La forza di volontà attraversa anche le rocce. Capitolo 10

Un giorno di aprile..
Mamma mia quanti mesi passati, mesi trascorsi contando le ore di ogni giorno, impegnandomi sempre a mille, ogni singolo istante di ogni singolo giorno, con quell'obbiettivo fisso in testa ed il tempo scorreva molto veloce, io non volevo minimamente perdere un solo istante.. e così facendo..
La prima, a mio parere, sfida, era forse vinta,

Ero riuscito a risalire in moto!
Era tutto pronto, il tallone era ritornato in pedana, riuscivo quasi a mantenere la posizione in pedana, in punta di piedi, le dita della mano azionavano il comando frizione ed avevano un’autonomia di almeno 250 azionamenti di cui moltissimi parzializzando la corsa della leva (quando parti da fermo). Per fermare la moto ed appoggiare i piedi a terra e sostenere il peso della moto non c’erano problemi, la vista era migliorata, potevo considerare seriamente una mini uscita, seppur breve ma comunque uscita!
Mi ricordo ancora le sensazioni della prima volta che l’avevo Riaccesa. Il suono al minimo un po’ cupo, le sue fantastiche vibrazioni, era tutto come la prima volta che la accesi, 3 anni prima. Quando la cavalcavo, mi sembrava d’essere seduto su qualche cosa di vivo, mamma mia come amavo quella moto!
Aveva un’estetica un po’ modificata,via il manubrio originale per fare posto ai semi manubri posizionati sotto la piastra superiore di sterzo, le pompe radiali, gli specchietti, rotondi, montati sulle estremità dai manubri, le pedane, artigianali, molto arretrate, molto rialzate (nelle foto assomigliavo ad un tacchino sul trespolo), il freno posteriore non usandolo mai, l’avevo smontato da un po’ di tempo, la frizione, rigorosamente completamente scoperta per un motivo tecnico, fondamentale, per fare casino, i coperchi copri cinghie smontati per farle raffreddare meglio, i terminali di scarico, sovrapposti da un lato, a 45°, in carbonio giusto per far vibrare meglio il cuore e la cornice della scatola filtro aperta per dare più aria alla centralina diventata più assetata di benzina.. La “carrozzeria” all’inizio era di color nero di cui serbatoio e cupolino con la striscia bianca ma gli ultimi, ricevettero un’inversione di colore.. Ero veramente innamorato della mia moto, non importava se l’erogazione era un po’ rustica, se vibrava o se non aveva 1000 cavalli, mi piaceva così com’era ed il resto non importava!
La prima uscita per strada:
Ore 12:00! Prima d’indossare la tuta, per pignoleria celebrale, avevo eseguito anche un riscaldamento dei muscoli per essere efficiente al massimo sotto ogni aspetto, non potevo commettere errori. Scaldato al punto giusto, vestito rigorosamente in tuta intera, paraschiena stivali ecc ecc..
Davanti a casa, temperatura decente, circa 17°C, cielo serenissimo, assenza totale di vento, La accendo, inavvertitamente mi ero dimenticato di montare i tappi, in realtà non li usavo mai ma tanto il motore non faceva “tanto” casino.. Infilo il casco, visiera completamente aperta, mi chiudo i guanti, allaccio il caco, regolo la visiera in maniera che passi un dito d’aria.
Salgo in sella, zero pensieri, un flash di sensazioni:
Senti la consistenza della sella, stai vibrando, c***o, sono emozionato!
Un flash di ricordi, in piega all’uscita di quel tornantino dopo lo zero, mentre inseguivo Fabio, mi sembrava di sentire il rumore del motore, sentire le sollecitazioni della moto, il rumore dell’aria sul casco mentre aumentava la velocità, cacchio, erano passati 7 mesi da quando ero salito l’ultima volta in moto e ricordavo come fosse capitato qualche ora prima!
Va bene dai dai,ora sono qui!
Chiudo il cavalletto, aziono la frizione, il suono cambia, piede sinistro in pedana, piede destro a terra con la parte interna laterale del polpaccio sopra la metà, appoggiava dolcemente all’estremità laterale della pedana desta, inserisco la marcia, mollo gradualmente la leva e dolcemente do un filino di gas…
c***o, si muove!! Porto il motore a 2000 giri, l’alito di vento mi accarezzava, la marmitta brontolava, i sassolini presenti ull’asfalto, raccolti dalla gomma, urtavano grattando la parte interna del parafango anteriore
che spettacolo, sono in sella, mi sto muovendo e va bene, gomito e gamba vanno alla grande!
Finisco di percorrere l’isolato contento come… come un.. come un capriolo imbizzarrito, arrivo allo stop.
c***o sto guidando c***o sto guidando!!!
Alè, senza accorgermene, senza poter controllare quell’istinto primordiale in perfetto stile Joe Bar, vengo colto da una scarica di tamarrite acuta..
Zero macchine per strada, davanti, dietro, destra sinistra e nemmeno dall’alto, insomma non cera un c***o di nessuno..
Riparto curvando verso sinistra, perche la strada che volevo era in quella direzione, con il piedino di destra già in pedana.. e.. vai di drift!!
Motore subito a 4000 giri nel mentre parte di culo, lo scarico schiarisce la voce del motore, stavo godendo come una “marmotta al sole”, subito seconda e giù una badilata di gas! la ruota posteriore pattinava che era un piacere ed andava un po’ i qua ed un po’ di la, mi godevo il controsterzo un po’ da una parte un po’ dall’altra fino a quota 6000 giri .. Modalità Joe Bar disattivata.. Arrivo all’incrocio semaforico davanti a me in maniera civile, mi fermo alla linea di stop per attendere la luce verde. Accendo freccia per svoltare a sinistra ed attendo, contento come una pasqua, mi ero messo a cantare a squarcia gola, improvvisando un “balletto” gesticolando vistosamente con il corpo, dal bacino in su, testa compresa.
Sopraggiunse qualche istante dopo una Bmw 335 al mio fianco destro, il conducente, circa 70 anni, iniziò a ed eseguire con lo sguardo una scansione della mia moto e del deficiente che la cavalcava, con aria di disappunto, dopo essermi girato verso di lui ed avergli inviato un bacino con la mano, lui, schifato dalla mia iniziativa affettuosa, scuotendo la testa riportò lo sguardo davanti a se, a semaforo verde ripartì velocemente continuando a scuotere il testone.. Pensavo..
Se sapessi perché sono felice..
Scatta la luce verde!
Inserisco la prima ed inizio a godermi la strada! I 20 km percorsi prima di rientrare a casa, me li sono goduti, ogni singolo metro. Avevo scelto un percorso molto facile, strada statale, molto scorrevole, pochissime curve, qualche rotonda. Viaggiavo in sesta a circa 2000 giri, il motore dormiva, la frizione seghettava, lo scarico rumoreggiava come brontolasse ed io, godevo, mamma mia se godevo. Penso di aver vinto una tappa del C.I.L.S. (Campionato Italiano Lentezza Stradale) è stato veramente fantastico!
A fine giornata ero stanchissimo perchè nonostante avessi fatto solo un giretto in moto, l’impegno, fisico e mentale dedicato al “test drive” era stato immenso. Quella sera prima di prendere sonno pensai al punto della situazione.
La moto… c’era solo la moto quella sera, lavoro, morosa e qualunque altro argomento poteva aspettare tranquillamente fino al mattino seguente!
Che sensazioni fantastiche, erano nascoste sotto due dita di polvere, non mi ricordavo fossero così, che spettacolo! Io al 21 di agosto devo ritornare in pista con Fabio, non posso fermarmi qui, dai cavolo, sarebbe una battaglia vinta su tutta a linea, dopo ciò che mi è capitato, in 1 anno ritorno a fare il c******e in pista con Fabio, mamma mia, sarebbe come una super pole! Quando ero in ospedale ero arrivato al punto di non volere più tornare in moto per far contenta la mia morosa, ora sono single quindi chissenefrega! Poi la partita con Fabio è ancora aperta, in moto ci sono risalito, ora sono sotto di un punto, devo ricuperare!
Però tra il giretto che ho fatto e la pista c’è ancora un mucchio di lavoro da fare! Da ora ad agosto, sono 4 mesi, il tempo, realisticamente parlando è molto poco per prepararmi. Ggli occhi sono il meno, ma il fisico reggerà lo sforzo? Continuerà a reggere la quantità di lavoro necessario in questo tempo?..
Dopo qualche istante…
Come al solito, non posso saperlo, mi devo inventare qualche cosa per riuscirc,i ma cosa? Senti, tanto ora è impossibile stabilirlo, meglio non perdere ore di sonno…

