de_corsa ha scritto:
forse fai un po' di confusione a riguardo, o comunque il tuo modo di spiegarlo dà adito a questa considerazione.
chiariamo allora che nessun cambio da moto è sincronizzato, come invece lo sono tutti i cambi auto.
i componenti che permettono la sincronizzazione, ovvero la sintonia tra i regimi di ingranaggio conduttore e condotto, sono degli anelli di bronzo che per contatto avviano l'ingranaggio da innestare ai giri del conduttore un momento prima dell'innesto vero e proprio.
nelle moto non esiste niente di questo, anche per mancanza di spazio.
inoltre, i cambi da moto sono architettati in maniera diversa sopratutto per quanto riguarda la selezione delle marce: infatti nelle auto è possibile passare da una qualsiasi marcia a qualsiasi altra, grazie ad un sistema di selezione "a settori" mentre nelle moto la selezione è "a cascata" cioè permette di cambiare rapporto solo passando obbligatoriamente (nei due sensi) da un rapporto a quello successivo, grazie ad un arpionismo.
vero è che anche con i migliori cambi auto (Colotti, Getrag, ZF racing, ecc.) è possibile innestare (e anche scalare) le marce nell'uso sportivo senza l'uso della frizione ma in genere i normali cambi di produzione permettono di farlo solo con molta attenzione e senza vantaggi reali, anzi...
con i cambi moto invece, a parte delle applicazioni in cui la trasmissione finale è a cardano, è quasi sempre possibile inserire le marce vantaggiosamente e senza danni anche senza l'uso della frizione.
nell'uso sportivo è la regola.
Ok, forse non mi sono fatto capire un granchè. I sincornizzatori sono stati introdotti per uso agonistico nelle auto negli anni 40 se non erro, proprio per permettere di scalare da una marcia all'altra senza dover passare per l'intermedia e senza fare la doppietta. Sono stati poi sfruttati per riuscire a costruire cambi nei quali non fosse necessario l'uso della frizione per effettuare le cambiate. Il primo H standard fu creato circa negli anni 20 prima i cambi automobilistici erano sequenziali come quelli motociclistici. Non solo, per le auto ad alte prestazioni e da corsa tuttora i sincronizzatori sono usati pochissimo (in F1 sono passati ai sequenziali proprio per limitare l'ingombro dei cambi). Quello che è rimasto costante è il principio seguito per costruire i sincronizzatori.
Vale a dire, il sincronizzatore è stato costruito per fare in modo che gli ingranaggi di una marcia siano allineati con quelli delle altre durante le rotazioni per facilitarne l'inserimento.
Con l'aumentare del numero di rapporti nei cambi si è sfruttato lo stesso principio lavorando direttamente sugli ingranaggi sincronizzandone le fasi in modo che durante le rotazioni un paio di ingranaggi sia allineato con quello della marcia superiore o inferiore se questa è inserita. Non solo sono stati introdotti degli inesti elastici, una volta erano rigidi per agevolare l'inserimento del rapporto.
Era questo che intendevo, capisco che il discorso che ho fatto fosse un po' incasinato.