Eccomi a dissipare i dubbi.
Non so perchè ma il mio post non riesce a caricare nella sua interezza quindi provo a suddividerlo (forse perchè il sistema si è "stancato dei miei post chilometrici?...
).
PARTE 1
Partiamo da una considerazione: i vari libretti d'uso e manutenzione in genere sono fatti ad uso e consumo di persone a digiuno di ogni nozione tecnica (quasi a dire: "fai questo o fai quello e non ti preoccupare d'altro!") non che questo sia così tragico, all'occhio del possessore medio può anche risultare sufficiente, ma di certo sono "ricchi" di descrizioni generiche che talvolta possono risultare fuorvianti (ma che all'occhio di un utente più esperto o smaliziato non sfuggono).
Non parliamo poi dei vari manuali d'officina che sono spesso tradotti in maniera assai poco precisa e approssimativa (anzi, in alcuni casi con terminologie bizzarre ed in contrasto con quanto dovrebbero spiegare e chissà per quale motivo la nostra lingua è una delle meno trattate al punto da diventare incomprensibile per noi stessi...).
A parte questo, visto che vogliamo sottilizzare, sui vari libretti di uso e manutenzione si parla genericamente di
livello del liquido di raffreddamento non di livello del liquido nel radiatore (accezione che sarebbe comunque tecnicamente sbagliata e vedremo tra poco perchè); ed in questa, che è palesemente una inesattezza macroscopica, si individua paradossalmente un motivo in un certo qual modo attinente alla realtà dei fatti.
Comunque sia, qualsiasi cosa sia scritta sui vari manuali, quello che tu controlli NON è il livello del liquido del radiatore, puoi starne certo, quella del libretto è, come dicevo, una definizione tecnicamente impropria (e non deve condurre a considerare il radiatore come identificativo di tutto l'impianto di raffreddamento).
Ti spiego il perchè (qualche notizia tecnico-storica).
Da almeno la metà degli anni novanta (se non prima) su tutte, e sottolineo tutte, le sportive Kawasaki è stato adottato un impianto di raffreddamento di tipo sigillato ed in pressione.
La sua caratteristica principale è, come dice il nome, costituita dal fatto che l'impianto funziona con il liquido di raffreddamento che deve circolare all'infinito (in loop) in un circuito che non dovrebbe avere sbocchi (la parola sigillato cosa suggerisce? nulla esce, nulla entra...). Questo sistema, in abbinamento con i moderni liquidi di raffreddamento, consente di poter tenere temperature d'esercizio superiori a quanto sarebbe consentito con degli impianti "aperti" senza incorrere nei problemi tipici di questi ultimi.
L'impianto viene riempito
completamente di liquido di raffreddamento (ovviamente a freddo) e poi chiuso (sigillato, tramite il tappo del radiatore).
Stante così il sistema, si potrebbe avere, in linea del tutto teorica, un impianto che funziona a ciclo continuo senza alcun tipo di intervento; il fatto è che in realtà non è esattamente così. Infatti l'unico problema di questo tipo di impianto è che, a causa delle continue variazioni di temperatura, il liquido nel circuito si espande e si contrae seguendo queste variazioni (noto principio fisico della dilatazione termica) aumentando o diminuendo di volume. Finchè queste variazioni sono contenute (entro limiti ben definiti) vengono compensate automaticamente dal liquido stesso. Nel momento in cui invece queste variazioni superano tali limiti devono essere compensate in qualche altro modo altrimenti l'aumento di pressione e di temperatura potrebbero compromettere la resistenza dei materiali dell'impianto (mai gonfiato un palloncino fino a farlo scoppiare? ecco, il principio è lo stesso) nonchè le componenti del motore danneggiandole (per deformazione a causa del surriscaldamento). Questa compensazione viene attuata permettendo alla parte del liquido che diviene in eccesso di defluire, ristabilendo di conseguenza nel circuito i valori di pressione/volume corretti. Qui entrano in gioco il tappo del radiatore (di cui parlo tra poco) e la vasca di espansione (capito perchè si chiama così?) la quale raccoglie questa eccedenza di liquido per poi "restituirla" al momento opportuno perchè quando il liquido si raffredda si contrae diminuendo di volume (ed essendo il circuito sigillato si creerebbe al suo interno una depressione) e per mantenere in efficienza questo "scambio" ne contiene essa stessa una certa quantità. La vasca di espansione è l'unica parte dell'impianto che non lavora in pressione e non è sigillata tant'è che se si apre il suo tappo non succede nulla (è dotata anche di un tubicino di sfiato, per permettere, in casi limite, la fuoriuscita di liquido in eccedenza anche dalla vasca stessa e per non creare ulteriori, e del tutto inutili, stati di pressione/depressione).
