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Attenti ai desideri...
13157883
13157883 Inviato: 23 Mar 2012 20:39
Oggetto: Attenti ai desideri...
 

Mario stava percorrendo la strada che, come ogni giorno lo conduceva dal lavoro a casa. Il nastro ben asfaltato del nuovo asse viario scorreva docilmente sotto le ruote della vecchia moto che, dalla mattina alla sera lo scarrozzava senza mai perdere un colpo. Un po' la stanchezza, un po' lo scazzo, uno sguardo al contachilometri bloccato ormai da un paio di anni per un guasto alla strumentazione ed ecco... quel tarlo mai sincero che chiamano pensiero, assunse una forma particolare: un desiderio... come vorrei vivere fino ad aver percorso 397.060 km con la moto.

Stop. Semaforo. Svolta a sinistra, una risatina.. sarebbe bello, si...

Pericoloso esprimere simili desideri in groppa ad una moto di 30 anni. Perché le moto di 30 anni hanno un anima... ed hanno dei poteri...

To be continued... icon_mrgreen.gif
 
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13159677 Inviato: 24 Mar 2012 13:02
 

La notte Mario ebbe un sogno molto strano, molto più strano di tutti i sogni strani avuti... dialogò con la propria moto, la vecchia moto gli parlò e gli propose un patto: non morirai fino a quando non avrai percorso 397.060 km. su di me.

Mario si svegliò strano... un lieve malditesta, come se la sera passata avesse bevuto un po' troppo e una sensazione come se qualcosa fosse fuori posto...

Non pensava più al sogno mentre si preparava per andare a lavoro e finita la consueta vestizione di capi tecnici che lo faceva assomigliare a Bibendum, scese in cortile ove la moto placidamente l'aspettava.

Infilò il casco e tirò l'aria facendo rombare oltre modo il motore - così i pensionati del palazzo che non fanno un c***o dalla mattina alla sera si svegliano - sogghignò, infilò i guanti e via, verso una nuova giornata di lavoro.

Stava percorrendo il lungo viale trafficatissimo che unisce la città di domicilio con quella in cui lavorava e lo sguardo gli cadde sulla strumentazione... segnava 374623 e chilometro dopo chilometro il numero diminuiva... 374622... 374621... 374620.

To be continued... 0509_pernacchia.gif
 
13159800
13159800 Inviato: 24 Mar 2012 13:42
 

e mentre i numeri scorrevano sul contakm Mario penso':
"conta conta... tanto il numero e' a sei cifre e tu sei una Ducati icon_asd.gif icon_asd.gif "
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p.s. io mi stavo iniziando ad appassionare al tuo racconto ma .... e' possibile aggiungere commenti oppure racconti tutto tu ?
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13159914
13159914 Inviato: 24 Mar 2012 14:15
 

tetraedro ha scritto:
e mentre i numeri scorrevano sul contakm Mario penso':
"conta conta... tanto il numero e' a sei cifre e tu sei una Ducati icon_asd.gif icon_asd.gif "
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p.s. io mi stavo iniziando ad appassionare al tuo racconto ma .... e' possibile aggiungere commenti oppure racconti tutto tu ?
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Il racconto lo racconto... icon_eek.gif icon_asd.gif io ma avendo iniziato senza sapere dove andrò a parare ogni commento è più che gradito... 0510_saluto.gif

6 cifre = 5 per i km e 1 per gli ettometri ma qui è successo qualche cosa di strano e adesso, il contatore a 6 cifre indica solo km... icon_wink.gif

Ps. 1 puntata al giorno... 0509_lucarelli.gif
 
13160001
13160001 Inviato: 24 Mar 2012 14:31
 

azz si fa interessante
 
13160375
13160375 Inviato: 24 Mar 2012 17:15
 

me gusta questa storia icon_asd.gif
Aspetto la pross puntata
 
13161315
13161315 Inviato: 24 Mar 2012 22:13
 

Ho letto le prime 2...ora fremo! voglio la prossima..aiutoooo.
 
13161332
13161332 Inviato: 24 Mar 2012 22:20
 

Apprezzo il raccontino a puntate, un motivo in più per connettersi al Tinga giornalmente! 0509_doppio_ok.gif
 
13161882
13161882 Inviato: 25 Mar 2012 8:50
 

Arrivato a lavoro il contachilometri segnava 374613... giusto i circa 10 km percorsi... Timbrò e sali in ufficio, accese il computer per verificare che la rete informatica dell'Ospedale fosse ancora in piedi e iniziò a riflettere su quello che stava succedendo... si ricordava il vecchio chilometraggio della moto, per averlo visto fermo e immutabile tante volte: 39.706,0 km e anche a dar retta al sogno, a parte tutte le assurdità, perché segnava quel numero?

Si accese una sigaretta e mentre controllava i messaggi automatici di warning spediti dal server, ebbe un bagliore di illuminazione e comprese che, in qualche modo, la moto aveva calcolato tutti i km percorsi negli ultimi 2 anni di fermo del contachilometri e li aveva detratti dal computo totale. Venne preso dall'ineffrenabile impulso di precipitarsi a controllare la moto ma in quel momento arrivò il collega e non potè sottrarsi all'immancabile rito di ogni mattina: la colazione al bar.

Durante tutta la mattinata cercò di non pensare alla moto: in realtà cercava disperatamente una chiave di lettura per razionalizzare il tutto ma senza alcun successo e il pensiero tornava sempre a quel dannato contachilometri.

Alla fine della giornata andò a prendere la moto per tornare a casa: sopra ci stava il solito gattone nero che da sempre considerava la lunga sella della moto come il più desiderabile dei giacigli. Si avvicinò con cautela e senza fretta per consentire al nobile felino di allontanarsi con la dignità che gli era propria. Si impose di non guardare: casco, guanti, aria, accensione... e non ce la fece e guardò il contachilometri... segnava 374613...

Partì quasi con stizza e quando arrivò a casa ricontrollò la cifra: 374602... appunto...

To be continued... 0510_five.gif
 
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13168226 Inviato: 26 Mar 2012 18:35
 

Tornato a casa andò subito al computer che per lui non era una semplice macchina ma Il Computer...se l'era costruito da solo, scegliendolo pezzo a pezzo: CPU, MoBo, RAM, VGA... un sistema operativo dopo l'altro fino ad approdare ad Ubuntu che gli aveva donato la pace dei sensi. Lo accese ed iniziò a riflettere: tutta questa storia è ridicola e per niente razionale. Ora: un conto amare il sovrannaturale e dilettarsene, un altro farsene dominare... così non può andare. C'è un problema: il contachilometri... OK! Il fatto che funzioni al contrario non è normale ma iniziamo a escludere gli elementi di disturbo per isolare il problema. Con i problemi informatici si fa così? E allora non c'è motivo per non fare allo stesso modo...

