Passarono gli anni e furono più che generosi con i nostri protagonisti.
Storia di Giuseppe
Con la vincita ottenuta grazie a Mario, Giuseppe spostò la propria attività dal centro di Q ad un capannone industriale, nella zona industriale, alla periferia della stessa Q.
Mercé la crisi economica congiunturale di quegli anni poté affittare la struttura per pochi denari ed investì tutti i soldi in suo possesso nell'acquisto di macchinari di ultima generazione. La sua non voleva essere una semplice carrozzeria ma una specie di Accademia con la quale istruire tanti giovani in quella difficile arte. Non era Giuseppe motivato dal desiderio di diventare ricco ma di tramandare ai giovani tutte le conoscenze che aveva imparato negli anni. Grazie a Mario (che aveva ormai agganci di tutti i tipi) poté accedere ad una consistente fetta di fondi regionali tesi a favorire l'istruzione e l'occupazione giovanile. L'iniziativa ebbe un successo strepitoso e venne presa ad esempio a livello nazionale. Giuseppe sembrava rinato e prese a curare maggiormente il proprio aspetto. Arrivava a lavoro spesso in giacca e cravatta ma dopo pochi minuti si levava tutto, si infilava la vecchia tuta e via a sporcarsi le mani. L'accademia si avvaleva di varie figure prestate dal mondo del lavoro all'insegnamento: gli argomenti di carrozzeria venivano svolti dal titolare ma intervenivano di volta in volta anche meccanici (tanto Massimo che Pasquale e altri per questioni specifiche), elettrauti, gommisti, tornitori, esperti in elettronica, ma anche ragionieri e pubblicitari. Un ragazzo che ottenesse di entrare nell'Accademia era sicuro di acquisire una preparazione completa e di avere ottime chances, una volta uscito di lì, di lavorare subito, tanto da libero imprenditore quanto assunto da aziende piccole, medie e grandi di tutto il paese. Varie aziende automobilistiche mandarono in via riservata propri ispettori per analizzare i metodi messi in atto e il risultato del lavoro perché l'Accademia insegnava soprattutto attraverso il lavoro ed i risultati erano ottimi. Ci furono piccole case automobilistiche di eccellenza che segnalarono l'Accademia come unica officina raccomandata per l'intero paese. Tutto questo portò nelle casse dell'Accademia un consistente flusso di denaro che Giuseppe reinvestì nell'Accademia stessa. Dopo aver acquisito la proprietà del capannone ne acquistò uno a fianco che completamente ristrutturato venne adibito ad uso foresteria e mensa per ospitare gli studenti. Il Comune di Q, con inconsueta lungimiranza si mosse a migliorare la viabilità interna della Z.I. e circondò tutta la zona dell'Accademia con alberi ad alto fusto e verde vario al fine di isolarla ed insonorizzarla.
Mario, in qualità di contitolare, si era riservato la docenza di informatica: amava moltissimo poter interagire con quel mondo e rimaneva del tutto incantato nel vedere quell'esercito operoso creare dal nulla la perfezione. Spesso venivano organizzati corsi di sicurezza e prevenzione ad opera di funzionari dell'Azienda Ospedaliera presso la quale continuava a lavorare e ogni 3 mesi, il grande furgone dell'AVIS, sostava nei pressi dell'Accademia per fare il pieno di quel giovane sangue. Grazie ad accordi con la Camera di Commercio vennero limati al minimo i possibili attriti con gli altri esercenti di attività simili e a distanza di alcuni decenni l'iniziativa continua a riscuotere un notevole successo fornendo istruzione, lavoro e benessere diffuso.
Un giorno, ai primi tempi, Mario incontrò Massimo.
“Ciao Massimo: e allora, come ti trovi?”
“Ciao Mario. Bene, bene. Hai fatto un miracolo: hai salvato Giuseppe dall'autodistruzione e hai creato una cosa bellissima.”
“Frena i cavalli Massimo; io non ho fatto niente se non aver fiducia in Giuseppe. Ha fatto tutto lui.”
“Guarda, non so come stanno le cose tra voi, comunque è proprio una bella cosa.”
“Lascia perdere. Piuttosto, ti ricordi che tempo fa mi avevi parlato della particolarità di Giuseppe, di lasciare una sbavatura? Lo fa ancora?”
“No, ormai fa solo lavori ineccepibili. Non sono più riuscito a ritrovare la sua firma”
“Davvero? Sai, un po' mi dispiace.”
“E perché mai ti dovrebbe dispiacere? Secondo te, uno che porti una Aston Martin vorrebbe una sbavatura made in Giuseppe? Molto meglio così, adesso, che fa lavori perfetti.”
“Sarà, ma si è perso un po' in romanticismo.”
“Chi paga ha diritto alla perfezione non al romanticismo...”
Qualche giorno dopo Mario, trovandosi con Giuseppe a discutere su alcune mosse da attuare nel futuro prossimo riprese il discorso col proprio socio.
Gli riassunse il senso della chiacchierata con Massimo e gli chiese lumi.
“Massimo è un meccanico, non può capire. Lui prende pezzi e li monta. Ha la creatività di un tostapane ma un carrozziere, come un tornitore, è un artista prestato alla meccanica e un artista firma sempre un proprio pezzo. Un tornitore inciderà un numero, un'iniziale sul perno che ha creato dal pieno perché se gli ricapiterà tra le mani potrà sapere che quel pezzo è figlio suo e il carrozziere fa lo stesso. Io lo insegno ai ragazzi, l'unica differenza, rispetto a quando lavoravo da solo per i morti di fame, chiedendo quattro spicci, è che insegno anche la discrezione ma ti assicuro che non c'è un solo pezzo che esca da qui che io non possa riconoscere ad occhi chiusi, sia che l'abbia fatto io, sia che l'abbia fatto uno dei ragazzi. Semplicemente, la firma la sappiamo trovare solo noi.”
