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Inviato: 27 Set 2007 10:43
Oggetto: Report [ Domenica 23 settembre ] Passi Tosco Emiliani BIS
Appennini 23 settembre
La seconda puntata ha le premesse di essere un giro corposo, sembra quasi un calzone ritornando alla metafora culinaria. Futa e Raticosa già li conosciamo ma poi si scende giù nel talamo del motociclismo: Barberino di Mugello, il lago di Bilancino poi Polcanto la sede del centro tecnico della FMI.
Il vestibolo di una zona paesagisticamente molto suggestiva, il passo della Consuma, Stia con la pieve Rumena poi il mitico valico di Croce ai Mori, il passo del Giogo e poi il passo del Muraglione, quello della Colla, il fantomatico Ottovolante e ancora al ritorno Futa e Raticosa, insomma di carne al fuoco ce n’è da saziare un plotone.
Meno male che guardo internet la sera prima: siamo tantissimi, anche Paolo del Fazeritalia e altri amici che convinco a venire in coppia per un tragitto non propriamente domenicale. Al solito, già da qualche giorno prima, ripasso mentalemente il numero delle strade e provo a pensare a quella stradina a Ronta per arrivare al Mugello...non è segnata e non si vede nemmeno dal satiellite…eppure il 9 settembre ci siamo passati.
Si parte, la mattina è fresca, penso a Federico che si sta facendo la strada da Grigno…brrr, ma al puntello a PD- Ovest apprendo che lui non ci sarà: “come ha preso un palo ?” domando sbigottito al Guru, pensavo ad un imprevisto domesitico invece lo hanno assunto come tester all’Anas, “in piega ha preso un paracarro con la spalla” continua il Guru, sono sbigottito
…ormai il ragazzo è destinato a sorprendermi, se fossi il suo angelo custode chiederei l’aumento del superminimo, per fortuna non è nulla di grave ma il giro per lui è revocato.
Noto nel gruppo parecchi bolidi e butto l’occhio sulle saponette per capire se il proprietario avrà bisogno di una cartina per non perdersi…distribuicsco, si accende il motore, e via ..eccolo li! Esordisco con lo sbaglio al punto 1 della mappa: mi infilo in autostrada e mi porto pure tutti dietro, “vedi a non dormire” mi rimprovero, prima cappella giornaliera.
In autostrada vedo il serpente di fanali che segue, raggiungiamo il casello di RO e li sono in coda al gruppone, il Gattaccio ci guida lungo le strade del polesine gestendo anche le deviazioni fuori programma magistralemente.
Arriviamo a Pianoro per il randezvous con Paolo64, il fazerista arriva da Milano per gustarsi il giro. Purtroppo siamo in leggero ritardo ma confidando nella tabella di marcia “codice” sperando in un recupero.
Da questo momento è come mettere il gettone nell’automobilina dell’autoscontri, è come la prima sorsata di birra fresca a ferragosto, si parte da Pianoro su un asfalto e una carrellata di curve che per molti è una scoperta libidinosa, il pensiero razionale si ferma: tutta l’attenzione è concentrata sulla punta dei piedi in appoggio, sul gomito che sfiora il serbatoio curva dopo curva, il polpaccio mi ancora alla fazerona…Che spettacolo, dietro di me altre moto che non sono del gruppo mi spingono a forzare l’andatura. Scintille dalla pedana destra, una vibrazione sorda dalla sinistra dove c’è rimasta solo la gomma, poi sferraglia barbaramente il cavalletto….piano Manuel mi dico, li lascio passare e vedo che il pilota della tuono solleva il pollice, io ricambio la sua approvazione
Si riparte per Monghidoro, la strada è sempre più bella, qui mi concentro solo sul piacere di fluttuare a destra e a sinistra dimenticandomi del freno, lascio che lo sguardo si perda all’orizzonte su quelle esse inanellate che si tuffano tra le colline, sono inondato da una felicità ingenua e spensierata.
La fazerona è come un toro rosso a cui ti aggrappi per le larghe corna, ai bassi mugghia sommessamente come quelle curve se le masticasse a bocconi, non cerco più nulla non mi interessa altro se non quello di essere li in quel momento con la mia moto tra le gambe.