Sui preferiti scelse Ebay ma modificò l'url per andare subito sul sito tedesco, per certi affari molto più affidabile, selezionò alcuni parametri ed ecco... 18 risultati. Alla fine, dopo varie valutazioni ne scelse uno proveniente da Paderborn... città nota nel Nordrhein-Westfalen per essere bigotta come poche...
E adesso vediamo come andrà a finire...

Dopo 6 giorni... maledetta Domenica... di rientro dal lavoro trovò un pacchetto ad attenderlo a casa. Lo degnò appena di uno sguardo e scoprendosi un formidabile appetito - chissà perché l'appetito quando si sveglia si rivela sempre formidabile, si scoprì a pensare - si preparò un lesto quanto sapido desinare. Si ritirò nella propria camera e si dedicò alla giornaliera visione dei Simpson che, come ogni giorno si registrava sulla chiavetta e solo dopo, destandosi da un leggero assopimento post prandiale dovuto al pasto, per lui gargantuesco, dato che nei giorni feriali era solito nutrirsi sotto i limiti di sussistenza previsti dall'OMS, aprì il pacchetto arrivatogli dalla Germania. Conteneva un cruscotto completo per la sua moto. Lo guardò attentamente, lo soppesò tra le mani, ne apprezzò l'ottimo stato di conservazione. Per fare affari su ebay non c'è niente di meglio dei tedeschi, ribadì nella sua mente. Un oggetto pregevole pagato poche decine di euro... segnava 38.872,4 Km. Perfetto!

Con una certa soddisfazione indossò il giubbotto, prese il casco contenente i guanti, infilò il cruscotto nello zainetto e scese in cortile, dalla moto che, sorniona, l'aspettava. Con aria di sfida guardò la strumentazione: segnava 374293 km grazie ad un giretto fatto il sabato precedente... "Vedrai che adesso ti sistemo io, s*****a..." sibilò alla moto e partì in tromba senza neanche chiudere il cancello, destinazione, a pochi km. il meccanico di fiducia, Pasquale...

To be continued... icon_eek.gif
 
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13173345 Inviato: 27 Mar 2012 19:20
 

Ed eccolo là Pasquale: un ometto di mezz'età, tracagnotto, sporco di grasso, i foltissimi capelli neri arruffati, sempre sorridente e di buon umore. Una persona veramente particolare Pasquale... a vederlo nessuno l'avrebbe considerato eppure aveva fama semi ubiquitaria di "Tombeur de femme" o "Trombeur" come aveva preferito rinominarsi. Visto in mezza regione con donne di splendido aspetto, rigorosamente più alte di lui, mai prostitute, attirate, si favoleggiava, dalle leggendarie dimensioni del di lui membro, Pasquale aveva, di converso, una donnetta secca e scialba per moglie. Dotato di un'ignoranza solida e ben strutturata, ad ogni buon conto era veramente un mago della meccanica.

"Ciao Pasquale, come va?"
"Ciao Mario... e come vuoi che vada... si lavora e si fatica, per il pane e per... il vino" e giù una risata corposa per la battuta riproposta per l'ennesima volta.
"Bene... ascolta, mi sono deciso... ho finalmente comprato il cruscotto per la motoretta... Te l'ho portato così appena puoi me lo monti... guarda... ti lascio la moto e fai tu quando puoi."
"Mmm, fammelo vedere... ma com'è che ti sei deciso in così poco tempo? Sono solo due anni che hai la strumentazione guasta." disse guardando attentamente gli attacchi dei cavetti del cruscotto."OK! Facciamo così - riprese - per stasera e domani mattina non posso fare niente; portami la moto domani pomeriggio che ti monto il pezzo al volo."
"OK Pasqua, ti porto la moto domani pomeriggio però te la lascio per un paio d'ore ché ho delle commissioni da fare in centro. Ti chiedo un'unica cortesia: una volta montato il pezzo, fatti un giretto con la moto così sono più tranquillo... ah, dimenticavo... la settimana scorsa ho fatto la revisione... andata bene ma mi hanno trovato la carburazione un po' grassa... benzina incombusta... se puoi controllarmi la carburazione, dato che ci sei..."
"Oh Mario... e stai tranquillo, sembra la prima volta che vieni da me... lo sai che controllo sempre e so che hai la moto scarburata... me ne sono accorto sentendoti arrivare... C'hai una moto vecchia... ma quand'è che te ne prendi una nuova?"

Passarono un'oretta così, a cazzeggiare del più e del meno, come facevano tempo prima quando l'officina di Pasquale era per Mario un porto sicuro contro la noia di certi pomeriggi. Ed aveva imparato pure qualcosina di meccanica, che non guasta mai.
Il giorno dopo Mario, svegliandosi, ebbe buone sensazioni, come di giornata risolutiva e lavorò di buona lena. Neanche le paturnie mestruali della propria responsabile riuscirono ad intaccargli il buon umore. Quella era la giornata, la giornata giusta.
Nel pomeriggio portò la moto in officina e, decisamente sollevato, prese al volo un autobus che passava di lì e se ne tornò a casa ove l'attendeva una maestosa autobiografia di James Lovelock, ansiosa di essere letta.

To be continued... eusa_think.gif
 
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13178318 Inviato: 28 Mar 2012 21:19
 

Un paio d'ore dopo, come convenuto, si riscosse dalla lettura del libro, si preparò in fretta ed uscì a piedi... quei 3 km. se li sarebbe goduti appieno pregustando la motina perfettamente a posto. Salutò un paio di gatti stanziali che ormai avevano fatto la sua abitudine, prese in giro il solito botolo incazzoso che abbaiava anche alla propria ombra, s'accese una sigaretta cercando pure di fare gli anelli di fumo e dopo 20 minuti entrò nell'officina.