“Sono contento... viva il romanticismo. A proposito: non ho mai visto tuo nipote qui all'Accademia. Non dirmi che ti vergogni. Anche lui dovrebbe avere una possibilità.”
“No Mario: il ragazzo non è tagliato ma so ben io perché cosa è nato. Ti ricordi che tempo fa ti ho chiesto di prestarmi 100.000 €”
“Certo che ricordo. Ma non capisco, l'hai riempito di soldi?”
“Soldi, quello non sa che farsene dei soldi. Macché, ho comprato un'azienda agricola con annesso piccolo allevamento e l'ho messo a lavorare lì. È felice come una Pasqua e sai, la Fattoria produce ben oltre le esigenze della nostra mensa per cui sta vendendo a tutti. Sta facendo una marea di soldi”
“Mi fa piacere, qualunque cosa tocchi fa soldi.” ridacchiò Mario
“E certo, è facile con certi aiuti...” rispose ridendo Giuseppe, facendogli l'occhiolino.
Giuseppe da decenni non balbetta più; un altro piccolo aiuto...
To be continued...
Iskander66
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Inviato: 15 Giu 2012 20:11
Ho sempre seguito tutto senza scrivere ed il racconto è sempre stato fantastico Ma ora non posso resistere: COMPLIMENTI !!!
Sarà che un' "accademia" del genere l'ho sempre sognata e che da un po' mi sono accorto di aver sbagliato scuola, ma questa puntata è eccezionale da ogni punto di vista
sido_94
Senza Freni
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Inviato: 15 Giu 2012 20:22
sido_94 ha scritto:
Ho sempre seguito tutto senza scrivere ed il racconto è sempre stato fantastico Ma ora non posso resistere: COMPLIMENTI !!!
Sarà che un' "accademia" del genere l'ho sempre sognata e che da un po' mi sono accorto di aver sbagliato scuola, ma questa puntata è eccezionale da ogni punto di vista
Grazie grazie... Troppo generoso...
Iskander66
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Inviato: 15 Giu 2012 21:13
Sono certo che altri colpi di scena ci aspettano dietro l'angolo...ma sopratutto so che il racconto finirà quando il conto alla rovescia di Yama arriverà allo zero e solo allora vedremo qualcosa che sono certo ci stupirà e sarà pure stupendo!
Iska sono certo che se ti impegnassi qualche racconto extra-motociclistico te lo pubblicherebbero volentieri!
bigsen
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Inviato: 15 Giu 2012 21:36
bigsen ha scritto:
Sono certo che altri colpi di scena ci aspettano dietro l'angolo...ma sopratutto so che il racconto finirà quando il conto alla rovescia di Yama arriverà allo zero e solo allora vedremo qualcosa che sono certo ci stupirà e sarà pure stupendo!
Iska sono certo che se ti impegnassi qualche racconto extra-motociclistico te lo pubblicherebbero volentieri!
Lo scopriremo solo vivendo...
Il problema non è lo scrivere ma avere l'idea... qualche mese fa l'ho avuta... se me ne verrà un'altra... perché no...
Iskander66
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Inviato: 16 Giu 2012 19:52
Storia di Carlo
Dopo il cazziatone di Mario, Carlo prese a guidare in maniera ineccepibile.
Frequentò un corso di guida sicura in strada e vari corsi di guida in pista. Contattò anche vari istruttori dei Carabinieri e con essi raffinò ulteriormente le proprie capacità. Naturalmente Leonida era sempre pronto ad ovviare ad ogni possibile errore ma rimane il fatto che Carlo divento un pilota eccellente.
Yama mantenne puntualmente la promessa fatta e Carlo non ebbe mai a soffrire per i rischi del proprio mestiere: gli spararono, l'aggredirono a calci e pugni e con armi bianche e una volta lo presero di mira con un lancia razzi ma se la cavò sempre senza un graffio. Una volta cercarono di farlo saltare in aria con tutto il palazzo; vennero trovati gli esplosivi, gli inneschi e gli attentatori, morti, per la precisione, folgorati.
Non smise mai di studiare e di dare concorsi per migliorarsi, concorsi che regolarmente vinceva ma raramente esitavano negli avanzamenti di carriera desiderati e tra uno studio e l'altro trovò il tempo per impalmare Elena e ottenere da lei un paio di splendidi frugoletti, una femminuccia S e un maschietto G.
Non era però del tutto felice Carlo e un giorno pensò bene di telefonare a Mario.
“Ciao Carlo, come va?”
“Bene Mario. Ascolta, non voglio farti perdere tempo: ti farebbe piacere fare un salto da me: vorrei parlarti di una cosa mia personale... riservata.”
“Certo Carlo. Mezz'ora e arrivo.”
“Mezz'ora? Con Yama? Cosa pensi di fare: spingerla?”
“Macché, sto facendo un lavoretto di manutenzione e le ho smontato la ruota posteriore. Prendo il pollicino e arrivo subito.”
“Ti mando un'autopattuglia.”
“Manco per idea: lasciali lavorare in pace. Lo sai che non mi va che i tuoi uomini mi facciano da autisti.”
“Vabbeh, tanto lo so che con te non si può discutere. Vieni?”
“Vengo, vengo, non temere caro.”
Rimase un attimo a pensare a quella telefonata: cosa poteva essere? Non era da Carlo chiedere aiuto, si vedevano abbastanza regolarmente e sapeva quasi tutto della sua vita: da quello che sapeva lui stava bene e poi era sotto protezione; Elena stava bene e anche i bambini crescevano gagliardamente. Doveva essere qualcos'altro. Carlo non gli era sembrato preoccupato ma triste con una venatura di delusione nella voce e un po' di stanchezza. Ma basta farsi pippe, meglio muoversi.
