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Inviato: 1 Apr 2012 19:06
Quelli che seguirono furono per Mario due mesi bellissimi: di lavoro soddisfacente, di tanti giri in moto, di rinsaldarsi di amicizie.
Organizzare il viaggio fu semplice: con pochi click di mouse e skype riuscì a trovare i B&B in cui alloggiare, prenotare il volo aereo dell'andata e il traghetto del ritorno. In un momento in cui tutti strepitavano per il costo dei trasporti si stupì per quanto poco fosse riuscito a spendere. Con gli amici della grande città era tutto concordato per cui, a prenotazioni ultimate si sentì particolarmente soddisfatto e appagato. In moto non si fermò un attimo: appena aveva un momento libero usciva e la giovane estate era sempre prodiga di belle sorprese. Scoprì nuove strade che portavano ad agriturismi immersi in foreste così vicine eppure così lontane a coloro che ne ignorano l'esistenza; cambiò pure le gomme alla mostriciattola ché le originali - delle Highlander in puro legno scozzese - non gli piacevano più e ci mise dei pneumatici moderni, con un disegno bellissimo e, soprattutto, delle mescole più morbide.
Infine arrivarono i quattro amici dalla grande città e furono dei bei giorni e dei bei giri.
Una volta partiti gli amici si limitò a sbrigare le ultime pratiche: versare il saldo per l'acquisto, assicurare la nuova motona e attendere.
Accompagnato dal fratello in aeroporto, partì con una borsa minimale e il giubbotto tecnico estivo: avrebbe viaggiato leggero.
Dopo appena 40' minuti atterrò nella grande città.
Non l'aveva mai visitata ma ebbe la netta sensazione di esserci sempre stato: il più potente déjà vu della propria vita...
Per una settimana visse giorni frenetici ed entusiasmanti: imparare a guidare la nuova moto nel traffico della grande città fu un autentico shock; girare nelle strade di montagna fu una libidine senza fine e poi c'erano i quattro amici che non lo lasciavano mai solo e grazie a loro fu un divertimento continuo e... una mangiata continua.
Conclusa la settimana riapprodò nella propria terra, all'estremità opposta rispetto a dove abitava. Fu molto dolce attraversare la regione, per valli e boschi, senza fretta in sella alla nuova moto: così potente, così docile, così stabile, così assetata. Era una meraviglia: la si poteva condurre in sesta con un filo di gas per centinaia di chilometri, dolce come un micetto ma, volendo la si poteva trasformare in una pantera furibonda... stando attenti ai consumi però ché la panterona beveva come la mandria di cavalli da cui si faceva rappresentare: 150.
Ora però si presentava la questione di cosa fare della motina, problema subito risolto dal capiente garage della madre di un buon amico.
Fu ben strano guidare per quella che pensava essere l'ultima volta, o giù di lì, la motina dispettosa. In una livida mattina di settembre, del tutto fuori stagione per quelle lande, percorse, malmostoso, quei chilometri piano piano: la differenza tra le due moto era stratosferica e sulla motina gli sembrava di essere in bilico su di un filo per quanto era instabile eppure... non era solo quello... gli dispiaceva mettere da parte quella nobile cavalcatura che, bene o male, l'aveva svezzato. Il countdown naturalmente continuava imperterrito.
Arrivato davanti alla casa in collina, spense il motore e, rimanendo in sella, portò la moto dentro il garage. Girò la chiave fino ad inserire il bloccasterzo e lasciò la chiave nel blocchetto. Di lì a Natale sarebbe tornato a rimetterla in moto, tanto quella batteria non si scaricava mai. Lanciò un ultimo sguardo al contachilometri: 369802.
To be continued...
Ultima modifica di Iskander66 il 1 Apr 2012 20:05, modificato 2 volte in totale