"Ciao Mario" - gli disse Pasquale vedendolo arrivare - "la moto è a posto. Cruscotto a posto, carburazione a posto, ti ho gonfiato un poco la posteriore ché tu non controlli nemmeno la pressione delle gomme... Prenditela e facci un giretto così mi dici come te la senti."
Con fare noncurante Mario salì in sella alla moto, indossò quello che c'era da indossare, ammirò il nuovo cruscotto tutto lindo e pinto che segnava 38.894,7 km segno sicuro che Pasquale s'era fatto un giro di 22 e passa km e che il contachilometri funzionava correttamente. Intimamente esultò vedendolo... questa storia era finalmente finita... Primo Principio dell'Informatica: la macchina non deve vincere mai e, anche questa volta, non aveva vinto... eh, eh, eh.
Fu un breve, meraviglioso giretto, irradiato dal sole declinante del tardo pomeriggio. Non riusciva a staccare gli occhi dal contachilometri ed una volta rischiò di schiantarsi contro una R4 che usciva da una strada poderale, guidata dal solito uomo col cappello per cui i cartelli con lo stop sono solo un bersaglio per le fucilate dei tempi che furono.

Di ritorno dalla passeggiata parcheggiò davanti all'officina lasciando la moto accesa, per di più ferma sul cavalletto laterale, cosa che non faceva mai per timore che il carburatore iniziasse a pisciare benzina ed entrò trionfante nel regno di Pasquale.

"E allora, com'è andata? T'è piaciuta? Mi sa di si, visto il ghigno che hai..." - disse sornione Pasquale.
"Pasqua, come al solito hai fatto un miracolo... il miracolo... la motina va che è una meraviglia..."
"Si, devo ammetterlo, ha più anni di quanti voglio nelle mie donne ma la tua è proprio una brava "ragazza". In realtà l'ho sistemata in dieci minuti. Aspettando uno s*****o che non arrivava mai, ho cambiato il cruscotto, poi l'ho messa in moto e, cosa strana, la carburazione era perfetta. M'è sembrato strano e, prima di toccarla, ci ho fatto un giro di commissioni. Un orologio. Guarda, non mi devi niente: siamo pari... sai, ho avuto una moto come la tua quando ero giovane e mi ci sono proprio divertito e mi fa piacere che ci sia ancora qualcuno che si gode le vere moto anni '70. A proposito, quando sono tornato c'era lo s*****o che mi ha accusato di essere poco professionale perché non l'avevo aspettato..."
"L'hai mandato a fare in culo?"
"E già mi conosci... certo che l'ho mandato a c****e... ma guarda tu certa gente!"

Il solito Pasquale, rozzo, burbero che non faceva a tenerlo ma se gli entravi in simpatia ogni due interventi uno non lo faceva pagare... un amico, un appassionato, un amico. Si lasciarono con un abbraccio e la promessa di andare a bersi uno scioppino dal "Cinese": un barista un poco losco delle vicinanze per il quale nessuno aveva mai potuto stabilire perché fosse stato soprannominato il "Cinese".

Il breve ritorno a casa fu una vera apoteosi: la moto non aveva mai funzionato meglio e il contachilometri registrava in maniera svizzera la distanza percorsa: 38.915,2

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13178388
13178388 Inviato: 28 Mar 2012 21:35
 

Uhm

voglio proprio vedere dove vai a parare Alex! icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif
 
13178401
13178401 Inviato: 28 Mar 2012 21:36
 

edge ha scritto:
Uhm

voglio proprio vedere dove vai a parare Alex! icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif


Toh, chi si vede... sei scomparso da un po' di tempo... sono contento di essere riuscito a stanarti... icon_biggrin.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif
 
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13178425 Inviato: 28 Mar 2012 21:41
 

Iskander66 ha scritto:


Toh, chi si vede... sei scomparso da un po' di tempo... sono contento di essere riuscito a stanarti... icon_biggrin.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif


Non voglio insozzarti il topic.. però non sono scomparso.. latito semplicemente icon_asd.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif
 
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13178437 Inviato: 28 Mar 2012 21:43
 

edge ha scritto:


Non voglio insozzarti il topic.. però non sono scomparso.. latito semplicemente icon_asd.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif


Non insozzi niente e comunque, passa un po' nel Covo ché è pieno di tuoi compagni di merende... icon_mrgreen.gif
 
13182193
13182193 Inviato: 29 Mar 2012 20:22
 

A casa decise di premiarsi; non aveva grandi pretese ma si cucinò uno dei suoi piatti preferiti: tornando, lungo la strada, si era preso un paio di mazzetti di asparagi... non quelli grossi, coltivati, che si trovano nei barattoli del market, immersi in un'acquetta impresentabile ma dei veri asparagi selvatici, quelli sottili, col gambo legnoso... quelli che ti fanno pisciare in maniera odorosa... si limitò a sbollentarli e a cucinarli con un paio di uova al tegamino... con un bel pezzo di pane di semola, un pasto sibaritico... che bontà!

Dopo cena il solito cazzeggio tra un forum e la televisione ed andò a letto con la serenità dei bimbi.

I sogni furono meno da bimbi. Al risveglio si ricordava, in parte, di un'avventura onirica con una prosperosa Quebecoise... Non aveva le idee chiare, ricordava incidenti con pullman, corse lungo delle strade e questa splendida ragazza. Ad ogni modo era di splendido umore e già pregustava un venerdì lavorativo breve ma pieno di soddisfazioni.

Una volta finito di prepararsi, indossati i soliti capi tecnici con aria marziale da guerriero medievale giapponese, scese fischiettando dalla moto che l'aspettava, more solito, sotto il palazzo a pilotis.

Aprì il cancello, poggiò il casco sulla sella, lanciò uno sguardo al cruscotto e gelò. Il contachilometri segnava 374217. Rimase pietrificato a guardarlo per un quarto d'ora. Riusciva a pensare solo: "Non è possibile... non è possibile... non è possibile..."

Si riscosse a fatica... "Devo andare a lavoro... calmati... devi andare a lavoro...".
Si accese una sigaretta cercando di calmarsi ma sentiva un battito per niente calmo, la pressione alle stelle... "Calmati, lascia perdere queste cavolate, devi andare a lavorare, c***o!"

Dopo un po' si infilò il casco e partì, piano piano... aveva un maledetto timore di vedere le cifre del contachilometri girare al contrario e non dovette aspettare troppo per aver prova del temuto risultato: 374216, 374215, 374214...