Spense il computer cui era curiosamente attaccato, prese un giubbottino e le sigarette e si diresse alla solita palina sottocasa ed ecco arrivare subito il pollicino.
Vi salì e non poté credere ai propri occhi: c'erano ancora le due malefiche ziette.
Si guardarono a 6 occhi e Mario, non seppe mai bene per quale impulso, si chinò su di loro, digrignò i denti ed emise un lungo e basso ruggito.
La mossa ebbe il suo effetto e le arzille vecchiette approfittarono della portina ancora aperta per guadagnare frettolosamente l'uscita.
L'autista che aveva visto tutta la scena, si girò verso di lui e con una certa pompa gli disse:
“Grazie, invero le dico grazie.” e gli strinse calorosamente la mano.
“Oh, si figuri, non c'è di che, se non ci si aiuta tra di noi... terribili, vero?”
“Più che terribili sono allucinanti. Non fanno un c***o dalla mattina alla sera, hanno l'abbonamento annuale per anziani e stanno sempre in pullman... e parlano, parlano, parlano... e sparano cazzate peggio di un fucile mitragliatore. Ne hanno una per chiunque: il Sindaco, il Governo, il tempo, il Parroco e il Vescovo. E poi c'è il bus, l'autista del bus e chi sale sul bus...”
“Lo so, ho fatto a suo tempo anche io la loro conoscenza.”
Nel frattempo l'autista era ripartito.
“Ma lei... è il primo che è riuscito non solo a zittirle ma a farle scappare. Come ha fatto? La prego, m'insegni...”
“Eh, eh... non posso, è un segreto... ma sono sempre così fastidiose?”
“Sempre! Ma non sono fastidiose. Peggio, sono maligne. Ma lo sa che ogni giorno riescono a far scoppiare una rissa sul pullman? E questo solo con le loro maldicenze.”
“Ma non potete fare niente?”
“E cosa possiamo fare? Denunciarle per pettegolezzo e maldicenza? Ci fosse il reato di rottura di c******i...”
“E anche lei ha ragione... Senta, fra poco devo vedere un pezzo grosso dei Carabinieri. Se ci sono state risse ne saprà qualcosa. Proverò a metterci una parola buona.”
“Che Dio la benedica. Qualunque aiuto è il benvenuto. Sarebbe magnifico.”
“Vediamo un po' cosa si può fare. Ecco il capolinea. Io scendo qui.”
“Benissimo e grazie ancora signor...?”
“M, sono Mario M.”
“Grazie Mario, grazie...” e gli strinse di nuovo la mano.
Fine prima parte
To be continued...
Iskander66
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Inviato: 17 Giu 2012 19:53
Raggiunse in pochi minuti la la casermetta ma non riuscì a premere il pulsante del citofono ché, grazie alla nuova videocamera venne riconosciuto dal piantone e gli venne aperto il portoncino. Venne accolto dal solito piantone Gargiulo, cui Mario consigliò di preparare la consueta moka, e condotto dall'amico Righetti.
“Ciao Mario” disse Carlo stancamente.
“Ciao Carlo. m*****a, non mi aspettavo i coriandoli ma certo è che sei sotto tono. Dimmi caro, cosa ti turba.”
“Siediti e aspettiamo che Gargiulo ci porti il caffè, poi parleremo liberamente.”
“Come vuoi. Elena, i bambini? Tutto bene?”
“Loro stanno benissimo”
“Quindi sei tu che stai male.”
“Non sto male. Sono deluso ma mi vergogno di essere deluso. Tutto mi va bene ma c'è qualcosa che non va e non so che fare, per questo ti ho chiesto di venire. Ma aspettiamo il caffè.”
Si accesero entrambi una sigaretta e giocarono a fare gli anelli: nessuno riuscì a fare niente di più che una nuvoletta informe ma il tempo passò lo stesso.
Spente le sigarette rimasero a fissarsi per un paio di minuti fino a quando il leggero bussare alla porta non venne a sbloccare quella situazione ridicola.
“Venga Gargiulo, porti il caffè.”
Il fedele piantone non si fece ripetere l'ordine e in pochi secondi apparecchiò il caffè per i due amici.
“Allora Carlo, spara.”
Carlo stava tenendo la tazzina davanti alle labbra e sembrava soffiare aria dalle nari, come per raffreddarne il contenuto ma anche come un toro tenuto a malapena a freno.
“Mario, io non so che fare: sto studiando come un pazzo, do concorsi l'uno dietro l'altro, li vinco ma non vado a finire da alcuna parte. Non so più che fare. Mi sembra di sbattere contro un muro di gomma. Non è giusto; sono il migliore a livello italiano, mi spacco il culo eppure non vado da nessuna parte. Ho interrogato i vertici superiori, i più superiori dei superiori se mi passi l'obbrobrio linguistico e la risposta è stata di stare al mio posto e non rompere il c***o.”
“Capisco...”
“Ho provato anche a chiedere a Yama ma non so come si faccia; devo aver sbagliato tutto perché non mi ha mai degnato di risposta.”
“Quindi tu vorresti che lo chiedessi io a Yama. Ma cosa vorresti ch'io chiedessi a Yama: spiegazioni o favori? Stai attento: le domande sono pericolose col nostro amico.”
“Arrivato a questo punto vorrei solo mettermi l'anima in pace, niente di più.”
“Mi sembra più che legittimo Carlo. Spero che non vorrai un evocazione qui e mi lascerai farlo a modo mio.”
“Ma ci mancherebbe altro, fallo a casa tua... non ti voglio più vedere qui con gli occhi bianchi. Fallo a casa tua.”
