Siamo negli anni ’80, e alla Honda viene in mente un’idea fantastica e un po’ fuori di testa: un motore 50 4t, montato su un telaio da minimoto… così nacque la prima pit bike, l’Honda CRF 50.
Per anni non fu un gran successo, molti la consideravano una moto senza senso, che non era una minimoto e neanche una moto vera…
Poi qualche anno fa, gli americani, si accorsero di questa geniale idea, e ci fu un’enorme aumento delle vendite, fino al punto che anche altre marche iniziarono la commercializzazione delle pit bike, come la Yamaha e la Kawasaki.
Oggi si trovano migliaia di pit bike, la maggior parte di importazione cinese, ma non tutte le cinesi sono di scarsa qualità, ci sono anche dei gioiellini a due ruote!!
Le pit bike si dividono in due generi, quelle con il forcellone posteriore detto “cantilever”, con l’ammortizzatore che lavora orizzontale:
Esempio di Honda CRF 50 con cantilever
e quelle con forcellone e ammortizzatore tradizionale:
esempio di pit bike Wt Motor ’07 con forcellone tradizionale
Le pit bike con forcellone cantilever sono più piccole, e adatte più ai bambini che agli adulti, mentre le altre hanno delle misure a “prova di adulto”.
Per la scelta della pit bike è utile sapere l’utilizzo che se ne dovrà fare, si trovano pit da tutti i prezzi, da 300€ fino a 6000€.
Ovviamente con le pit di scarsa qualità non si può pretendere di fare grandi cose, per avere una buona base da cui partire bisogna indirizzarsi su modelli che partono dai 1000€, in questo modo si ha una buona base di partenza.
Per un uso amatoriale, per andare nei campi o nei boschi basta anche una cinesina da 500€, se si vuole di più ovviamente è d’obbligo spendere almeno il doppio.
Per un adulto è meglio indirizzarsi sulle pit cinesi (ovviamente di buona qualità), perché hanno misure più grandi delle giapponesi, oppure una buona alternativa potrebbe essere l’italiana Polini XP4, ma costa almeno il doppio di una cinese, poi non monta neanche un buon motore, monta un cinese di media qualità.
Le migliori cinesi di accesso sono la Dream 69, la Wt Motor ’07 e la Orion 29, di produzione cinese ma completamente riassemblate e ottimizzate in Italia, hanno dimensioni da adulto e offrono una buona base di partenza con prezzi intorno ai 1000€.
Ora passiamo ad analizzare i motori: i più diffusi sono da 107cc e da 125cc di produzione cinese, con testa a 2 o 4 valvole.
I 2v sono più adatti per l’uso da cross, in quanto hanno più coppia in basso, mentre i 4v hanno più tiro agli alti, più adatti all’uso motardistisco.
I cinesi più potenti e affidabili sono il Jialing e il Lifan 125cc (quest’ultimo di produzione su licenza Honda), offrono buone prestazioni e affidabilità a basso costo, con potenze nell’ordine degli 8-9kW a circa 9000rpm.
Molto diffuso è anche il Ducar, che come potenza è paragonabile agli altri due, ma avendo la frizione a due dischi, a lungo andare presenta problemi di affidabilità.
Tutti i motori hanno il cambio a 4 marce (1-N-2-3-4) con frizione manuale, e solo in casi eccezionali, con frizione automatica.
Poi si trovano anche motori giapponesi come il Daytona o il Takegawa, di 115cc di cilindrata, testa a 4 valvole, e potenze nell’ordine dei 18-20 cavalli, ma con prezzi intorno ai 3000€.
Passiamo ad analizzare le ruote: la maggior parte delle pit, oggi monta ruote con cerchio 12-12, che offrono stabilità e allo stesso tempo agilità, mentre le prime pit montavano ruote 10-10, troppo piccole per un uso cross.
Oggi alcune montano 14-12, la soluzione migliore sia per il cross che per il motard.
Infine è buona norma scegliere modelli con freni a disco e forcelle con steli almeno da 33mm di diametro, e prendere una moto da un’importatore che in futuro, in caso di bisogno, sappia offrirci una buona rete di ricambi e di assistenza!!
Alex