Mi sporgo un po’, guardo il Guru li davanti, Luciano è dietro che stranamente non aizza, butto il busto in avanti e stiamo per arrivare alla Raticosa. Destra, sinistra per la centesima volta ma ormai ho metabolizzato la postura e “sbraaaa….” Cosa succede ? mi pare di aver strisciato il ginocchio…bah, “sarà un impressione” mi dico, vuoi che sia così, proprio quando non cerchi, quando non ci pensi che ancora capita il manifestarsi dell’evento atteso. Continuo a cibarmi di quella strada, sporgendomi sempre di più, sempre con più confidenza, curvone a destra, ampio bello, con il sole che filtra tra gli alberi in mezzo al serpentone rombante, mi butto con la testa, il busto, faccio roteare la gamba adesso qualcosa succede: Un bruciore unito ad un senso di fresco mi giunge dal ginocchio, a mente prouncio una parolaccia, non delle peggiori del breviario, prima di tutto mi rendo conto di aver bucato i pantaloni....rallento di brutto e vedo il Guru che mi sorpassa, non ha capito che gli sto gesticolando che mi sono fatto male….Il pensiero va alle 25 moto che potrei rischiare di mollare li quando siamo scesi solo dalla prima giostra del luna park.
Alla raticosa mi fermo, Anna mi aveva chiesto una sosta allo chalet allora li guardo il ginocchio e per fortuna è solo una sciocchezza: un graffio superficiale che medico un po’ con il mercurocrome del barista e con i cerotti provvidenziali di Paolo64, rattoppo un po’ la braga e si riparte alla volta della Futa.
Da li via giù, con le Signore che guidano con grazia e confidenza, Moira che accompagna il monster con il corpo curva dopo curva, Paola che fa tutt’uno con il suo bolide nero e Michela con il pensiero già alla Tuono, la R6 ormai, si vede che le sta stretta.
Si prosegue sul lago di Bilancino, strade secondo programma, anzi satellite, ora ci si infila in zone più raccolte, siamo a Polcanto ma li i velox li conosciamo e proprio prima dell’ultimo dei due vengo fermato dal kawa di barbaro76 “come sei in riserva ?” gli faccio, “non hai fatto il pieno ?”. Ma la sua moto beve più del previsto, il ritardo accumulato è preoccupante tanto che non oso consultare la tabella di marcia, tradita abbondantemente.
Sono constretto a deviare verso Fiesole, dalle mappe non ci sono distributori in quella strada che ci avrebbe portato a Pontassieve secondo il nostro programma.
Al distributore raccolgo un po’ perplessità sulla complessità, dell’itinerario, e anch’io non mi voglio rassegnare ma sono disilluso: è già l’una e siamo ancora lontani dal passo della Consuma…50, 60, 80km mento a me stesso e chi mi domanda quanta strada ancora manchi prima del ristorante. Telefono per avvertire che siamo in ritardo…molto..
Allora via a cannone, voglio guadagnare tempo tempo, tempo! Guai a sbagliare strada, ma si evviva! Consuma! Il cartello riporta luoghi a cui non siamo avvezzi, Roma, Arezzo ! Ecco il mitico passo della Consuma, FedeR1co si scatena con la sua R1, ed ecco li sulla destra su un tappeto di colline e filari di cipressi un castello, sono i resti della pieve Rumena. Che meraviglia, sono le 14 ma non siamo lontani ormai da Stia. Magico bluetooth chiamo il ristorante che mi indica la strada, il serpente è affamato!
Eccoci a Stia..ma gli altri ? urca, sono indietro…altra sosta, naaa. Il cielo è velato, sono quasi le 15 e il resto del gruppo è li, in cima alla Consuma.
Le mie speranze di completare il percorso stabilito sfumano, ho visto le foto e si vede che in quel momento non gioivo proprio, e poi dove sta sto ristorante ? Chiamo e mi dice “Pratovecchio” ma come ? Panico…mi metto il casco col bluetooth, tengo la tipa al telefono e le faccio “adesso mi spieghi finchè guido!”, via, piazza, incrocio, semaforo destra, altra piazza, eccola li che mi sbraccia fuori dal portone! siamo arrivati finalmente alle libagioni, ma SONO LE 15 ! e quella era proprio l’ora prevista per la partenza, e noi ci stavamo solo sedendo al tavolo.
Che comodi finalmente ‘sti infradito, tutti si accomodano sotto il baldacchino del ristorante, guarda li, mamma mia ! La Miki che fiorentina ! una razione da maresciallo che dopo poco sarà spolpata come immergendola in una vasca di piranha, Tutti gradiscono quindi tortelli, fiorentine e razioni di carne straniera, in visione.
Si parte, tutti siamo d’accordo sul seguire l’itinerario light…anche se abbiamo tolto la seconda portata ed il contorno qua di ciccia ce n’è ! sua maestà Croce ai Mori ci aspetta, ma prima benza!
Vado al disitributore, quello di googlemaps, eccolo li la Esso…azzo è chiuso! Ma come?