“Va bene Carlo, lo farò a casa mia e ti farò sapere.”
Tornato a casa Mario fece quello che avrebbe fatto di solito quindi se ne andò a letto. Naturalmente sognò Yama.
Il giorno dopo tornò da Carlo, inaspettato ospite ma riuscì facilmente a farsi accogliere.
“Ciao Carletto, pronto per il responso?”
“Parla Mario, tanto non so cosa può andare peggio.”
“Ma quanto sei palloso e lagnoso. Saresti da prendere a mazzate. Gne, gne, gne... sei un fottuto piangina e manco ti rendi conto della tua fortuna.”
“Va bene Mario, grazie per la tua comprensione: se adesso mi vuoi dire...”
“Tu sei proprio depresso, ma adesso ci penso io... ho parlato con Yama io... prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr...”
“E allora?”
“E allora vuol dire che la tua situazione è particolare. Vedi Carlo, Yama non è che non ti considera, anzi... mi ha elencato tutte le volte che è intervenuto in tuo favore ma rimane il fatto che la tua situazione è sottoposta ad un altro fattore e tu non puoi fare niente per andare oltre questo fattore.”
“Cosa vorrebbe dire?”
“Yama ha innanzitutto detto che tu dovresti mirare meglio i tuoi desideri. Tutti i tuoi concorsi l'hanno fatta fuori dal vaso; si sono scontrati contro un volere superiore.”
“Di chi? Maledizione, di chi?”
“Ecco, questa parte non ti piacerà... di Yama...”
“epperccheccazzoyamadovrebbefarsiicazzimiei?”
“Che lingua, dovresti darti al porno...”
“Mario...” disse Carlo, togliendo la pistola dalla fondina, dopo aver scarrellato, e averla appoggiata sulla scrivania.
“E piantala di fare il buffone. Ti serve un altro fermacarte? Adesso ascoltami bene.”
“Sono qui. Parla.”
“Il discorso è semplice: tu hai mire grandiose, vorresti fare carriera a livello nazionale ma questa via ti è preclusa.”
“Ma perché, per Dio?”
“Dio non c'entra niente. Devi volare più basso. Sei ancorato amico mio, sei ancorato a questa terra.”
“Tu, è colpa tua. Sono il tuo schiavo. È fottutamente colpa tua?”
“No, caro. Io non c'entro niente.”
“Non sparare cazzate, chi altro potrebbe? Devi essere tu per forza.”
“No Carletto, io non c'entro niente. C'è qualcuno che ha destato l'alto interesse di Yama in maniera tale da porla oltre ogni mio intervento.”
“Non capisco... Giuseppe? Ma io a quello lo gambizzo...”
“Non solo straparli ma non hai inteso le mie parole: io parlo di una donna.”
“Come di una donna: quale donna è in rapporto con Yama?”
“La tua donna, caro mio: Elena.”
“Elena? E lei mi impedirebbe di andare avanti? Come è possibile?”
“Elena di suo non ti impedisce niente. Elena semplicemente è felice di vivere a C. Elena starebbe male in ogni altro posto: Elena è felice a C. Vive in totale sintonia con C. Appena ha un momento libero va al P la spiaggia di C, fa parte di vari gruppi che esplorano C il suo animo batte al ritmo di C”
“E questo vorrebbe dire...”
“Vorrebbe dire, caro il mio, che Yama ama la tua ragazza e la preferisce a te e dato che Elena non vuole andarsene da C tu, fino a quando sarai il suo compagno, non potrai mai staccarti da lei. Ti suggerisco, en passant, di non farti venire idee strane tipo lasciarla... Yama potrebbe anche disintegrarti...”
“Bella storia questa, adesso sarei pure un cavalier servente...”
“No Carlo, sei come al solito un c******e. Yama non ha usato questo termine ma il concetto era quello. Mi ha detto di dirti di focalizzare le energie nella direzione giusta e le soddisfazioni non mancheranno... Pensi di aver capito?”
“Non ne sono sicuro: è un boccone grosso da ingoiare... ci proverò...”
“Bravo caro, provaci, io sono sempre qui pronto a darti una mano...”
Carlo mise la testa a posto e fece carriera giungendo fino al grado di Generale di Divisione diventando Comandante della Regione
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 16:10
Ormai siamo agli sgoccioli, speriamo in un'altra razione per stasera!
bigsen
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Inviato: 20 Giu 2012 17:50
bigsen ha scritto:
Ormai siamo agli sgoccioli, speriamo in un'altra razione per stasera!
Non siamo ancora agli sgoccioli, c'è ancora da scrivere... per stasera non so... sto cercando di trovare la voglia...
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 19:50
Storia di Mario
Mario visse quegli anni nella maniera più tranquilla possibile. Incastonato nel suo ufficio di rilevazione dati, evitò con ogni cura di mettersi in particolare luce e non esitò ad usare ogni leva per scansare qualunque promozione che gli avrebbe procurato solo grane. Gli venne proposto di tutto, venne avvicinato da politici di ogni risma, in occasione delle varie elezioni ma tenne duro e questo gli consentì di mantenere un ottimo rapporto con tutti, nonostante i vari cambi di dirigenza. Andava d'accordo col mondo, era percepito come inoffensivo ma utile e questo lo manteneva in una botte di ferro. Nonostante la non eccelsa perizia aveva ottenuto col tempo una discreta professionalità ed efficienza nel proprio mestiere e questo lo rendeva una buona risorsa sempre a disposizione. In più, la notevole dotazione di denaro che gli era propria gli consentiva di tenere un tenore di vita per niente trascurabile. I bisogni primari erano del tutto soddisfatti: la casa, un'altra casa presa presso un paese di mezza montagna della propria regione per gli svaghi fine-settimanali e in più una terza casa presso un paesino ai piedi delle alpi, noto per rimanere al buio nei mesi invernali e che l'aveva sempre affascinato. Non poteva desiderare di più.