Arrivò al lavoro con una gran voglia di vomitare: per un attimo pensò di non mettere il bloccadisco granitico, francamente esagerato, che utilizzava per quella moto di scarsissimo appeal anche per il più sfortunato dei ladri e di "dimenticarsi" le chiavi nel quadro... almeno così, con un po' di fortuna, questa specie di incubo sarebbe sparito dai propri orizzonti ma, alla fine, la testardaggine che gli era tipica ebbe la meglio e fu così che svariati colleghi che entravano frettolosamente in ospedale, ancora mezzo assonnati, lo sentirono gridare, con toni quasi isterici, mentre dava dei gran colpi col casco integrale contro la sella della moto immota: "Col c***o che te la do vinta, brutta s*****a... Non vincerai mai!!!"

To be continued... 0510_help.gif
 
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13187887 Inviato: 31 Mar 2012 12:39
 

A lavoro fu una giornata di rara pallosità... non ci fu una chiamata che una, non un solo allarme... potè cosi dedicarsi a riparare dei pc che richiedevano assistenza da un po' di tempo e mentre armeggiava tra una scheda video e una MotherBoard fece una pensata.
"Questa cavolo di moto è vecchia. Elettronica zero. Ha giusto il pulsantino di avvio. Bene, a moto analogica si controbatte con strumentazione digitale."
Verso metà mattina decise di prendersi una pausa.
Al bar si sbafò un cornetto alla nutella, caffè, mezza gasata... scambiò due parole con il Direttore di un Dipartimento e quando tornò in ufficio aveva le idee più chiare.
Si connesse ad Internet e fece una ricerca globale tramite Google... ben presto trovò quello che gli serviva: un sito americano di componentistica aftermarket... la scelta era fin troppo ampia ma alla fine trovò il candidato ideale per la disfida con la sua moto: uno splendido cruscotto digitale degno della plancia di Star Trek. Cosa fondamentale, nella scheda tecnica era riportato l'elenco delle moto supportate e c'era anche la sua... unico particolare costava un botto. Considerato che la moto l'aveva acquistata strausata per 500 €, quel cruscotto costava più della metà della moto stessa.
Uscito dall'ufficio passò al bancomat e si ricaricò la postepay. Tornato a casa concluse l'acquisto e finalmente rifiatò e si dedicò alla sua passione preferita, superiore alla moto stessa: la lettura. Si immerse così nella lettura del quarto volume di una trilogia in 5 volumi (!) e non pensò più a niente per un paio d'ore, quando depose il libro finito. Ebbe una mezza idea di iniziare subito il quinto volume che l'aspettava sullo scaffale ma preferì passare un po' di tempo al computer sul suo forum preferito.
Passarono 12 giorni in cui non avvenne niente di particolare: continuò ad andare e a girare in moto che a sua volta continuò a sottrarre chilometraggio fino a quando, come Dio volle, trovò a casa ad attenderlo il pacchetto desiderato. Non si tolse nemmeno il giubbotto ma andò in cucina e aprì il pacco. Imballaggio ineccepibile. Dentro eccolo qua: il cruscotto fantascientifico, assai pacchiano peraltro ma chissenefrega. Un'ampia documentazione, anche un DVD con le istruzioni video per il corretto montaggio, tutti i cablaggi, un paio di cacciaviti dedicati. Niente da dire, perfetto.

Ora si presentava un problema: chi monterà questo accrocco?

Pasquale era semplicemente escluso: a vedere l'aggeggio non lo avrebbe nemmeno fatto entrare in officina e gli avrebbe tolto pure il saluto e l'amicizia. Lui, purista fino al midollo, avrebbe vissuto una simile richiesta come un affronto personale. Si ritrovò a pensare che sarebbe stato più facile vederlo limonare con un uomo piuttosto che fargli montare quel cruscotto. E poi non era cosa da Pasquale: era un meccanico di altri tempi, imbattibile con le brugole ma con l'elettronica, non è che non se la cavasse... semplicemente non l'amava.

Massimo però andava benissimo: officina plurimarche, sempre aggiornato. I muri dell'officina sua non avevano appeso nemmeno un calendario scollacciato (di cui Pasquale aveva intere collezioni) ma decine di attestati di, praticamente tutte, case motociclistiche. Era il lavoro per lui!

Mangiò un boccone guardandosi i Simpson e alle 16:00 uscì per recarsi in officina.

"Ciao Massimo, come butta?"
"Oh, ciao Mario... il solito. Sta arrivando la bella stagione è c'è un sacco di lavoro da fare. Cosa ti serve? Cerchi una moto usata? Guarda, mi è arrivata, un paio di giorni, fa un'occasione: una millona, quatto cilindri, 150 CV, tenuta bene e con pochi chilometri: la do via a poco perché mi serve spazio... ti ci vedrei bene sopra, sai?"
"Grazie Massimo ma per il momento mi tengo la piccolina. Ho deciso di svecchiarla e vorrei cambiarle la strumentazione... vorrei montarci sopra questo cruscotto."
"Mario, te lo dico contro i miei interessi: stai facendo una cazzata: Questo mostro non ci sta a fare niente sulla tua moto."
"Probabilmente hai ragione ma ormai il "mostro" l'ho acquistato quindi montiamolo. Per quando pensi di poter fare il lavoro?"
"Mmm, portamela venerdì pomeriggio, verso le 17:00 e passa a ritirarla sabato mattina verso le 10:00. Ti avviso da subito che montare questa cosa ti costerà caro."
"Va bene Massimo. Ci vediamo venerdì."
I giorni passarono e sabato mattina, con un po' di ritardo, passò a ritirare la moto.
Massimo non c'era, c'era solo il garzone di officina che stava tendendo una catena... rimase a guardarlo un paio di minuti quando sentì il rombo inconfondibile della propia moto: si girò ed ecco Massimo che arrivava. Parcheggiò la moto, si slacciò il Jet che usava da una vita e gli diede le chiavi.
"Ok Mario, la moto è a posto, la strumentazione funziona, almeno quello che può funzionare... nella tua moto mancano vari sensori che potrebbero essere letti dal cruscotto. Comunque, contachilometri, tachimetro, contagiri e le spie classiche vanno a meraviglia. Sono 120 €."
Massimo sembrava visibilmente infastidito. Lo pagò, salì sulla moto e partì per farsi un giro.
Si immise sul largo viale che portava al mare: era una splendida mattinata, l'aria tiepida a 19° gli diceva il cruscotto e tutto andava bene e la moto era stata domata. Un largo sorriso sotto il casco.
"Te l'ho fatta! Ce l'ho fatta!" e via serpeggiando per riscaldare le gomme.
Aveva percorso una trentina di chilometri, dopo aver deciso che non aveva voglia di mare ma di montagna e stava percorrendo una stretta provinciale tutta piena di curve. Ben tenuta, per il semplice fatto che ci passava, ad esser generosi, un'auto all'ora, quella strada era il regno degli animali, selvatici e no. Ci aveva trovato di tutto: pecore, galline, maiali, mucche, cavalli oltre a volpi, cinghiali e cervi... e naturalmente le fatte di tutti questi animali, motivo per il quale guidava lento e rilassato. Di colpo un fragore lo riscosse e si rese conto che un'ombra lo stava sovrastando: una nuvola nera, sbucata da dietro la montagna l'aveva raggiunto... Un altro tuono e di colpo iniziò a piovere a gocce grosse e pesanti...
"Maledizione, che sfiga" - pensò - "Non mi sono portato nemmeno l'antipioggia..."
Guidò per un paio di chilometri prima di trovare una cantoniera con una tettoia sotto la quale parcheggiò la moto in attesa che spiovesse. Aveva i jeans fradici, guardò il cruscotto per vedere quanti gradi ci fossero, sentiva freddo.
Maledizione, il cruscotto, tutto bagnato, si era spento. Lo asciugò alla meno peggio con i guanti, fradici anch'essi e con un paio di fazzolettini che casualmente aveva sotto la sella.
Dopo una mezz'ora interminabile in cui si fumò tre sigarette di seguito, accendendole l'una con la brace dell'altra, finalmente spiovve.
"Speriamo che il cruscotto non si sia scassato, accidenti."
Premette il pulsantino e il motore si accese ronfando al primo colpo e anche il cruscotto riprese vita. Lo guardò e si sentì morire: il contachilometri segnava 373403.

