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Inviato: 11 Lug 2011 18:04
Oggetto: Gr. Emilia: Lungo le valli Sfigate, sab 09 luglio
Quando il giro va bene è sempre un piacere scrivere il report; quando va male un po' meno.
Ma quando va tanto male da rasentare il comico, beh... allora raccontare diventa, se non un divertimento, di certo un obbligo!
Il ritrovo era alle 8,30 a Ramiola di Fornovo.
Lascio Parma poco dopo le 8, e non faccio in tempo a fare 10km che la moto mi si spegne. Intuisco subito il problema: la vite del minimo, ci ero andato accanto qualche giorno fa: evidentemente si è "smollata".
La stringo un attimo con le dita: rischio di arrivare in ritardo... poi come raggiungo gli altri mi fermo da un benzinaio e mi faccio prestare una chiave per stringerla.
Pessima idea: dopo un'altra decina di km la moto "loffa" di nuovo e si spegne. Stavolta però la vite è scomparsa... m ( )da!!! E' un bel problema. Non voglio tirare il pacco agli altri che mi stanno aspettando, anche se col senno di poi sarebbe stato molto meglio......
Arrivo a Ramiola stando su di giri come se guidassi un R6, roba da fondere il motore se facevo altri 100 metri.
Mi saluto con Michele-Mike e Gionata-Giokar che mi stanno aspettando, e gli spiego il problema. Ci facciamo indicare una ferramenta, compro la vite giusta e risolviamo il problema.
By cornaccione at 2011-07-11
Finalmente possiamo partire! Con la dovuta scorciatoia, in poco più di un'ora raggiungiamo il passo del Bocco, e da lì imbocchiamo la piacevole variante di Prato sopra la Croce, dove ci fermiamo per le prime (e uniche, ahime...) foto.
Giunti a valle, nel paese di Borzonasca, sostiamo per fare rifornimento di focaccia ligure: quella che c'è rimasta alle 11,15 del mattino per lo meno. Intorno a mezzogiorno ripartiamo, affrontando lo splendido (come guida) passo Forcella, che unisce la valle Sturla a quella dell'Aveto... un piccolo Maloja de noi artri!
Sulla sinistra vedo il bivio per il passo della Scoglina e Barbagelata... perché non ho voluto andare di là per svalicare e raggiungere la val Trebbia? Perché ho deciso di percorrere il Passo Fregarolo, strada che non conoscevo e che già qualcuno sul forum (Monello72) mi aveva tacciato come "moolto sporco"? La mia smania di fare sempre strade nuove, senz'altro... ma in un giro organizzato sarebbe meglio seguire tracciati noti, o comunque affidabili. Cosa che il passo Fregarolo proprio non è.
Fin da subito notiamo non strisce, ma tappeti di ghiaia sull'asfalto. Faccio strada e procedo piano piano. In salita tutti i santi ti aiutano, ma in discesa non si può frenare continuamente, considerando che la strada poi è ripida. D'altronde qui sembra più pulita... mentre faccio queste considerazioni, dopo una curva a sinistra, sento un brutto rumore alle mie spalle: guardo dallo specchietto e vedo il Cbr rosso di Gionata sdraiarsi sull'asfalto....
Boh, giro rovinato! Accosto immediatamente, e mi rendo conto che la situazione è più grave del previsto: Gionata sta bene ed è in piedi (stavamo comunque andando piano), ma ha tirato una bella panciata; e inoltre la moto... non c'è!!
Oltre a rigaccie di ghiaia da processo, come quella che ci ha fregati, il Fregarolo non ha nemmeno tanti guard-rail: e il Cbr è scivolato dritto dritto giù da una scarpatina. Gionata è convenzionato all'Aci, e riesce a contattare qualcuno da S.Stefano d'Aveto. Dopo circa 40 minuti, in cui saranno transitate 5 auto massimo, arriva il nostro aiutante su un furgoncino bianco.