Andava sempre in giro con Yama e ormai aveva percorso varie centinaia di migliaia di chilometri, sempre religiosamente registrati dal contachilometri countdown.
A un certo punto, spinto da Giuseppe, s'era convinto a prendere una moto da fuoristrada. Quella belvetta leggera come una biciclettona la guidava spesso visto che la regione era il paradiso del fuoristrada e ci si divertiva come un ragazzino. Aveva fatto un patto con Yama ed Egli non interferiva quando la guidava. Per prudenza non gli aveva dato un nome. Grazie a lei aveva infine provato la soddisfazione di sbagliare, cadere e farsi pure male. Quante cazzate gli era capitato di fare, quante botte, quanti tagli ma tornava da quelle ordalie più carico di prima e questo gli consentiva di approcciarsi a Yama con rinnovato convincimento e passione.
Non che Yama non potesse fare il fuoristrada: aveva imparato che Yama poteva fare tutto. Poteva andare in fuoristrada a qualunque velocità e tenere la strada come su un binario, poteva cadere da un crepaccio di 150 metri e non graffiarsi gli scarichi. Una volta Mario la portò in spiaggia e la condusse sotto il livello del mare e la moto rimase accesa: senza ossigeno. Non parliamo di fare un punto di ruggine. Non consumava nemmeno le gomme né la benzina. Yama sussisteva fuori dalla realtà, niente di più, niente di meno.
Una volta Mario stava tornando come al solito da I verso C, la solita pallostrada, la solita noia. Gli venne da pensare all'esperienza con Leonida e della sua esperienza velocistica. Non l'avesse mai fatto.
Un mese dopo circa Mario telefonò a Carlo.
“Ciao Mario, dimmi tutto”
“Ciao Carletto, mi è arrivata una multa che mi sembra un po' fuori dal mondo. Vorrei sapere da te se ci sono dei margini sui quali fare ricorso.”
“Mariuccio, ci sono sempre margini per fare ricorso: siamo in Italia, no? Vieni e portamela.”
“Grazie Carletto, vengo subito.”
“Si, ma non fare che vieni in pullman. Tanto le vecchiacce te le ho levate fuori dalle palle. Vieni subito.”
“Non preoccuparti caro, vengo con Yama.”
“Allora dico a Gargiulo di metter su la moka.”
“Perfetto, dovrei arrivare giusto in tempo.”
Fine prima parte
To be continued...
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 21:19
Iskander66 ha scritto:
Non siamo ancora agli sgoccioli, c'è ancora da scrivere... per stasera non so... sto cercando di trovare la voglia...
Io ero convinto del contrario vedendo i riassunti...come ogni lettore mi piacerebbe che la storia andasse avanti ma è anche vero che ogni storia prima o poi finisce, ma finchè continua con questa carica ben venga che il finale sia lontano!
bigsen
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Inviato: 20 Giu 2012 21:25
bigsen ha scritto:
Io ero convinto del contrario vedendo i riassunti...come ogni lettore mi piacerebbe che la storia andasse avanti ma è anche vero che ogni storia prima o poi finisce, ma finchè continua con questa carica ben venga che il finale sia lontano!
I riassunti in questo caso servono solo ad un riposizionamento temporale per ripartire. Mica potevo andare per vent'anni con schermaglie e cazzate. Che la storia finirà non c'è alcun dubbio ma prima facciamola finire... qualche sorpresina ci sarà ancora...
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 21:28
Iskander66 ha scritto:
I riassunti in questo caso servono solo ad un riposizionamento temporale per ripartire. Mica potevo andare per vent'anni con schermaglie e cazzate. Che la storia finirà non c'è alcun dubbio ma prima facciamola finire... qualche sorpresina ci sarà ancora...
Piangerò un pò quando leggerò la parola fine...ma una storia come questa è talmente bella che il sapere che andrà avanti ancora mi esalta!
Comunque è inaspettato il salto di 20 anni...la trovo una bella pensata!
bigsen
Very Important Tinga
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Inviato: 20 Giu 2012 21:30
bigsen ha scritto:
Piangerò un pò quando leggerò la parola fine...ma una storia come questa è talmente bella che il sapere che andrà avanti ancora mi esalta!
Comunque è inaspettato il salto di 20 anni...la trovo una bella pensata!
La parola fine serve a dare un senso alla parola inizio... e poi io ho ben chiaro il concetto di Ouroboros...
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 21:33
Iskander66 ha scritto:
La parola fine serve a dare un senso alla parola inizio... e poi io ho ben chiaro il concetto di Ouroboros...
Non ho studiato ma il concetto ho presente pure io di che si tratta...alla faccia di chi dice che i fumetti sono inutili!
bigsen
Very Important Tinga
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Inviato: 20 Giu 2012 21:50
bigsen ha scritto:
Non ho studiato ma il concetto ho presente pure io di che si tratta...alla faccia di chi dice che i fumetti sono inutili!
E allora fidati e si pazientino che qualcosa la s'organizza per fare un po' di casino...
Iskander66
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Inviato: 20 Giu 2012 21:56
Iskander66 ha scritto:
E allora fidati e si pazientino che qualcosa la s'organizza per fare un po' di casino...
bigsen
Very Important Tinga
Ranking: 3236
13492244
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Inviato: 20 Giu 2012 22:02
bigsen ha scritto:
Non ho studiato ma il concetto ho presente pure io di che si tratta...alla faccia di chi dice che i fumetti sono inutili!
Ps. chi pensa che i fumetti siano inutili è un autentico cialtrone. Niente di più, niente di meno!