To be continued... 0510_sad.gif
 
13187956
13187956 Inviato: 31 Mar 2012 12:54
 

Stupendo!!! 0510_inchino.gif 0510_inchino.gif 0510_inchino.gif

Non vedo l'ora di leggere il continuo! 0509_up.gif
 
13188441
13188441 Inviato: 31 Mar 2012 15:56
 

0509_lucarelli.gif complimenti davvero!!
In fremente attesa del seguito
 
13188514
13188514 Inviato: 31 Mar 2012 16:27
 

Valmar78 ha scritto:
0509_lucarelli.gif complimenti davvero!!
In fremente attesa del seguito


Non dovrai attendere troppo, lo sto scrivendo ora: oggi razione doppia perché ieri mi son passato per troppi impegni... 0510_saluto.gif
 
13188658
13188658 Inviato: 31 Mar 2012 17:34
 

Tornare a casa fu un'autentica tortura: era infreddolito per tutta la pioggia che aveva preso ed era sconvolto per la maledizione del cruscotto che, placidamente, sembrava funzionare alla perfezione... a modo suo. Guardava quei display, con le lucine colorate e pensava che da un momento all'altro sarebbe apparso uno smiley a fargli le linguacce, come nel forum.
Arrivò a casa, quasi senza forze, parcheggiò la moto e si mise a letto. Non si sentiva per niente bene: tutto quel freddo doveva avergli minato la salute; tremava per i brividi e la fronte scottava. Prese il super termometro ad infrarossi che aveva acquistato 3 anni prima e mai usato per assenza di indisposizioni: premette il pulsante e... niente, non funzionava. Aprì il vano delle batterie e tolse due pile AA con un principio di essudazione.
"f*****o, non ho voglia di alzarmi a prendere due stilo buone; userò il termometro vecchio."
Quello vecchio era un termometro a mercurio, reliqua del tempo passato in cui la Comunità Europea non era così mamma; ce l'aveva da vent'anni e funzionava a meraviglia e non rompeva mai le scatole con storie di batterie scariche. Lo tenne sotto l'ascella per 10 minuti: segnava 39,1 °C. Per il momento decise di non prendere niente e di lasciar fare all'organismo. Si addormentò subito di un sonno senza sogni. Si risvegliò dopo circa quattro ore e stava molto meglio, debole ma sfebbrato. Per il resto della seratà si convinse a non pensare alla moto e si dedicò ad una sua vecchia passione: provare distro di Linux.

Il giorno dopo andò a pranzo dalla sorella: mentre guidava sul lungo mare guardava il cruscotto digitale che beffardamente procedeva col suo countdown e rifletteva:
"Se continua così, io esco di testa. Devo eliminare questo obbrobrio e trovare una soluzione radicale al problema."

Nel caldo ambiente familiare, mentre si dedicava meticolosamente ad una fondue bourguignonne risolse che quella partita, se non la poteva vincere, poteva almeno pattarla, accantonandola.

Il giorno dopo, tornato a lavoro, scambiò il proprio turno con quello del collega e uscì alle 14. Verso le 16 andò dal meccanico, da Massimo.

"Ciao Massi, come va?"
"Ciao Mario... cosa vuoi che ti monti oggi? Un bell'impianto allo xenon? Uno scarico superfigo?"
"No... niente di tutto questo... vorrei solo che mi rimontassi la vecchia strumentazione... dovrebbe essere ancora in officina. Questo nuovo cruscotto... non riesco a farmelo piacere. Pazienza i soldi buttati... magari riesco a rivenderlo. Preferisco riavere sulla moto la vecchia baracca analogica."
"Bravo, vedo che sei rinsavito: dammi mezz'ora ché finisco di sistemare questo scooterone del menga e ti rimetto la moto a posto."

Era sempre un piacere vedere Massimo lavorare: sembrava un chirurgo.
Meticoloso tanto da rasentare la psicopatologia compulsiva, non aveva mai un attrezzo fuoriposto: usata una chiave, la puliva con uno straccio che aveva sempre alla cintola e la appendeva subito alla sua rastrelliera. Faceva così con ogni attrezzo e con l'officina stessa; il pavimento veniva pulito a specchio una volta alla settimana; parimenti i banconi che venivano sgrassati e spolverati. Pareva di stare a Maranello.