Guardo il parziale, mah non mi fido, chiedo ad un autoctono e mi conferma che nel secondo paese, saranno 15km, ce n’è uno automatico. “Guru, la Paola ha benzina ?”lei ha un missile da 180 cv che sapevo gradire molto la verde a 95 ottani. “ Ok, non c’è problema, benzina lei ne ha.” E via dritti per Croce ai mori.
Fiagata! Bellissimo, il mio suggeritore aveva ragione, uno spettacolo, anche qui calza bene il motto “scorrere e non correre”. Fermo il cervello senziente e metto i sensi a governare la situazione, curve e ancora curve di cui abbiamo sempre fame come del pane, all’orizzonte il cielo si rischiara e noi stiamo risalendo alla volta di Dicomano.
Dopo il passo mi affianca la kawa di Marco: “Accostiamo un attimo”, non vedo più gli altri. “ma chi manca ?”- faccio “ mah un’ honda, la Paola e la 1098”. Siamo in prossimità di un chiosco di verdura poco prima di Dicomano, suona il bluetooth ed è Paola “ ara che el ducati xe rimasto a pie”….naaaa.
Come una doccia fredda vengo preso da un attimo di sconforto, penso al daffarsi, ritorno con lo sguardo al chiosco e vedo che c’è una bottiglia di coca da un litro e mezzo vuota…mhh fortuna!
Arriva Miracolato: “ c’è un distributore a 2 km , dopo la curva”, però doppio *ulo penso io, la strada è pure in discesa. Immaginavo in quel momento una moto da 18k euro spinta come un skateboard, “xe drio rivare spinsendo” continuava Paola.
Da li si decide di andare al distributore per raccogliere il prezioso liquido, sempre in aumento. Così arriviamo tutti al distributore, ma tutti tutti, incredibile anche il nostro amico con la bellissima 1098, ricordo al ristorante quando preoccupato notava la resina che imperlava il costoso serbatoio…”pensavo de farghea” mi dice quando gli domando perché non aveva fatto il pieno. Poco da fare la colpa era mia che avevo beccato il distrubutore chiuso a Stia, e pensavo che il pieno fatto la volta precedente sarebbe bastato…a chi l’avesse fatto!
Poco male, siamo tutti li a riderci sopra, anche i tinga boys con Anna che è stata operata al polso e non è potuta venire a cavallo della sua inseparabile shadow, questa ragazza è un mito, si è cuccata sua maestà l’Elephanttreffen, che più che un raduno è un’impresa.
“Noi torniamo per il muraglione” mi dice jumpy, giusto si, sbucando a Forli poi a Ravenna Venezia è più comoda da raggiungere. Li salutiamo e via alla volta di Borgo san Lorenzo.
Via! noi si parte che già il cielo volge all’imbrunire, macchè curve qui siamo un incastrati nel traffico, autovelox, mi sbraccio e accendo le 4 frecce, li segnalo come fossero delle mine vaganti, mi ricordo una rotonda si, eccoci arrivati a Borgo e pensavo con soddisfazione che non avevamo mai sbagliato strada,per me una stranezza, infatti errore, avevo proprio infilato il bivio sbagliato!
Da Borgo si sono due strade che partono verso nord, la 302 del Giogo che costeggia il Mugello che è quella pianificata, e la 503 che porta al passo della Colla, strada della libidine che avevo imboccato e che naturalmente avevo imboccato per un errore Freudiano.
Proseguo, spero di beccare un cartello Scarperia ( cioè Mugello)ma il cartello…uncè
Come dicono da quelle parti. Fermo Paolo che sapevo aveva una cartina e mi conferma che si poteva arrivare ma nulla, nessuna strada dei miracoli.
Arriviamo a Ronta ( che i lettori della precedente appeninata ricorderanno ), fermo il serpentone in prossimità di un gruppetto di motocilisti, ma li questa strada non sanno dov’è….eppure l’altra volta l’abbiamo fatta.
Retro front…Paola inorridita per la manovra cha sarà constretta a fare mi guarda minacciosa, sono triste a pensare che dovremmo ritornare ad infilarci in quella cittadina per incasinarci a chiedere dov’è la deviazione per la 302.
Girate le moto vedo una rampa e sopra tipo una ferrovia che scorre su una serie di archi, sotto i quali l’indicazione “Lugo del mugello”. Massì era quello il posto! Ritorno ottimista, mi porto dietro 24 moto guidate da 24 scettici confusi, la strada è un budello di curve un po’ sporche immerse in un boschetto, nulla che infondesse fiducia eppure per me era familiare, in altre circonstanze sarebbe stato il percorso ideale per una domenica mattina, magari in mountain bike ma in in quel momento non vedevo l’ora di divedere il casco gonfiabile enorme alle porte del cirucito. Destra, sinistra viaaaaa, ecco il Mugello, incredibile, so che molti lanceranno lo sguardo oltre le alte ringhiere per scorgere qualche particolare, noi lo costeggiamo ed eccoci al passo del Giogo.