Iskander66
Ospite
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13492267
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Inviato: 20 Giu 2012 22:06
Iskander66 ha scritto:
Ps. chi pensa che i fumetti siano inutili è un autentico cialtrone. Niente di più, niente di meno!
Mi trovi pienamente d'accordo, senza dimenticare che spesso leggere i fumetti fa conoscere in maniera allegra e spensierata usi e costumi di nazioni differenti dalla nostra!
I manga mi hanno insegnato molto sul giappone...peccato che non insegnino pure la lingua!
bigsen
Very Important Tinga
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13492299
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Inviato: 20 Giu 2012 22:19
bigsen ha scritto:
Mi trovi pienamente d'accordo, senza dimenticare che spesso leggere i fumetti fa conoscere in maniera allegra e spensierata usi e costumi di nazioni differenti dalla nostra!
I manga mi hanno insegnato molto sul giappone...peccato che non insegnino pure la lingua!
Se vuoi ti passo il corso Assimil di giapponese... a quel punto tocca a te...
Iskander66
Ospite
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Inviato: 20 Giu 2012 22:22
Iskander66 ha scritto:
Se vuoi ti passo il corso Assimil di giapponese... a quel punto tocca a te...
Non sarebbe male!
Oltretutto in questo periodo sono a casa e mi annoio a morte, una distrazione sarebbe utile!
bigsen
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Inviato: 20 Giu 2012 22:24
bigsen ha scritto:
Non sarebbe male!
Oltretutto in questo periodo sono a casa e mi annoio a morte, una distrazione sarebbe utile!
Domani ti passo il link...
Iskander66
Ospite
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Inviato: 20 Giu 2012 22:25
Iskander66 ha scritto:
Domani ti passo il link...
bigsen
Very Important Tinga
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Inviato: 21 Giu 2012 21:37
Arrivò dopo pochi minuti ché Gargiulo lo aspettava sull'uscio. Entrò e venne condotto subito dall'amico Maresciallo che lo aspettava con un risolino sulla solita grinta che era solito sfoderare nei momenti migliori.
“Vieni peccatore, vieni e pentiti da Padre Carlo che ti assolverà dai tuoi peccati.”
“Devo aver sbagliato indirizzo... sono forse nella Basilica di Santa E... però non mi ricordavo che l'arciprete fosse così brutto.”
“Brutto sarò brutto ma il mio caffè merita e poi Elena non mi trova brutto.”
“Il tuo caffè è il caffè di Gargiulo quindi diamo a Gargiulo quel che è suo e poi Elena è una povera donna innamorata; è cieca.”
“E tu sei uno stronzone quindi abbassa le alucce e fammi vedere i tuoi casini.”
“Ma non c'è un caffè da bere prima?”
“E anche tu hai ragione: sai, la curiosità è tanta; è la prima volta che mi chiedi aiuto ma beviamoci sto caffè e anche l'ammazza caffè” disse estraendo una bottiglia da un cassetto “e poi ci fumiamo anche una sigarettella e poi vediamo questa storia che ti preoccupa.”
E così fecero. Anche Gargiulo partecipò al rinfresco e chiacchierarono del più e del meno per qualche minuto dopo di che il buon campano si ritirò in buon ordine lasciando gli amici ai propri affari.
“Allora: dimmi un po' che ti è successo.”
“Niente di che; stavo tornando da I verso C e la pallostrada mi ha preso un po' a culo così mi sono ritrovato a pensare a quella volta che l'avevo fatto con Leonida...”
“Basta: non dire altro. Quella volta che con Leonida sei andato a 304 Km/h... non oso pensare a che c***o possa aver fatto con Yama.”
“Ma io non ho fatto niente, accidenti. Ha fatto tutto Yama.”
“Certo... E cosa avrebbe fatto?”
“Ha accelerato un po'.”
“Un po' quanto? Sei rimasto a velocità subluminali?”
“E non fare il solito esagerato. Il punto è che non sapevo a quanto fossi andato fino a quando non ho ricevuto questa pregiata comunicazione del paese di V.”
“Va bene, Mario. Fai vedere la cosa a zio Carlo così stabiliamo di che cosa devi morire.”
“Ecco Carlo, questa è la comunicazione che mi è arrivata.”
Carlo la prese e prima di leggerla assunse un tono serio e professionale. Poi iniziò a leggerla ed iniziò una straripante ondata di risate, prima leggere poi sempre più fragorose fino ad arrivare ai singulti ed ai rutti da iperventilazione.
“Ohi, ohi, ohi... non è possibile... Campione del Mondo... Campione del mondo... non è possibile... sei fantastico...”
“Carlo, ti faccio notare che non è dignitoso per una persona nella tua posizione ridere in tal modo...”
“Ma stai scherzando... se non ridessi di una cosa simile sarei solo un fesso... ribadisco che sei fantastico... ah, ah, ah...”
“Quindi?”
“Quindi! Qua bisogna analizzare la cosa per bene ma sono sicuro che te la risolvo in maniera elegante, soprattutto perché la multa proviene da quegli s*****i di V. Ti dirò anzi, mi hai fatto un favore, così sistemo un bel paio di teste di c***o.”
“Quindi?”
“Vediamo un po'... velocità rilevata 314 km/h, complimenti Mario. Sanzione pecuniaria: 3.199 €, decurtazione punti: 10, sospensione patente: 12 mesi. Diciamo che non ti sei fatto mancare niente. Alla grande Mario: massimo della pena possibile. Adesso dimmi tutto: come è successo?”
