Alaxandair ha scritto:
Allora,
1-esattamente: io posso omologare dei campioni, e poi durante la produzione risparmiare sui materiali. I caschi prodotti poi non saranno più "omologabili" ovvero saranno insicuri. Lo stesso potrei fare con tutte le protezioni.
2-A parità di omologazione sono tutti fasulli poichè prodotti dalla stessa ditta. Difatti il numero di omologazione si riferisce a quella ditta. Se poi sopra ci scrivono italyfashion, astyle o orecchiette alle cime di rapa non cambia nulla. Sempre di un casco non sicuro si tratta.
P.S.:poi sinceramente io, a chi compra sti caschi jet, visibilmente tarocchi a 115 euro, non lo capisco: a quella cifra si comprano nzi integrali, lazer lz6 a 5 stelle e altri caschi a 4, 5 stelle sharp. Sicuramente migliori di qualsiasi cassco jet, omologato o meno che sia.
1 - No, le omologazioni non te le stampi da solo, ti vengono stampate dall'Ancma che te ne invia in lotti di 3200 partendo dal numero 1. Ogni 3200 caschi prodotti prima di ottenere altre 3200 etichette devi inviare all'Ancma un tot di caschi prelevati dalla produzione per farli testare. Se i risultati sono nella norma, ti inviano altre etichette per continuare la produzione. Le etichette in questione, se guardate in controluce, sono autenticate dal logo Ancma stampato in pressione (almeno non sia cambiata la legge di recente). Ancma.it
2 - Il primo numero nell'omologazione è specifico per quel prodotto ed è legato all'azienda che lo ha ideato. Se XXX crea lo stampo di un casco, ottiene l'omologazione e di conseguenza la possibilità di produrlo. Successivamente può vendere lo stampo ad YYY, in questo caso YYY deve ottemperare a quanto detto al punto 1 come se lo avesse ideato lui.
Parere mio in questo caso , l'azienda che detiene quel numero di omologazione è parte lesa, perchè è stato copiato quel numero per produrre dei caschi mai testati.
Poi vediamo come và a finire.