Un personaggio che è tutto un programma: faccia da cattivone dei thriller americani, tira subito fuori un'accetta e comincia a diserbare senza pietà per liberare il passaggio. Al termine, tira fuori una corda, per citare Calvino, "buona solo per impiccarsi ad un trave marcio", e la lega alla moto ed al furgone, sul quale sale Gionata.
Michele esprime subito i suoi dubbi sulla corda: si spezzerà? ma il tizio sembra fiducioso. Per fortuna si spezza alla seconda accelerata, e riusciamo a limitare i danni. Il marinaio dell'Aveto allora prende un'altra fune, grazie a Dio più spessa, ma un po' troppo corta: così la unisce all'altra con un po' di nodi.
Stavolta tiene, e pur con un po' di fatica, riusciamo a riportare in strada e caricare sul furgone il Cbr, ridotto maluccio ma recuperabilissimo. A questo punto seguiamo il santostefanod'avetano al suo paese, dove lascerà la moto in deposito. Mangiamo alla svelta la focaccia che avevamo comprato e ripartiamo alla volta di Borgo Taro: Gionata infatti ha preso una bella botta, ed è meglio che si faccia controllare all'ospedale.
Dopo avere percorso il Tomarlo, arriviamo al pronto soccorso intorno alle 16.00. Dopo un paio d'ore arrivano i risultati: 3 costole fratturate ed una incrinata. Riportare in moto Gionata a casa sarebbe un azzardo: contatta la sua ragazza per raggiungerlo in macchina all'ospedale, e a questo punto io e Mike possiamo andare.
Sono le 18.00: propongo di fare Bratello più Cisa per completare il giro. Finita qui? Eh no...
Già durante la salita vediamo una serie di ambulanze con gente che compie simulazioni: è l'Assistenza Pubblica di Borgo Taro che festeggia il suo centesimo compleanno! Tanti auguri, ma non è comunque un buon segno...
Liberata la strada, Mike fa una tiratina fino al passo, dove mi aspetta e lo raggiungo poco dopo sorpassandolo: la discesa infatti è un po' più pericolosa, conviene farla con attenzione. Meno male! Dopo poche curve incrociamo dei Guzzi che salgono: all'altezza di una curva abbastanza stretta a sinistra, vedo l'ultimo del gruppo che (immagino) si spaventa e perde il controllo del mezzo. Io sto dalla mia parte senza inchiodare: per fortuna mi tocca la gomma posteriore solo di striscio, e riesco a non cadere.
Accosto subito e mi accorgo che Mike non è riuscito a schivarlo. Il suo Triumph è ancora in piedi, ma la maniglia del Guzzi si è incastrata nella sua manopola, e non si riesce a sbrogliare il groviglio. E' una brutta situazione, perché siamo in mezzo a una curva... fermo la prima macchina che sale, e scende un montanarone provvidenziale, che riesce in pratica da solo a sollevare l'anteriore del Triumph: finalmente possiamo liberare la strada ed accostarci ad una piazzuola a fianco.
Nel frattempo tornano i compagni del guzzista, che se l'è cavata con qualche graffio, però ha rotto entrambe le leve dei freni. Mike non ha nulla, e anche la moto ha solo un graffio sul copri-motore. E' nuova comunque, e senza troppe remore Mike si fa lasciare il nome e il recapito telefonico, senza ingabolarsi con l'assicurazione.
A questo punto di scendere e fare la Cisa il mio compare non ne ha più voglia, vista la giornata. Così mi saluta con l'amichevole promessa di non partecipare mai più a qualsiasi mia uscita, si tratti anche di un gelato a Castelnuovo Monti.
Io invece devo andare verso Corniglio, e mi tocca scendere sino a Pontremoli per poi fare il Cirone. Alla prima fontana, mi fermo e incontro due ragazzi in moto. Istintivamente, gli racconto delle nostre disavventure... la si butta sul ridere, come si fa! L'importante comunque è riportare a casa la pelle!
Scendendo con estrema calma dal Cirone...
Ah, cosa mai si va a fare per il tuo amore e per quello delle montagne alle tue spalle!!
Per buona abitudine, ecco il ink del giro, scorciato ma comunque consigliabile!
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