“Te l'ho detto: m'annoiavo e ho pensato a Leonida. Yama s'è svegliato di colpo ed ha accelerato. Non la guidavo più io, andava da sola. La cosa curiosa che io non ho mai percepito più aria che andando a 130 km/h. Ero chino sul cupolino ma non facevo niente: la moto andava da sola, ripeto. Sorpassava, piegava, faceva tutto da sola. Il tachimetro era a fondo scala. Ho calcolato a occhio che faceva un chilometro ogni 12 secondi per cui mi sono immaginato che andasse sui 300 ma non potevo fare niente per controllarla e adesso sono un po' preoccupato.”
“E di cosa saresti preoccupato: sei pieno di soldi. Potresti pure permetterti un autista o d'andare a lavoro in taxi.”
“Non mi preoccupano di certo i soldi né i punti: ne ho 30, anche se mi tolgono 10 punti chissenefrega; mi scoccia il ritiro della patente e ho paura per eventuali reazioni di Yama sul fatto che non lo guidi per un anno.”
“In effetti potrebbe radere al suolo V per questo...”
“Potrebbe oppure potrei uscire in moto lo stesso e lui potrebbe rendermi invisibile alle FdO.”
“Poteva farlo anche prima, chissà perché non l'ha fatto. A meno che non mi abbia voluto fare un favore.”
“Ma quale favore? Anche prima ne hai accennato.”
“Vedi Mario, i VV.UU. di V sono il più bell'esempio di presunte FdO che si muovono per fare cassa per il Comune e a me stanno sulle palle. Ti basta come motivazione?”
“Non ne potrei trovare una migliore. E quindi, che facciamo?”
“Andiamo a fare una visita di cortesia: che ne dici, ti piace l'idea?”
“Una scampagnata? Mi sembra un'idea eccellente.”
Fine seconda parte
To be continued...
Iskander66
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Inviato: 21 Giu 2012 22:46
bigsen
Very Important Tinga
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Inviato: 22 Giu 2012 8:04
Dove vuoi la seconda statua???? Stretto di gibilterra??
Dimelius
Senza Freni
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Inviato: 22 Giu 2012 8:33
Dimelius ha scritto:
Dove vuoi la seconda statua???? Stretto di gibilterra??
Facciamo due statue, tipo Signore degli Anelli, una lato Marocco e una lato Spagna.
Direi, una alta 304 metri e l'altra 314, giusto per la modestia...
Una cosa così, insomma...
Iskander66
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Inviato: 22 Giu 2012 18:22
Si incontrarono il giorno dopo presso la caserma. Un sabato che iniziava con le migliori intenzioni: soleggiato e leggermente ventilato; una goduria per andare in moto. Si salutarono come di consueto e Mario notò subito che Carlo nascondeva una sua qualche maligna intenzione quindi pensò bene di scoprire subito le carte.
“Dai Carlo, sputa, non il rospo ma la pantegana che hai in serbo per me. Tanto lo so che stai covando qualcosa.”
“Lungi da me volerti fregare, o solerte vicario di Yama. Ti volevo solo chiedere un favorino ma prima andiamo ad accattarci un caffè.”
“Tette?”
“Di corsa, naturalmente.”
Così andarono al bar tabacchino vicino ove Mario penso bene di rimpolpare la scorta di nicotina. Non comprarono talloncini di alcuna lotteria ma ne approfittarono per leggersi il quotidiano locale e anche uno sportivo nazionale noto per la sua delicata colorazione.
Dopo aver santificato il rito nazionale con caffè e paste e aver adeguatamente ammaccato ad occhiate il generoso décolleté della cassiera tornarono alla caserma emettendo soddisfatte volute di fumo come vaporetti dell'ottocento.
“Allora, cosa ti frulla in quella testa bacata di carabiniere.”
“Niente, più che altro una curiosità, tua. Sai, ho pensato che da tanto tempo non guidi Leonida e m'è venuto in mente che magari ti farebbe piacere portarla da qui a V. Ho pensato che potremmo fare anche un giro un po' largo, tanto non abbiamo fretta e V è qui vicino.”
“Certo che sei un bel tipo: me l'ero immaginato che avresti tentato una mossa simile quindi ti dico risolutamente che...”
“Non accetti... però mi lasci molto deluso...”
“... che non ci vedo niente di male. Vuoi provare Yama “unleashed”? Ero sicuro che prima o poi me l'avresti chiesto per cui ho chiesto al Capo in persona e non ha niente da obbiettare. Però Carlo, siamo chiari: stai molto attento a quello che chiedi; come ben sai il nostro amico non ha limiti quindi cerca di volare basso.”
“Mario, sei un grande. Non sei un amico, sei un fratello, un padre, anche un nonno...”
“O anche quello che si pulisce la punta dello stivale sul tuo culo se non la pianti.”
“Fallo se vuoi: stai esaudendo il mio desiderio più grande... ora, se permetti, inizio i preparativi.”
“Cosa intendi fare? A quali preparativi alludi?”
“Vedi Mariuccio, ci ho pensato bene e voglio smerdare quei VV.UU. in maniera sontuosa per cui mi sono procurato un GPS un po' particolare, dotato di plotter. Qualunque velocità raggiunta dalla moto verrà registrata su rotolino cartaceo. Come sai il GPS registra la velocità in maniera pressoché perfetta quindi questa baracchetta servirà, prima a me per mia soddisfazione personale e poi per sistemare i ragazzi di V. Che ne dici?”
“Carletto, il carabiniere sei tu: se a te sembra una cosa sensata, fai pure.”
“Fidati, funzionerà che è una bomba.”
“Parlavi prima di un giro largo: dove hai intenzione di andare?”
“Beh, non mi sembra il caso di andare a fare il cazzone nella SS incriminata per cui pensavo di approfittare della Dorsale Consortile della Z.I. di C.”