Sarà stata la noia delle strade cittadine, la frustrazione dei velox da Dicomano a Borgo san Lorenzo, l’imbrunire ormai incalzante e soprattutto lo snodarsi della curve che portano al passo del Giogo e chissà cos’altro, fatto sta che ho visto partire una batteria di Patriot sulla 302, mammamia la Tuono che brutta bestia, mi rassegno che non è il caso di mettersi sulla sua stradra, Giorgio e signora a bordo di un missile matrimoniale e via su per la Raticosa.
Li vedo con rammarico che ancora una volta l’Ottovolante ci è sfuggito, siamo nuovamente allo chalet ma il passo ormai deserto e ci sorseggiamo l’ultimo caffè .
Nicola ed Angela (Fz1 blu ) sono sorridenti per loro è la prima “appenninata” e anch’io ne sono soddisfatto: la giornata è stata così divertente e le curve così appaganti che ci si dimentica anche di qualche inevitabile difficoltà.
Siamo li a divagare, Paola ci mostra con orgoglio la sua diablo “chiusa” ed ecco che arrivano, non so da dove no so come, i 4 tingaboys che ci salutarono a Dicomano per tagliare attraverso il Muraglione. “Lo sapevo che non potevate stare senza di noi!” faccio scherzando a jumpy che con Anna Marco & Brother erano sbucati alla Raticosa, mitico, sarà un ritorno della truppa quasi al completo. Ci siamo persi una Tnt con alcuni inconvenienti tecnici, il suo amico Hornettaro e Fabri al ristorante, che ha pensato di lanciarsi sulla A1 a pesce con il suo instancabile Leonardo500.
Dalla Raticosa è ancora un andare “spumeggiante”, vedo anche MarcoRed affinare la sua dimenstichezza con la Hornet. Il nostro Hayden della riviera del Brenta mi ricordo si lamentava di farci da tappo, ma che bugiardo! Mi passano i soliti missili katiusha e il Fazer matrimonile che non cede un metro, vedo qualche ruota oltre la linea di mezzeria, qualche sorpasso “coraggioso” ma la mia attenzione è altrove.
Il mio cerotto era volato via dentro le braghe da qualche parte, sono li che guido con lo scotch giallo che sbandiera ed è quasi l’imbrunire. In quel momento mi voglio gustare quella strada bellissima che non si quando potremo rivedere nel 2007, e …accidenti !dopo una curva vedo una pattuglia di carabinieri sulla destra, con due tre persone che non riconosco, sono stati fermati e mi lanciano uno sguardo smarrito e rassegnato.
Ci fermiano sulla destra, la Miki parla con Paolo di traiettorie, l’argomento è il GSSS e mi è impossibile non partecipare alla miniconferenza del Fazerista, la Miki è affascinata e infatti quello sarà il prologo di un minilezione di guidasicura fino a Pianoro.
“Gli hanno fermati” – dice qualcuno –“ si quello con la Fazer con la moglie”. Giorgio era stato brincato, uno sconfinamento della mezzeria glie era stato fatale e notato da quella pattuglia invelenita che alla domenica si presta alla mattanza delle patenti, era cascato nella rete. “Passami il gendarme”-faccio a Giorgio dal bluetooth “ barattiamo una Fazer matrimoniale con il Miracolato”.
Giorgo ci consiglia di andare, è davvero scuro e la pattuglia di caramba sta smantellando un po’ di patenti, a momenti li ci vuole il numero del banco salumi per aspettare la propria revoca, ci dice Giorgio,…mazza quanto si sono fatti cattivi, forse il loro cipiglio lo grdirei all’arcella o nei pressi della stazione di Padova…abbè altro film.
Noi si prosegue in quei tornanti ormai immersi nell’oscurità, Luciano che monta la teleguida all’infrarosso si pone alla testa del serpentone, via tutti d’accordo in autostrada. Siamo al casello di Bologna e zoot! Arriva la fazer di Giorgio, non riveliamo come sia stato graziato ma con un indultino inaspettato l’hanno lasciato andare solamente uno schiaffetto virtuale, miracoli della dialettica e di altre arti di persuasione, mah.
Ultima sosta la prima piazzola sulla BO-PD, il momento è gustoso, si chiacchera si raccontano episodi ed impressioni accumulate nella giornata che è stata intensa ma estremamente piacevole, quell’istantanea complicità che si crea tra i motociclisti che hanno scorrazzato insieme per oltre seicento chilometri è tangibile.
Direi in conslusione, citando una frase ormai resa celebre, “tutto molto bello”.