ilsamos ha scritto:
neeko72 ha scritto:
ilsamos ha scritto:
neeko72 ha scritto:
ps: purtroppo aggiungo che quella sulle frecce non serve a nulla....
Cosa non serve a nulla?
l'omologazione generica di un componente(esclusi quindi gli scarichi ad esempio che hanno omologazione specifica)....purtroppo in italia non ha alcun valore...e non lo dico io ma i produttori stessi di componenti aftermarket omologati...l'omologazione che ottengono ha valore in europa ma non è recepita in itaGLia....
Scusa, non riesco a capire bene, l'omologazione E11 non certifica che il pezzo é idoneo all'uso su strada? Se é un'omologazione europea com'é possibile che in Italia non abbia alcun valore?
Ho bisogno di saperlo perché ho comprato apposta porta targa con catarifrangente e luce targa, più frecce tutto E11, devono ancora arrivare, pensavo andassero bene! Sarei in regola o no?
se vuoi ti posto due email, una di RIZOMA ed una di LIGHTECH dove mi dicono che i loro componenti omologati in italia non hanno alcun valore almeno fino a quando non verranno istituiti organismi tipo il TUV tedesco che provvedono ad omologarli per l'uso stradale......
anzi, te le posto va...
LIGHTECH
Citazione:
Gentile Sig. xxxxx
l’argomento da lei affrontato ha sicuramente una certa importanza ma è anche complicato da chiarire.
Cercando di semplificare, posso dirle che le autorità dell’ordine hanno ragione nell’affermare che l’omologazione deve essere specifica e non generica.
Ad esempio, le nostre pedane sono state recentemente omologate TÜV che è un’omologazione fatta sul veicolo. Ciò significa che assieme alla confezione forniamo anche il documento dell’omologazione che il pilota dovrà tenere assieme al libretto di circolazione. Di conseguenza nessuna autorità potrà contestare nulla, e se lo fa il pilota può tranquillamente difendersi con il semplice documento di omologazione. Tale documento, però, al momento non viene fornito per l’Italia in quanto stando alle ultime normative non è obbligatorio.
La differenza con altri prodotti omologati, ad esempio con le nostre frecce, sta nel tipo di omologazione. L’omologazione delle nostre frecce, infatti, non è specifica per mezzo ma è generale; ciò significa che le frecce sono state prodotte seguendo alcune normative CEE (omologazione 97-14-CE). Ecco quindi che le autorità potrebbero contestarla e ritenerla nulla.
Il problema principale è che per ottenere un’omologazione specifica (quindi non contestabile dalle autorità) oltre a richiedere un sacco di denaro richiede anche un sacco di tempo. Ma soprattutto non è facile ottenerla; le normative cambiano di continuo, i prodotti aftermarket che vengono contestati sono tantissimi, per non parlare di tutti i tipi di moto che esistono…neanche le autorità competenti a volte non sanno come muoversi.
E’ comunque un problema che stiamo affrontando internamente alla nostra azienda, e in futuro sicuramente ci saranno delle novità per quanto riguarda l’omologazione dei nostri prodotti… Magari quando le normative saranno più stabili e orientate ad aiutare anziché a creare problemi…
Spero di esserle stata utile. Per qualsiasi altra informazione lo staff Lightech rimane a disposizione.
Cordiali saluti,
Lightech s.r.l.
Sara Girardi
Commercial Dept./Ufficio Commerciale
tel/phone: +39 0438 453010
fax: +39 0438 655919
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info@lightech.it
RIZOMA
Citazione:
Gentilissimo,
risponderò a lei e a tutti i motociclisti che come lei hanno poco presente i cavilli del nostro codice stradale:
in merito all’omologazione di un qualsiasi pezzo (sia una freccia come uno scarico, etc.) bisogna sottostare a normative dettate da articoli di legge che precisano le caratteristiche costruttive del pezzo. Una volta creato il pezzo bisogna testarlo in modo che venga data l’omologazione all’articolo.
A questo punto l’oggetto in questione può fregiarsi dei timbri e della notifica di omologazione. Ma non è finita qui.
Qualora si desidera montare l’articolo su di una moto (sia l’articolo specifico o universale) è necessario avere il nullaosta da parte della casa costruttrice, documento che nessun produttore rilascia in quanto nessun costruttore di moto si fa carico delle problematiche che possono nascere dall’utilizzo di articoli non originali. A questo punto subentra la legge che impone il collaudo degli articoli, cioè una vera e propria prova su strada dei pezzi montati ed un controllo minuzioso delle omologazioni che il suddetto prodotto porta con se.
Una volta passato il collaudo la motorizzazione civile rilascia il nullaosta che verrà apportato a libretto: a questo punto anche per la legge italiana l’articolo in questione ha diritto ad essere montato su quella specifica moto.
Tutto questo naturalmente ha un costo, in primis per la casa produttrice di accessori per quanto riguarda le omologazioni e secondariamente per l’acquirente che deve sostenere i costi di collaudo presso al motorizzazione; oltre ad un dispendio di tempo notevole.
Concludendo, tutto questo è uguale a ciò che accade in Germania con il TUV soltanto che questo è riconosciuto dalla motorizzazione (quindi non è necessario effettuare collaudi poiché già fatti dalla casa produttrice a cui è stata data la certificazione TUV ) ed i costi per la messa a libretto sono molto popolari.
Con l’unificazione europea e l’abolizione delle frontiere stiamo arrivando anche a questa possibilità in Italia, ma come ben sabbiamo i tempi burocratici italiani sono lunghi e spesso le pratiche di attivazione complicate.
Da parte nostra noi siamo già certificati TUV e quindi i nostri articoli rispondono già alle caratteristiche dovute, purtroppo in Italia questo ad oggi ancora non è gratificante ed è necessario effettuare un ulteriore collaudo da parte del privato presso la motorizzazione.
Cortesemente
Davide Pagani
Sale Italy
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