DanieleCossu ha scritto:
Non so se hai già dato un'occhiata a questo articoletto:
Viaggi overland in solitaria: decalogo per tornare sani, salvi e contenti
che copre però solo lo stretto indispensabile per girare da solo in lunghe traversate senza mezzi d'appoggio. La parte relativa alla telefonia non l'ho ancora descritta.
Frozenfrog - Non per "snocciolare" informazioni contro le tue affermazioni, la mia è solo una nota terminologica: attenzione a non confondere GPS e navigatore. Il gps
non è sinonimo di navigatore. Penso che converrai che usare un ricevitore gps come chartplotter o anche solo per registrare la propria traccia (comprese deviazioni ed errori di percorso, che quasi sempre si rivelano provvidenziali e fonte dei ricordi migliori del viaggio, proprio perché imprevisti) senza neanche accenderne il display, sia qualcosa in grado di arricchire il proprio viaggio - soprattutto a posteriori - senza togliere nulla al piacere di consultare (o studiare dopo ogni tappa) la mappa o addirittura di cartografare in proprio mondi "inesplorati"
Su questo aspetto non posso che essere d'accordo con te, la differenziazione tra i due sistemi è d'obbligo. Il sistema che tu hai specificato (ed ho letto in un topic dell'uso che ne fai) credo che sia più adatto (senza nulla togliere alla sua validità intrinseca) in quei paesi meno conosciuti e più "lontani" dalle normali rotte di una grande fetta di motociclisti. Le mie elucubrazioni (se così le vogliamo definire) infatti partivano dal presupposto che il viaggio all'estero, considerata la domanda che veniva evidentemente da una persona priva di esperienza, dovesse essere, come prima esperienza, in un paese "facile" e quindi facevo restrittivamente riferimento all'europa continentale, anche se devo ammettere che con un po' di sana incoscienza si può andare ovunque. Anzi, a dire il vero, io stesso sono un esempio lampante: nel 1980 il primo vero viaggio all'estero l'ho fatto con un amico (andando come si dice a Roma alla 'ndo cojo, cojo - trad. "a casaccio") in NordAfrica (erano altri tempi, le mappe stradali erano a malapena sufficienti - oggi sarebbe completamente diverso col sistema che dici tu). Comunque quello che intendevo dire, avendo anche specificato che la mia è una visione più romantica essendo un motociclista un po' vecchia maniera (ho cominciato 30 anni fa), è che trovo piuttosto innaturale impostare un percorso su un dispositivo (chiamiamolo così) e poi seguirlo pedissequamente (secondo me può diventare fonte di distrazione facendo perdere magari certi particolari del paesaggio che ti circonda e che ti "viene incontro"). Ripeto, questa è solo e semplicemente la mia visione che mai mi sognerei di imporre; per il resto, come dicevo, concordo con te nel dire che possa essere considerato un'ottimo ed interessante sistema per documentare (anche se io rimango ancora attaccato alla mia abitudine di avere con me dei taccuini su cui prendere appunti e di trovare quasi tutte le sere la forza, oltre ad averne il desiderio, di scrivere i diarii, che conservo molto gelosamente, che contengono i miei "appunti quasi ordinati di viaggio").