Dopo un'ora la moto era pronta.
"Ascolta Mario... siamo a posto così... questa cagata è difficle montarla ma smontarla è un secondo e la vecchia strumentazione si monta da sola. Siamo a posto. Per questa cosa qui, se vuoi mi occupo io di trovarti un acquirente... ho giusto tra le mani un paio di ragazzini tutti persi dietro a queste stronzate aftermarket. Dimmi quanto ne vuoi e ci penso io."
"Grazie Massi... facciamo così: il prezzo originale è 269 €; tu vendilo a quello che puoi e te lo intaschi. Al prossimo tagliando o quello che è andiamo pari. Piuttosto... sabato mi hai parlato di una millona a buon prezzo: cosa mi dici?"
"Come vuoi Mario, tanto lo sai che non ti frego. Per la millona ti dico che sei sfigato; dopo che sei andato via è venuto un mio vecchio cliente con un cinquantino tutto scassato, ha visto la moto e se ne è innamorato. E l'ha comprata. Sabato mi ha dato una caparra per bloccarla e stamattina mi ha portato il resto. Devo solo tagliandargliela e domani facciamo il passaggio di proprietà. Vieni a vederla, guarda che bellezza."

Era una moto veramente bella e prese nota del modello: semicarenata, forche a steli rovesciati, compatta, scarico 4 in 1. Solo a guardare il gommone posteriore da 190 si commosse... pensò alla motina e alla sua ruotina posteriore da 110. Poi Massimo la mise in moto. Una vera meraviglia... al minimo si sentiva solo un ringhio appena trattenuto ma girando la manopola del gas diventava un urlo rabbioso. Non aveva mai pensato di prendersi una moto così "tanta" ma in quel momento, in quella situazione gli sembrò la soluzione perfetta.

Tornò a casa col buon vecchio cruscotto tedesco che, con precisione teutonica, s'era aggiornato automaticamente, tenendo conto della percorrenza effettuata dal cruscotto a stelle e strisce. Vedendo la cosa decise di non incazzarsi nemmeno: era una cosa ai confini della realtà: "Pazienza, non ci posso fare niente ma posso risolvere la cosa radicalmente."

Una volta acceso il computer si collegò al forum e scrisse ad un amico che, in un'altra città, aveva un negozio di articoli motociclistici. Gli scrisse che cercava una moto, quella moto di quel modello e che pensava che nella sua grande città sarebbe stato più facile trovarne una a buon prezzo e in buone condizioni. Non ci volle molto e dopo una mezz'ora ricevette risposta. Nella sede centrale del suo negozio, là dove trattavano anche le moto usate c'era la moto perfetta per lui, ottime condizioni e ad un prezzaccio. È proprio vero... un amico vale oro. Ci ragionò pochissimo tempo. Quella moto doveva essere sua.

Un mese dopo, con la riconferma del contratto lavorativo, bloccò la moto e mandò un bonifico di caparra.

"Aaah, che bella sensazione... moto nuova, vita nuova."
Ora si trattava solo di organizzarsi per andare a prenderla.

To be continued... 0509_banana.gif
 
13191434
13191434 Inviato: 1 Apr 2012 19:06
 

Quelli che seguirono furono per Mario due mesi bellissimi: di lavoro soddisfacente, di tanti giri in moto, di rinsaldarsi di amicizie.
Organizzare il viaggio fu semplice: con pochi click di mouse e skype riuscì a trovare i B&B in cui alloggiare, prenotare il volo aereo dell'andata e il traghetto del ritorno. In un momento in cui tutti strepitavano per il costo dei trasporti si stupì per quanto poco fosse riuscito a spendere. Con gli amici della grande città era tutto concordato per cui, a prenotazioni ultimate si sentì particolarmente soddisfatto e appagato. In moto non si fermò un attimo: appena aveva un momento libero usciva e la giovane estate era sempre prodiga di belle sorprese. Scoprì nuove strade che portavano ad agriturismi immersi in foreste così vicine eppure così lontane a coloro che ne ignorano l'esistenza; cambiò pure le gomme alla mostriciattola ché le originali - delle Highlander in puro legno scozzese - non gli piacevano più e ci mise dei pneumatici moderni, con un disegno bellissimo e, soprattutto, delle mescole più morbide.
Infine arrivarono i quattro amici dalla grande città e furono dei bei giorni e dei bei giri.
Una volta partiti gli amici si limitò a sbrigare le ultime pratiche: versare il saldo per l'acquisto, assicurare la nuova motona e attendere.
Accompagnato dal fratello in aeroporto, partì con una borsa minimale e il giubbotto tecnico estivo: avrebbe viaggiato leggero.
Dopo appena 40' minuti atterrò nella grande città.
Non l'aveva mai visitata ma ebbe la netta sensazione di esserci sempre stato: il più potente déjà vu della propria vita...

Per una settimana visse giorni frenetici ed entusiasmanti: imparare a guidare la nuova moto nel traffico della grande città fu un autentico shock; girare nelle strade di montagna fu una libidine senza fine e poi c'erano i quattro amici che non lo lasciavano mai solo e grazie a loro fu un divertimento continuo e... una mangiata continua.

Conclusa la settimana riapprodò nella propria terra, all'estremità opposta rispetto a dove abitava. Fu molto dolce attraversare la regione, per valli e boschi, senza fretta in sella alla nuova moto: così potente, così docile, così stabile, così assetata. Era una meraviglia: la si poteva condurre in sesta con un filo di gas per centinaia di chilometri, dolce come un micetto ma, volendo la si poteva trasformare in una pantera furibonda... stando attenti ai consumi però ché la panterona beveva come la mandria di cavalli da cui si faceva rappresentare: 150.

Ora però si presentava la questione di cosa fare della motina, problema subito risolto dal capiente garage della madre di un buon amico.

Fu ben strano guidare per quella che pensava essere l'ultima volta, o giù di lì, la motina dispettosa. In una livida mattina di settembre, del tutto fuori stagione per quelle lande, percorse, malmostoso, quei chilometri piano piano: la differenza tra le due moto era stratosferica e sulla motina gli sembrava di essere in bilico su di un filo per quanto era instabile eppure... non era solo quello... gli dispiaceva mettere da parte quella nobile cavalcatura che, bene o male, l'aveva svezzato. Il countdown naturalmente continuava imperterrito.

Arrivato davanti alla casa in collina, spense il motore e, rimanendo in sella, portò la moto dentro il garage. Girò la chiave fino ad inserire il bloccasterzo e lasciò la chiave nel blocchetto. Di lì a Natale sarebbe tornato a rimetterla in moto, tanto quella batteria non si scaricava mai. Lanciò un ultimo sguardo al contachilometri: 369802.

