tecnico è per l'appunto la perizia, intesa come quel complesso di regole tecniche e professionali espresse dal livello medio della categoria d'appartenenza. Va da sé che nelle varie discipline oggetto di specialità, la perizia di volta in volta si caratterizzerà in modi parzialmente diversi, riempiendosi dei significati tecnico-qualitativi attinti dallo standard medio rinvenibile nella categoria di riferimento, potendovi comunque rientrare quei principi fondamentali ritenuti alla base di qualsiasi attività di quello stesso settore.
Sul punto merita di essere sottolineato anche il ruolo che l'aggiornamento costante del professionista svolge in punto di valutazione della sua condotta diligente. Il parametro per la valutazione della responsabilità, fondato sull'aderenza ai dettami che possono estrarsi dal bagaglio professionale, sotteso allo standard medio di riferimento, non può certo prescindere dall'affermazione del dovere di aggiornamento costante del professionista.
Purtroppo il non essere degli assi alla guida non sempre è una cosa che si può migliorare.
Ognuno ha i suoi limiti e quindi non solo sono d'accordo con te che se uno deve trovare il suo limite, ed eventualmente migliorarlo, è meglio che vada in pista, ma sono anche convinta che bisogna spesso rassegnarsi a riconoscere ciò che si è capaci di fare e non voler strafare....