Uno dei giorni seguenti ricevo una telefonata inaspettata!
Pronto..?!
lei:
Ciao!.. Mi riconosci?
Io:
Alè, turna! La seconda sciroccata di questo mese!
La prima chiamata che ricevetti fu fantastica, un signore, credo almeno sugli anta, abitava nella zona collinare di Torino. Mi disse che aveva bisogno che portassi via dal suo parco un coccodrillo che qualcuno, probabilmente, gli aveva messo di notte, per scherzo. Mi ricordo ancora che nel sentire quelle parole, mi ero anche un po’ preoccupato perché avevo il timore di aver avuto le allucinazioni! Cavolo, ma puoi chiedere ad una azienda di toglierti un coccodrillo dal parco di casa perché qualcuno ti ha fatto uno scherzo? Ovviamente gli avevo consigliato di chiamare i Vigili del Fuoco perché io non ero autorizzato..
Mah, così di punto in bianco non ho la minima idea di chi tu possa essere, chi sei?
Lei:
Sono Silvia!
Io:
Cavolo, dopo circa 3 anni di silenzio totale.. Caspita cos’è capitato?
Ciaaaoo, come stai? Come mai mi hai chiamato?
Era una mia ex ragazza che avevo frequentato circa tre anni prima per circa 8 mesi poi per esigenze comuni, non convergenti.. ci eravamo fanculizzati reciprocamente..
Lei:
Io bene, ma tu piuttosto, cosa ti è successo? Frequentando la croce rossa come volontaria, per puro caso grazie ad una serie di coincidenze, ho saputo ciò che ti è successo. All’inizio non mi osavo chiamarti perché dopo 3 anni di silenzio e considerando come ci eravamo “salutati” l’ultima volta, pensavo non fosse il caso. Alla fine però non ho resistito e mi sono permessa di chiamarti per sapere come stavi, soprattutto per l’entità di ciò che ti è accaduto.. Se non ne vuoi parlarne, capisco ed in tempo zero faccio dietro front!
Io:
Grazie per avermelo chiesto, non preoccuparti, per me non è assolutamente un problema. L’incidente è stato un po’ pesantino ma nulla di gravissimo, ho rotto qualche osso ma ora, rispetto a prima va bene dai.. Ma senti, visto che mi hai chiamato tu, io non ho vincoli di nessun genere, perché non ci vediamo ad esempio, ad esempio a casa mia, dopo pranzo?
Lei:
Sento che la voglia di scherzare non ti manca, sono molto contenta. Venirti a trovare per me va bene..

Il bello, quello bello bello, arriva ora…