To be continued... 0510_saluto.gif

Ultima modifica di Iskander66 il 1 Apr 2012 20:05, modificato 2 volte in totale
 
13191539
13191539 Inviato: 1 Apr 2012 19:34
 

Beh, per quel poco che ti conosco, mi piace, perchè leggo un sacco di riferimenti icon_biggrin.gif

Ed è proprio vero che un amico Vale oro 0509_up.gif
 
13191680
13191680 Inviato: 1 Apr 2012 20:01
 

edge ha scritto:
Beh, per quel poco che ti conosco, mi piace, perchè leggo un sacco di riferimenti icon_biggrin.gif

Ed è proprio vero che un amico Vale oro 0509_up.gif


eh, eh, eh, eh... 0509_up.gif
 
13192004
13192004 Inviato: 1 Apr 2012 20:53
 

Ancora, ancora, ancora! icon_biggrin.gif

Ne vogliamo ancora! icon_biggrin.gif
 
13192229
13192229 Inviato: 1 Apr 2012 21:23
 

bravo! Mi viene voglia di continuare ogni volta icon_wink.gif
 
13192288
13192288 Inviato: 1 Apr 2012 21:33
 

Su... buoni... basta aspettare fino a domani... datemi il tempo di pensare a quello che devo scrivere... icon_biggrin.gif 0510_saluto.gif
 
13196112
13196112 Inviato: 2 Apr 2012 20:53
 

La motona era una meraviglia.
Così bella, così potente, così facile.
Così tecnologica.
Non gli sembrava vero di poter guidare quella bellezza.

Prese ad uscire anche col proprio gruppo regionale: non si sentiva più inadatto, come quando guidava la motina.

Si aggregò ad un'iniziativa benefica che fu ottima per spezzare il ghiaccio. Aveva sempre pensato "Nemo propheta in patria" ed aveva sempre prediletto i viaggi in solitaria ma, con la nuova motona fece conoscenza col desiderio di girare in gruppo, condividere la soddisfazione di girare in moto.
Dopo pochi giorni, pienamente soddisfatto dell'esperienza, propose un nuovo giro, bello tosto e ripieno di curve, iniziativa che venne accolta entusiasticamente dal gruppo.
Che giro: tante moto, tanta strada, tante curve e tanta bella gente.
Che bella la vita, e la motona era una meraviglia.

Una sera tardi, era la fine di ottobre, stava tornando a casa e percorreva in totale sicurezza il nuovo asse viario. Procedeva veloce e sicuro: con la nuova moto andava ben più veloce ma in totale sicurezza; niente a che vedere rispetto alla motina. Stava percorrendo una discesa prima di una ampia curva a sinistra... un tratto tranquillo che affrontava a buona velocità, con una piega discreta... Anche il giorno non faceva differenza rispetto a tante altre volte quando, ad un certo punto il mondo impazzì...

Quando il mondo riprese a ragionare prese le sembianze di un riquadro verdolino... del tutto sfocato. Si sentiva gli occhi appicicaticci... percepiva di avere ancora le lenti a contatto ma si erano incollate al globo oculare. Sbattendo più volte gli occhi riuscì a ricentrarle e la visione ne guadagnò in nitidezza.

Era sdraiato in un letto... non il proprio. Si guardò attorno e capì di essere in ospedale e quell'oggetto verdolino sembrava essere il lato di un monitor.
Chiuse gli occhi e si immerse nelle proprie senzazioni: non sentiva dolore né particolari fastidi. Provò prudentemente a muoversi e scoprì con rasserenante soddisfazione di poterlo fare senza problemi. Le gambe si muovevano, le braccia pure. Riaprì gli occhi e cercò di inquadrare la situazione ma li richiuse subito: un flash lo investì con la gentilezza di un TIR. Ricordò di colpo quanto era accaduto: stava percorrendo quella curva che conosceva così bene quando l'anteriore della motona aveva perso istantaneamente contatto con l'asfalto; ricordò la moto che partiva in scivolata; ricordò come aveva lasciato la moto e come aveva iniziato a scivolare ruotando sulla schiena, come una tartaruga; si ricordò di aver visto il guardrail che si avvicinava sempre più e poi... niente.
Riprovò ad aprire gli occhi e questa volta tutto andò bene. Riusciva pure a mettere tutto a fuoco: allungò il braccio verso quel monitor e così potè vedere le flebo nel braccio. Girò il monitor verso di sé e ne studiò i dati. Pressione 120/80 - perfetta - pensò - mi devo ricordare di dire che prendo le pastiglie per tenerla sotto controllo - pulsazioni 60 - si vede che sono rilassato.
Mentre ragionava su queste storie entrò un infermiera che, vedendolo a occhi spalancati, girò su se stessa e scomparve dalla porta, come se avesse visto un fantasma. Rimase un po' perplesso per quello spettacolo ma decise che preoccuparsene era tempo perso. A tempo debito avrebbe avuto le spiegazioni necessarie.
Le spiegazioni arrivarono poco dopo, rappresentate dalle fattezze rubiconde del dottor G, un cardiologo dell'ospedale che lo seguiva da quando, un paio di mesi prima, aveva avuto una crisi ipertensiva e scoperto di dover prendere un paio di pastiglie al giorno per tenere buona la pressione ballerina.
"Ciao Mario, come ti senti?" disse col solito tono allegro e scherzoso che lo rendeva così popolare tra i suoi pazienti.
"Buongiorno dottor G, mi sento passabilmente."
Amava l'avverbio "passabilmente" sia perché faceva tanto understatement sia perché, regolarmente, spiazzava l'interlocutore.
"Sono contento per te Mario: i tuoi parametri vitali sono a posto: a tutti gli effetti stai bene. In linea teorica potresti pure essere dimesso e liberare il letto."
"E allora dimettetemi così me ne torno a casa."
"E no Mario, non è così facile e adesso ti spiego il perché."
Si sedette sul letto e gli prese il polso sinistro poi con le dita gli spalancò le palpebre infine gli auscultò il cuore per un minuto e sbuffò.
"Dimmi Mario, sai dirmi che giorno è oggi?"
"Beh, dalla finestra vedo la luce del mattino: ieri sera ho avuto l'incidente con la moto ed era il 23 ottobre quindi suppongo che oggi sia il 24... sbaglio?"
"No, non ti sbagli. Oggi è il 24 ottobre. Tu stai bene fisicamente e sei orientato nel tempo e nello spazio."
"Tutto bene, quindi?"
"Va bene, sei una persona adulta e lavori da tanto tempo in ospedale quindi potrai capire quello che ti dirò. Più tardi passerà la dottoressa H, la strizzacervelli ospedaliera per farsi una chiacchierata con te comunque... le cose stanno così. Ieri sera hai avuto un incidente in moto: una chiazza d'olio e sei finito contro il guardrail che nell'urto ti ha tranciato l'arteria femorale della gamba destra. Devi aver perso conoscenza subito. In pochi secondi ti sei giocato praticamente tutto il sangue che avevi in corpo. Quasi tutto. Quando il 118 è arrivato ti ha trovato in un lago di sangue. Erano sicuri che fossi morto e saresti dovuto essere morto. Per scrupolo hanno controllato. Non eri morto ma sembravi in animazione sospesa, il cuore batteva circa un colpo al minuto ma non si sa bene cosa pompasse visto che abbiamo calcolato che tu dovessi avere circa un litro di sangue in corpo e con un litro di sangue si muore. I lembi della ferita, una rasoiata impressionante, si erano chiusi spontaneamente e non perdevi più una goccia di sangue. Dato per semi morto e senza speranze ti hanno intubato e portato a razzo in ospedale. Qui sei stato collegato ai vari monitor ed è stato chiesto al trasfusionale tutto lo zero negativo che avevano. Quando hanno saputo che la persona che aveva bisogno del sangue eri tu i trasfusionisti sono impazziti... hai lasciato un buon ricordo, sai... Intanto i tuoi parametri vitali erano sconcertanti: la tua pressione sanguigna era sotto zero per il semplice fatto che non c'era sangue in circolo, o quasi. Ma il vero spettacolo era il tuo encefalogramma: in una parola... normale. Normale per una persona che dorme profondamente. Il tuo encefalogramma sarebbe dovuto essere piatto per completa mancanza di ossigenazione al cervello e invece era normale, assolutamente normale. Dato che eri straconosciuto dai trasfusionisti non ti è stato dato nemmeno lo zero negativo ma il tuo gruppo, l'AB positivo..."
"Mi fa piacere" lo interruppe Mario "il dottor B, il mio vecchio primario diceva sempre che il sangue AB è spazzatura, ché non serve a niente se non agli AB. Sprecare zero negativo per me mi sarebbe dispiaciuto" ridacchiò...
"Ma andiamo avanti" continuò il dottor G "una volta arrivato il sangue hanno iniziato a pompartelo dentro mentre ti ricucivano la ferita. Non è andata sprecata una goccia di sangue. I tuoi parametri vitali sono tornati alla normalità in pochi minuti e il cuore ha ripreso a battere gagliardamente. Col radiografo portatile ti hanno controllato e non hai un osso fuoriposto. A quel punto ti hanno lavato e ti hanno messo a letto qui in Rianimazione. Bene, adesso dimmi. Cosa ne pensi?"