Il principio di funzionamento è abbastanza semplice. Dunque, abbiamo detto che il circuito è sigillato ma che per caratteristiche fisiche si deve permettere di far sfogare il liquido. Sembrebbe una contraddizione, ma in realtà sappiamo che i progettisti hanno sempre in serbo qualche "trucchetto".
L'artefice della "magia" (mi sia permessa la definizione) è il tappo del radiatore che è dotato di due valvole.
La prima valvola ha doppia funzione, quella primaria è di mantenere il circuito in pressione nelle normali condizioni d'esercizio, e quella secondaria è di permettere, in caso questa superi i valori previsti, di sfogarla aprendosi e scaricando parte del liquido verso la vasca di espansione; non appena il valore rientra nella norma la valvola si richiude e ristabilisce la pressione (il tutto è piuttosto rapido); quando si arresta il motore e la temperatura diminuisce, il liquido che in temperatura si era espanso (per i noti principi della fisica) si contrae, la seconda valvola si apre e permette al liquido presente nella vasca di espansione di defluire (viene aspirato per depressione) verso il radiatore ripristinando la giusta quantità nel circuito (se tutto funziona a dovere aprendo il tappo del radiatore a motore freddo si noterà che il livello del liquido arriva proprio sotto il tappo).
Da quando è stato adottato questo sistema su tutte le ZXR la vasca di espansione è posta sul lato sinistro della moto in posizione più o meno accessibile a seconda del modello e delle esigenze di progetto; per esempio sulle ZXR fino al 2002 era esterna, tra telaio e carena (vicino al ginocchio), su quelle dal 2003 al 2006 era interna al telaio posta dietro ai corpi farfallati, mentre nelle serie successive è posta esternamente al radiatore, sul suo lato sinistro (secondo me, assieme all desrizione nel libretto, è quello che ti ha tratto in inganno). La vasca di espansione è collegata al radiatore, per mezzo di un solo tubicino, a metà altezza del tappo del radiatore.
Tutta questa spiegazione per arrivare al punto focale della questione, ovvero perchè la vasca di espansione non può fungere da indicatore del livello del radiatore (e di conseguenza di un ipotetico livello nell'impianto)? Perchè per farlo dovrebbe funzionare seguendo il principio dei vasi comunicanti
essendo quindi in costante collegamento col radiatore però, per i motivi progettuali che ti ho spiegato (circuito in pressione), questo non è possibile: Aggiungi anche che per poter funzionare per il principio dei vasi comunicanti la vasca dovrebbe essere collegata alla parte bassa del radiatore (o del circuito più in generale), ma questo non è possibile perchè per funzionare in ottemperanza al sistema in pressione/temperatura deve essere necessariamente collegata nella parte più alta del circuito perchè è noto che i fluidi (nonchè i gas) caldi vanno verso l'alto ed è lì che è più facile controllarne il flusso.
Da questo la mia affermazione che ribadisco (se ancora non fosse chiaro): non controlli il livello di liquido nel radiatore (e di conseguenza nel circuito di raffreddamento) ma solo il livello di quello presente in quel momento nella vasca di espansione.
Se proprio si volesse controllare il livello nel radiatore (o nel circuito) si potrebbe farlo se su questo fosse ipoteticamente presente un oblò o una finestrella analogamente a quanto accade per il circuito di lubrificazione.