“Ottima scelta: lunga alcuni chilometri, praticamente deserta, l'asfalto è perfetto ed è dritta come la schiena di una brava segretaria. In effetti è meglio della pista di un aeroporto. La prima volta che ho portato Yama a fondo scala l'ho fatto lì.”
“L'hai portato a fondo scala? E quanto t'ha segnato?”
“Era prima del patto: ha fatto solo i 160 km/h”
“Uff, meno male...”
Completati i vari allacci del GPS e collegato il cavo di alimentazione alla sua presa, partirono al piccolo trotto.
Dopo tutto quel tempo era veramente strano trovarsi di nuovo alla guida di Leonida ma il corpo prese le misure alla moto in un paio di minuti per cui non provò alcuna difficoltà. Era proprio una bella moto Leonida e un paio di volte si ritrovò ad accarezzarla dove aveva il suo adesivo 300 ΜΟΛΩΝ ΛΑΒΕ. Carlo parimenti aveva impiegato pochi minuti per intendersi con Yama e aveva iniziato a piegare come un matto da subito. Attraversando Q si diressero verso il lungo mare, procedendo affiancati. Avevano i caschi modulari sollevati e conversavano tranquillamente.
“Mario, ma lo sai che Yama è una moto fantastica. Pensavo fosse un vecchio scassone ed invece è divertentissima.”
“Lo so Carlo: è ben per questo che la guido.”
“Bravo. Piuttosto, occhio che il contachilometri si è bloccato: non funziona.”
“Non preoccuparti per quello Carlo, è normale. Quel contachilometri è particolare.”
“Non pensavo fossi una tenaglia: ma fallo riparare...”
“Fidati Carletto: funziona benissimo. Sa lui quando funzionare.”
“Non vorrai dirmi che...”
“Non voglio dirti niente: Carletto, pensa a guidare e fatti i c***i tuoi”
“Evvabbene, non adirarti... forza che fra poco arriviamo.”
“Lo so, lo so... ma cerca di stare attento.”
“Sono nato attento io...”
“Me l'immagino: sei nato con la fiammella in fronte, tu...”
“Meglio in fronte che in culo la fiammella...” rispose con un ghigno e il dito medio.
“Non posso darti torto, Carletto.”
Fine terza parte
To be continued...
Iskander66
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Inviato: 23 Giu 2012 21:56
Iskander66 ha scritto:
Facciamo due statue, tipo Signore degli Anelli, una lato Marocco e una lato Spagna.
Direi, una alta 304 metri e l'altra 314, giusto per la modestia...
Uhm... non rileggo indietro ma...Leonida and Yama speed?
Uhm...mi serve una tua foto...poi al massimo la faccio su carta. ahah
Ok ora leggo a cosa servivA sapere la pena per i 314 all'ora...(eheh letto dall'altra parte e sapevo già a cosa serviva!)
Dimelius
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Inviato: 26 Giu 2012 19:02
Dopo pochi chilometri arrivarono sul luogo del misfatto: la grande Z.I. di C che in quel momento mercé il sabato risultava quasi deserta. In lontananza si vedeva il grande inceneritore, la centrale termica e il parco eolico le cui pale giravano incessantemente incoraggiate dal sempiterno maestrale.
Mario vide che Carlo si chinava sulla moto e gli sussurrava qualcosa quindi regolava il navigatore GPS.
“Allora Carlo, sei pronto?”
“Sono nato pronto io...”
“Questa mi sembra di averla già sentita” sghignazzò.
“Ascolta Mario, tu inizia ad andare e tira Leonida alla morte, senza far intervenire Yama però. Io ti raggiungo subito.”
“Va bene Carlo. Parto subito.”
Si chiuse la visiera del casco, cercò di concentrarsi un paio di secondi quindi, senza far alzare la moto, partì con decisione. Leonida era una vera bellezza quella mattina e accelerava senza sforzo. In pochi metri stava già filando a più di 200 km/h quando da dietro sentì arrivare l'urlo incazzato di Yama. Carlo gli passò a pochi centimetri e per poco lo spostamento d'aria non lo fece cadere. Andava ad una velocità veramente smodata e ben presto fu lontano. Leonida sembrava fermo eppure correva a più di 200 km/h. Pensò al fatto che Carlo aveva di nuovo esagerato e che rischiava di ammazzarsi ma poi si ricordò che in fondo era nelle mani di Yama quindi...
Dopo un paio di minuti infine lo vide in fondo al lungo rettilineo. La moto ferma, regolarmente piegata sul suo cavalletto laterale e il carabiniere che armeggiava con qualcosa.
Lo raggiunse, spense Leonida e si tolse il casco quindi si avvicinò all'amico.
“E allora, hai avuto quello che volevi?”
“Direi di si: è andato tutto alla perfezione.”
“Che cosa gli hai chiesto, come hai formulato il desiderio.”
“Vedi... mi hai fatto pensare... dovevo formulare la cosa in maniera impeccabile per cui alla fine ho chiesto solamente di poter andare a 100 km/h in più dell'ultima volta in cui avevi corso con lui, quando prendesti la multa. È stato di parola” disse staccando un pezzo di carta dal plotter del GPS.
“Guarda un po' la progressione e il risultato finale.”
Mario prese in mano il pezzo di carta quadrettata a sottili righine rosa e lesse la cifra finale: 414 km/h
“Cavolo... complimenti.”
“E di che, ha fatto tutto lui. Io potevo anche non tenere il manubrio, ero in ogni caso incollato alla moto. È stato stranissimo, non ho nemmeno percepito bene la velocità, non mi arrivava l'aria; solo guardando a destra e a sinistra riuscivo a capire a quale velocità mostruosa stavo avanzando.”
“E adesso?”
“E adesso niente. Mi sono levato lo sfizio. Adesso andiamo a V a rompere i c******i ai VV.UU.”
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