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13200551
13200551 Inviato: 3 Apr 2012 22:26
 

"Cosa vuole che ne pensi, dottor G? Sono vivo! Sto bene! Dovrei esser morto? Non lo sono e per il momento mi accontento."
"Va bene, Mario. Immagino che adesso avrai bisogno di riposare. Ti prego solo di non fare niente di avventato e di lasciarti controllare con pazienza per tutto il tempo che servirà. Quello che ti è successo non è da prendere sottogamba: è una faccenda estremamente seria e non vorrei che ci potessero essere degli strascichi, al momento imprevedibili."
"D'accordo dottor G, le prometto che come paziente sarò estremamente... paziente e cercherò di riposare"

Non ci fu però un attimo di riposo per le successive tre ore. Appena andato via il dottor G passò il dottor M, Direttore del Centro Trasfusionale: una vera forza della natura, sportivo, sempre allegro. Il giorno però sembrava fin troppo serio. Chiese e si sincerò personalmente delle condizioni di salute, scambiò qualche parola, un po' di politica che era sempre presente nei loro discorsi e se ne andò. Quella visita scosse un poco Mario... non era proprio abituato a vedere il dottor M così scuro in volto. La processione continuò ininterrotta finché, verso le 13 non giunse anche la dottoressa H, la strizza.
Era la dottoressa H un tipo sbarazzino e un po' anticonvenzionale: faccia testo per lei l'aver fatto dipingere l'armadio in dotazione al suo ufficio da un writer da strada, con colori clamorosamente psichedelici in stile anni '70. In più era donna di rara cortesia che non mancava mai di ringraziare per email ogni qualvolta l'ufficio informatico interveniva a risolverle qualche magagna.
Nonostante tutto quello che sapeva di lei, Mario si aspettava una robusta e soprattutto lunga rottura di zebedei dalla sua visita ma rimase deluso.

"Ciao Mario, ti sarai sentito fare questa domanda varie volte oggi ma te lo voglio chiedere anche io: COME TI SENTI?" disse calcando volutamente e lentamente il tono su queste tre ultime parole.
"Per quello che le posso dire, mi sento ragionevolmente bene, al limite un po' frastornato."
"Bene Mario" - gli disse insolitamente seria - "ti lascio al tuo riposo. Per ogni evenienza, non esitare a chiamarmi."

Non fu neanche quella l'ultima visita. Stava per chiamare un'infermiera per sapere se fosse possibile mangiare un boccone quando arrivò la dottoressa N, Direttrice della Rianimazione.

Fu, come al solito asciutta: "Ciao Mario, felice di vedere che stai bene. Dalle evidenze diagnostiche non abbiamo motivo per tenerti qui così ti spostiamo in Osservazione Breve. Starai molto meglio e in un ambiente più consono alle tue attuali condizioni di salute."
"La ringrazio dottoressa... mi chiedevo, sarebbe possibile mangiare qualcosa?"
"Hai voglia di mangiare?"
"In effetti si, potrei anche farne a meno ma non mi dispiacerebbe mangiare qualche cosa."
"Capisco ma ormai è tardi. La carrozza è passata da un pezzo. Proverò a sentire la coordinatrice della OBI per sapere se loro hanno ancora qualcosa."

Andata via la dottoressa N cercò di riflettere più accuratamente su quello che gli era successo e soprattutto ad analizzare i discorsi sentiti dai vari medici quella mattina. Più ci pensava e più gli veniva sonno... cercò di scuotersi... doveva ancora mangiare ma alla lunga non riuscì a trattenersi e si addormentò profondamente. Prese a sognare e sognò la propria motina e la motina gli parlò.

To be continued... 0509_zzz.gif
 
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